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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Fritillaria montana Hoppe ex Koch = Fritillaria tenella Bieb. Tassonomia Ordine: Liliales Famiglia: Liliaceae Nome italiano Meleagride minore, Fritillaria. Foto e descrizione Pianta bulbifera, erbacea, perenne, interamente glauca, alta fino a 40 cm; bulbi sotterranei piriformi ricoperti da una tunica biancastra; fusto esile, eretto, cilindrico, rossastro e privo di foglie nella sua parte inferiore; 6-10 foglie lineari-lanceolate, canalicolate, le mediane alterne, le superiori e le inferiori opposte oppure disposte a tre in verticillo; fiori solitari, di modeste dimensioni, perigonio largo circa 2 cm, sorretto da un pedicello arcuato, campanulato, pendulo, formato da 6 tepali reticolati, oblungo-ellittici, ottusi, di colore rosso-violaceo a volte gialli al margine; 6 stami con antere gialle, racchiusi interamente nel perigonio, 1 stilo con 3 stigma disposti a raggio, ovario supero; il frutto è una capsula ovoidale, triloculare, contenente due file di semi per valva. Cresce su pascoli aridi e soleggiati. In Italia è presente nella seguenti regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria. Fiorisce da aprile a maggio, da 300 a 1800 m s.l.m.. Note: Pianta assai rara, gode di protezione assoluta nelle seguenti regioni: Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Molise, Basilicata e Calabria. Regione Friuli Venezia Giulia, 200 m s.l.m., Aprile 2011, foto di Nicolò Parrino.
  2. Daphne gnidium L. Regione Sardegna, 500 m s.l.m., Settembre 2006, foto di Giovanni Solinas.
  3. Daphne gnidium L. Regione Sardegna, 500 m s.l.m., Settembre 2006, foto di Giovanni Solinas.
  4. Daphne gnidium L. Regione Sardegna, 500 m s.l.m., Settembre 2006, foto di Giovanni Solinas.
  5. Daphne gnidium L. Regione Sardegna, 500 m s.l.m., Settembre 2006, foto di Giovanni Solinas.
  6. Daphne gnidium L. Tassonomia Ordine: Myrtales Famiglia: Thymelaeaceae Nome italiano Dafne gnidio. Foto e descrizione Pianta legnosa, arbustiva, molto ramificata, alta fino a 2 m; fusti giovani di colore rossastro scuro, densamente fogliosi e pubescenti nella parte superiore, fusti annosi con corteccia bruno-rossastra, privi di foglie, con residue tracce dell’attaccatura del picciolo fogliare; foglie lineari o lineari-oblanceolate, acuminate, uninervie, coriacee, subsessili, glabre, persistenti durante l’anno, più chiare nella pagina inferiore; infiorescenza panicoliforme, con 10-60 fiori, pubescente, formata da vari racemi ascellari e un racemo terminale, sullo stesso panicolo, oltre ai fiori, sono presenti anche frutti a diversi stadi di maturazione; fiori lunghi 4-6 mm, subsessili, attinomorfi, ermafroditi, tetrameri, sepali petaloidi color bianco-crema, lobi ovali, più corti del tubo, ricettacolo densamente pubescente; 8 stami, ovario supero; il frutto è una bacca globosa, carnosa, prima verde, poi rosso brillante a maturazione raggiunta, contenente semi ovoidali. Cresce nella macchia, nei boschi mediterranei e nelle siepi delle regioni costiere, prediligendo suoli poveri, anche pietrosi. In Italia è presente nelle seguenti regioni: Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Fiorisce da luglio a settembre, da 0 a 800 m s.l.m.. Regione Sardegna, 500 m s.l.m., Settembre 2006, foto di Giovanni Solinas.
