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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Gianni Bonini
  2. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Gianni Bonini
  3. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Gianni Bonini
  4. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Emilio
  5. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Emilio
  6. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Emilio
  7. Chamorchis alpina (L.) Rich., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2011 - Foto di Emilio
  8. Apios americana Medik. - Regione Lombardia, Ottobre 2008, foto di Simone Orsenigo.
  9. Apios americana Medik. - Regione Lombardia, Ottobre 2008, foto di Simone Orsenigo.
  10. Apios americana Medik. - Regione Lombardia, Ottobre 2008, foto di Simone Orsenigo.
  11. Apios americana Medik. - Regione Emilia Romagna, Settembre 2008, foto di Gianni Bonini.
  12. Apios americana Medik. - Regione Emilia Romagna, Settembre 2008, foto di Gianni Bonini.
  13. Apios americana Medik. - Regione Emilia Romagna, Settembre 2008, foto di Gianni Bonini.
  14. Apios americana Medik. - Regione Emilia Romagna, Settembre 2008, foto di Gianni Bonini.
  15. Apios americana Medik. = Apios tuberosa Moench = Apios perennis Hornem. Tassonomia Ordine Fabales Famiglia Fabaceae Foto e Descrizioni Erbacea perenne, originaria dell’America settentrionale ed inselvatichita in Italia; fusto sotterraneo (rizoma) a forma di tubero o pera da cui hanno origine gli steli avventizi, glabri, gracili, flessibili e a portamento prostrato-rampicante; normalmente i fusti si sviluppano in altezza fino a 70-90 e più raramente 160 cm; foglie di colore verde, stipolate, imparipennate, con 3-7 (9) lamine lanceolate con apice acuto, dimensioni 6-8 × 3-4 cm; infiorescenze in racemi densi, lunghe fino a 12 cm, con numerosi fiori di colore rosa-rosso-bruno; fioritura in giugno-settembre; il frutto è un baccello lungo fino a 12 cm contenente circa 10 semi rugosi; cresce a quote fino a 250 m s.l.m., in zone umide, rive dei corsi d’acqua, gradendo l’associazione con arbusti cui sostenersi; presente naturalizzata in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche. Note: questa pianta in passato ha costituito un importante elemento nell’alimentazione delle popolazioni indigene nei luoghi di origine: attualmente viene tenuta sotto osservazione per i suoi contenuti di sostanze pericolose. Regione Emilia Romagna, Settembre 2008 - foto di Gianni Bonini.
  16. Veratrum album L. (1753); Regione Piemonte, 1230 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Marika Ligure.
  17. Veratrum album L. (1753); Regione Piemonte, 1230 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Marika Ligure.
  18. Veratrum album L. (1753); Regione Piemonte, 1230 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Marika Ligure.
  19. Veratrum album L. (1753); Regione Piemonte, 1230 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Marika Ligure.
  20. Veratrum album L. (1753); Regione Friuli Venezia Giulia, 250 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Claudio Angelini.
  21. Veratrum album L. (1753) Sinonimi Helleborus albus (L.) Gueldenst. (1791) Melanthium album (L.) Thunb. (1797) Veratrum bosniacum Beck (1887) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Liliales Famiglia: Melanthiaceae Nome italiano Veratro bianco, Elleboro bianco Etimologia Nota ai botanici latini sia come veratrum, sia come helleborus, questa pianta deriva il suo nome generico attuale dal latino vere atrum (= veramente nero) in riferimento al colore del suo rizoma. L'epiteto specifico deriva dal latino albus = bianco, in riferimento al colore dei fiori. Descrizione Pianta erbacea perenne munita di un grosso e corto rizoma. Fusto robusto, arrotondato, eretto, pubescente, alto 50-150 cm. Foglie numerose, alterne, ellittiche le inferiori e lanceolate le superiori; pagina superiore glabra, pagina inferiore tomentosa; lamina sessile con la parte iniziale che abbraccia il fusto, bordo liscio, numerose nervature e pieghe longitudinali parallele. Infiorescenza con numerosi fiori riuniti in una lunga pannocchia, spesso ramificata. Fiore posto all’ascella di brattee 5 × 9 mm, brevemente peduncolato, con diametro medio di 15 mm; tepali ovati con gli esterni più larghi e corti degli interni, giallastri nella superficie esterna e biancastri in quella interna. Fioritura in giugno-agosto. Frutto costituito da una capsula ovoide lunga fino a 15 mm. Cresce in circoscritte stazioni alpine, in pascoli umidi, nitrofili fino a 2500 m s.l.m.; presente in Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Note Tutta la pianta è velenosa ed in particolare il rizoma; pericolosa per il bestiame e per gli esseri umani, provoca costrizione respiratoria e rallentamento del battito cardiaco fino alla morte. In assenza di fiori può essere scambiata con Gentiana lutea L. e simili che, però, possiedono foglie opposte. Veratrum lobellianum Bernh. si differenzia macroscopicamente per avere la faccia interna dei tepali giallo-verdastra e non biancastra. Periodo di fioritura, presenza, distribuzione in altezza Veratrum album L. (1753); Regione Friuli Venezia Giulia, 250 m s.l.m.; Giugno 2006; Foto di Claudio Angelini.
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