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Gruppo Botanico AMINT

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Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Ginkgo biloba L., Regione FriuliVeneziaGiulia, Cividale del Friuli, 100m s.l.m., Aprile 2009, foto di RockHoward. Ramo con foglie lobate e foglie a margine intero e frastagliato.
  2. Ginkgo biloba L.,Regione Liguria, 400m. s.l.m., Giugno 2006, foto di Marika. Peduncoli delle foglie riuniti a mazzetti.
  3. Ginkgo biloba L., Regione FriuliVeneziaGiulia, Cividale del Friuli, 100m s.l.m., Aprile 2009, foto di RockHoward. Rami laterali con foglie.
  4. Ginkgo biloba L., Regione FriuliVeneziaGiulia, Cividale del Friuli, 100m s.l.m., Aprile 2009, foto di RockHoward. Porzione di tronco adulto.
  5. Ginkgo biloba L., Regione Liguria, 400m. s.l.m., Giugno 2006, foto di Marika. Porzione di giovane tronco.
  6. Ginkgo biloba L. Sinonimi Salisburia adiantifolia Smith Salisburia biloba (L.) Hoffmanns. Salisburia ginkgo Rich. Pterophyllus salisburiensis J. Nelson Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Ginkgophyta Classe: Ginkgoopsida Ordine: Ginkgoales Famiglia: Ginkgoaceae Nome italiano Ginkgo Albero di capelvenere (per la somiglianza delle foglie con la felce) Etimologia Il nome deriva dal cinese yin = argento e xìng = albicocca. Biloba dal latino bis e lobus per la forma della foglia a due lobi. Descrizione Pianta decidua, dioica, a portamento eretto e in età adulta di forma conica, dai tronchi maggiori si dipartono molti rami, con corteccia del fusto giovane grigio chiaro e poi scuro con l'età, legno di colore giallo, pianta molto longeva, può raggiungere altezze ragguardevoli. Foglie Le foglie di colore verde sono a forma di ventaglio con una spaccatura centrale a formare due lobi portate da un lungo picciolo di forma a semicerchio, in autunno formano una chioma giallo oro. La pagina superiore è liscia mentre quella inferiore presenta una pettinatura in rilievo. Fiori I fiori maschili sono a coppia e penduli con sacche polliniche, quelli femminili portati da peduncoli, danno vita al frutto. Frutti I frutti si sviluppano dai fiori femminili, hanno forma rotondeggiante, di odore sgradevole contenenti un seme di colore giallo e legnoso. Periodo di fioritura Fiorisce dalla primavera ad Agosto Territorio di crescita Viene piantato in tutto il territorio italiano. Habitat L'impianto avviene in viali, giardini e parchi fino ai 1100 m. s.l.m. Somiglianze e varietà Specie protetta Inserita dalla IUCN nella lista delle piante in via di estinzione in natura (EN) Costituenti chimici Proteine, Grassi, Carboidrati, Fibre, Ceneri. Minerali: Calcio, Fosforo, Ferro, Sodio, Potassio, Zinco. Vitamine: Vitamina A, Tiamina, Riboflavina, Riboflavina, Vitamina C. Sono inoltre presenti alcuni componenti dotati di attività farmacologica, principalmente Terpeni, Polifenoli e Acidi Organici. Uso Alimentare I semi possono essere consumati sia freschi che cotti. Costituiscono una buona sorgente di amidi e proteine e sono poveri in grassi saturi. Sono di consistenza soffice ed hanno un gusto dolce, simile a quello dei pinoli. E’ tuttavia consigliabile scaldarli prima di consumarli per eliminare una certa acredine. Cotti al forno hanno un gusto piacevole, che è una via di mezzo fra quello delle patate e quello delle castagne. I semi lessati possono, inoltre, essere utilizzati in zuppe, minestroni ecc. La parte interna dei semi viene utilizzata abitualmente in varie preparazioni della cucina cinese ed in quella giapponese. Dai semi si ricava anche un olio commestibile. Uso Cosmetologico In cosmesi, estratti di Ginkgo biloba entrano come componenti di creme e lozioni, atte a ristabilire l’equilibrio idrolipidico della pelle secca. Uso Farmacologico I principali componenti dotati di attività farmacologica, come si è detto, sono i Terpeni (gingkolidi e bilobalidi) , alcuni Polifenoli ( Bioflavonoidi, glicosidi flavonoici ) ed Acidi Organici. I Flavonoidi esercitano azione sul sistema circolatorio e ne è stata dimostrata l’efficacia nell’aumento della circolazione cerebrale, in varie situazioni patologiche. I terpeni, fra le altre, esercitano una generale attività neuro protettrice. Da un’ampia sperimentazione sugli animali e sull’uomo risulta che le indicazioni terapeutiche degli estratti secchi di foglie di Ginkgo biloba sono relative ad alcuni disturbi di origine vascolare, ad alcune patologie broncospastiche, ad alcune patologie circolatorie legate all’insufficienza venosa e nelle sindromi caratterizzate da difetti progressivi delle facoltà mentali come nel Morbo di Alzheimer e nella malattia di Parkinson. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nella Medicina Tradizionale Cinese vi è una lunga tradizione nell’utilizzo delle foglie di Ginkgo biloba come rimedio nel trattamento di asma, bronchiti ed altre affezioni a carico dell’apparato respiratorio e, soprattutto,per contrastare il declino mentale portato dall'età. In fitoterapia viene altresì utilizzato per disturbi della vista e dell’udito e, in genere, di affezioni causate dalla senilità e da una diminuita circolazione sanguigna. Le foglie vanno colte nel primo autunno, prima che cambino colore, e quindi seccate. I frutti sono antibatterici, espettoranti, astringenti, antifungini, vermifughi, sedativi e digestivi: vengono macerati in olio vegetale e, successivamente, se ne utilizza la polpa. I semi, una volta cotti, esercitano azione antitussiva, astringente e sedativa. Freschi vengono utilizzati per stabilizzare la spermatogenesi. In generale è consigliato evitare l’interazione con farmaci o sostanze anticoagulanti o che inibiscano l’aggregazione piastrinica. Cautela va anche esercitata nelle persone affette da diabete e che fanno uso di insulina. Mescolando la polpa dei semi con olio o vino si ottiene un discreto sostituto del sapone. Pare che il legno tenero e leggero di questa pianta abbia qualità repellenti per gli insetti. I frutti schiacciati hanno un odore sgradevole, come di fogna. Note Il legno di colore giallo viene usato per lavori di tornitura, ma di poco pregio. Charles Darwin affermava che quest'albero è un vero fossile vivente, la sola specie che sopravvive di un genere che fioriva al tempo dei dinosauri. La pianta più longeva si racconta che si trovi nel giardino di un tempio buddista, in Giappone, e si dice sia sopravvissuto alla bomba atomica. I primi semi della pianta sono arrivati in Europa intorno al 1700. Essendo molto resistente alle intemperie, alle malattie ed all'inquinamento viene impiegata per delimitare viali e strade o come albero da giardino. Vengono tuttavia utilizzati solo gli esemplari maschili perchè quelli femminili producono frutti che, cadendo a terra, rendono scivoloso il manto stradale ed emanano cattivo odore. Un'antica tradizione, in Cina, afferma che camminare sotto ad una pianta di Ginkgo allunghi la vita. Il Corpo Forestale dello Stato ha censito come alberi monumentali di Ginkgo biloba alcuni esemplari a Lucca nell'orto botanico diam.m.2,28 e h.23m., all'orto botanico di Parma diam. 3,9m. h. 18m., al Parco Bertone di Goito (Mn) diam. 4m. e h. 41m., a Isola Madre di Stresa (No) diam.3m. E h. 24m. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika e Annamaria - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Ginkgo biloba L., Regione Liguria, 400m. s.l.m., Giugno 2006, foto di Marika. Giovane pianta di 30 anni in piena fogliazione.
  7. Taraxacum officinale (group); Regione Friuli Venezia Giulia, 100 m. s.l.m.; Aprile 2010; Foto di Nicolò Parrino. Il bottone con dispersione degli acheni.
  8. Taraxacum officinale (group); Regione Friuli Venezia Giulia, 100 m. s.l.m.; Aprile 2010; Foto di Nicolò Parrino. Pappo in formazione.
