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Anemone coronaria L.
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle erbe, piante e fiori spontanei
Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 29 marzo 2009 - foto di G. B. Pau Esemplare apocromico. -
Anemone coronaria L.
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Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 29 marzo 2009 - foto di G. B. Pau Oltre ai classici esemplari con sepali scarlati o blu-violetti, si possono trovare con elementi peranziali rosati o bianco-violetti. -
Anemone coronaria L.
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Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 29 marzo 2009 - foto di G. B. Pau -
Anemone coronaria L.
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Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 29 marzo 2009 - foto di G. B. Pau -
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Anemone coronaria L., Regione Emilia Romagna, 400 metri m s.l.m., Marzo 2009 - Foto di Gianni Bonini -
Anemone coronaria L.
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Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 29 marzo 2009 - foto di G. B. Pau -
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Anemone coronaria L., Regione Emilia Romagna, 400 m s.l.m., Marzo 2008 - Foto di Gianni Bonini -
Anemone coronaria L.
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Anemone coronaria L. Sinonimi Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta (Angiospermae) Classe:Magnoliopsida (Dicotyledoneae ) Ordine:Ranunculales Famiglia:Ranunculaceae Nome italiano Anemone dei fiorai Etimologia Anemone deriva dal greco ἄνεμος (anemos) = vento, per una credenza, risalente ai tempi dell'antica Grecia, che ci espone Plinio il Vecchio (I sec. d. C.): flos numquam se aperit, nisi vento spirante: unde et nomen accepere [Plin., Nat. Hist. lib. XXI: cap. XCIV (XXIII)] [trad.: il fiore si apre solo quando soffia il vento, per tal motivo ha preso questo nome]; anche Dioscoride (I sec. d. C.) chiama questo genere di piante ἀνεμώνη (anemone), e ne identifica due distinti generi: uno ἄγρια (agria) = selvatico, l'altro ἥμερος (emeros) = coltivato, di quest'ultimo cita altresì alcune specie (Diosc., Mat. Med., lib. II: CCVII). Per quanto riguarda l'epiteto specifico coronaria, sappiamo che con Anemona coronaria Plinio il Vecchio identificava una specie di anemone (dal bulbo grossolano) non utilizzabile a scopi medicinali: Anemonas coronarias tantum diximus*: nunc reddemus et medicas [Plin., Nat. Hist., lib. XXI: XCIV (XXIII)] (abbiamo poc'anzi parlato degli Anemonae coronariae, ed ora torniamo a discutere di quelli medicamentosi): da studi filologici sappiamo che il termine coronarius veniva usato dai latini per indicare colui che realizza o vende corone (anche di fiori), tanto che il medesimo Plinio il Vecchio identificava col sostantivo coronaria colei che realizza corone e ghirlande di fiori, e cioé la fioraia, quindi tale nome usato come epiteto sta semplicemente ad indicare che questo anemone veniva coltivato e venduto a scopi ornamentali (già dai tempi dell'antica Roma); il nome volgare anemone dei fiorai, dunque, deriva giustappunto dal nome scientifico, che fu ripreso da Linneo sull'esempio di Plinio, in quanto la specie in esame era (ed è) quella più apprezzata a fini ornamentali e per questo è stata introdotta nel Continente Europeo da tempi remoti. * Plinio rimanda evidentemente a questo precedente periodo: Nam in Graecia tardius etiamnum anemone. Est autem haec silvestrium bulborum flos, aliaque quam quae dicetur in medicinis [Plin., Nat. Hist., lib. XXI: XXXVIII], trad.: e certamente l'anemone è ancora più tardivo (dei narcisi e dei "gigli d'oltre mare"). Vi è poi quel fiore (anemone) dal bulbo grossolano, diverso da quello di cui si parlerà nella sezione dedicata alle piante medicinali. Descrizione Pianta erbacea perenne con rizotubero scuro dalla forma abbastanza irregolare; stelo fiorifero lungo fino a circa 35 (50) cm, densamente peloso (peli da suberetti a eretti-appressati allo stelo, semplici o in fascetti) portante un unico fiore apicale e un verticillo di foglie ad esso ravvicinato; le restanti foglie sono tutte radicali. Decidua nel periodo estivo, riprende l'attività vegetativa