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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Vallone dell'Olen (Valsesia), 2100 m s.l.m.; 17 Agosto 2009; Foto di R.M. Fondi. Semi immaturi.
  2. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Val d'Otro, 1780 m s.l.m.; 30 Luglio 2009; Foto di R.M. Fondi. Il frutto è una capsula triloculare.
  3. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Vallone dell'Olen (Valsesia), 2100 m s.l.m.; 19 Luglio 2009; Foto di R.M. Fondi. Il giallo delle antere spicca sulla colorazione verde scura all'unghia dei tepali.
  4. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Vallone dell'Olen (Valsesia), 2100 m s.l.m.; 25 Luglio 2009; Foto di R.M. Fondi. Oltre all'infiorescenza apicale, alle ascelle fogliari si sviluppano numerose le infiorescenze laterali.
  5. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Vallone dell'Olen (Valsesia), 2100 m s.l.m.; 19 Luglio 2009; Foto di R.M. Fondi. Il veratro ama gli ambienti più diversi. Qui nel pascolo alpino, sulla sponda di un ruscello.
  6. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valle Artogna (Valsesia); 1200 m s.l.m.; 2 Luglio 2009; Foto di R.M. Fondi. Una pianta pienamente sviluppata può raggiungere l'altezza di un metro e mezzo.
  7. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valsesia, 900 m s.l.m.; 4 Giugno 2009; Foto di R.M. Fondi. Le foglie sono apparentemente amplessicauli, ossia avvolgenti più o meno completamente il fusto, che in realtà è costituito da strati di guaine fogliari.
  8. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valsesia, 900 m s.l.m.; 4 Giugno 2009; Foto di R.M. Fondi. Le foglie superiori hanno larghezza ridotta rispetto alle inferiori.
  9. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valsesia, 900 m s.l.m.; 4 Giugno 2009; Foto di R.M. Fondi. Pannocchia con i fiori ancora in boccio, all'ascella di brattee lanceolate.
  10. Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valsesia, 1250 m s.l.m.; 30 Aprile 2009; Foto di R.M. Fondi. All'ascella delle foglie si osservano le infiorescenze in boccio.
  11. Veratrum lobelianum Bernh. (1807) Sinonimi Veratrum album subsp. lobelianum (Bernh.) Schübl. & G.Martens (1834) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Liliales Famiglia: Melanthiaceae Nome italiano Veratro comune, Elabro Etimologia Nota ai botanici latini sia come veratrum, sia come helleborus, questa pianta deriva il suo nome generico attuale dal latino vere atrum (= veramente nero) in riferimento al colore del suo rizoma. L'attributo specifico, lobelianum, venne assegnato nel 1808 da Johann Jacob Bernhardi in Systematisches Verzeichniss der Pflanzen, in omaggio a Matthias de Lobel, medico fiammingo (Lipsia 1538-Londra 1616) ed autore di un atlante botanico intitolato Icones stirpium seu Plantarum tam exoticarum quam indigenarum. Declassato a sottospecie del Veratrum album L., il Veratrum lobelianum Bernh. ha recentemente riacquisito il rango di specie. Descrizione Pianta erbacea perenne, rizomatosa, Veratrum lobelianum possiede un fusto cilindrico eretto, finemente pubescente, completamente costituito dalle guaine fogliari, che a pieno sviluppo può raggiungere l'altezza di 1,5 metri. Foglie Le foglie sono alterne, a nervature parallele. Le basali e le mediane, prive di infiorescenza ascellare, sono di forma ellittica, ad apice acuto, con una larghezza di 7-9 cm e una lunghezza di 16-19 cm; le foglie superiori, lanceolate, misurano 4-5 cm in larghezza e 13-15 in lunghezza. Le più alte ospitano infiorescenze ascellari. Fiori L'infiorescenza di Veratrum lobelianum è una pannocchia, con peduncoli fiorali di 2-3 mm inseriti all'ascella di brattee lanceolate, lunghe 8-9 mm. Il perianzio è costituito da sei tepali ellittici, ad apice acuto, lunghi 8-10 mm, di colore verde-giallo su entrambe le pagine e verticillati a tre. Nella pagina superiore i tepali sono percorsi da venature longitudinali più scure e la loro unghia ha una macchia dalla caratteristica forma a V e di colore per lo più verde cupo o più raramente ceruleo. Il margine è finemente dentellato. Gli stami sono 3+3, con filamenti e antere concolori al perianzio. L'ovario è supero, tricarpellare e lo stilo è unico. Frutti I frutti sono capsule triloculari deiscenti di forma ovoide-trigona, lunghi 10-15 mm. Ciascuna loggia contiene una quindicina di semi. Periodo di fioritura Giugno-agosto Territorio di crescita Veratrum lobelianum è una pianta delle regioni temperate dell'Europa e dell'Asia. Diffuso nell'Italia settentrionale e centrale fino al Molise, manca in tutte le regioni meridionali e nelle Isole. Habitat Veratrum lobelianum predilige terreni ricchi di sostanze azotate e, purché questa condizione sia soddisfatta, può abitare sia ambienti nemorali, sia prati da sfalcio, pascoli e praterie, con un ampio intervallo altitudinale che va da (300) 800 a 2100 (2600) m s.l.m.. Somiglianze e varietà La somiglianza delle foglie di Veratrum sp. L. con quelle di Gentiana lutea L., ha spesso indotto raccoglitori disattenti a fare uso della radice di veratro - tossica come tutta la pianta - per