  9. Taraxacum officinale (group); Regione Friuli Venezia Giulia, 100 m. s.l.m.; Aprile 2010; Foto di Nicolò Parrino. Fiori in formazione.
  10. Taraxacum officinale (group); Regione Friuli Venezia Giulia, 100 m. s.l.m.; Aprile 2010; Foto di Nicolò Parrino. Bocciolo.
  11. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2010 Foto di Marika Ligure.
  12. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2010 Foto di Marika Ligure.
  13. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2010 Foto di Marika Ligure.
  14. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 150 m s.l.m., Marzo 2009; Foto di Marika Ligure.
  15. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 150 m s.l.m., Marzo 2009; Foto di Marika Ligure. Foglie e fiore da sotto a mostrare le squame involucrali.
  16. Taraxacum officinale (group); Regione Emilia Romagna; Marzo 2008; Foto di Gianni Bonini. Pappo.
  17. Taraxacum officinale (group); Regione Emilia Romagna; Marzo 2008; Foto di Gianni Bonini.
  18. Taraxacum officinale (group); Regione Emilia Romagna; Marzo 2008; Foto di Gianni Bonini. Foglia, superiormente.
  19. Taraxacum officinale (group); Regione Marche; Agosto 2008; Foto di Pietro Curti. Acheni a formare il pappo e centralmente il bottone.
  20. Taraxacum officinale (group); Regione Marche; Marzo 2008; Foto di Pietro Curti. Squame involucrali.
  21. Taraxacum officinale (group); Regione Marche; Marzo 2008; Foto di Pietro Curti.
  22. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 150 m s.l.m., Marzo 2009; Foto di Marika Ligure. Il pappo.
  23. Taraxacum officinale (group); Regione Liguria, 150 m s.l.m., Marzo 2009; Foto di Marika Ligure. Foglie in rosetta basale.
  24. Taraxacum officinale Group Sinonimi Leontodon taraxacum L. Taraxacum dens-leonis Desf. Taraxacum retroflexum Lindb. Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Asterales Famiglia: Asteraceae Nome italiano Tarassaco; Dente di leone; Piscialetto; Soffione. Etimologia Tarassaco deriva dal greco τάραξις (taraxis) = guarire, agitare; altri lo attribuiscono all’arabo tarahsaqun (una cicoriacea). L'epiteto specifico deriva dal latino medioevale officina = laboratorio, qui inteso nel senso di "laboratorio farmaceutico"; in riferimento alle sue proprietà medicinali. Descrizione Pianta erbacea perenne alta fino a 40 cm, con radice fittonante che si diparte in radichelle laterali, totale assenza di tunica ma con squame marroncine al colletto. Alla frattura secerne un lattice bianco colloso. Foglie Le foglie sono tutte in rosetta basale, di colore verde e dentate con una nervatura centrale e picciolo ben definito. Fiori I fiori ligulati sono di colore giallo sono portati su steli eretti, le squame involucrali di colore verde sono ripiegate all’esterno. Frutti I frutti sono acheni compressi, acuminati, il cui colore varia dal brunastro al biancastro. Dalla metà possiedono un becco lungo il doppio dell’achenio con in cima delle setole bianche a formare un globo piumoso (il pappo) che consente la dispersione naturale dei semi. Periodo di fioritura Fiorisce da Marzo a Novembre, ma si possono trovare stazioni fiorite anche negli altri periodi. Territorio di crescita Pianta molto comune su tutto il territorio italiano ad esclusione del Trentino Alto-Adige, cresce dal piano fino a 1700 m. s.l.m. Habitat Il suo habitat è ubiquitario, per cui si trova in qualunque posto nei prati, cigli stradali, campi coltivati e perfino nei giardini di città. Somiglianze e varietà •Taraxacum glaciale E.& A. Huet ex Hand.-Mazz., o Tarassaco appenninico, pianta endemica del Lazio, Abruzzo e Molise, pianta che non supera i 20 cm, con foglie a rosetta a margine intero, carnosa e leggermente ondulata, fiore di colore giallo pallido con squame involucrali appressate e le esterne più corte, radice fittonante con tunica assente. Benché sia endemica è solo protetta nel Molise dalla LEGGE REGIONALE 23 febbraio 1999, n.9 •Taraxacum obovatum (Willd.) DC. o Tarassaco obovato, pianta perenne che nasce in EmiliaRomagna, Toscana,Abruzzo, Puglia Basilicata e Isole maggiori, anch’essa con foglie a rosetta basale di forma ovale lucide e con breve picciolo, fiori gialli con screziature esterne sulle ligule, squame involucrali in 3 o 4 file con leggera pruina, radice carnosa con tunica rada. •Taraxacum megalorrhizon (Forssk.) Hand.