nel tardo autunno o durante l'inverno con la riemissione di nuove foglie. Foglie Quelle basali ternate con segmenti a loro volta ternati o pennatosetti con ulteriori divisioni ± profonde, con lungo picciolo, spesso arrossato, densamente peloso per peli sub-eretti o ad esso appressati, semplici o riuniti in fascetti; quelle caulinari sessili, profondamente (2-) 3-lobate, con lobi variamente sfrangiati. Fiori Attinomorfi, ermafroditi, diametro 3,5-6,5 (8) cm; sepali petaloidi 5-8, obovati, largamennte obovati, o subrotondi, blu-violetti, scarlatti (in questo caso possono essere bianchi alla base), rosei (o bianco-violacei) o completamente apocromici (albini); stami numerosi, con antere da biancastre (generalmente negli stami più interni) a blu-nerastre (negli esemplari apocromici giallastre); gineceo apocarpico con stili violaceo-scuri (negli esemplari apocromici giallastri) persistenti ma non accrescenti. Frutti Poliachenio; acheni lanosi con rostro affusolato. Periodo di fioritura Da gennaio ad aprile. Territorio di crescita Specie originaria del Medio Oriente, subspontanea nel resto della Regione mediterranea; in Italia è stata inserita per scopi ornamentali da tempi remotissimi, e grazie alla relativa facilità con cui si riproduce, sia per seme che per via vegetativa (rizotuberi), è presto sfuggita alle colture, tanto che oggi può essere considerata spontanea in alcune Regioni, in altre naturalizzata. Habitat Incolti, prati, limiti di aree coltivate o di giardini, da 0 a 800 m di quota. Somiglianze e varietà Per la forma della lamina foliare e la morfologia fiorale è facilmente distinguibile da tuttte le altre specie del genere Anemone. Specie protetta Molise: L. R. n. 9 del 22/02/1999, "Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona ed incentivi alla coltivazione delle piante del sottobosco e officinali", rientra tra le specie rare a protezione assoluta. Piemonte: L. R. n. 32 del 02/11/1982, "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell' assetto ambientale", specie a protezione assoluta nella Prov. di CN. Toscana: L. R. n. 56 del 06/04/2000 "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche - Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n. 7 - Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n. 49", compare tra le specie animali e vegetali di interesse regionale, la cui conservazione può richiedere la designazione di SIR. Costituenti chimici Uso Alimentare La pianta non è commestibile. Uso Cosmetologico Nessun uso cosmetico è conosciuto: tutte le parti della pianta fresca contengono protoanemonina, una sostanza che può provocare serie irritazioni topiche. Uso Farmacologico Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La protoanemonina, contenuta nella specie ed in altre congeneri, ha azione rubefacente o vescicatoria, a seconda dell'intensità e della durata dei cataplasmi ricavati dalle parti verdi della pianta. In passato questo rimedio veniva utilizzato, nella medicina popolare, per lenire i dolori articolari ma già da tempo è caduto in disuso. Note Scheda di proprietà AMINT realizzata da G. B. Pau e Annamaria Bononcini- Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Anemone coronaria L., Regione Sardegna, 75 m s. l. m., 6 febbraio 2010 - foto di G. B. Pau -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L., Regione Liguria, 1700m s.l.m., Giugno 2009, foto di Marika Fiori e frutti in formazione. -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L., Regione Liguria, 1700m s.l.m., Giugno 2009, foto di Marika -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. – Regione Piemonte, Valsesia, m 1200 s.l.m., giugno 2007 - foto di R.M. Fondi -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L., Regione Lombardia, Prov. Lecco, Valsassina, alt. 1100 m slm, 24-05-2010, foto di Giovanni Baruffa -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. – Regione Piemonte, Valsesia, m 1200 s.l.m., giugno 2007 - foto di R.M. Fondi -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. Regione Piemonte, Valsesia, m 1200 s.l.m., giugno 2007 - foto di R.M. Fondi -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. 7 giugno 2006 - foto di Gianni Bonini -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. 7 giugno 2006 - foto di Gianni Bonini -
Geranium sylvaticum L.
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Geranium sylvaticum L. Sinonimi Geranium alpestre Schur Geranium angulatum Curtis Geranium batrachioides Cav. Geranium fastigiatum Bab. Geranium minimum Picard Geranium pratense L. subsp. sylvaticum (L.) Bonnier & Layens Geranium venosum Pers. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Geraniales Famiglia: Geraniaceae Nome italiano Geranio dei boschi, Geranio silvano. Etimologia Il nome Geranium deriva da greco γέρανος (geranos) = gru, da cui γεράνιον (geranion) di cui parla Dioscoride [Mat. Med., III: cap. CXXXI], e geranion di cui parla Plinio, e secondo il quale viene detto anche myrrhin o merthryda [Nat. Hist., XXVI: cap. LXXXIII]; l'analogia con la gru è ovviamente riferita alla particolare forma dei frutti che caratterizza questo genere di piante, provvisti di un becco che ricorda giustappunto quello di una gru e da cui deriva l'antico nome volgare "becco di cicogna" (rostrum ciconiae). L'attributo specifico, sylvaticum, significa "dei boschi", e fa esplicito riferimento all'habitat più tipico della specie. Descrizione Pianta erbacea perenne, vistosa per l'abbondante fioritura, alta da 30 a 50 (70) cm; rizoma cilindrico che tende ad assumere posizione orizzontale; fusti eretti, ramificati e fogliosi, ingrossati ai nodi, generalmente pubescenti (per peli ± patenti, semplici per tutta la lunghezza dei fusticini, ghiandolari solo nella loro porzione apicale), raramente glabrescenti. Foglie Quelle basali in rosetta, picciolate (picciolo 15-30 cm), presto caduche; quelle della porzione basale e mediana dei fusticini alterne, quelle della porzione apicale opposte; picciolo con pelosità semplice e patente, via via più breve salendo lungo i fusticini, nelle foglie della porzione apicale nullo; lamina palmatifida all'incirca tanto lunga quanto larga (nelle foglie basali lunga 8-16 cm, diminuente di dimensioni a salire lungo i fusticini), pelosa su entrambe le facce (per peli semplici, appressati alla lamina) e con margine ciliato, divisa in 5-7(9) lacinie grossolanamente rombiche divise, nella metà apicale, in un numero variabile di lobetti ± apicolati; stipole lineari-lanceolate (1-2 x 9-15 mm), slargate alla base, pelose (peli semplici) sulla faccia inferiore, ± glabre su quella superiore. Fiori Riuniti in cimette ascellari generalmente con ramificazioni 2-flore (si possono trovare anche infiorescenze semplicemente 2-flore); peduncoli e pedicelli pelosi (sia peli ghiandolari che semplici, da patenti a eretti); pedicelli all'ascella di piccole brattee lanceolate (mediamente 1 x 5 mm) pelose solo sulla pagina inferiore (peli semplici), glabre o sub-glabre su quella superiore, ciliate sul margine; fiori ermafroditi, attinomorfi, pentameri; calice dialisepalo, accrescente con la fruttificazione, con sepali villosi (sia peli ghiandolari che semplici), ellittico-concavi ed acuti, lunghi all'incirca 2/3 dei petali e terminanti in una lunga resta apicale (lunga 2-3 mm o poco più), a margine brevemente scarioso; petali liberi, interi, di colore roseo-violaceo (raramente bianchi o azzurro-violetti), eretto-patenti, obovati [10-13 x (12)18-21 mm], con unghia attenuata biancastra, seno apicale ± evidente; stami 10, saldati alla base, con filamento da biancastro a roseo ed antere violette; ovario supero costituito da 5 carpelli, con stili concresciuti in un becco e appendici stigmatifere lineari divergenti. Frutti Il frutto è uno schizocarpo costituito da 5 acheni (mericarpi) contenuti nella porzione inferiore avvolta e protetta dal calice accrescente, e da un becco, residuo dello stilo, che sporge dal calice. A maturazione, questo becco si divide in reste provocando la separazione dei 5 acheni. Periodo di fioritura Giugno-agosto Territorio di crescita Diffuso in Europa e Asia, in Italia è comune sulle Alpi e presente ma raro altrove. Habitat Terreni freschi e ricchi di sostanza organica nelle schiarite dei boschi; arbusteti e prati naturali; amano i suoli molto fertili, per cui tendono a colonizzare erbai concimati o luoghi in cui viene accumulato il letame; dal piano basale fino a circa 2300 m s.l.m. Somiglianze e varietà Si distingue abbastanza facilmente dalle altre specie di Geranium presenti in Italia; G. rivulare Vill. [=G. aconitifolium L'Hér. = Geranium sylvaticum