la preparazione di liquori, con esiti gravissimi, ad evitare i quali basterebbe osservare che le foglie di veratro sono alterne, mentre quelle di genziana sono opposte. L'entità specifica Veratrum album L. designava due sottospecie: - subsp. album a tepali bianchi nella pagina superiore e verdognoli in quella inferiore; - subsp. lobelianum a tepali verdognoli su entrambe le pagine. Le due sottospecie sono state di recente riclassificate come entità specifiche con i nomi di V. album L. e V. lobelianum Bernh.; la confusione tra queste due specie è possibile in assenza dei fiori. In questo caso può essere utile, ma non determinante, l'osservazione delle foglie, e in particolare del modo in cui queste si distaccano dallo scapo. In Veratrum album L. le foglie solitamente decorrono per un tratto lungo il fusto, prolungando l'aderenza della guaina fogliare; in Veratrum lobelianum Bernh. si staccano dal fusto formando un angolo con la guaina. Il genere Veratrum conta in Italia una sola altra specie, Veratrum nigrum L., con fiori rosso-nerastri e con foglie da ellittiche a spatolate. Specie protetta Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta, considerata infestante nei pascoli e rifiutata dal bestiame. Costituenti chimici Le piante del genere Veratrum contengono acido celidonico libero e una miscela di alcaloidi steroidei raggruppati sotto il nome di veratrina (Protoveratrina, Germerina, Veratramina, Veratrosina, Veratralbina, Jervina), nonché zuccheri, amidi e gomme. Uso Alimentare La pianta non si presta all'uso alimentare per la presenza di principi altamente tossici, concentrati principalmente nel rizoma. L'intossicazione alimentare da veratro si manifesta con danni al sistema nervoso e con esito spesso letale. Nelle donne in gravidanza l'alcaloide jervina provoca alterazioni gravi del feto (teratogenesi). Uso Cosmetologico La tossicità di tutte le specie del genere Veratrum si manifesta anche nell'uso topico, svolgendo una drastica azione anestetica sui nervi periferici; per tale motivo esso non viene impiegato nella preparazione di prodotti cosmetici. Uso Farmacologico Estratti di veratro, nei dosaggi opportuni, trovano applicazione nella preparazione di medicamenti analgesici, anestetici e antireumatici per uso esclusivamente topico, da utilizzarsi solo sulla cute integra, priva di lacerazioni e ferite. La polvere di veratro, inalata, ha un fortissimo effetto starnutatorio. Il veratro trova impiego anche in medicina veterinaria per curare infezioni da acari e da mosche del genere Hypoderma, le cui larve parassitano i tessuti di bovini e suini. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In omeopatia dalla radice fresca si ricava un rimedio, che, in dosi opportunamente diluite, viene utilizzato contro l'ipertensione, in caso di coliche addominali e per la dismenorrea. Il decotto preparato con il rizoma costituisce un potente insetticida naturale, da maneggiare e conservare con tutte le precauzioni del caso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Annamaria Bononcini, Marika, Giovanni Baruffa - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Veratrum lobelianum Bernh.; Regione Piemonte, Valsesia, 1250 m s.l.m.; 30 Aprile 2009; Foto di R.M. Fondi. Le giovani piante spuntano dal terreno ancora privo di vegetazione.
  12. Paeonia officinalis L., Regione Piemonte, 1600 m s.l.m., Giugno 2010, foto di Renato Fondi.
  13. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 800 m s.l.m., Aprile 2011, foto di Giacomo Bommartini.
  14. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 800 m s.l.m., Aprile 2011, foto di Giacomo Bommartini.
  15. Paeonia Officinalis L., Regione Emilia Romagna, 300 m s.l.m., Aprile 2010, foto di Gianni Bonini.
  16. Paeonia officinalis L. subsp. officinalis, Regione Friuli Venezia Giulia, 300 m s.l.m., Maggio 2010, foto di Nicolò Parrino. I polifollicoli.
  17. Paeonia officinalis L. subsp. officinalis, Regione Friuli Venezia Giulia, 300 m s.l.m., Maggio 2010, foto di Nicolò Parrino. Pianta presente ma rara nel Carso triestino, Prealpi Carniche e Dolomiti orientali,
  18. Paeonia officinalis L., Regione Lombardia, 700 m s.l.m., Maggio 2009, foto di Guido Sgherzi. Le piante.
  19. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 750 m s.l.m., Maggio 2008, foto di Giuliano Gnata. Il bocciolo e le foglie.
  20. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 750 m s.l.m., Giugno 2008, foto di Giuliano Gnata. I follicoli.
  21. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 700-800 m s.l.m., Maggio 2008, foto di Giuliano Gnata.
  22. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 700-800 m s.l.m., Maggio 2008, foto di Giuliano Gnata. Macro degli stami numerosi e dei due follicoli in formazione.
  23. Paeonia officinalis L., Regione Veneto, 700-800 m s.l.m., Maggio 2009, foto di Giuliano Gnata.
  24. Paeonia officinalis L., Regione Emilia Romagna, 200 m s.l.m., Aprile 2008, foto di Gianni Bonini.
  25. Paeonia officinalis L., Regione Emilia Romagna, 200 m s.l.m., Aprile 2008, foto di Gianni Bonini.
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