  7. Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Aprile 2012 - Foto di Annamaria Bononcini Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Aprile 2010, foto di Annamaria Bononcini
  8. Esempi della notevole variabilità dei caratteri determinanti negli esemplari dell'Appennino emiliano, in relazione alla presenza o assenza di gibbe, al colore del campo basale e degli pseudoocchi, alla macula, alla forma del labello. Come si può vedere dalle immagini che seguono, nel territorio appenninico si possono incontrare esemplari di dubbia classificazione in alcuni dei quali sono contemporaneamente presenti più caratteri che discordano sia dalla descrizione di O. sphegodes sl, sia di O classica. Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Aprile 2009 - Foto di Annamaria Bononcini Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Aprile 2012 - Foto di Annamaria Bononcini
  9. Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Marzo 2011 - Foto di Andrea Gambarelli Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Marzo 2012 - Foto di Andrea Gambarelli
  10. Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Marzo 2009 - Foto di Gianni Bonini Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Aprile 2009 - Foto di Andrea Gambarelli Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Marzo 2010, Foto di Annamaria Bononcini
  11. La situazione nell'appennino emiliano: esemplari con caratteri assimilabili a quello descritti per Ophrys sphegodes s.l. Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Febbraio 2014 - Foto di Bruno Ballerini Ophrys sphegodes s.l., Regione Emilia Romagna, Febbraio 2007 - Foto di Gianni Bonini
  12. Una discreta variabilità di caratteri negli esemplari che seguono, trovati nel Friuli Venezia Giulia: colore del campo basale, presenza di gibbe pronunciate Ophrys sphegodes s.l., Regione Friuli Venezia Giulia, Aprile 2013 - Foto di Nicolò Parrino
  13. Ritrovamenti della Lombardia, le cui caratteristiche concordano con la descrizione di O. sphegodes s.l. Ophrys sphegodes s.l., Regione Lombardia, Aprile 2011 - Foto di Emilio Pini
  14. Un esempio di variabilità di caratteri in queste immagini di esemplari ritrovati anch'essi nella regione Veneto: gibbe pronunciate e campo basale non più chiaro del labello. Ophrys sphegodes s.l., Regione Veneto, Marzo 2014 - Foto di Clementina Boschiero
  15. Alcuni soggetti con caratteri che concordano con quelli descritti per Ophrys sphegodes s.l. : labello (sub)intero, ovale o tondeggiante, convesso, vellutato, con pelosità bruno rossiccia, con margine glabro più chiaro, a volte giallastro. Macula basale dal disegno semplice, solitamente a forma di H. Gibbosità poco marcate o assenti. Campo basale più chiaro del labello; cavità stigmatica più chiara al centro, con due pseudo-occhi colorati di verde. Appendice piccola o assente, inserita in una incisura. Ginostemio a rostro corto. Ophrys sphegodes s.l., Regione Veneto, Marzo 2014 - Foto di Giuliano Gnata
  16. Ophrys sphegodes s.l./Ophrys aranifera s.l. Sinonimi O. sphegodes Mill. O. aranifera Huds. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Ofride verde Fior di ragno Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys = sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia o, forse, per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico deriva dal latino araneus = ragno e fero = portare, col significato complessivo di "portatrice di ragni", per l'aspetto del fiore. Discussione In generale si può osservare come la tassonomia di questa specie sia fra le più problematiche in Europa, con evidenti discordanze di opinione dei botanici su quale sia il nome corretto da utilizzare e sulla organizzazione sistematica delle sottospecie valide. Vari autori sostengono che la descrizione di Miller del 1768, della Ophrys sphegodes si riferisse in realtà ad una O. apifera e che non sia quindi corretto usare il binomio O. sphegodes per questa specie, la cui denominazione corretta è Ophrys aranifera, come descritta da Hudson nel 1778 (Soca 2003). Altri autori (Devillers-Terschuren, J., Delforge P. & Devillers, P. 2006.) sostengono invece che il binomio corretto sia O. sphegodes e che il nome Ophrys aranifera sia un sinonimo di epoca successiva, riferentesi alla stessa specie. Per quanto riguarda il nostro territorio va inoltre sottolineato che la Ophris sphegodes/Ophrys aranifera s.s. (sensu stricto) non è mai stata segnalata nella sua forma tipica in Italia (il locus classicus della specie è il Sud dell'Inghilterra), dove sono invece descritti vari taxa, individuati attraverso ricerche i cui risultati vanno valutati con prudenza, per l'ampio margine di incertezza che lasciano. Le svariate proposte di raggruppamento che si sono succedute, e che sono a tutt'oggi in via di definizione, individuano un grande numero di entità caratterizzate