Conoscere le Amanita

a cura di Mario Cervini

LE AMANITA

Foto di Giuliano Salvai

 

Chiave di determinazione

Informazioni generali

 

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I caratteri morfologici tipici del genere

Le Amanita sono funghi a struttura eterogenea, ovvero caratterizzati da una notevole facilità di separazione tra il cappello e il gambo. Di conseguenza le lamelle rimangono piuttosto distanti dall'inserzione, e si definiscono libere.  E' presente un velo generale che avvolge completamente il fungo nei primordi, per poi lasciare delle tracce (più o meno evidenti) alla base del gambo e sul cappello: la volva. E' inoltre presente (tranne che nel sottogenere Amanitopsis) un velo parziale a protezione dell'imenio:l’anello. Il colore delle spore è sempre bianco, bianco ocraceo, bianco rosato.

 

Diffusione ed ecologia

Salve rare eccezioni si tratta di funghi simbionti, in altre parole legati ad essenze arboree od arbustive, pertanto il loro ambiente di crescita é boschivo o in radure, comunque sempre in vicinanza delle piante con cui instaurano il rapporto micorrizico.

Il genere è diffuso in tutti i continenti, soprattutto nelle zone temperate; Qualitativamente in provincia di Varese non è molto rappresentato: in effetti, delle 70÷80 specie che si possono incontrare in Italia, solo 29 di esse sono a tutt'oggi state segnalate. Ciò non deve però far pensare che il genere sia poco abbondante: una buona parte delle specie registrate è da noi molto comune e diffusa. Vale ad esempio il caso di A. rubescens, che è in assoluto il fungo più segnalato in provincia; inoltre sono ben 6 le specie che si piazzano nei primi 15 posti (oltre la già citata A. rubescens,  anche A. citrina, gemmata, spissa,  muscaria, phalloides).L'istogramma successivo evidenzia la fenologia del genere, specificando il numero di specie che crescono ogni mese (aggiornato Marzo 2002).

 

 

 

Commestibilità

A questo riguardo, il genere Amanita riveste un’importanza particolare: al prelibato, ricercato e costosamente commercializzato ovulo buono (A. caesarea), si contrappongono almeno tre specie (A. phalloides, verna, virosa) assolutamente pericolose, responsabili di diversi avvelenamenti, in buona parte mortali. Ma ne esistono anche altre di velenose: tra di esse A. pantherina ed A. muscaria sono le più conosciute. Qualche specie è commestibile solo se ben cotta (come A. rubescens e tutte le Amanitopsis) e diverse innocue ma poco appetibili.

 

I caratteri da osservare

Le Amanita sono funghi in genere molto ben caratterizzati dal punto di vista macroscopico, e relativamente facili da classificare. Con un po' d’attenzione e spirito d’osservazione è senz'altro possibile riconoscere le tre amanita velenose mortali sopraccitate.

Quali sono i caratteri principali su cui concentrare l’attenzione volendo determinare un’Amanita? Combinando questi caratteri, definiti “primari”, si può ridurre sensibilmente il numero di specie da analizzare, escludendo tutte quelle che non corrispondono alla combinazione. Si creano così gruppi di specie omogenei, decisamente più piccoli. I caratteri definiti “secondari” invece permettono di differenziare le singole specie tra loro. Un po’ tutti i testi specializzati utilizzano per il raggruppamento i seguenti caratteri macroscopici primari:

Þ   il tipo di volva

Þ   presenza/assenza dell'anello

Þ   la striatura al margine del cappello

 

Il tipo di volva

Come abbiamo detto la volva avvolge completamente il fungo allo stato di primordio (ovvero quando l'intero esemplare non supera i 10-15 mm. d’altezza). Durante lo sviluppo del carpoforo la volva inizia a rompersi e lacerarsi, in un modo solitamente molto tipico per ogni specie.  

Riconosciamo almeno tre tipologie, cui possiamo ricondurre tutte le Amanita oggi presentate:

·       specie a volva membranosa, persistente e ben delineata: presenta la classica forma "a sacco" tipicamente avvolgente la base del gambo (usando un termine tecnico: a deiescenza apicale). Le specie con questa caratteristica non presentano mai piccole verruche sul cappello, ma al limite qualche placca di velo residuo.

·       specie a volva membranosa, compatta però solo alla base e friabile nella sua parte superiore, cosi' da non creare il classico "sacco".

·       specie a volva completamente friabile, flocculosa, talvolta presente solo sotto forma di inconsistenti residui alla base. tale volva si "frantuma" immediatamente un numero ± cospicuo di verruche, che rimarranno poi a ricoprire il cappello.

 

La presenza/assenza dell'anello

Chiaramente:

·       anello presente;

·       anello assente.

Bisogna far attenzione perché in alcune specie (A. citrina, gemmata  ....) l'anello negli esemplari adulti è a volte caduco e perciò visibile spesso solo sotto forma di qualche residuo appressato al gambo.

