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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Angelica sylvestris L. - Regione Piemonte, Rassa (Valsesia), 900 m s.l.m., 9 luglio 2007 - foto di R.M.Fondi Una giovane pianta, non ancora completamente sviluppata in altezza, possiede già lo scapo vigoroso degli esemplari adulti.
  2. Angelica sylvestris L. Sinonimi Angelica montana (Brot.) Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Araliales Famiglia: Apiaceae Nome italiano Erba angelica, angelica silvestre o selvatica. Etimologia Il nome generico è di origine popolare e risale al medioevo, quando si credeva che la pianta possedesse virtù "angeliche" in grado di proteggere dal Maligno e dalle malattie; tale nome venne poi mantenuto da Linneo, insieme a moltissimi altri nomi della tradizione popolare italiana. L'attributo specifico, sylvestris ossia silvestre, è un evidente riferimento al suo habitat. Descrizione Pianta erbacea perenne, con un grosso rizoma succulento e dall'odore acre, e con un fusto cilindrico, striato, violaceo, superiormente ramificato e ricoperto di pruina, che raggiunge un diametro di 20-25 mm e un'altezza di 2 metri. Foglie Le foglie basali sono bi-tripennatosette, con segmenti finali a forma ovale-lanceolata, con apice acuto e regolarmente dentati, che misurano fino a 5 x 8 cm. I lunghi picciuoli, che raggiungono i 40 cm, hanno sezione a forma di lunetta, con la concavità rivolta verso l'alto, cosa che conferisce una maggiore resistenza alle sollecitazioni. Le foglie cauline, all'ascella delle quali si sviluppano i peduncoli fiorali, sono in genere bipennatosette – al più con qualche segmento finale profondamente inciso - e dotate alla base di una larga guaina membranacea amplessicaule, di forma pressoché emisferica, che sostituisce il picciuolo. Fiori L'infiorescenza è un'ombrella composta, costituita da 30-50 raggi principali interamente pubescenti, da ciascuno dei quali si origina un'ombrelletta di piccoli fiori bianco-rosei, attinomorfi a 5 petali. L'ombrella principale è priva di involucro, o al più con 2-3 brattee presto caduche; le ombrellette hanno un involucro costituito da una decina o più di sottilissime brattee lunghe da 6 a 9 mm. Nei singoli fiori, il calice è ridottissimo e i denti sono praticamente nulli. Gli stami sono 5; l'ovario è infero, bicarpellare, con 2 stili liberi e divergenti. Frutti Il frutto è un diachenio appiattito privo di spine, aculei o setole, con la faccia dorsale ornata da tre coste longitudinali e con ali membranacee di colore violaceo. Di forma ellittica, misura 2-3 x 3-4 mm. Periodo di fioritura Giugno-settembre Territorio di crescita Specie ad areale molto vasto, che abbraccia il continente europeo e la Siberia, in Italia è presente e comune in tutto il territorio, con la possibile eccezione di Puglia e Sardegna, dove la sua presenza non è stata confermata. Habitat Angelica sylvestris L. è pianta che predilige luoghi freschi e umidi, come le sponde dei torrenti e il margine ombroso dei boschi, dal piano basale fino a oltre 1600 metri. Somiglianze e varietà Delle numerose specie (più di 100) appartenenti al genere Angelica, nel territorio del nostro Paese è possibile forse reperire, oltre alla comune A. sylvestris L., solo qualche raro esemplare, sfuggito alla coltivazione, di A. archangelica L., una specie utilizzata in liquoreria e segnalata come subspontanea ma non confermata in Piemonte, Veneto e Abruzzo. Le due specie sono molto simili, differenziandosi per alcuni particolari tra cui più evidenti il colore del fusto, verde in A. archangelica e violaceo in A. sylvestris, e dei fiori, bianchicci e verdognoli in A. archangelica e rosei in A. sylvestris. Più facile è confondere A. sylvestris L. con Peucedanum verticillare (L.) Mert. & W.D.J.Koch, diffuso nel centro-nord del Paese. Molti sono i caratteri in comune: entrambe piante robuste, alte e con fusto violaceo striato; anche in questo caso l'elemento differenziale più evidente è il colore dei fiori, che sono verdognoli in Peucedanum verticillare. Specie protetta Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici Essenza amara, cumarina, furocumarina, agenti tannici, resina, amidi, zuccheri oli essenziali. Uso Alimentare Le foglie, i germogli e gli steli freschi sono usati per aromatizzare le insalate. Una volta cotti, come contorno vegetale dal gusto leggermente amaro. Le foglie tritate sono una gradevole aggiunta alla composta di frutti acidi, specie il rabarbaro. I fusti possono essere canditi e consumati come dolcetti. I semi vengono utilizzati per aromatizzare dolciumi e pasticceria. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Le furocumarine contenute in essa e in altre congeneri accrescono la sensibilità della pelle alla luce solare e possono causare dermatiti. Uso Farmacologico La ricerca farmacologica ha evidenziato l’efficacia delle cumarine come anticoagulanti, flebotoniche, antinfiammatorie, spasmolitiche, antiossidanti, antitumorali, antimicrobiche e antivirali. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Angelica sylvestris L. , come fitoterapico, possiede proprietà antispastiche, carminative, diaforetiche, diuretiche, espettoranti, stimolanti, stomaciche e toniche. La specie è meno ricca in principi attivi di Angelica archangelica L. e quindi viene meno utilizzata. Il decotto è tuttavia usato contro la tosse, il catarro bronchiale e la dispepsia. La pianta deve essere sempre usata con moderazione poiché, mentre in piccole dosi ha un effetto tonico, in larghe dosi deprime il Sistema Nervoso Centrale. Note I frutti polverizzati sono un parassiticida di provata efficacia. Dalla pianta si ottiene anche una tintura gialla. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Gian Battista Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Angelica sylvestris L. - Regione Piemonte, Alagna (Valsesia), 1300 m s.l.m., 12 agosto 2009 - foto di R.M.Fondi Un gruppo di piante dal fusto violaceo e pruinoso, lungo la strada che costeggia il fiume Sesia.
  3. Astrantia major L., Regione Liguria, 900 m s.l.m, luglio 2010, Foto di Marika.
  4. Astrantia major L., Regione Liguria, 900 m s.l.m, luglio 2010, Foto di Marika.
  5. Astrantia major L. - Regione Piemonte, Mottarone, m.900slm, luglio 2009 - Foto di Giovanni Baruffa
  6. Astrantia major L. - Regione Piemonte, Mottarone, m.900slm, luglio 2009 - Foto di Giovanni Baruffa
  7. Astrantia major L. - Regione Piemonte, Mottarone, m.900slm, luglio 2009 - Foto di Giovanni Baruffa
  8. Astrantia major L. - Regione Piemonte, valle Antigorio, 1400 metri slm, luglio 2007 - Foto di Giovanni Baruffa
  9. Astrantia major L. - Regione Piemonte, valle Antigorio, 1400 metri slm, luglio 2007 - Foto di Giovanni Baruffa
  10. Astrantia major L. subsp. major - Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1500 m s.l.m., 8 agosto 2008 - Foto di R.M.Fondi
  11. Astrantia major L. subsp. major - Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1800 m s.l.m., 11 agosto 2007 - Foto di R.M.Fondi
  12. Astrantia major L. subsp. major - Regione Piemonte, Valsesia, 1250 s.l.m., 16 luglio 2009 - Foto di R.M.Fondi
  13. Astrantia major L. subsp. major - Regione Piemonte, Valsesia, 1250 s.l.m., 5 luglio 2009 - Foto di R.M.Fondi
  14. Astrantia major L. subsp. major - Regione Liguria, luglio 2008 - Foto di Marika
  15. Astrantia major L. subsp. major - Regione Liguria, luglio 2008 - Foto di Marika
