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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Febbraio 2008 - foto di Marika Macro.
  2. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Febbraio 2008 - foto di Marika Fioritura (fiori maschili).
  3. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika Pagina inferiore delle foglie.
  4. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika Foglie superiormente e formazione dei frutti.
  5. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika Esemplare concresciuto con un ulivo.
  6. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika Tronco adulto con fessure rossastre.
  7. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika Esemplare arborescente.
  8. Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Rhamnales Famiglia: Rhamnaceae Nome italiano Alaterno, Legno puzzo, Ramno lanterno. Etimologia Il termine Rhamnus, già citato come ῤάμνος (ramnos) da Teofrasto (IV sec. a. C.), Dioscoride (I sec. d. C.) e, come Rhamnus, da Plinio il Vecchio (contemporaneo di Dioscoride), secondo Linneo [(1770) Phil. Bot.: 174] rientra fra i nomi di origine greca di incerta o dubbia derivazione [(Nomina generica) GRAECA obscura, quamplurima eruuntur difficillime, & eruta dubia tamen persistunt]; per alcuni altri autori la parola ῤάμνος deriverebbe da ράβδος (rabdos) = bacchetta, verga, dovuto alla flessibilità dei suoi giovani rami, per altri ancora deriverebbe da un termine celtico che dovrebbe significare "ramo"; alaternus dal latino alternus, per la disposizione alterna delle foglie. Descrizione Arbusto o piccolo albero sempreverde, dioico (più raramente monoico), alto sino a 5 (7) m; fusti a ramificazione alterna, con legno giallastro e profumato (per molti maleodorante) al taglio; corteccia grigio-brunastra, con solcature (dapprima striature) rossastre sempre più evidenti e profonde con l'età; nuovi getti pubescenti (per peli brevissimi, generalmente poco evidenti ad occhio nudo), privi di spine all'apice. Foglie Foglie picciolate [picciolo 4-8 (10) mm], alterne, coriacee; lamina glabra, di forma (da tondeggiante a ellittica a lanceolata) e dimensioni [1-3 (5) x 2-8 cm] variabili, lucida e con nervatura reticolata e rilevata su entrambe le facce, quella superiore di un verde più scuro della inferiore, margine da subintero a brevemente seghettato o dentellato, con brevissima ala (meglio evidente con lente 10 x) di consistenza cartilaginea, apice acuto e brevemente mucronato. Fiori Riuniti in piccole infiorescenze cimose (lunghe, al massimo, fino a poco più di 2 cm) all'ascella delle foglie, minuti (mediamente 4-5 mm di diametro); calice verde-giallastro, gamosepalo con (4) 5 lobi ellittico-triangolari acuti, patenti o subpatenti o retroflessi nei fiori maschili, eretti o eretto/patenti in quelli femminili; corolla nulla o monopetala; fiori maschili con 5 stami con antere giallastre ben evidenti, fiori femminili portanti (4) 5 staminodi e con ovario semi-infero formato da 3 carpelli concresciuti, stili (2) 3 giallo-verdastri con stigma biancastro bifido. Frutti I frutti sono drupe globose o subglobose, prima rossastre e poi nere o nero-rossastre, di (3) 4-6 (7) mm, contenenti 3 semi portanti ciascuno un solco dorsale; giungono a maturazione in Luglio-Agosto e sono velenose per l'uomo. Periodo di fioritura Fiorisce da febbraio ad aprile. Territorio di crescita Specie esclusiva dei Paesi mediterranei. Cresce spontanea su quasi tutto il territorio italiano: è naturalizzata in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige. Assente in Val d'Aosta. Habitat Specie elio-termofila della macchia mediterranea; litorali, limiti o radure di boschi, costoni collinari ± aridi e soleggiati, insensibile al substrato; comune in tutta la Regione mediterranea dal piano fino a 700 m di quota. Somiglianze e varietà