 

Il margine del cappello

 

E' molto semplice verificare una delle due seguenti situazioni:

·     margine striato

·     margine non striato.

 

I PRINCIPALI GRUPPI E SPECIE PRESENTATE

 

Specie con volva membranosa e persistente, senza verruche sul cappello

Amanitopis: senza anello,  margine del cappello striato.

¨    Amanita vaginata, fulva, pachyvolvata, crocea, umbrinolutea, subalpina, argentea, submembranacea

Amanita s.s.: con anello, margine del cappello striato

¨    Amanita caesarea (ovulo buono)

Phalloideae: con anello,  margine del cappello liscio

¨    Amanita phalloides, verna, virosa.

Specie a volva membranosa solo alla base e friabile all'apice

Citrinae: con anello e margine del cappello non striato

¨    Amanita citrina, porphyria.

Specie a volva friabile, generalmente con verruche sul cappello

Amanitaria: con anello e margine del cappello striato

¨    Amanita muscaria, regalis, pantherina, gemmata, eliae

Amplariella: con anello e margine del cappello non striato, colori del cappello vivaci, non bianchi

¨    Amanita rubescens, spissa, cariosa, franchetii.

Aspidella: con anello e margine del cappello non striato, colore del cappello bianco o bianco sporco. Verruche sul cappello appuntite.

¨    Amanita solitaria, echinocephala, boudieri.

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Bibliografia essenziale per avere un panorama abbastanza ampio sull'argomento:

¨    Amanita, numero monografico del Bollettino del Gruppo Micologico Bresadola Trento - nuova serie

¨    Arora, D. - Mushrooms demystified;

¨    Bon, M. - Champignon d’Europe occidentale;

¨    Cetto, B; - I funghi dal vero, voll. 1÷7;

¨    Courtecuisse, R. - Champignons de France et d'Europe;

¨    Galli, R. - le Amanite;

¨    Moser, M. - Guida alla determinazione dei funghi;

¨    Merlo G., Traverso M., - Le Amanite.

 

 

La tabella allegata propone un riassunto delle specie presentate. Trattasi di quelle segnalate attualmente in provincia di Varese, più alcune rinvenibili (± facilmente) nelle vicine Alpi o appena oltre il confine; A queste è stata aggiunta, per l'indubbio interesse legato alla velenosità, la mediterranea A. verna.

La tabella contiene, nell'ordine:

il nome della specie, l'habitat, la distribuzione e la frequenza, la quota, il periodo di crescita; il numero di segnalazioni presenti nell'archivio BDM, il numero di segnalazioni in provincia di Varese (aggiornato a Marzo 2002), note sulla commestibilità.

I dati sono stati integralmente ricavati dal programma BDM (Banca Dati Macromiceti) del nostro gruppo, archivio in cui sono "informatizzate" tutte le segnalazioni riguardanti località, ambienti di crescita, fascia altimetrica, note, ecc... dei funghi crescenti nella nostra provincia e non solo.

Ove presenti poche od eterogenee segnalazioni, si è preferito non dare alcun’indicazione sul periodo di crescita e sulla fascia altimetrica.

 

SPECIE

HABITAT

DISTRIBUZIONE E FREQUENZA

quota

periodo di crescita

commestibilità

vaginata

Boschi di latifoglie e aghifoglie

Molto comune ovunque

0000 - 2100

giugno novembre (settembre)

Commestibile solo dopo cottura

fulva

Latifoglie, spesso rinvenibile nelle ceppaie di castagno con humus.

Molto comune ovunque si trovi l'habitat. Normalmente solitaria, raramente con più di due-tre esemplari vicini.

0000 -  1500

giugno ottobre (settembre)

Commestibile solo dopo cottura

pachyvolvata

Data la rarità della specie non si hanno dati completi

Rara

 

 

Commestibile solo dopo cottura

crocea

notizie

Faggete od abetaie, in luoghi freschi

Sicuramente non comune; Solitaria o a gruppi di pochissimi individui. Tendenzialmente montana

300 - 2100

luglio settembre

Commestibile solo dopo cottura

umbrinolutea

Latifoglie ed aghifoglie, spesso associata a Pinus

Non comune in provincia di Varese

300 - 1200

giugno novembre

Commestibile solo dopo cottura

subalpina

Tipicamente montana, in boschi di conifere

Assente in provincia di Varese data la mancanza dell'habitat idoneo. Non rara sulle Alpi

 

 

Commestibile solo dopo cottura

argentea

Boschi di latifoglie o misti con pini, anche mediterranei

Occasionale al nord, più comune nell'area mediterranea

 

 

Commestibile solo dopo cottura

submembranacea

Tipicamente montana, in boschi di conifere

Assente in provincia di Varese data la mancanza dell'habitat idoneo. Non rara sulle Alpi

900 - 2100

giugno settembre

Commestibile solo dopo cottura

caesarea (ovolo buono)

In Europa tipicamente presso latifoglie (soprattutto) castagni e querce. In viene per esempio segnalata sotto pini di diverse specie.

In Europa specie a diffusione mediterranea, sempre più rara (ma non introvabile) salendo verso Nord o in alta quota.

000 - 900

agosto novembre (settembre)

Commestibile, anche crudo

phalloides

Generalmente latifoglie (querce, carpini, faggi, castagni noccioli). Nei parchi due segnalazioni sotto cedri e una sotto abete!

Molto comune e diffusa ove presenti le latifoglie indicate

000 - 1500

luglio novembre (settembre)

VELENOSO MORTALE

virosa

Specie montana, nelle faggete o abetaie, in ambiante fresco e umido.

Specie rara e localizzata, ma ove presente anche molto abbondante

600 - 1500

agosto settembre

VELENOSO MORTALE

verna

Cresce in primavera sotto varie latifoglie e aghifoglie in località a clima temperato

Diffusione tipicamente mediterranea, comune nel suo habitat. In provincia di Varese non ancora segnalata

000 - 900

maggio

VELENOSO MORTALE

citrina

Latifoglie e conifere, ubiquitaria

Molto comune ed abbondante in pianura, in collina ed in media montagna, più raro in alta quota

000 - 1500

agosto novembre (settembre)

Non commestibile

porphyria

Specie montana, prevalentemente in luoghi freschi sotto abeti, pini, faggi

Non comune, mai abbondante anche nei suoi luoghi di crescita

900 - 1800

agosto ottobre

Non commestibile

muscaria

Nell'arco alpino e nel nord Europa associata quasi esclusivamente ad abeti e betulle. Nelle zone collinari appenniniche anche sotto castagni

Molto comune ed in gran numero di esemplari ovunque presenti gli habitat indicati

300 - 2100

agosto novembre (settembre)

Velenoso

regalis

Aghifoglie

Rarissima sull'arco alpino, via via più frequente salendo verso nord. Comune nelle foreste scandinave

 -

 

Velenoso

pantherina

Cresce sotto latifoglie (forma tipica) e aghifoglie (var. abietum)

Abbastanza frequente. Difficilmente abbondante nei luoghi di crescita

300 - 1500

giugno dicembre (settembre)

Velenoso

gemmata

Cresce sotto latifoglie ed aghifoglie, principalmente su terreno acido. Precoce

Molto comune ed abbondante, specialmente nelle raccolte primaverili

000 - 1200

maggio dicembre (giugno)

Sospetto di lieve tossicità

eliae

Specie precoce, tipica dei boschi di brughiera

Rara od occasionale

300 - 600

giugno

Non accertata. Presumibilmente come A. gemmata

rubescens

Sotto latifoglie e conifere, già da maggio

Molto comune ed abbondante, dalle zone costiere a quelle di alta montagna. E' il fungo attualmente più segnalato in provincia di Varese

000 - 2100

giugno novembre (settembre)

Commestibile solo dopo cottura

spissa

Ama i terreni freschi, sotto latifoglie o boschi misti

Specie largamente diffusa, non sempre pero' abbondante

300 - 1500

maggio ottobre (settembre)

Innocuo, ma poco appetibile

cariosa

Latifoglie (aghifoglie?)

Specie rara ovunque

300 - 600

giugno settembre

Presumibilmente come A. spissa

franchetii

notizie

Latifoglie calcaree, termofilo

Specie piuttosto rara e localizzata.

300 - 900

giugno novembre

Non commestibile

strobiliformis

Cresce sotto latifoglie in ambiente temperato, generalmente su terreno calcareo

In provincia di Varese sicuramente rara

000 - 600

luglio settembre

Commestibile

echinocephala

Cresce sotto latifoglie in ambiente temperato, generalmente su terreno calcareo

In provincia di Varese sicuramente rara

000 - 600

agosto ottobre

Dai più dato come non commestibile o scadente

Caro Mario,

grazie per il tuo bellissimo contributo, nel tempo lo arricchiremo con collegamenti a foto e schede di riferimento. Ho preferito anticiparne la pubblicazione subito, come atto di dovuta riconoscenza e per dare subito ai visitatori del sito un utilissimo strumento di conoscenza ed approfondimento, lo faremo crescere insieme, con tutti i supporti e le integrazioni che riterremo utili.

Ricordo a tutti i frequentatori del sito, che Mario Cervini insieme a Gabba e Macchi, è coautore di un bellissimo volumetto dell'A.M.B. di Varese, edito da Nicolini, intitolato "Censimento dei funghi della Provincia di Varese", Si tratta di un opera che contiene i risultati di censimento di 1350 specie fungine trovate nella Provincia di Varese, a cui è allegato un CD con 300 foto digitali di rara bellezza.

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