  16. Astrantia major L. subsp. major - Regione Liguria, giugno 2006 - Foto di Marika
  17. Astrantia major L. subsp. major - Regione Piemonte, Valsesia, 1250 s.l.m., 5 luglio 2009 - Foto di R.M.Fondi
  18. Astrantia major L. s.l. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Araliales Famiglia: Apiaceae Nome italiano Astranzia maggiore Etimologia Nelle Apiaceae del genere Astrantia l'involucro è costituito da numerose brattee appuntite che conferiscono all'infiorescenza l'aspetto di una stella. Il nome generico deriva dunque dal greco ἀστήρ, -έρος, ὁ [aster] = Astro, stella e ἄνθος, -ους, τὸ [anthos] = Fiore. Vi è tuttavia anche l'ipotesi che questo nome derivi dal termine latino medioevale "magistrantia", che traduceva il nome tedesco di un'altra ombrellifera, l'imperatoria (Peucedanum ostruthium (L.) W.D.J.Koch). L'epiteto major="maggiore" discende dal fatto che questa specie possiede le dimensioni (anche dell'infiorescenza) più grandi tra tutte le congeneri. Descrizione Vistosa pianta erbacea perenne dotata di un grosso rizoma a polpa bianca e di un fusto eretto, superiormente ramificato, glabro e scarsamente foglioso, che raggiunge l'altezza di 1 metro. Foglie Le foglie basali e quelle mediane sono lungamente peziolate, pennato-partite con segmenti lanceolati lunghi 8-12 cm e saldati tra loro alla base per un breve tratto (2-4 mm). Il margine fogliare è dentato e ornato da setole. Le foglie cauline superiori sono sessili, lanceolate, dentellate. Fiori L'infiorescenza è ad ombrella semplice, con un diametro di 2-3 cm, e comprende una cinquantina di fiori; i peduncoli, bianchi o violacei, misurano da 5 a 8 mm. I piccoli fiori (1-2 mm) sono attinomorfi, pentameri, ermafroditi o solo maschili (specie andromonoica). La corolla è dialipetala, con petali bianchi o rosei aventi apice curvato verso l'interno; i denti calicini sono lineari, acuti e in genere superano in lunghezza i petali, giungendo fino a misurare il doppio. Gli stami sono 5; l'ovario è infero, bicarpellare e biloculare, con 2 stili che sporgono dalla corolla per più di metà della loro lunghezza. L'ombrella è avvolta da numerose (15-20) squame bratteali lineari, acute, bianche o rosee con apice verde, lunghe fino a 18 mm, percorse da una rete di nervature trasversali che uniscono 3 o 5 evidenti nervature longitudinali verdi. Frutti Il frutto è il diachenio tipico delle Apiaceae. Ha forma ovoidale e coste commessurali rilevate. Periodo di fioritura Secondo l'altitudine, la fioritura può iniziare precocemente, a maggio, e terminare tardivamente, a ottobre. Territorio di crescita Pianta tipica delle zone montuose dell'Europa meridionale e del Caucaso, in Italia la sua presenza è accertata sull'intero arco alpino e su parte dell'Appenino Centrale, con differenti sottospecie. Habitat Astrantia major è pianta adattata sia all'ambiente nemorale, sia ai cespuglieti (Alnetum viridis, Rodonetum) dal piano collinare (100 m s.l.m.) a quello montano e subalpino (fino a 2000 m s.l.m.). Somiglianze e varietà L'involucro "a stella" rende le piante del genere Astrantia inconfondibili tra le Apiaceae. Il territorio italiano è interessato da 4 altre specie, tutte di più piccole dimensioni e ben distinguibili da A. major con il semplice esame delle foglie basali: A. minor, pianta alpina di ridotte dimensioni (20-40 cm), con fusti sottili, le cui foglie basali sono pennatosette, ossia divise fino al picciuolo in (5)7-9 segmenti lineari-lanceolati (5-10 x 30-50 mm) e profondamente dentati; A. pauciflora, pianta appenninica simile alla precedente, ma con dimensioni ridotte e segmenti fogliari con dentellatura meno profonda; A. bavarica e A. carniolica, piante interessanti il solo Friuli-Venezia Giulia, con foglie basali divise in 5 segmenti lanceolati-ovali saldati per almeno 1/5 della lunghezza nella prima specie e per metà nella seconda. L'astranzia maggiore è presente nel territorio italiano con tre sottospecie, la cui distinzione richiede l'esame delle brattee involucrali: subsp. major: presente nella zona alpina (dubbia per il Friuli-Venezia Giulia), nonché nel Lazio e nel Molise, con brattee percorse da tre nervature longitudinali, terminanti a punta acuta (monocuspidate) o più raramente con tre punte acute (tricuspidate), e lunghe più o meno quanto i raggi dell'ombrella; subsp. involucrata (W.D.J. Koch) Ces. (= subsp. carinthiaca Arcang.): presente nelle Alpi Orientali (Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), con brattee involucrali percorse da tre nervature longitudinali, solitamente tricuspidate e lunghe circa due volte i raggi; subsp. elatior (Friv.) K. Malý: presente nell'Appennino Centrale (Marche, Abruzzo e Molise, dubbia in Umbria), con brattee percorse da cinque nervature longitudinali e terminanti con 3-5 dentelli. Specie protetta Astrantia major risulta protetta a norma della L. R. n. 27 del 24/03/2000 Regione Umbria "Piano Urbanistico Territoriale", art. 12. comma 2 e allegato A, e della L.R. n. 9 del Febbraio 1999 Regione Molise, relativa alla subsp. major. Non risultano altre segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici Saponine, flavonoidi, acido rosmarinico, oli essenziali ( limonene, phellandrene, pinene ), un glicoside cumarinico, sostanze amare, tannino. Uso Alimentare Non si conoscono usi alimentari per questa specie che, assunta in forti quantità, risulta tossica. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetologici per questa specie. Uso Farmacologico Esistono studi sull'effetto antimicotico delle saponine contenute in Astrantia major, con qualche indicazione positiva rispetto all'efficacia. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Un tempo era ampiamente utilizzata come pianta medicinale. L'uso si è diluito, nella moderna Fitoterapia, anche se, nel nostro paese, questa specie è compresa nell'Elenco delle Droghe Vendibili in Erboristeria. Le parti usate sono il rizoma e le foglie. Il rizoma secco ha un aroma penetrante ed un sapore forte che provocano la salivazione. I principi attivi di alcuni dei componenti conferiscono ad Astrantia major proprietà diuretiche, diaforetiche, stomaciche e carminative. L'infuso dalla radice è utilizzato nell'anoressia, nei disordini digestivi, nella flatulenza e nelle enteriti. In larghe quantità risulta però tossico. L'infuso ricavato dalle foglie ha blandi effetti diuretici. La tintura ricavata dal rizoma fresco è usata in omeopatia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Giovanni Baruffa, Gian Battista Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Astrantia major L. s.l. subsp. major Regione Liguria, giugno 2007 Foto di Marika
  19. Prunus domestica L., Regione Liguria, Giugno 2008, foto di Marika. Frutti quasi maturi.
  20. Prunus domestica L., Regione Marche, Giugno 2008, foto di Pietro Curti. Macro sul frutto ancora acerbo.
  21. Prunus domestica L., Regione Marche, Giugno 2008, foto di Pietro Curti.
  22. Prunus domestica L., Regione Marche, Giugno 2008, foto di Pietro Curti.
  23. Prunus domestica L., Regione Liguria, Maggio 2008, foto di Marika. Frutti ancora acerbi.
  24. Prunus domestica L., Regione Liguria, Maggio 2008, foto di Marika. Pagina superiore delle foglie.
  25. Prunus domestica L., Regione Liguria, Maggio 2008, foto di Marika. Pagina inferiore delle foglie con evidenti nervature.
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