da alta variabilità e propensione all'ibridazione e introgressione anche con altri gruppi. Descrizione Pianta robusta alta 25-40 cm. Foglie Foglie ovato-lanceolate riunite in rosetta basale, le cauline guainanti il fusto. Fiori Infiorescenza lassa, con numerosi fiori di medie dimensioni, disposti in alto sul fusto. Sepali distesi di colore verde o verde-giallastro; petali distesi lateralmente e verso l'alto glabri, variabili nelle forme con margine ondulato ed estremità tronca, più scuri dei sepali, a volte rossastri. Labello (sub)intero, ovale o tondeggiante, convesso, vellutato, con pelosità bruno rossiccia, con margine glabro più chiaro, a volte giallastro. Macula basale dal disegno semplice, solitamente a forma di H. Gibbosità poco marcate o assenti. Campo basale più chiaro del labello; cavità stigmatica più chiara al centro, con due pseudo-occhi solitamente colorati di verde. Appendice piccola o assente, inserita in una incisura. Ginostemio a rostro corto. Tipo corologico Euromediterraneo. Periodo di fioritura Da marzo a maggio. Territorio di crescita Italia settentrionale, a Nord del Po. Habitat Prati aridi ed incolti, garighe e radure boschive. Somiglianze e varietà Ophrys classica Devillers-Tersch. & Devillers, che si differenzia principalmente per il labello più globoso e convesso, in apparenza più ristretto, per le gibbosità pronunciate, il campo basale concolore al labello, il rostro più allungato e per l'areale di crescita, che per la O. classica è lungo le coste tirreniche e al Centro Sud. Ophrys passionis subsp. passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers che si differenzia per i petali più grandi, labello generalmente più ampio, con gibbosità basali assenti o quasi, apicolo piccolo sempre presente. Ophrys passionis subsp. majellensis (Helga & Herm. Daiss.) Romolini e Soca che si differenzia per l'altezza della pianta fino a 70 cm, fiori più grandi con labello quasi rotondo, fioritura più tardiva. Ophrys sphegodes subsp. praecox Corrias che si differenzia per la fioritura più precoce, i sepali di norma biancastri, i petali bianco-crema o giallastri, apicolo piccolo generalmente presente. Note L'impollinazione è entomofila, ad opera degli Imenotteri appartenenti al genere Andrena. Osservazioni Osserviamo che nelle regioni italiane che costituiscono l'areale di crescita di questa specie è abbastanza infrequente trovare esemplari nei quali siano compresenti tutti gli elementi catteristici del fiore, che vengono dichiarati differenzianti rispetto alle specie e subspecie vicine, in particolare per la O. classica, che è detta presente sulla costa tirrenica e al Centro Sud del nostro paese . Più spesso, nel medesimo territorio, incontriamo esemplari nei quali l'uno o l'altro carattere non concordano con la descrizione degli autori di riferimento per questa specie. Poichè, allo stato dell'arte, non ci pare risulti chiaro e dichiarato quali elementi possano essere correttamente attribuiti alla variabilità della specie e quali no, pensiamo che sia interessante dare testimonianza, con le immagini, di questa variabilità reale, in attesa di studi più approfonditi al riguardo, in modo da poter dirimere questo dilemma. Particolare è il caso dell' Emilia-Romagna. I principali autori danno presente, nel territorio di questa regione, la sola O. classica. Tuttavia, nell'area appenninica, che costituisce il naturale spartiacque fra le regioni a Nord del Po e la Toscana, esiste estrema variabilità dei caratteri che sono considerati importanti per la determinazione e che avvicinano, senza differenze significative, alcuni esemplari alla O. classica ed altri, generalmente ma non esclusivamente a fioritura più tardiva, alla O. sphegodes s.l. Ci è sembrato interessante dare testimonianza, attraverso le immagini, di questi fenomeni. Bibliografia SOCA, R., 2003. Ophrys adrachnites, Ophrys sphegodes et Ophrys aranifera. Le Monde des Plantes 480: 23-26. DEVILLERS-TERSCHUREN, J., DELFORGE P. & DEVILLERS, P. 2006. Ophrys sphegodes Miller 1768, nom correct, et Ophrys aranifera Hudson 1778, synonyme postérieur, s'appliquent bien à la même espèce. Natural. belges 87 (Orchid. 19): 85-120. Scheda di proprietà AMINT realizzata dai Coordinatori Area Orchidee Spontanee Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane
  17. Ophrys argolica subsp. crabronifera (Sebast. & Mauri) Faurh., Regione Toscana, Aprile 2012 - Foto di Bruno Ballerini.
  18. Ophrys exaltata subsp. montis-leonis ( O. Danesch & E. Danesch ) Soca, Regione Toscana, Aprile 2012 - Foto di Bruno Ballerini. Questa è l'ultima per vedere un po' di variabilità.
  19. Ophrys argentaria Devillers.Tersch. & Devillers, Regione Toscana, Marzo 2012 - Foto e commento di Bruno Ballerini. Quì in comparazione con probabile Ophrys tarquinia, in cui si vede le piccole dimensioni del labello e la tipica forma.