Rhamnus cathartica L., che si distingue per essere una specie decidua con ramificazione giovanile all'incirca opposta e spinosa all'apice; foglie ellittiche, non coriacee e sub-opposte; fiori sempre 4-meri riuniti in cime ombrelliformi. Presente in tutto il territorio nazionale ad eccezione della Sardegna. Phillyrea latifolia L., spesso in associazione con R. alaternus, distinguibile per i fusti con corteccia tutta grigiastra, foglie opposte, in proporzione più spesse e rigide, e mediamente più minute rispetto a R. alaternus, con nervatura apparentemente costale semplice sulla pagina superiore, poco evidente (a parte il rachide) su quella inferiore; fiori 4-meri provvisti di calice e corolla (questa biancastra) ben distinti; presente in tutto il territorio nazionale ad eccezione di Piemonte e Val d'Aosta. Specie protetta Protetto in Emilia Romagna dalla L. R. n. 2 del 1977, vd. art. 4. Protetto in Umbria dalla L. R. n°49 del 18/11/1977, vd. art.6 (l'art.7 ne disciplina la raccolta e il commercio per scopi scientifici, didattici, farmaceutici ed officinali). Costituenti chimici Olio essenziale, glicosidi (antrachinone), nelle foglie triterpeni. I frutti, a maturazione, contengono inoltre ramnoxantina, emodina, quercetina, ramnocatartina, zucchero, acido succinico. Uso Alimentare Dai fiori le api producono miele. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Uso Farmacologico La presenza di triterpeni conferisce a questa specie attività antipertensiva, antiarterosclerotica ed antiossidante. Inoltre, la ricerca medica sul cancro ha di recente verificato che gli estratti arricchiti in flavonoidi di radici e foglie di Rhamnus alaternus sono in grado di esercitare uno spiccato effetto antiproliferativo rispetto alle cellule della leucemia umana. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità E' documentato un uso della specie, nella medicina popolare di alcuni paesi mediterranei, come galattagogo, lassativo ed ipotensivo. L'effetto lassativo è da ascriversi ai glicosidi antrachinonici presenti nei frutti, e può diventare molto potente se l'uso non è accompagnato da contemporanea assunzione di Altea e Malva (per effetto delle mucillagini che ne mitigano l'effetto per assorbimento). Secondo alcune tradizioni popolari l'Alaterno avrebbe, inoltre, la proprietà di attenuare il mal di fegato. Note La pianta era usata nell'antichità per tingere di giallo i tessuti; il legno, molto pesante, è ottimo per lavori di tornio ed ebanisteria. In Sardegna nei paesi dell'interno, una leggenda popolare vuole che un amuleto chiamato "la stella a quattro punte della Dea Madre", realizzato col legno giovane della pianta, protegga, chi lo indossa, da ogni pericolo. Sempre in Sardegna venivano preparate collane fatte con varie parti della pianta da indossare per combattere l'itterizia, altre volte venivano direttamente intrisi gli abiti con infusi delle foglie, questo perché la pianta (per ovvi motivi) era associata al colore giallo, e quindi, per la legge delle affinità, avrebbe dovuto curare tutti quei mali che causano una colorazione giallastra della pelle. Pianta inserita nella Legge Regionale n° 14 del 28/12/1992 della regione Campania, fra le specie arboree da piantare per ogni neonato venuto alla luce. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus, Regione Liguria, 70 m s.l.m., Marzo 2007 - foto di Marika
  9. Lilium carniolicum Bernh., Regione veneto, provincia di vicenza, Giugno 2008 - foto di Gianni Bonini.
  10. Lilium carniolicum Bernh., Regione veneto, provincia di vicenza, Giugno 2008 - foto di Gianni Bonini.
  11. Lilium carniolicum Bernh., Regione veneto, provincia di vicenza, Giugno 2008 - foto di Gianni Bonini.
  12. Lilium carniolicum Bernh. -Regione Veneto, Provincia di Vicenza, 23-06-2007 - foto di Giuliano Gnata La capsula in fase di maturazione.
  13. Lilium carniolicum Bernh. -Regione Veneto, Provincia di Vicenza, 23-06-2007 - foto di Giuliano Gnata
  14. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  15. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  16. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  17. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  18. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  19. Lilium carniolicum Bernh. - Regione Veneto - Provincia di Vicenza, 23-05-2007 - Foto di Giuliano Gnata
  20. Lilium carniolicum Bernh. Sinonimi Lilium albaricum Heuff. Lilium chalcedonicum Jacq., non L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Liliales Famiglia: Liliaceae Nome italiano Giglio di Carniola - Giglio della Carnia. Etimologia Nella Philosophia Botanica Linneo riporta il nome Lilium tra quelli di derivazione puramente latina, ereditati, quindi, direttamente dai Romani [(nomina) latina, quae a Romanis recepta fuere]; lo stesso Plinio, nella Naturalis Historia non fa riferimenti etimologici circa tale nome, bensì evidenzia il fatto che i Lilium dai fiori arrossati siano quelli che i greci chiamano χρίνον (crinon) [Est et rubens lilium, quod Graeci crinon vocant]; altri autori fanno derivare il nome latino Lilium dal greco λείριον (leirion), nome abbastanza ambiguo, ora riferito ai gigli, ora ai narcisi, o agli iris; altri ancora lo fanno derivare da un termine celtico (probabilmente LI) che significa "candido" o dal persiano LALA (o LALEH), che dovrebbe ancora significare (ambiguamente) "giglio". Carniolicum da Carniola, che deriva dallo sloveno (Kranjska), antica provincia storica della Slovenia con capoluogo Lubiana. Descrizione Splendida pianta perenne con bulbo ovale, alta 30÷60 cm, vigorosa, che si rinviene generalmente in esemplari isolati; fusto cilindrico eretto, glabro, macchiettato di viola nella parte bassa, non ramificato. Foglie Alterne, sessili (o semi-amplessicauli), più fitte nella porzione basale del fusto, da patenti a eretto-patenti, larghe fino a 20 mm e lunghe 50-80 mm, a lamina lineare-lanceolata acuta, parallelinervia con 7 nervi tomentosi (peli biancastri) sulla pagina inferiore, lucide in quella superiore, margine intero e ciliato. Fiori Lo scapo fiorale è generalmente unifloro, di rado con 2 o, ancora più raramente, 3 fiori; perigonio formato da 6 tepali oblungo-ellittici revoluti (ricurvi all'indietro), lucidi, lunghi 3-6 cm, di un bel colore giallo-arancio brillante, punteggiati o striati da macchioline rosso-brune rilevate; stami 6, penduli, con filamenti verdi e antere arancioni (3 x 11 mm); ovario supero, costituito da tre carpelli saldati insieme; stilo singolo, clavato. Frutti Il frutto è una grossa capsula obovata di circa 4 cm. Periodo di fioritura Maggio-Luglio Territorio di crescita Specie originaria della zona Est Alpina. Molto rara, in Italia cresce in poche località del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Habitat Luoghi rocciosi, pendii soleggiati, radure boschive, su terreni calcarei da 300 a oltre 1200 e segnalato fino a circa 1900 metri s. l. m. Somiglianze e varietà L. carniolicum è ben distinguibile dagli altri Lilium italiani. Specie simili, ma solo per avere fiori penduli e tepali fortemente revoluti (a "turbante di turco"), sono: Lilium pomponium L., che possiede scapo multifloro, foglie più strette (0,5 cm) con 3 nervature, tepali più rossicci ed è tipico delle Alpi Marittime, dove è considerato rarissimo. Lilium martagon L., ben diffuso anche nell'areale di L. carniolicum, ma distinguibile per lo scapo generalmente multifloro, le foglie raggruppate in verticilli e il colore purpureo-violaceo dei fiori. Notare anche che L. martagon è filogeneticamente distinto da tutti gli altri Lilium euro-caucasici. Una varietà, L. carniolicum var. bosniacum, presente in Bosnia ed Erzegovina, ha tepali di colore giallo brillante. Specie protetta Specie rara, protetta in entrambe le regioni di crescita. Costituenti chimici Acidi organici, flavonoidi, glicosidi, polisaccaridi. Uso alimentare Non si conoscono usi alimentari per questa specie. La specie è protetta e non si può cogliere. Uso cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. La specie è protetta e non si può cogliere. Uso Farmacologico Non si conoscono usi farmacologici per questa specie, nella medicina occidentale. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In Cina varie specie di Lilium sono state coltivate tradizionalmente, per uso alimentare e medicinale. Attualmente sono commercializzati, ad uso medicinale, estratti che si affermano derivati da Lilium carniolicum ma non sembra risultare credibile che tali prodotti siano effettivamente ricavati da questa specie, che è un endemismo della Regione Balcanica ed Est-Alpina. Note Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giuliano Gnata - Fiara, Giovanni Baruffa, Annamaria Bononcini, Renato M. Fondi, Gian Battista Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Lilium carniolicum Bernh., Regione veneto, provincia di vicenza, Giugno 2008 - foto di Gianni Bonini.
  21. Phytolacca americana L. - Foto di Marika Sezione del fusto.
  22. Phytolacca americana L. - Foto di Giovanni Baruffa
  23. Phytolacca americana L. - Foto di Giovanni Baruffa
  24. Phytolacca americana L. - Foto di Giovanni Baruffa
  25. Phytolacca americana L. - Foto di Giovanni Baruffa
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