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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H. Baumann & R. Lorenz, Regione Friuli Venezia Giulia, Giugno 2011 - Foto di Luciano Regattin
  2. Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H. Baumann & R. Lorenz, Regione Friuli Venezia Giulia, Giugno 2009 - Foto di Luciano Regattin
  3. Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H.Baumann & Lorenz Sinonimi Dactylorhiza lapponica (Laest. ex Hartm.) Soò Dactylorhiza traunsteineri subsp. lapponica (Laest. ex Hartm.) Soò Orchis angustifolia var. lapponica Laest. Orchis lapponica Laest. ex Hartm. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Orchidea della lapponia Etimologia Il nome del genere deriva dal greco dactylos=dito e rhiza=radice, con riferimento alla forma dei tubercoli. Il nome specifico da lapponica= della lapponia, dove fu descritta la specie; rhaetica=dalla regione centroalpina dove è stata descritta la sottospecie. Descrizione Pianta con fusto alto 10-25 cm, eretto, cavo, alla base avvolto da 1-2 scaglie interrate, in basso verde, sotto l'infiorescenza più o meno soffuso di porpora-violaceo. Foglie 3-4 foglie, ovali-lanceolate, verdi, sulla pagina superiore ornate da macule ovali-tondeggianti di colore bruno-porpora scuro. Fiori Infiorescenza pauciflora, lassa cilindrica, formata da 5-15 fiori mediamente piccoli; brattee brunastre più lunghe dell'ovario. Sepali laterali eretto patenti; sepalo mediano connivente coi petali a formare un casco. labello solitamente subintero oltre che trilobo, parte basale e centrale più chiara con striscie e punti relativamente fini; sperone conico, più breve dell'ovario, orizzontale o rivolto obliquamente in basso. Tipo corologico Subendemica-alpica. Periodo di fioritura Giugno-Luglio. Territorio di crescita Presente nelle regioni settentrionali. Habitat Torbiere, aquitrini, ambienti paludosi, da 400 a 1700 metri di altitudine. Somiglianze e varietà Dactylorhiza traunsteineri (Sauter ex Rchb.) Soò, che si distingue per l'altezza maggiore (25-40 cm.), con fusto più sottile e gracile, le foglie più lunghe, fiori mediamente più grandi. Note Incapace di produrre nettare, attira gli insetti impollinatori (pronubi) con l'inganno visivo: i pronubi sono attirati dall'aspetto del fiore che ricorda quello di altre specie nettarifere. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  4. Cypripedium calceolus L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Lioliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Scarpetta di venere, pianella della madonna. Etimologia Il nome del genere deriva dal greco cupris=cipride (nomignolo di venere) e pédilon=sandalo: e si riferisce alla forma del labello simile ad una scarpa o pantofola. Da qui il nome comune italiano in (scarpetta di venere) Descrizione Pianta con rizoma corto, fusto pubescente alto fino a 60 cm. avvolto alla base da guaine brunastre. Foglie Foglie grandi, amplessicauli di 12-18 cm. di lunghezza per 7-10 cm. di larghezza, tormentose e cigliate sui bordi,carenate. Fiori Inflorescenza con fiori grandi solitari (raramente due) con sepali e petali bruno porpora; sepali laterali penduli, quello mediano eretto; petali stretti, orizzontali e ritorti; labello giallo-oro a forma di pantofola con bordi ripiegati verso l'interno, cavità ricoperte di peli vischiosi ed accesso parzialmente obliterato dal ginostemio. Ovario pedicellato, pubescente, non ritorto. Tipo corologico Eurosiber. (zone fredde e temperato-fredde dell'eurasia) Periodo di fioritura Maggio-luglio Territorio di crescita Alpi, prealpi e appennino abruzzese. Habitat Boschi di latifoglie o conifere, radure, preferibilmente su terreni calcarei, dai 500 ai 2000 mt. Somiglianze e varietà Genere in Italia presente con questa unica specie. Note Il fiore (privo di nettare) attua un sistema di impollinazione piuttosto singolare. L'insetto generalmente un ape (andrena) viene attirato dal colore del labello e dello staminodio, e dal labello entra all'interno attraverso l'apertura centrale, ma raramente riesce ad uscirne, pertanto e costretto a salire verso le due strette aperture laterali al ginostemio, asportando i granuli vischiosi di polline, che successivamente deposita sui prossimi fiori visitati. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica
  5. Punica granatum L., Regione Veneto, Novembre 2006, foto di Giovanni Baruffa. Primo piano del frutto che si spacca a maturità.
  6. Punica granatum L., Regione Veneto, Novembre 2006, foto di Giovanni Baruffa. Frutto in primo piano.
  7. Punica granatum L., Regione Veneto, Novembre 2006, foto di Giovanni Baruffa. I frutti maturi iniziano a spaccarsi.
  8. Punica granatum L., Regione Veneto, Novembre 2006, foto di Giovanni Baruffa.
  9. Punica granatum L., Regione Veneto, Novembre 2006, foto di Giovanni Baruffa. Rami con frutti maturi.
  10. Punica granatum L., Regione Sardegna, Giugno 2009, foto di Gian Battista Pau.
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