L. subsp. rivulare ( Vill.) Rouy], presente in Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, è la specie più simile, e se ne distingue per l'aspetto meno robusto, per le lacinie fogliari molto più strette e più profondamente incise, per l'assenza di peli ghiandolari e per il colore biancastro (con nervature violacee) della corolla. Specie protetta Nell'elenco delle piante a protezione totale identificate dalla Regione Piemonte e specificate dalla Circolare del presidente della Giunta Regionale 16 maggio 1983 n° 7 ai sensi della L.R. 2 novembre 1982. N. 32 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale", risulta protetto, per la sola provincia di Torino, il Geranium sylvaticum L. subsp. rivulare (Vill.) Rouy, da identificarsi con G. rivulare Vill.; la specie Geranium sylvaticum appare dunque non protetta, né si ha notizia di altri provvedimenti restrittivi che la riguardano, nonostante la sua rarità al di fuori dell'areale alpino. Costituenti chimici Tannino, acidi organici (tannico e gallico). Nel rizoma, glicosidi antocianici, polifenoli. Uso Alimentare Non si conoscono usi alimentari per questa specie. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Uso Farmacologico Studi sulle erbe officinali islandesi hanno mostrato che l'effetto inibitore dell’acetilcolinesterasi di estratti di Angelica archangelica, utilizzato in casi di miastenia grave e di Alzheimer, viene potenziato dall'aggiunta di estratti di G. sylvaticum L. Inoltre un recente studio da parte di ricercatori russi ha evidenziato l'attività antibatterica e, potenzialmente, antiossidante, di alcuni composti polifenolici, isolati da piante appartenenti alle famiglie delle Rosacee e delle Geraniacee, fra cui G. sylvaticum. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nella medicina erboristica tradizionale la specie è stata utilizzata come astringente, antidiarroico, antiemorragico nel caso di mestruazioni troppo abbondanti. Questi usi sono probabilmente dovuti al contenuto della specie in tannino, che è un astringente, e in glicosidi antocianici, che possiedono proprietà endotelio-protettive ed antiaggreganti piastriniche. Note Il geranio silvano è nello stemma della contea di Sheffield (Regno Unito). Un colorante grigio-azzurro ottenuto dai fiori di G. sylvaticum si utilizzava anticamente nell'Europa del nord per colorare le vesti da guerra, nella convinzione che offrissero protezione sul campo di battaglia. Per questo motivo, il G. sylvaticum era definito "Grazia di Odino". Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, G.B. Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Geranium sylvaticum L. - Regione Piemonte, Valsesia, m 1200 s.l.m., 16 luglio 2007 - foto di R.M.Fondi -
Physalis alkekengi
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle erbe, piante e fiori spontanei
Physalis alkekengi L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Agosto 2010, foto di Massimo Biraghi. -
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Physalis alkekengi L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Agosto 2010, foto di Massimo Biraghi. -
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Physalis alkekengi L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Agosto 2010, foto di Massimo Biraghi. -
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Physalis alkekengi L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Agosto 2010, foto di Massimo Biraghi. -
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Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle erbe, piante e fiori spontanei
Physalis alkekengi L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Agosto 2010, foto di Massimo Biraghi. -
Physalis alkekengi
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede delle erbe, piante e fiori spontanei
Physalis alkekengi L., Regione FriuliVeneziaGiulia, 200 m. s.l.m., Giugno 2010, foto di Nicolò Parrino Frutti immaturi. -
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Physalis alkekengi L., Regione FriuliVeneziaGiulia, 200 m. s.l.m., Giugno 2010, foto di Nicolò Parrino Peduncolo fiorale e calice. -
Physalis alkekengi
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Physalis alkekengi L., Regione FriuliVeneziaGiulia, 200 m. s.l.m., Giugno 2010, foto di Nicolò Parrino Fiore.