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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Linum tenuifolium L., Regione Liguria, 150 m s.l.m., Giugno 2011, foto di Marika.
  2. Linum tenuifolium L. Regione Valle d'Aosta, 500 m s.l.m., luglio 2011, foto di Giovanni Malvicino.
  3. Linum tenuifolium L. Regione Valle d'Aosta, 500 m s.l.m., luglio 2011, foto di Giovanni Malvicino.
  4. Linum tenuifolium L. Regione Valle d'Aosta, 500 m s.l.m., luglio 2011, foto di Giovanni Malvicino.
  5. Linum tenuifolium L. Regione Valle d'Aosta, 500 m s.l.m., luglio 2011, foto di Giovanni Malvicino.
  6. Linum tenuifolium L. Tassonomia Ordine: Linales Famiglia: Linaceae Foto e descrizione Pianta perenne con radice a fittone e fusto legnoso alla base (suffruticosa) alta 20-50 cm; fusti eretti o ascendenti, rigidi e ramificati alla base, glabri nella parte alta, fusti fiorieri con poche foglie patenti, densamente fogliosi nella parte inferiore i fusti sterili; foglie alterne, glabre, lineari strette (1 × 10-20 mm), revolute e rigide con una sola nervatura centrale; infiorescenza lassa a corimbo; calice formato da 5 sepali lanceolati ghiandolosi e aristati all’apice, fiori portati da peduncoli muniti di brattee, con 5 petali (pentameri) spatolati di colore bianco o rosa chiaro a volte con con fauce scura e smarginati all’apice, 5 stami, ovario supero; il frutto è una capsula ovoidale di 3-4 mm; fiorisce da giugno ad ottobre, presente in tutto il territorio Italiano prevalentemente su terreno calcareo, cresce in prati secchi e sassosi da 0 a 1500 m s.l.m.. Regione Valle d'Aosta, 500 m s.l.m., luglio 2011, foto di Giovanni Malvicino.
  7. Ranunculus glacialis L., Regione Lombardia, 2800 m s.l.m., Agosto 2010, foto di Alessandro Federici. Vista laterale dei fiori, che presentano calici pelosi.
  8. Ranunculus glacialis L., Regione Lombardia, 2800 m s.l.m., Agosto 2010, foto di Alessandro Federici.
  9. Ranunculus glacialis L., Regione Piemonte, Valdisusa, 2200 m s.l.m., Agosto 2010, Foto di Matteo Benassi.
  10. Ranunculus glacialis L., Regione Piemonte, Valdisusa, 2200 m s.l.m., Agosto 2010, Foto di Matteo Benassi.
  11. Ranunculus glacialis L., Reg. Valle d'Aosta, Champorcher, 2800 m s.l.m., 18/07/2011, Foto di Giovanni Malvicino.
  12. Ranunculus glacialis L., Regione Piemonte, Valsesia, 2400 m s.l.m., luglio 2008, foto di R.M. Fondi. Dopo la fecondazione, la corolla si colora di un intenso rosa-carminio.
  13. Ranunculus glacialis L., Regione Piemonte, 2400 m s.l.m., luglio 2008, foto di R.M. Fondi.
  14. Ranunculus glacialis L. Sinonimi Oxygraphis gelidus (Hoffmgg.) Schwarz Oxygraphis vulgaris Freyn Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Ranunculales Famiglia: Ranunculaceae Nome italiano Ranuncolo glaciale. Etimologia Il nome generico proviene dal latino ranunculus, col significato di ranocchio; l'attribuzione di questo nome al genere risale al settecento, e si deve al fatto che molte specie di ranuncoli prediligono ambienti acquatici o per lo meno umidi, così come le rane. L'attributo specifico fa riferimento all'habitat della specie, presso i ghiacciai. Descrizione Pianta erbacea perenne dotata di caudice da cui emerge un fusto ascendente e foglioso, non radicante ai nodi, alto da 6 a 12 (15) cm; glabra in tutte le parti con esclusione del calice e di una eventuale debole pelosità agli internodi. Foglie Foglie glabre, carnose e lucide; le basali disposte a rosetta, palmate (5 × 8 cm circa) divise in 3 segmenti 3-5-lobati, con lobi ulteriormente divisi in lobi terminali ellittico-lanceolati a bordo intero, larghi da 3 a 7 mm; le cauline alterne, di dimensioni che diminuiscono verso l'alto, con segmenti che nelle superiori si riducono a lacinie. Fiori Petali