Vai al contenuto

Gruppo Botanico AMINT

CS AMINT
  • Numero contenuti

    11874
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, zona Lago d'Orta, 400 m s. l. m. - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. Margine di una strada abbandonata.
  2. Buddleja davidii Franch. Sinonimi Buddleja variabilis Hemsely. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Scrophulariales Famiglia: Buddlejaceae Nomi italiano Buddleja di David, Buddleja, Albero delle farfalle, Lillà d'estate. Etimologia Il termine latino Buddleja è stato coniato da Linnaeus in onore del pastore ed appassionato botanico inglese Adam Buddle; il termine latino di specie davidii è stato dedicato dal Franchet, creatore della specie, al padre missionario e botanico Armand David. Descrizione Arbusto deciduo, cespitoso, che può raggiungere l'altezza di 4-5 metri; fusto tetragono e legnoso verso la base, con i rami più annosi che tendono ad arcuarsi, ripiegandosi verso il basso; corteccia glabra, nocciola-brunastro chiaro, con evidenti fessurazioni longitudinali bruno-rossastre; rami giovani tomentosi, di colore grigio verdastro, tendenti ad assumere tonalità ocracee. Foglie Opposte, stipolate, quelle inferiori picciolate, le superiori sessili; lamina ovato-lanceolata, acuta, dimensioni 2-4 x 5-13 cm, con margine crenulato-seghettato; pagina superiore glabra e verdastra, quella inferiore bianco-grigiastra per fitta pubescenza. Fiori Infiorescenze a pannocchia conico-piramidale lunghe fin oltre 20 cm, poste all'apice dei rami dell'anno e ricchissime di fiori; la fioritura persiste per tutta l'estate, per cui si possono osservare contemporaneamente pannocchie con fiori sfatti, in piena antesi e con nuovi boccioli; fiori dall'intenso profumo che attira moltissimi insetti ed in particolare farfalle. Fiori tetrameri, gamopetali (i petali sono saldati) e gamosepali (i sepali sono saldati), attinomorfi (disposti radialmente e simmetricamente attorno a un asse), ermafroditi; calice a tubo, persistente, tomentoso-biancastro (per peli stellati), lungo ± 3 mm, con 4 dentelli triangolari acuti; corolla tubuloso-ipocrateriforme lunga 8-9 mm, con 4 lobi arrotondati e irregolarmente crenulati, patenti o eretto-patenti, lunghi ± 2 mm, da violetto-pallida a violetta ± intensa con macchia arancio-rossastra alla fauce; stami 4 più brevi del tubo corollino (e quindi non sporgenti da questo) con antere sub-sessili ; ovario supero formato da 2 carpelli, stilo filiforme con stigma bifido, anche questo inserito nel tubo corollino. Frutti Capsula biloculare setticida (aprentesi in 2 valve bilobate) lunga fino a circa 10 mm, avvolta dai residui della corolla e contenente numerosi e minuti semi lungamente alati alla base e all'apice. Periodo di fioritura Fiorisce da Giugno a Settembre Territorio di crescita Specie originaria della Cina: importata e coltivata per la sua bellezza, si è presto inselvatichita, diffondendosi rapidamente. In Italia è naturalizzata e presente nelle regioni settentrionali e centrali, con esclusione di Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e assente in tutte le regioni meridionali. Habitat Cresce negli incolti, lungo torrenti e fiumi, nelle radure dei boschi, nelle scarpate, al margine delle strade, dal piano fino a oltre 1300 metri di quota. Somiglianze e varietà Non esistono possibilità di confusione con altre piante; forse, distrattamente e da lontano, potrebbe essere confusa con Phytolacca americana, ma appena ci si avvicina un po' eventuali dubbi svaniscono; infatti quest'ultima specie differisce per tutto: dall'odore, al tronco erboso, alle foglie, ai fiori e ai frutti completamente diversi. Specie protetta Pianta Nociva-Infestante Questa pianta può essere infestante o invasiva. Le amministrazioni ecologicamente più oculate, hanno inserito questa entità nelle Liste Nere delle specie alloctone, oggetto di monitoraggio, contenimento ed eradicazione. (es. Svizzera, Lombardia...) Costituenti chimici Glicosidi fenilpropanoidi (verbascoside), flavonoidi (luteolina, quercetina, ecc.), glicosidi iridoidi, aucubina, catalpolo, saponine, triterpeni, lignani. Uso Alimentare Non si conoscono usi alimentari per questa specie. Uso Cosmetologico La pianta riveste un interesse notevole dal punto di vista cosmetico: per le sue proprietà rientra nella composizone di prodotti antietà, di schermi UV e di creme e lozioni dermoprotettive. Uso Farmacologico I componenti attivi presenti negli estratti possono venire utilizzati nel trattamento di diverse patologie. I lignani e i triterpeni hanno proprietà antibatteriche, antivirali, antifungine ed antinfiammatorie. I glicosidi iridoidi esercitano azione diuretica, mentre i fenilpropanoidi sono cicatrizzanti e i flavonoidi hanno proprietà antiossidanti ed anti radicali. Le saponine hanno azione detergente ed emolliente. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nella medicina tradizionale questa pianta è stata largamente utilizzata per le sue proprietà di curare le ferite e come antibatterico: nella medicina tradizionale cinese, ad esempio, un cataplasma di foglie fresche viene applicato direttamente sulle ferite, poiché i componenti attivi solubili in acqua si diffondono direttamente all'interno della ferita; in passato è stata anche utilizzata per disturbi epatici, bronchiali e per l'effetto tranquillante ed analgesico. Nella moderna fitoterapia vengono riconosciute a questa pianta proprietà cicatrizzanti, antiallergiche, diuretiche, lenitive ed antimicrobiche. Per l'attività antinfiammatoria che possiede, viene utilizzata per i disturbi visivi derivanti da processi infiammatori e nelle sindromi vertiginose; è inoltre consigliata, per uso interno, nei disturbi epatici, nelle affezioni bronchiali e nei disturbi gastrici. Gemmoderivati di Buddleja hanno un uso specifico nella flogosi immuno-allergica ed irritativa delle vie respiratorie, cutanee, intestinali. Note La Buddleja ha un profumo dolce e vellutato, che risulta particolarmente gradevole alle nostre narici (per alcuni è nauseante e spesso causa di allergie...), e che deriva da alcuni dei componenti volatili in essa presenti: è stato dimostrato che tali essenze sono quelle che elicitano una forte risposta nei chemocettori presenti nelle antenne delle farfalle, così fortemente attratte da questa pianta alla quale, non a caso, è stato dato il nome volgare di "Albero delle farfalle". Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, Annamaria Bononcini, R.M. Fondi, G. B. Pau. - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Buddleja davidii Franch. - Regione Piemonte, zona Lago d'Orta, 400 m s. l. m. - Luglio 2008 - Foto di Giovanni Baruffa. [
  3. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Liguria, 850 m s.l.m., Maggio 2009; Foto di Marika Ligure. Foglia.
  4. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1700 m s.l.m., giugno; Foto di R.M. Fondi.
  5. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1700 m s.l.m., giugno; Foto di R.M. Fondi.
  6. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1700 m s.l.m., giugno; Foto di R.M. Fondi.
  7. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Val d'Otro (Valsesia), 1700 m s.l.m., giugno; Foto di R.M. Fondi. Particolare della guaina fogliare.
  8. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); foto di Marika Ligure. Una rosetta di giovani foglie.
  9. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); foto di Annamaria Bononcini.
  10. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); foto di Annamaria Bononcini.
  11. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); foto di Annamaria Bononcini.
  12. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Lombardia; Foto di Giovanni Baruffa. Alta Valle Staffora (PV) - Giugno.
  13. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Lombardia; Foto di Giovanni Baruffa. Alta Valle Staffora (PV) - Giugno.
  14. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m s.l.m.; Maggio; Foto di R.M. Fondi. Particolare dell'infiorescenza.
  15. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m s.l.m.; Maggio; Foto di R.M. Fondi. Una pianta fiorita.
  16. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m s.l.m.; Maggio; Foto di R.M. Fondi. Alagna Valsesia, inizio della fioritura. La forma dell'infiorescenza e la presenza della guaina fogliare escludono la possibilità di confusioni con piante del genere Aquilegia.
