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Silybum marianum (L.) Gaertn. 1791
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Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791); Regione Lazio, 40 m s.l.m.; Foto di Mauro Cittadini. Macro sulla corolla. -
Silybum marianum (L.) Gaertn. 1791
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Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791); Regione Lazio, 40 m s.l.m.; Foto di Mauro Cittadini. Rosetta basale. -
Silybum marianum (L.) Gaertn. 1791
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Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791); Regione Sicilia, 0 m s.l.m.; Maggio 2009; Foto di Antonio Giacalone. -
Silybum marianum (L.) Gaertn. 1791
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Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791); Regione Sicilia, 0 m s.l.m.; Maggio 2009; Foto di Antonio Giacalone. -
Silybum marianum (L.) Gaertn. 1791
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Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791) Sinonimi Silybum pygmaeum Cass. (1827) Mariana lactea Hill (1769) Cirsium maculatum Scop. (1772) Centaurea dalmatica Fraas (1845) Carduus lactifolius Stokes (1812) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Asterales Famiglia: Asteraceae Nomi italiani Cardo di Santa Maria; Cardo mariano; Cardo lattario Etimologia Il nome generico, Silybum, deriva dal greco antico σίλλῠβον (síllybon), nome con cui in antichità venivano indicati diversi cardi commestibili. Anche Plinio riprendeva tale nome riportato in latino (sillybus) per indicare un tipo di cardo. L'epiteto specifico, marianum, si riferisce a Maria Vergine. La variegatura biancastra, tipica delle foglie di questa specie, si narra sia dovuta al latte della madre di Gesù; latte caduto su tali foglie mentre la Sacra Famiglia fuggiva in Egitto per scampare alle persecuzioni ("Strage degli Innocenti") volute da Erode. Descrizione Pianta spinosa, alta fino a 150 cm con fusto più o meno cilindrico e breve, non alato e privo spine, ma lanuginoso, con peluria biancastra. Le foglie basali sono pennatocomposte, picciolate, con segmenti trigoni e apici spinosi, sono lunghe e sulla pagina superiore sono caratterizzate da strie biancastre a cavallo della nervatura che è reticolata, sul fusto sono più piccole, sessili e disposte sull'asse una per nodo, le cauline abbraccianti e auricolate con bordi spinescenti di colore bianco giallastro. L'infiorescenza è un capolino con un peduncolo largo ed eretto, contornato da squame erette disposte lassamente, slargate alla base, il loro margine è spinoso almeno nella metà basale, con spine sempre più lasse e minute andando verso l'apice, che termina in una lunga spina; la corolla è di colore porpora divisa in 5 lobi, il frutto è un achenio di colore nero brillante punteggiato di grigio, il pappo è bianco. Fiorisce da maggio a giugno, da 0 a 1100 m s.l.m., in terreni secchi, campi e cunette stradali. Presente in tutta Italia, anche se non è certa la sua presenza in Lombardia e in Trentino Alto Adige dove può essere stato segnalato per errore; avventizio in Friuli Venezia Giulia e Veneto; la sua presenza è dubbia in Valle d'Aosta. Note: la Vanessa cardui L. depone le uova sui margini fogliari del cardo e dei sui congeneri e il bruco se ne ciba. Periodo di fioritura, presenza, distribuzione in altezza Silybum marianum (L.) Gaertn. (1791); Regione Sicilia, 0 m s.l.m.; Maggio 2009; Foto di Antonio Giacalone. -
Bryonia alba L.
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Bryonia alba L. Nome italiano Brionia bianca Tassonomia Famiglia: Cucurbitaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Cucurbitacea. Passo del Brattello, Maggio. Pianta un tempo coltivata a scopo medicamentoso, nonostante la forte tossicità. Simile alla B. dioica, ma con le foglie molto più allungate. Gli esemplari che si trovano sono residui di antiche coltivazioni. Rampicante lungo fino a 3 m. Produce bacche sferiche. -
Briza media L.
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Briza media L. Nome italiano Sonaglini comuni Tassonomia Famiglia: Poaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Graminacea. Sonaglini. 20-60 cm. Spighette lucide e cartacee, color porpora o marrone. Il nome briza deriva da greco "oscillare", come anche la "brezza". Lago vivo, giugno. -
Brassica repanda (Willd.) DC.