persistenti di colore bianco che, dopo la fecondazione, virano al rosa carminio, 9-15 × 7-14(-18) mm; sepali densamente irsuti per peli di colore rosso-ruggine, 7-12 × 4-9 mm; ricettacolo glabro. Frutti Capolini fruttiferi emisferici, 5-8 × 7-16 mm; i frutti sono achenii alati, e misurano 1,5-2 × 1,6-3 mm. Periodo di fioritura Luglio-agosto, come la maggior parte delle piante che vivono alle quote più elevate. Territorio di crescita R. glacialis è presente in tutto l'arco alpino, nonché sui Pirenei e Carpazi, nella regione scandinava, in Islanda, Groenlandia e Isole Svalbard. Habitat Ghiaie e sabbie glaciali, intrise di acqua di scioglimento delle nevi, anche appena sommerse presso le rive di laghetti alpini e sorgenti di alta quota a flusso laminare. Da (1700) 2000 a 3100 (4270) m s.l.m. Somiglianze e varietà Esiste una varietà, Ranunculus glacialis L. var. chamissonis (Schltdl.) L.D. Benson (=Ranunculus glacialis L. ssp.chamissonis (Schltdl.) Hultén), a ricettacolo irsuto per peli rugginosi, tipica dell'Alaska e non presente in Italia. Tra le congeneri di ambiente alpino, le più simili, in quanto dotate di foglie divise e fiori bianchi, sono: R. alpestris L., ben distinto per il calice glabro; R. seguieri Vill., con caratteristica pelosità su tutta la pianta, e foglie ripetutamente divise. Specie protetta La Regione Piemonte protegge il Ranunculus glacialis per la sola provincia di Cuneo, con circolare del presidente della giunta regionale 16 maggio 1983 n ° 7/eco l.r. 2 novembre 1982 n. 32 "norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale". La specie non risulta protetta nelle rimanenti province del Piemonte, né lo è nelle altre regioni in cui cresce. Costituenti chimici Le foglie di R. glacialis sono state sottoposte a Spettroscopia NMR, nell’ambito di una ricerca volta a investigare la resistenza allo stress climatico (freddo e luminosità nell’ambiente) delle piante alpine. Le sostanze in esse identificate sono: saccarosio, glucosio, fruttosio, malato, glicerato, ranuncolina. Uso Alimentare Il glucoside ranuncolina contenuto nella pianta ne rende tossica l'ingestione per gli animali e per l'uomo. Uso Cosmetologico Non si conosono usi cosmetici per questa specie. Uso Farmacologico Non risulta un utilizzo farmacologico per questa pianta o per le sostanze attive in essa contenute. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità R. glacialis L. è compreso nell’elenco dei rimedi omeopatici. Nessun utilizzo è noto per questa specie nella medicina popolare o nella moderna fitoterapia. Note R. glacialis L. è tra le fanerogame quella che in Europa raggiunge le altitudini più elevate (4270 m s.l.m. al Finsteraarhorn). Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Annamaria Bononcini, Gianni Baruffa e Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica. Ranunculus glacialis L., Regione Piemonte, 2400 m s.l.m., luglio 2008, foto di R.M. Fondi.
  15. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Vallone del Turlo (Valsesia), 2500 m s.l.m.; 28 Luglio 2007; Foto di Renato M. Fondi.
  16. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  17. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  18. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  19. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi. La lamina fogliare è ricurva attorno alla nervatura principale.
  20. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi. Le foglie pennato-lobate sono biancastre per un tomento finissimo.
  21. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  22. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  23. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Alpe Faller (Valsesia), 2200 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi.