  20. Ophrys sphegodes subsp. tarquinia, Regione Toscana, Aprile 2012 - Foto e commento di Bruno Ballerini. Vorrei presentare la Ophrys tarquinia con una serie di foto per vedere la variabilità di questa specie e aggiungo alcune considerazioni per riconoscerla. Habitat: si trova spesso nelle "bassure" fluviali, sui greti dei torrenti dove l'erba è bassa, banchine stradali dove a volte può essere veramente molto abbondante, generalmente a quote basse, ma trovata anche a quote più alte nelle schiarite dei boschi. Spesso si trova in compagnia di Ophrys passionis con la quale si ibrida e forma popolazioni intermedie con vari gradi di introgressione, ma anche in compagnia di "Ophrys classica", (normalmente quasi già sfiorita). Anche con questa ultima specie forma spesso popolazioni intermedie di difficile collocazione. Caratteri distintivi: pianta generalmente abbastanza robusta e alta (si può assimilare alle dimensioni della "sphegodes"), pseudocchi verdi o comunque sempre cerchiati di verde biancastro, grandi, posti quasi all'interno della cavità stimmatica o che comunque danno l'impressione di cadervici dentro, cavità stimmatica relativamente stretta, o almeno rispetto alle dimensioni del labello e del fiore in generale e comunque più stretta rispetto a Ophrys classica e "sphegodes" s.l. concolore al labello e al campo basale. Ginostemio corto con apice normalmente appuntito e angolo chiuso verso il labello. Petali variabili nella colorazione e nella dimensione, comunque quasi sempre molto ondulati e che io definirei intermedi tra quelli di Ophrys sphegodes s.l. e Ophrys passionis. Labello di dimensioni medie, normalmente senza gibbe o appena pronunciate, di forma allungata e molto convessa. Macula variabile ma generalmente complessa e sottolineata di biancastro. Soggetto con petali molto colorati. Alcuni soggetti con colorazioni rossastre. Soggetti con particolare macula complessa. Soggetto con macula non molto in evidenza, che non sono rari. Ed infine, se avete avuto la pazienza di arrivare sino qui, due foto di comparazione con Ophrys passionis (a destra). ...e con Ophrys classica ( a sinistra). Da notare, oltre alle dimensioni del fiore in generale, le dimensioni della cavità stimmatica, molto importante per una corretta determinazione.
  21. Ophrys minipassionis Romolini & Soca, Regione Toscana, Aprile 2012 - Foto e commento di Bruno Ballerini. Areale ancora in via di accertamento, ma sembra di vasta distribuzione, per i continui ritrovamenti in varie regioni. Habitat: lo stesso delle altre Ophrys del gruppo sphegodes, personalmente ne ho visto delle belle colonie sul bordo strada, sulle colline a quote medie. A volte si trova in compagnia di Ophrys classica e di O. sphegodes, che però tendono a essere già sfiorite mentre le "minipassionis" sono a inizio o piena fioritura. Portamento di O. sphegodes ma con fiori molto più piccoli, a volte numerosi, tendenzialmente scuri, anche tenendo presente la variabilità. Personalmente mi ha colpito il fatto che se a un primo colpo d'occhio sembravano delle sphegodes poi, subito ci si rende conto delle piccole dimensioni dei fiori e del colore in genere più scuro. Le dimensioni dei fiori sono all'incirca quelle di Ophrys araneola (per chi l'ha vista è più facile fare un paragone), e tendenzialmente un po' più piccoli della "argentaria". Particolare è la forma del labello, generalmente bombato, il ginostemio e la cavità stimmatica. Questi particolari, assieme alle piccole dimensioni, giustificano il nome di "minipassionis". Alcuni esemplari con tonalità rossastre che ricordano molto la "passionis". Soggetto di normale tonalità. Un crop per vedere la cavità stimmatica, il ginostemio e la forma del labello. Con carta millimetrata posta dietro per vedere le dimensioni.
  22. Orchis provincialis Balb. ex Lam. et DC., Regione Toscana, Maggio 2012 - Foto di Clementina Boschiero.
  23. Orchis purpurea Hudson, Regione Toscana, Aprile 2012 - Foto di Clementina Boschiero.
  24. Ophrys bertolonii subsp. bertolonii Moretti, Regione Toscana, Maggio 2012 - Foto di Clementina Boschiero.
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