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Brassica repanda (Willd.) DC. Nome italiano Cavolo ripiegato all'insù Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Crucifera. Val Maira, AgostoRezzoaglio, Maggio. Fusto legnoso, foglie allungate a spatola, con peli sui bordi e sulla nervatura centrale. Ghiaie mobili, Liguria e Piemonte, rara. Il termine brassica deriva dal nome celtico del cavolo. -
Brassica napus L.
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Brassica napus L. Nome italiano Cavolo navone Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini (Navone, colza) Crucifera, campagna romana, marzo. 60-120 cm. Foglie glabre, carnose, con 1-4 lobi ovali per lato e un lobo terminale molto più grande. Siliqua lineare, di 5-10 mm, con nervatura. Pianta da olio e da foraggio. Il termine brassica deriva dal nome celtico del cavolo, napus è il nome latino della specie. -
Botrychium lunaria (L.) Sw.
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Botrychium lunaria (L.) Sw. Nome italiano Lunaria, Botrichio lunaria Tassonomia Famiglia: Ophioglossaceae Foto e testo di Giorgio Venturini M. Bolza (C. Imperatore) Giugno 2011. Piccola felce dei pascoli montani. Foglie con lembo sterile pennato partito a lobi semilunari o reniformi. Spore portate da pannocchie con 7-15 spighe. 5-30 cm. -
Biscutella laevigata L.
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Biscutella laevigata L. Nome italiano Biscutella montanina Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Crucifera. Rezzoaglio, Luglio, M. Puzzillo, Luglio. 10-45 cm, fiori gialli in grappolo con molti fiori. Foglie basali allungate a spatola. Foglie del fusto alterne. Prati e pascoli di montagna. Tipici i frutti piatti disposti a coppie, come scudi appaiati da cui il nome. -
Bidens pilosa L.
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Bidens pilosa L. Nome italiano Forbicina pelosa Tassonomia Famiglia: Asteraceae Foto e testo di Giorgio Venturini Composita Cinque Terre Aprile. Pianta di origine americana, naturalizzata in molte regioni. In Italia è descritta in piemonte, liguria e sicilia. 30-100 cm, foglie suddivise in 3-5 foglioline a margine dentellato. Fiori bianchi o gialli con centro giallo. Il termine bidens si riferisce al frutto con due punte. -
Berteroa obliqua (S. et S.) DC.
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Berteroa obliqua (S. et S.) DC. Nome italiano Berteroa obliqua Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Crucifera. Campagna Romana (Bracciano) Ottobre. Bertero, medico e botanico piemontese visse tra il '700 e l'800. Scomparve nel Pacifico per il naufragio della nave su cui era imbarcato. Pianta di terreni tufacei, in Italia è comune nel Lazio, assente altrove. -
Bellis sylvestris Cyr.*
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Bellis sylvestris Cyr. Nome italiano Pratolina autunnale Tassonomia Famiglia: Asteraceae Foto e testo di Giorgio Venturini Pratolina autunnale. Composita. Campagna Romana, ottobre. Simile alla margheritina, in genere è di taglia maggiore (fino a 30 cm), più tendente al rosa e a fioritura autunnale, cresce spesso nei boschi e ai margini delle strade. Foglie 2-3 x 5-8 cm. -
Barbarea bracteosa Guss.
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Barbarea bracteosa Guss. Nome italiano Erba di S. Barbara bratteata Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Rio Fuggio (Terminillo) Maggio, Parco, Maggio; Rezzoaglio, giugno. Crucifera. Per l'uso tradizionale di alcune specie del genere nella cura di ferite e scottature, è dedicata a S.Barbara, patrona dei minatori e artiglieri. 30-50 cm, ambienti umidi. Fusto striato, più piccola di B. vulgaris e con foglie a margini dentellati. -
Atriplex patula L.
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Atriplex patula L. Nome italiano Erba correegiola Tassonomia Famiglia: Chenopodiaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Circeo Ottobre. Chenopodiacea. Il nome atriplex dei romani deriva dal greco atraphaxis, non nutriente (da trefo, nutrire), per indicare lo scarso valore nutritivo di questa pianta, che appartiene alla stessa famiglia dei più nutrienti spinacio e bieta. Patula dal latino patulus, largo, ma anche banale. Da 20 cm a 1 m, comune e infestante su suoli umidi e ricchi di nitrati. -
Barbarea vulgaris R. Br.
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Barbarea vulgaris R. Br. Nome italiano Erba di S. Barbara comune Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Vico, aprile, Rezzoaglio, Luglio, Crucifera 30-90 cm. Foglie lucide e verde intenso, le inferiori lobate, con 2-5 lobi su ogni lato e un lobo rotondo terminale. Foglie superiori simili, profondamente dentate. Silique quasi erette, di 15-25 mm. Bordi delle strade, siepi, argini di fiumi. Comune. Per l'uso tradizionale nella cura di ferite e scottature, è dedicata a S.Barbara, patrona dei minatori e artiglieri. -
Aubrieta columnae Guss.
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Aubrieta columnae Guss. Nome italiano Arabetta di colonna Tassonomia Famiglia: Brassicaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Capracotta giugno. (Aubriet, pittore di corte Parigino vissuto tra il '600 e il '700), che accompagnò spedizioni naturalistiche in Oriente; Colonna, Botanico Napoletano del '600. Crucifera. Forma tappeti o ciuffi, con fiori violetti o porpora e centro giallo. Rocce calcaree, Appennino centro-meridionale. -
Astragalus vesicarius L.
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Astragalus vesicarius L. Nome italiano Astragalo vescicoso Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Viglio, giugno, M. Bolza (C. Imperatore) Giugno 2011. Leguminosa. Astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. Fiori violetti con ali bianche, grandi (15-25 mm), in gruppi portati da un peduncolo più lungo delle foglie. Vescicario per il calice rigonfio. -
Astragalus sempervirens Lam.
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Astragalus sempervirens Lam. Nome italiano Astragalo spinoso Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Tancia, Maggio. Terminillo, Giugno. Leguminosa. Astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. Spinoso, e peloso fiori da bianchi a porpora chiaro. Luoghi rocciosi e ghiaioni, soprattutto calcarei. -
Astragalus purpureus Lam.
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Astragalus purpureus Lam. Nome italiano Astragalo di Gremli Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Rezzoaglio, Maggio. Leguminosa. Il nome astragalus era utilizzato dai greci per alcune leguminose a causa della forma nodosa delle radici, che ricordavano delle vertebre (astragalos). Secondo un'altra etimologia, astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. Fusti prostrati con rametti ascendenti, con peli viola-nerastri. Fiori in gruppetti fitti. Il legume, di circa 1 cm, è lanoso, con un becco uncinato. -
Astragalus glycyphyllos L.
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Astragalus glycyphyllos L. Nome italiano Astragalo falsa liquerizia Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Vico Giugno Leguminosa – Pianta di 50-150 cm, strisciante, con fusti a zig-zag, glabra. Foglie con 11-13 foglioline ovali di 2.5 cm. Fiori in gruppi di 8-30, di circa 15 mm, giallo-verdi. Detta veccia da latte, per la credenza che aumenti la produzione di latte nel bestiame, o liquirizia selvatica, per il sapore (glycyphyllos=foglie dolci). Altra liquirizia selvatica è una felce, Polypodium vulgare. La vera liquirizia è la leguminosa Glycyrriza glabra. Zone erbose, dirupi. Astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. -
Astragalus depressus L.
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Astragalus depressus L. Nome italiano Astragalo depresso Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini M.Lepini, Maggio Leguminosa, Pianta piccola, quasi senza fusto, foglie superiormente glabre, pelose inferiormente, con 17-25 foglioline. Infiorescenze con 6-14 fiori, corolla lunga circa 10 mm, giallastra. Alpi e appennini. Astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. -
Astragalus alpinus L.
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Astragalus alpinus L. Nome italiano Astragalo alpino Tassonomia Famiglia: Fabaceae Foto e testo di Giorgio Venturini Leguminosa. Val Maira (2000 m s.l.m.). Agosto. Astragalo è il nome greco di un legume di forma cubica, da cui anche il nome dell'ossicino del piede e del gioco antico dei dadi. 5-15 cm, con fusti in genere prostrati. Foglie con 15-19 foglioline. Il frutto è un legume rigonfio, peloso, con 3-4 semi. Prati, pascoli e luoghi rocciosi, fino a 2800 m. Alpi. -
Aster tripolium L.
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Aster tripolium L. Nome italiano Astro marino Tassonomia Famiglia: Asteraceae Foto e testo di Giorgio Venturini Composita. Laghi costieri Circeo. Ottobre. Pianta a fioritura tardiva, tipica delle zone acquitrinose salmastre. Produce a fine settembre fioriture estese ed abbondanti. 20-60 cm, ramificata. Foglie inferiori picciolate, le altre prive di picciolo. Le foglie carnose farebbero pensare ad una pianda di zone aride. In realtà l'ambiente salmastro pone problemi di disidratazione simile a quello dei terreni aridi.