Vai al contenuto

Gruppo Botanico AMINT

CS AMINT
  • Numero contenuti

    11874
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 1100 m s. l. m., 31 gennaio 2009 - Foto di G.B. Pau. Nelle popolazioni montane si riscontrano generalmente esemplari più robusti rispetto a quelle delle quote più basse, con fiori di dimensioni superiori alla media (fino a oltre 7,5 cm di diametro) e con caratteri per i quali detti esemplari possono essere facilmente confusi con C. corsicus Vanucchi ex Maw, che, è stato appurato, è assente in Sardegna (si tratta di un endemismo esclusivo della Corsica).
  2. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  3. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  4. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  5. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  6. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  7. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  8. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  9. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  10. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  11. Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  12. Crocus minimus DC. Sinonimi Crocus nanus DC. Crocus insularis J.Gay pro parte Crocus insularis Herb. pro parte Ixia elongata Vahl Romulea elongata Baker Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Liliopsida Ordine:Asparagales Famiglia:Iridaceae Nome italiano Zafferano minore, zafferano sardo, erba di castangiola, zafferano selvatico. Etimologia Il nome Crocus deriva da κρόκος (krokos), nome con cui già gli antichi greci chiamavano questo genere di piante, documentato negli scritti di Ippocrate (fine V sec. a. C.), Teofrasto (IV - III sec. a. C.), Dioscoride (I sec. a. C.) e di diversi autori latini, col nome Crocus (o Crocum - neutro), quali Lucrezio (I sec. a. C.), Virgilio (I sec. a. C.), Orazio (I sec. a. C.) Ovidio (I sec. a. C. - I sec. d. C), Plinio il Vecchio (I sec. d. C.) e altri. Il nome κρόκος (krokos) significherebbe, a sua volta, "filo intessuto - trama", per la forma dei filamenti, che in alcune di queste specie sono filiformi. Minimus superlativo di parvus (= piccolo) e quindi col significato di "il più piccolo", in riferimento alle esigue dimensioni che possono assumere gli esemplari di questa specie. Descrizione Pianta bulbosa alta fino a 15 cm, perenne con bulbo piriforme avvolto da fibre disposte per lo più parallelamente fra loro e che si disfano con facilità. Foglie Foglie basali ridotte a una semplice guaina, le altre filiformi 0,5-1 mm x 10-20 cm, all'antesi da poco più brevi a molto più lunghe dei fiori, con nervo mediano bianco sulla pagina superiore. Fiori Fiori da delicatamente profumati di zafferano a inodori. Perigonio bianco o lillacino e glabro alla fauce, con tubo avvolto da 2 brattee (spate) membranacee diseguali, biancastre o bianco-brunastre, e diviso in 6 lacinie spatolate e concave, generalmente ottuse (a volte subacute o smarginate) all'apice, lunghe 2-3 cm, di cui le 3 esterne di solito vistosamente screziate di violaceo-porporino sulla faccia esterna; stami 3, con antere sagittate gialle da poco più brevi a poco più lunghe dei filamenti, che sono bianchi; stigmi più brevi o più lunghi degli stami, da giallo-arancio a rossastro-aranciati divisi in 3 lobi stigmatici irregolarmente fimbriati. Frutti Il frutto, difficile da notare, è una capsula con semi bruni portata al livello del suolo. Periodo di fioritura Gennaio-aprile. Territorio di crescita Endemismo della Sardegna e della Corsica; gli esemplari segnalati per l'isola di Capraia (Arcipelago Toscano) non sono stati più ritrovati. Habitat Prati, garighe, pascoli, radure nella macchia, dal mare a oltre 1800 m di quota. Somiglianze e varietà Crocus imperati Ten., si differenzia da C. minimus per avere la fauce gialla, per le spate avvolgenti il tubo perigoniale che sono subeguali (in C. minimus una è palesemente più stretta dell'altra), per le foglie che sono larghe più di 2 mm. Cresce in Abruzzo e Campania, presenza da verificare in Lazio, Basilicata, Calabria e Umbria. Crocus suaveolens Bertol. [= C. imperati Ten. subsp. suaveolens (Bertol.) Mathew], simile al C. imperati, se ne differenzia per l'assenza di una spata. Cresce in Lazio e Campania, da verificare la presenza in Umbria. Crocus versicolor Ker Gawl., si differenzia da C. minimus per le foglie sempre più brevi dei fiori all'antesi e per la fauce che varia dal giallo-pallido al biancastro. Si tratta di un endemismo della Provenza e dell'Italia nordoccidentale, dove vegeta in Liguria e Piemonte; segnalato per errore in Sardegna, a causa della forte somiglianza al C. minimus. Crocus cambessedesii Gay, si differenzia dal C. minimus per le minori dimensioni delle lacinie perigoniali (generalmente lunghe non più di di 2 cm) per le spate subeguali e completamente bianche, per la colorazione del perigonio, che può variare dal bianco al violetto (le screziature violette sulla faccia abassiale delle lacinie esterne possono essere presenti, ma più sottili e meno vistose), e per il periodo di fioritura, che inizia a settembre e si protrae fino a marzo; è un endemismo delle isole Baleari (Maiorca e Minorca). Crocus corsicus Vanucchi ex Maw, molto simile al C. minimus, tanto che veniva segnalato per la Sardegna; se ne differenzia per le fibre che avvolgono il bulbo, che sono finemente disposte a reticolo verso l'apice del medesimo bulbo, per la presenza di un'unica spata che avvolge il tubo perigoniale (in C. minimus sono sempre 2) e per le lacinie mediamente di maggiori dimensioni [lunghe da 2 a 4 (5) cm]; si tratta di un endemismo esclusivo della Corsica. Specie protetta Per il totale disinteresse, che poi denota scarsa sensibilità ambientalistica, da parte degli organi istituzionali che a vari livelli sono preposti alla tutela del territorio della Regione Sardegna (organi che per farsi pubblicità hanno nel tempo strumentalizzato l'immagine di un'Isola affermando che può vantare una natura unica e incontaminata) non esiste, ad oggi, alcuna legge che tuteli questa specie endemica (e tante altre molto più vulnerabili) - Nota di G. B. Pau. Costituenti chimici Carotenoide zeaxantina e i suoi derivati crocetina, crocina, picrocrocina e composti volatili (safranale). Alcaloidi, saponine, fitosteroli, zuccheri, minerali, vitamine del gruppo B, in particolare vitamina B1 e B2, nonché composti volatili come α e β-pinene ed eucaliptolo. Uso Alimentare Dagli stimmi florali essiccati di varie specie appartenenti al genere Crocus si ricava una polvere rossa, lo zafferano, con proprietà coloranti ed aromatiche in maggiore o minor misura. Lo zafferano entra come ingrediente essenziale in svariate ricette, soprattutto tipiche dei paesi mediterranei ed è usato anche in liquoreria. Le maggiori qualità aromatiche appartengono alla spezia ricavata da Crocus sativus. Uso Cosmetologico Anticamente, a Creta, lo zafferano veniva usato come cosmetico, per colorare le labbra ed i seni delle donne ed entrava anche come ingrediente di profumi ed essenze. Uso Farmacologico Emmenagogo, ipnotico, sedativo, stimolante, tonico (parti utilizzate: stimmi). I carotenoidi presenti negli stimmi esercitano documentata attività antiossidante ed antiradicalica, in misura proporzionale alle percentuali presenti. Ben documentata è anche l’attività a livello del Sistema Nervoso Centrale: antispasmodica, sedativa e in grado di influenzare il tono dell’umore (antidepressiva). Le sostanze aromatiche esercitano attività stimolante dell’appetito e favoriscono la digestione. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In medicina tradizionale le parti usate sono gli stami e lo stimma florale in funzione antispastica, afrodisiaca, aperitiva, carminativa, emmenagoga (per aumentare il flusso mestruale). Sono stati usati per l’effetto diaforetico, per trattare emorragie uterine cronicizzate, per indurre le mestruazioni, per calmare indigestioni e coliche. Dagli stimmi si otteneva anche un analgesico dentale. Gli stili venivano raccolti dalla pianta in fiore e seccati per l’uso successivo. L’utilizzo non è molto frequente, nella moderna erboristeria, perché sono disponibili erbe più efficaci e meno costose. Un utilizzo di quantità abbondanti di polvere ricavata da piante ricche di sostanze attive, fra l’altro, oltre che estremamente dispendioso, può avere effetti narcotici ed abortivi. Note Il Crocus minimus DC. in Sardegna è chiamato Zanfaranu aresti, Zafaranu burdu. Ancora oggi non si conosce con certezza la sua origine ma si suppone provenga dall'Asia. Il nome zafferano dal latino "Safranum" che risale all'arabo زعفران (zaʻfarān), che fa riferimento alla colorazione aranciata dei filamenti. Ovidio fa riferimento ad una antica leggenda greca, secondo cui il giovane guerriero Crocus (Krokos), nel vedere soffrire, per l'amore contrastato dagli dei, la ninfa Smilace da lui stesso amata, si uccise e i medesimi dei lo tramutarono nell'omonimo fiore. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika e Gian Battista Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Crocus minimus DC., Regione Sardegna, 3 m s. l. m., 8 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau.
  13. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 200 m s. l. m., maggio 2009 - foto di G.B. Pau L'Euphorbia dendroides è una tipica specie elio-xerofila che caratterizza alcune tipologie di ambiente mediterraneo degradato; in tal senso può essere considerata una specie pioniera laddove, per qualsiasi causa, sia venuto meno l'originario manto arboreo, generalmente costituito dal Quercetum ilicis nelle sue associazioni termofile. L'E. dendroides colonizza principalmente i costoni collinari scoscesi e ben soleggiati, indipendentemente dal substrato roccioso, a formare la tipica associazione Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstic (1973) 1984 (alcuni autori separano anche l'associazione Euphorbio dendroidis-Anagyretum foetidae, che in realtà rappresenta solo una variante dell'Oleo-euphorbietum dendroidis) che fa parte della serie dell'Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944, e ne rappresenta il punto di passaggio dalla forma secondaria, degradata a gariga, a quella primaria, caratterizzata dalla tipica macchia fitta ad arbusti di sclerofille, dando le prime basi alla ricostituzione dell'originario manto boschivo. Nell'immagine è ben rappresentata l'interfaccia di transizione dall'Oleo-Euphorbietum dendroidis ad una formazione più evoluta dell'Oleo-Ceratonion siliquae primario; in questo caso, la ricostituzione del macchione a Olea europaea L., Pistacia lentiscus L., Rhamnus alaternus L., Phillyrea latifolia L., Anagyris foetida L., Ceratonia siliqua L., viene a creare delle condizioni ecologiche via via meno adatte allo sviluppo dell'E. dendroides, che viene soppiantata a favore del Quercus ilex L.: la ricostituzione, infatti, di un buon strato di humus, unito ad un maggiore ombreggiamento (con conseguente aumento dell'umidità) del suolo, favorisce la germinazione delle ghiande che vengono portate in grosse quantità da uccelli come, ad esempio, la ghiandaia (Garrulus glandarius L. s. l.).
  14. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  15. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  16. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  17. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  18. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  19. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau
  20. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, 150 m s. l. m., 27/12/2009 - foto di G.B. Pau Ecco le foto con habitus invernale; le foglie rosse fanno parte del "corredo" di inizio estate, dopo l'antesi e l'inizio della stagione arida.
  21. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, Febbraio 2008, foto di GB Pau Infiorescenza con ospiti, penso che queste formiche vadano a berne il nettare, il profumo è abbastanza piacevole e neanche troppo forte!
  22. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, Febbraio 2008, foto di GB Pau Particolare della corteccia.
  23. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, Febbraio 2008, foto di GB Pau Fusto con alla base una tipica coinquilina: Bituminaria bituminosa (L.) C.H. Stirt.
  24. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, Febbraio 2008, foto di GB Pau L'associazione Oleo-Euphorbietum dendroidis Trinajstic (1973) 1984 nella sua forma più peculiare è rappresentata da una alternanza di arbusti di E. dendroides a forme arbustivo-cespugliose di tipiche essenze mediterranee, come Olea europaea L., Pistacia lentiscus L., Phillyrea latifolia L., Anagyris foetida L., lasciando spazio a schiarite che permettono la crescita di diverse specie erbacee e suffrutici tipici dei prati e delle garighe mediterranei; la stessa chioma lassa dell'E. dendroides permette che al di sotto di essa vegetino con facilità queste specie.
  25. Euphorbia dendroides L., Regione Sardegna, Gennaio 2008, foto di GB Pau Pianta in habitat.
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza