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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Opuntia ficus-indica (L.) Miller Sinonimi Opuntia ficus-barbarica A. Berger Tassonomia Regno:Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine:Caryophyllales Famiglia:Cactaceae Nome italiano Fico d'india, fico indiano. Etimologia Il genere prende nome da un'antica regione della Grecia chiamata Locride Opuntia, o dalla sua capitale Opunte, nei cui pressi, secondo Teofrasto e Plinio il Vecchio vegetava una pianta (Opuntia herba) le cui foglie erano radicanti e i cui frutti carnosi erano alquanto gustosi. L'epiteto specifico, ficus-indica, da un lato ricorda la - vaga - rassomiglianza del frutto con quello del fico (Ficus carica L.), dall'altro l'origine americana (Indie occidentali) della pianta. Descrizione Arbusto o cespuglio succulento, alto fino ad oltre 3 m, con apparato radicale reticolato e assai sviluppato, ma poco profondo. I cladodi (pale), lunghi fino a 35-40 (50) cm e spessi fino a 3 cm, appiattiti ed ellittici o ovati, non sono altro che i singoli elementi dei fusti, articolati e modificati in funzione delle particolari condizioni ecologiche dei luoghi d'origine, e svolgono funzione fotosintetica; il colore glaucescente-pruinoso è dovuto alla particolare epidermide di consistenza cerosa che li riveste in modo da proteggerli termicamente ed ottimizzare la tenuta dei liquidi interni; quelli basali, più annosi, sono lignificati, di colore grigiastro e svolgono funzioni strutturali. I cladodi verdi (non lignificati) sono punteggati da arèole (o nodi) portanti ciuffi di peli irti, fulvi, chiamati glochidi, dotati, a loro volta di minutissime spine retrorse (a uncino - che li rendono alquanto insidiosi perchè si conficcano nella pelle e la cui estrazione risulta essere abbastanza difficoltosa), e da poche spine biancastre (1 o 2 per nodo) non più lunghe di 1 cm, concentrate per lo più lungo le arèole marginali delle pale o, spesso, completamente assenti. Foglie Le foglie, di dimensioni ridotte (mediamente 2 x 5 mm), hanno forma conica e sono presto caduche. Fiori I fiori, solitari, portati generalmente sui lati (più di rado anche sulla pagina esterna) delle pale, sono attinomorfi ed ermafroditi, composti da numerosi elementi perianziali sovrapposti obcordato-cuneati di colore giallo-lucido (non vi è netta distinzione fra calice e corolla, i tepali più esterni, di consistenza sepaloide, hanno dimensioni minori rispetto a quelli interni e sono verdastri, carenati e con apice cuspidato); il diametro del perianzio è generalmente di 6-8 cm. Stami numerosi, giallastri; ovario infero monoloculare plurispermio, stilo ingrossato alla base con 2-8 lobi stigmatici giallo-verdastri; stilo + lobi stigmatici hanno la forma di un fiasco rovesciato. Impollinazione entomògama. Frutti I frutti sono da ovoidali a sub-piriformi (3-4 x 5-6 cm), vistosamente umbilicati all'apice, dapprima verdi, poi, a maturità, rosso carminio, punteggiati da arèole portanti glochidi e piccole spine fulve; endocarpo costituito da una polpa giallo-aranciato a maturità, succosa e dolciastra, in cui sono immersi numerosi semi di forma ellissoidale-subovoidale lunghi 3-4 mm. Periodo di fioritura Fiorisce da aprile a giugno. Territorio di crescita Pianta importata in Europa dall'America centrale fin dai tempi di Cristoforo Colombo, probabilmente originaria del Messico. E' pianta naturalizzata sul territorio italiano ad esclusione di alcune Regioni (vd. cartina). Habitat Vive bene sui litorali, non soffrendo la salsedine, ma si può trovare anche nell'immediato entroterra, fino a 900 m di quota. Somiglianze e varietà Il Genere Opuntia è ben rappresentato in territorio italiano, dato che molte specie, introdotte dalle Americhe per fini alimentari o ornamentali, si sono facilmente adattate al clima mediterraneo (in particolar modo nelle Regioni meridionali, dove il clima risulta essere abbastanza mite), naturalizzandosi; le specie sinora censite allo stato naturalizzato sono: O. amyclaea Ten. = O. maxima auct. non Mill., presente in Toscana, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, non più ritrovata in Campania; O. dillenii (Ker-Gawler) Haworth = Cactus dillenii Ker-Gawler, presente in Calabria e Sicilia; O. elatior Mill., presente in Liguria; O. humifusa (Raf.) Raf. = O. vulgaris auct. non Mill., presente in Val d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino A. A., Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia, non più ritrovata in Campania; O. monachantha (Willd.) Haw., presente in Sicilia; O. robusta Wendland, presente in Sicilia; O. scheeri Weber, presente in Emilia Romagna; O. stricta (Haworth) Haworth, presente in Piemonte, Veneto, Liguria e Sicilia; O. subulata (Muehlenpf.) Engelm., presente in Sicilia; O. tuna (L.) Miller, presente in Lombardia, Veneto, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia. L'unica specie facilmente confondibile con O. ficus-indica è O. amyclaea, che però presenta, sulle pale, arèole che portano, assieme ai glochidi, ciascuna un fascetto di (1) 3-6 spine biancastre lunghe da 1 fino a 3 cm; alcuni autori [Castroviejo Bolibar, Santiago et al., Fl. Ib., 2: 66 (1990)] tendono a considerare queste due entità tassonomiche come forme dell'unica specie O. maxima Mill. [per i quali, quindi, sia O. ficus-indica (L.) Mill. sia O. amyclaea Ten. non sono che sinonimi eterotipici di O. maxima (L.) Mill.]. O. monacantha (Willd.) Haw., alta fino a 4 (6) m porta pale poco spesse e poco rigide da strettamente obovate a oblungo-lanceolate lunghe fino a 35 cm, con arèole portanti 1-3 spine lunghe 1-4 (7,5) cm di colore grigio-giallastro o bruno-rossastro, generalmente punteggiate da macule più scure. Altra specie arbustiva, che può raggiungere un'altezza di 2 m è O. dillenii, che però porta pale non più lunghe di 25 cm, arèole molto grandi (fino a 1 cm di diametro) portanti ciascuna numerosi glochidi e 6-8 robuste spine lunghe da 1,5 a 5 (6) cm, i frutti hanno forma prettamente piriforme. Specie protetta Non ci sono notizie di protezione sul territorio italiano. A causa della sua natura infestante, in Toscana, la L. R. 56/2000 (art. 6, comma 4) ne vieta espressamente l'uso per interventi di ingegneria naturalistica, come il rinverdimento, la riforestazione ed il consolidamento dei terreni. Costituenti chimici Fibre, carboidrati, carotenoidi (betacarotene, luteina), minerali (calcio, potassio e magnesio), aminoacidi, vitamina C. Nei frutti glucosio e fruttosio. Nei semi proteine e lipidi. Uso Alimentare I frutti vengono consumati crudi, privati dei semi, per marmellate, distillati, sciroppi, canditi, farine. Oppure conservati, dopo averli seccati al sole. Dai semi si estrae un olio commestibile e anche le foglie possono essere mangiate: fresche, in salamoia, sottoaceto, candite e sotto forma di confettura. Le pale vengono usate come mangime per i suini. In Messico viene usata la mucillagine contenuta nelle pale per fare il gelato e un liquore di nome “Conche”. Uso Cosmetologico L'estratto dei fiori viene usato come emolliente, idratante ed elasticizzante della pelle. Il frutto viene utilizzato per la produzione di creme umettanti, saponi, shampoo, lozioni astringenti e per il corpo. Sempre il frutto, polverizzato, entra nella composizione di talco profumato. Uso Farmacologico C'è un'evidenza scientifica delle proprietà della polpa dell'Opunzia come ipoglicemizzante e per altri disturbi metabolici. La letteratura scentifica ha anche evidenziato il potere ipocolesterolemizzante della componente fibrosa delle foglie. Come altresì quello dell'estratto, nella cura di intossicazioni alcooliche. Altre proprietà dei principi attivi contenuti nella specie sono: drenante, diuretico, tonico cardiaco, antiossidante. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In erboristeria la pianta entra in vari composti utilizzati per diete dimagranti e, come integratore alimentare, nell'alimentazione degli sportivi. L'applicazione diretta della polpa delle foglie su ferite e piaghe costituisce un ottimo rimedio antiflogistico (previene e combatte fenomeni infiammatori), cicatrizzante su ferite e ulcere cutanee; è un vecchio rimedio della tradizione siciliana, utilizzato ancor oggi nella cultura contadina. Nella medicina popolare le giovani foglie, riscaldate al forno, sono utilizzate come emollienti, applicate sulla pelle come impacchi. Preparati ricavati dai fiori, per uso interno, sono utilizzati per trattare l'ipertrofia prostatica e problemi del tratto gastro intestinale, come la diarrea. Per il suo contenuto di vitamina C un tempo i marinai la usavano contro lo scorbuto. Note La peluria spinosa entra facilmente nella pelle, arrecando notevoli fastidi. Per rimuovere le piccole spine si consiglia di applicare un cerotto e poi di staccarlo delicatamente. Le varie specie di Opuntia vengono utilizzate come piante da frutto e per giardini rocciosi. O. ficus-indica è certamente conosciuta fin dal tempo degli Atzechi, che ne facevano commercio per le sue proprietà nutritive e medicamentose, e che la consideravano un dono gradito agli dei. Diverse parti della pianta sono utilizzate anche dall’industria. In Messico il fico d'india è utilizzato per l'allevamento del Dactylopius coccus, una cocciniglia che parassita i cladodi, da cui si ricava un pregiato colorante naturale, il carminio, usato nell'industria alimentare e chiamato E120. Questo allevamento è stato tentato anche in area mediterranea ma non ha avuto successo, per il clima invernale troppo freddo. Nelle Isole Canarie invece, soprattutto nell'isola di Lanzarote, si è affermato e costituisce una fiorente attività. In Sicilia nel mese di ottobre si svolge la sagra del Fico d'India. L'antica capitale imperiale azteca Tenochtitlan (Città del Messico) deriva il proprio nome da nocthli, il nome azteco del frutto del ficodindia, e significa letteralmente "fico d'india su una roccia". L'immagine compare anche sullo stemma della bandiera. In Italia, il fico d'india è scolpito sulla fontana del Bernini a Roma. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, G.B. Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Opuntia ficus-indica (L.) Miller, Regione Liguria, 5 m s.l.m., Gennaio 2009, foto di Marika
  2. Buddleja davidii Franch. - Regione Emilia-Romagna, Granaglione BO 800 m s.l.m., luglio 2009 - foto di Nino Bertozzi Una farfalla ( Iphiclides podalirius L. ) visita l'albero delle farfalle.
  3. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Valsesia, 900 m slm, agosto 2008 - Foto di R.M. Fondi
  4. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Valsesia, 900 m slm, agosto 2008 - Foto di R.M. Fondi
  5. Buddleja davidii Franch. - Regione Lombardia, Brianza, 290 m s. l. m. - Settembre 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Infiorescenze.
  6. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Alto Vergante, 700 m s. l. m. - Settembre 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. La lunga fioritura permette di vedere, contemporaneamente, infiorescenze già secche e altre freschissime.
  7. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. NO, 370 m s. l. m. - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Fiori.
  8. Buddleja davidii Franch. - Regione Liguria - 600 m. s . l. m. Luglio 2009 - Foto di Marika. Pagina superiore della foglia.
  9. Buddleja davidii Franch. - Regione Liguria - 600 m s. l. m. - Luglio 2009 - Foto di MariKa. Pagina inferiore della foglia.
  10. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. I rami tendono a ripiegarsi verso il basso.
  11. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Settembre 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Infiorescenze.
  12. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Infiorescenza.
  13. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. NO, 400 m s. l. m. - inizio Luglio - Foto di Giovanni Baruffa. Infiorescenza pronta.
  14. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VC, 300 m s. l. m. - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Foglia con pagina superiore ed inferiore delle lamine.
  15. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Giovane getto.
  16. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Tronchi di pianta non più giovane.
  17. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. NO - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Particolare delle foglie.
  18. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Foto di Giovanni Baruffa. Viene chiamato anche "Albero delle farfalle".
  19. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. No, Lago d'Orta - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Fiorellini in evidenza.
  20. Buddleja davidii Franch. - Regione Lombardia, Prov. MI - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Infiorescenza.
  21. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. NO - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Giovane ramo con foglie e fiori.
  22. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Cespuglio.
  23. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Cespuglio.
  24. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto - Foto di Giovanni Baruffa. Cespuglio: si può osservare come parte della spiga sia già matura e secca, mentre la parte terminale è ancora fiorita.
  25. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, Prov. VB, 600 m s. l. m. - Agosto 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Cespuglio lungo una strada di montagna: si può notare la tendenza a colonizzare le coste e scarpate montane.
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