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Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle Orchidee Italiane
Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers Tersch. & Devillers) Kreutz, Regione Toscana, Marzo 2011 - Foto di Gianni Bonini -
Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz
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Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers Tersch. & Devillers) Kreutz, Regione Toscana, Marzo 2011 - Foto di Gianni Bonini -
Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz
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Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers Tersch. & Devillers) Kreutz, Regione Toscana, Marzo 2009 - Foto di Gianni Bonini -
Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz
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Ophrys fusca subsp. lucifera Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz Sinonimi Ophrys lucifera Devillers-Tersch & Devillers Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Fiore della luce Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, forse perché questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia o, forse, per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico dal latino fuscus = fosco-scuro, in riferimento al colore del labello e dal latino lucifer = luminoso-portatore di luce, in riferimento ai colori brillanti dei fiori. Descrizione Pianta con fusto esile, alto fino a 20 (25) cm. Foglie 3-4 foglie basali, addossate al terreno, spesso già disseccate all'antesi; brattee lunghe come l'ovario. Fiori 2-4 fiori dai colori brillanti, di dimensione medio-grande, raccolti all'estremità superiore del fusto. Sepali auricolati,il mediano curvo sul ginostemio e a bordi ripiegati in fuori, di colore verde giallastro. Petali più corti e di colore più carico dei sepali. Labello trilobo, suborizzontale, allungato, molto poco convesso trasversalmente e quasi privo di curvatura longitudinale, lungo fino 20 mm. Pelosità labellare lunga, ordinata, nerastra, priva di zonature. Base del labello munita di due protuberanze longitudinali scarsamente in rilievo sulla superficie basale; solco basale breve, con peluria chiara. Macula corta, non raggiungente i seni dei lobi laterali, di colore blu vivo o plombeo, a volte bilunulata all'estremità superiore; bordo del labello stretto, glabro, di colore giallo. Retro del labello giallo verdastro, spesso rossastro nella parte centrale. Tipo corologico Endem. Periodo di fioritura Marzo, Aprile. Territorio di crescita Presente in alcune località della Toscana e nelle isole dell'Arcipelago, nel Gargano in Puglia ed in Sicilia. Habitat In piena luce, su terreno calcareo, garighe e boscaglie della macchia mediterranea, fino a 1000 mt. Somiglianze e varietà Solo recentemente descritta come entità a sé stante Ophrys lucifera era precedentemente considerata all'interno della variabilità di Ophrys fusca Link o, da alcuni autori, una sua sottospecie di quest'ultima: Ophrys fusca subsp. iricolor (Desf.) K. Richt. Altri autori la considerano sinonimo di Ophrys fusca subsp. bilunulata Risso. Note L’impollinazione è entomofila e avviene ad opera di Imenotteri. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica -
Tamus communis L. 1753
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle erbe, piante e fiori spontanei
Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Alessandro Federici. La foglia con le numerose nervature. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Alessandro Federici. I minuscoli fiorellini. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Marche; Gennaio 2009; Foto di Pietro Curti. Ormai è inverno: le foglie sono cadute, i frutti sono maturi, i tralci si stanno seccando. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Marche; Dicembre 2009; Foto di Pietro Curti. Una "ghirlanda". -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Veneto; Settembre 2007; Foto di Giuliano Gnata. Frutti. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Veneto; Settembre 2007; Foto di Giuliano Gnata. Inizia l'autunno: foglie ingiallite e bacche mature. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lazio; Luglio 2005; Foto di Mauro Cittadini. Frutti ancora acerbi; notare in alto fin dove sono arrivati i rami. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Liguria; Giugno 2009; foto di Giancarlo Abbate. Foglie. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. Crescendo, l'apice fogliare diventa meno acuto. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. Foglie, cuoriformi, profondamente incise, acuminate, lucide. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. La cima, classicamente ripiegata verso il basso, per la flessibilità dei teneri getti. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. Qualsiasi mezzo è utile, pur di salire verso la luce. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. I giovani turioni sono molto flessibili e spesso si avvinghiano tra loro per sostenersi. -
Tamus communis L. 1753
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Tamus communis L. (1753) Sinonimi Dioscorea communis (L.) Caddick & Wilkin (2002) Smilax rubra Willd.(1809) Dioscorea canariensis Webb & Berthel. (1847) Tamus parviflora Kunth (1850) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Dioscoreales Famiglia: Dioscoreaceae Nomi italiani Tàmaro, Cerasiola, Uva tamina, Uva tamigna, Vite nera, Viticella Etimologia L'epiteto generico deriva dal termine latino tamnus con cui in antichità, per esempio negli scritti di Plinio, veniva indicata questa pianta. L'epiteto specifico deriva dal latino commùnis = comune; in quanto pianta ubiquitaria e comune. Descrizione Il Tamaro è una pianta erbacea perenne, dioica, cioè che presenta esclusivamente fiori maschili oppure femminili, provvista di un apparato radicale cilindraceo, nero, quasi tuberoso, molto sviluppato e carnoso; da questo nascono numerosi tralci, di colore ramato-bronzeo, flessibili ed esili, inizialmente teneri, poi assai coriacei; questi getti, attorcigliandosi tra loro ed attorno agli arbusti, possono superare anche 4-5 m di estensione; le foglie sono semplici, provviste di molte nervature principali, longitudinali-ellittiche, ramificate e interallacciate irregolarmente tra loro; queste nervature principali possono essere anche in numero superiore a 7; le lamine misurano 5-10 × 4-8 cm, sono provviste di un picciolo lungo 5-10 cm, cuoriformi a margine intero e apice acuto, glabre, lucide in gioventù; i fiori sono unisessuali, minuti, giallo-verdognoli, quelli maschili situati in racemi lunghi fino a 16 cm e sono muniti di lungo peduncolo, mentre quelli femminili si trovano in racemi lunghi 0,8-1 cm e possiedono un peduncolo molto più corto; fiorisce in (marzo) aprile-maggio (giugno) in relazione al clima; i frutti sono delle bacche amarissime, di colore rosso vivo, contenenti (3) 6 semi; in autunno i rami ormai spogli delle foglie e adornati di rossi frutti, appaiono come spettacolari ghirlande; in Italia è presente in tutte le regioni, fino a 800-900 m s.l.m., preferendo tipicamente il sottobosco, le rive cespugliose dei piccoli corsi d’acqua, le siepi. Nota: il Tamaro è una pianta velenosa per la presenza di alcuni principi attivi tossici: ossalati, saponine, tannini e altre sostanze. Periodo di fioritura, presenza, distribuzione in altezza Tamus communis L. (1753); Regione Lombardia; Maggio 2006; Foto di Giovanni Baruffa. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum L., Regione Liguria, Settembre 2008, foto di Marika. Particolare degli stami e degli stigmi capitati, particolare questo che denota la differenza col Colchicum autumnalis L. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum L., Regione Liguria, Settembre 2008, foto di Marika. Le lacinie, pagina inferiore. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum L., Regione Liguria, Settembre 2008, foto di Marika. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum L., Regione Liguria, Settembre 2008, foto di Marika. Fiore anomalo con 7 lacinie. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum L., Regione Piemonte, Agosto 2005, foto di Giovanni Baruffa. -
Colchicum alpinum DC.
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Colchicum alpinum DC. Tassonomia Ordine Liliales Famiglia Colchicaceae Foto e Descrizioni Piccola pianta erbacea perenne, la radice è un piccolo bulbo ovoidale circondato da tuniche brune, le foglie di colore verde spuntano dopo la fioritura, sono erette e lanceolate in numero di 2, raramente 3; i fiori sono singoli, alti circa 15 cm, con 6 lacinie di colore violetto chiaro solcati da nervature più scure, il tubo corollino tendente al giallo, ha 6 stami con antere gialle e 3 stili, di solito più corti degli stami, diritti e stigmi a capocchia. Il frutto è una capsula ovoidale piccola, mucronata. Fiorisce da agosto a novembre, da 0 a 2200 m s.l.m., presente in tutto il territorio italiano ad esclusione di Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Puglia. Note: il Colchicum alpinum Lam. & DC. è facilmente confondibile con il Colchicum autumnale L. che si differenzia per avere 6 stami ma 3 sono più lunghi dei restanti, e 3 stili clavati, sporgenti dal tubo e separati tra loro. Regione Piemonte, Agosto 2005, foto di Giovanni Baruffa. -
Carlina corymbosa L.
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Carlina corymbosa L., Corsica, Luglio 2011, foto di Ezio Sacchi.