-Mazz. Pianta perenne che nasce in Veneto, Piemonte, EmiliaRomagna, Toscana e in tutto il resto del sud Italia, con foglie a rosetta basale dentate grossolanamente , radice molto ingrossata e fittonante con peluria al colletto, numerosi fiori gialli con squame involucrali striate di bianco, protetto in Molise dalla LEGGE REGIONALE 23 febbraio 1999, n.9. Specie protetta Non ci sono note di protezione. Costituenti chimici I principali sono: sali minerali, zucchero, mucillagine, tannino, resina,vitamine (A, B, C ) , alcoli triterpenici, steroli, mucillagine, resina, inulina, acidi organici, un principio amaro (tarassacina). Flavonoidi nelle foglie. Un alcaloide (tarassina), aminoacidi (asparagina, arginina). Uso Alimentare Il Tarassaco ha un notevole valore da un punto di vista alimentare. Le foglie, alquanto amare, sono commestibili sia crude, in insalata, che cotte in varie maniere: costituiscono un alimento nutriente, ricco di proteine, carboidrati, sali minerali e vitamine. I fiori non ancora schiusi possono essere usati in frittate o conservati sotto aceto, come i capperi. Foglie e radici vengono usate per aromatizzare birre vegetali e aperitivi. Fiori, foglie e radici vengono comunemente utilizzati per preparare tisane. Le radici delle piante vecchie di due anni, raccolte in autunno, seccate e tostate costituiscono un buon sostituto del caffè. Uso Cosmetologico Il tarassaco esercita azione depuratrice sull’intero organismo e, di conseguenza, sulla pelle. Poco utilizzato per via esterna, per uso interno ha un buon effetto cosmetico su pelli grasse e impure. Uso Farmacologico La moderna ricerca ha confermato le attività coleretiche del Tarassaco, note nella medicina popolare; esso risulta quindi utile nei casi di insufficienza epatica e biliare. Il Taraxacum officinale, in particolare, è stato oggetto di ricerche in campo farmacologico che hanno accertata l’attività antiinfiammatoria, antiossidante e citotossica degli estratti. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Il tarassaco è un rimedio largamente usato in Erboristeria. E’ un efficace diuretico e inoltre, poiché contiene alti livelli di Sali di potassio, può rimpiazzare il potassio che viene perduto dall’organismo con l’uso dei comuni diuretici di sintesi. Tutte le parti della pianta, specialmente le radici, sono aperitive, colagoghe, depurative, diuretiche, lassative, stomaciche, lassative e toniche. Le radici, soprattutto fresche, esercitano inoltre azione ipoglicemizzante e debolmente antibiotica e antibatterica. Foglie e radici vengono utilizzate sotto forma di tisana o, se ne ricavano estratti e tinture, in grado di esercitare un’azione più potente. Il latice contiene varie sostanze (alcool cerilico, glicerolo, caoutchouc, tarassasterolo); può venire utilizzato per togliere verruche e porri. Note Il nome comune “piscialetto”è dovuto al fatto dell’azione diuretica che la pianta esplica con le sue proprietà. Ottimo nutrimento per ovini, suini e bovini, anche le api sono ghiotte del suo nettare e lo bottinano. I fiori del Tarassaco possono venire aggiunti al Compost per incrementare l’attività dei batteri ed abbreviarne i tempi di maturazione. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Taraxacum officinale (group); Regione Piemonte loc. Montezemolo, 734 m s.l.m.; Aprile 2004; Foto di Marika Ligure. Taraxacum officinale (group) in pieno campo.
  25. Caltha palustris L., Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2010, foto di Marika. Fiore e bocciolo.
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