  24. Senecio halleri Dandy (1970) Sinonimi Jacobaea uniflora (All.) Veldkamp (2006) Solidago uniflora All. (1773) Senecio uniflorus (All.) All. (1785) Senecio chabertii Petitm. (1896) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Asterales Famiglia: Asteraceae Nomi italiani Senecio unifloro; Senecione di Haller, Senecione unifloro Etimologia L'epiteto del genere, Senecio, deriva dal latino senex = vecchio; in riferimento ai pappi che, a maturità, hanno colore bianco e sporgono compatti e più o meno a forma di semisfera al di sopra dei capolini (come la "tasta canuta" di un vecchio). L'attributo specifico ricorda lo scienziato svizzero A. Von Haller (1708-1777), autore di numerosi trattati a soggetto botanico. Mentre, per quanto riguarda alcuni sinonimi, l'epiteto uniflorus è termine composto dal latino unus = uno, uno solo; e dal latino flos, floris = fiore; in riferimento alla presenza di un solo fiore o di una sola infiorescenza, diversamente da altre specie congeneri. Descrizione Senecio halleri Dandy è una pianta erbacea perenne, alta da 3 a 15 cm, con foglie e fusti fioriferi eretti bianco-tomentosi. I fusti fioriferi sono monocefali, ossia ciascuno di essi porta un capolino solitario. Foglie: le foglie sono grigio-tomentose su entrambe le pagine. Le basali, lunghe 4-5 cm e larghe 10-15 mm, hanno contorno spatolato e forma pennato-lobata. La lamina è revoluta ai lati, cosa che conferisce alla foglia un certo grado di rigidità. Le cauline, una o due per ogni scapo, sono molto più piccole (lunghezza massima 1 cm), lineari-spatolate, per lo più intere o appena dentellate nella porzione apicale. Fiori: l'infiorescenza a capolino è quella tipica delle Asteraceae, sezione Liguliflorae, ossia con fiori tubulosi al centro (fiori del disco) e fiori ligulati al bordo (fiori del raggio), questi ultimi in numero variabile da (circa) 13 a 25. Fiori e ligule sono di un vivace colore giallo-aranciato. Comprendendo le ligule, lunghe 10-12 mm, il capolino raggiunge mediamente un diametro di 30 mm circa. L'involucro è formato da squame uniseriate strettamente lineari e pubescenti. Frutti: il frutto è un achenio peloso. Periodo di fioritura: Luglio-agosto. Territorio di crescita: Senecio halleri Dandy è un endemismo delle Alpi occidentali, presente nel territorio delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta, sulle Alpi Pennine e in parte delle Alpi Graie. Periodo di fioritura, presenza, distribuzione in altezza Habitat Senecio halleri Dandy colonizza le fessure delle rocce silicee, dal piano alpino a quello nivale, da 1900 a 2800 metri s.l.m., giungendo a 3600 metri di altitudine nella zona del Monte Rosa. Ai livelli altitudinali più bassi può essere rinvenuto sui massi morenici presenti nel pascolo, nel Caricetum curvulae e nelle brughiere a rododendro e salice nano. Somiglianze e varietà Senecio halleri Dandy potrebbe essere confuso con Senecio incanus L., con la quale condivide lo stesso habitat; questa, assai più diffusa sul territorio italiano (Italia settentrionale inclusa la Toscana),è molto simile per portamento, tomentosità e colore dei fiori; Senecio incanus L. differisce da Senecio halleri Dandy per avere scapi multiflori, con capolini leggermente più piccoli riuniti in corimbo denso. Specie protetta Senecio halleri Dandy, specie endemica di un piccolo settore delle Alpi occidentali, è tra le specie minacciate e rare a livello mondiale (1997 IUCN Red List of Threatened Plants), e rischia l'estinzione a causa del riscaldamento globale del pianeta. Costituenti chimici Non si ha notizia di studi relativi alla biochimica di questa specie. Uso Alimentare Pianta rara, esclusa da qualsiasi uso alimentare umano, non è appetita neppure dalla fauna selvatica. Uso Cosmetologico Pianta rara, esclusa da qualsiasi uso a scopo cosmetico. Uso Farmacologico Pianta rara, esclusa da qualsiasi uso a scopo medicinale. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Non risulta alcun utilizzo di questa piccola e rara pianta nella farmacopea tradizionale delle zone di diffusione. Note Secondo uno studio pubblicato in Svizzera nel 2007, l'analisi del DNA raccolto nei cloroplasti di Senecio halleri ha evidenziato l'assenza di differenze genetiche significative tra le quattordici popolazioni esaminate, che così risulterebbero discendere tutte da un'unica popolazione sopravvissuta alla glaciazione pleistocenica (così come molti altri endemismi alpini) grazie al fatto di colonizzare vette che, durante la glaciazione, non furono mai coperte dai ghiacci. Il Genere Senecio comprende numerosissime specie (oltre 1000, soprattutto extra-europee) di difficile determinazione. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica. Senecio halleri Dandy (1970); Regione Piemonte, Vallone del Turlo (Valsesia), 2500 m s.l.m.; 11 Luglio 2009; Foto di Renato M. Fondi. Rappresentante tipico della flora alpina, Senecio halleri Dandy colonizza le fessure di rocce silicee, in questo caso un masso morenico di gneiss.
  25. Ranunculus kuepferi Greuter Burdet., Regione Valle d'Aosta, 2200 m s.l.m., giugno 2012, foto Giomalvi. La pianta, con l'anomalia di 2 fiori.
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