  17. Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753) Sinonimi Thalictrum aquilegiifolium subsp. asiaticum (Nakai) Kitag. (1939) Thalictrum aquilegiifolium var. daisenense (Nakai) Emura Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Ranunculales Famiglia: Ranunculaceae Nome italiano Talittro; Pigamo colombino Etimologia Il nome generico Thalictrum deriva probabilmente dal termine greco θάλικτρον (thaliktron), indicante una pianta con foglie divise (forse Th. minus), come specificato da Dioscoride nel suo De Materia Medica; secondo Miller il nome θάλικτρον significa "verdeggiante", in riferimento al particolare colore dei nuovi getti. L'attributo specifico indica la somiglianza delle foglie con quelle tipiche del genere Aquilegia. Descrizione Pianta erbacea perenne con rizoma e radici sottili; fusti eretti, lievemente striati, glabri, alti da 40 a oltre 100 cm. Foglie Foglie alterne, tripennatosette, guainanti; foglioline divise in tre lobi nella porzione apicale, con il lobo centrale provvisto di tre denti, e i laterali con due denti ciascuno. Fiori Infiorescenza in corimbo denso; fiori ermafroditi bianco-rosei-violetti (8-15 mm) con tepali precocemente caduchi; stami numerosissimi, da bianchi a rosei-violetti, con filamento appiattito, largo quasi quanto l'antera; antera di colore giallo-bruno; carpelli peduncolati. Frutti Acheni penduli, a sezione triangolare con coste alate, lunghi 7-10 mm. Periodo di fioritura Maggio-Luglio Territorio di crescita Specie spontanea di tutto il Continente Europeo, fino alla Siberia. Presente in tutta l'Italia peninsulare Habitat Radure e boschi umidi, soprattutto di faggio, sponde di ruscelli e torrenti; indifferente al substrato da 50 a 2400 m s..lm., più raro in pianura. Somiglianze e varietà In assenza di fiori, T. aquilegiifolium può essere confuso con piante del genere Aquilegia, da cui però si distingue per la guaina fogliare che avvolge il fusto e che manca in Aquilegia. Di struttura e portamento simile è T. calabricum Sprengel, con areale limitato a Campania, Calabria e Sicilia, nel quale le foglie sono bipennatosette (anziché tripennatosette); tra le altre specie presenti in Italia, tutte distinguibili per avere fiori di colore giallo o verdastro, citiamo il rarissimo T. alpinum L., alto fino a 12 cm. Specie protetta Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano. Costituenti chimici Alcaloidi, glicosidi, flavonoidi. Uso Alimentare Benché la pianta sia in qualche misura tossica, come tutte le Ranuncolacee, per la presenza di alcaloidi, vi sono testimonianze di consumo alimentare delle foglie e delle radici di questa specie in vari paesi e, in Italia, nella Puglia. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici: come nelle altre Ranuncolacee il contatto con questa specie può provocare irritazioni cutanee. Uso Farmacologico La moderna analisi chimico- farmacologica sta investigando le proprietà di alcuni dei componenti di questa specie. In particolare uno degli alcaloidi presenti, la talicarpina, è allo studio come potenziale agente citostatico (in grado di frenare la crescita dei tumori). Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nella medicina tradizionale, sia del Vecchio che del Nuovo Mondo, le radici e le foglie di diverse specie di Thalictrum sono state utilizzate come febbrifughe e per trattare i morsi di serpente. Gli indiani d'America Bella Coola usavano masticarne le radici contro il mal di testa e le contratture muscolari mentre altre popolazioni ricavavano, dalle radici macinate, una poltiglia da applicare sulle ferite aperte. Infine i Piedi Neri polverizzavano i semi e, dopo aver mescolato la polvere con acqua, la utilizzavano per dipingere la pelle e tingere i capelli. Note Per alcuni il nome del genere è in onore di Thalia che, nella Grecia antica, era la musa dalla poetica pastorale. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi .... - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium (1753); Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m s.l.m.; Maggio; Foto di R.M. Fondi. Una giovane pianta - Alagna V.
  18. Lunaria annua L., Regione Liguria, 7 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Marika Fiore.
  19. Lunaria annua L., Regione Liguria, 7 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Marika Pagina inferiore.
  20. Lunaria annua L., Regione Liguria, 7 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Marika Pagina superiore della foglia.
  21. Lunaria annua L., Regione Liguria, 7 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Marika Siliqua formata.
  22. Lunaria annua L. - foto di Lord Jaan
  23. Lunaria annua L., Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2008 - foto di Marika Gruppo di fiori.
  24. Lunaria annua L., Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2008 - foto di Marika Pianta intera.
  25. Lunaria annua L., Regione Liguria, 400 m s.l.m., Aprile 2007 - foto di Marika Frutto immaturo.
×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza