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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Sardegna; 29 Settembre 2008; Foto di Gian Battista Pau. Al taglio, il frutto e i giovani rami secernono un lattice vischioso e irritante. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Sardegna; 29 Settembre 2008; Foto di Gian Battista Pau. Foto "notturna" del frutto. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Sardegna; 29 Settembre 2008; Foto di Gian Battista Pau. La fotografia rappresenta uno dei follicoli. Si nota abbastanza bene l'unica linea di sutura attraverso la quale il follicolo, a maturità, si apre per liberare i semi. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Sardegna; 29 Settembre 2008; Foto di Gian Battista Pau. Il frutto - qui in fase di maturazione - è composto da due follicoli divergenti portati da un comune peduncolo relativamente lungo. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Marche; Giugno 2008; Foto di Pietro Curti. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Liguria; Giugno 2008; Foto di Marika Ligure. Particolare dei fiori a forma di elica. -
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. 1851
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Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851) Sinonimi Rhyncospermum jasminoides Lindl. (1846) Parechites adnascens Hance (1868) Trachelospermum bowringii (Hance) Hemsl. (1889) Tassonomia Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Gentianales Famiglia: Apocynaceae Nomi italiano Falso gelsomino; Rincospermo Etimologia Il nome del genere deriva dal greco τράχηλος (tràcēlós) = collo e da σπέρμα (sperma) = seme, forse in riferimento al fatto che il calice fiorale rimane integro anche durante la fruttificazione, dando l'impressione che alla base di ciascuna infruttescenza ci sia un collare; alcuni autori, con palese forzatura, ritengono che invece la radice trachelo- derivi dall'altro termine greco (aggettivo) τραχύς, -εῖα, -ὺ (trac-ỳs, -eĩa, -ỳ) = ruvido, e in tal caso il nome Trachelospermum dovrebbe significare, letterarmente, "dal frutto ruvido"; in realtà questo aggettivo dovrebbe riferirsi alla τραχεῖα αρτηρία (traceĩa artēría) = trachea, e quindi alle trachee, cioè i vasi conduttori delle piante vascolari, da cui il significato "il cui frutto porta vasi conduttori", forse in riferimento al fatto che i follicoli sono lattiginosi come i rami. L'epiteto jasminoides è un termine latino che significa "somigliante al gelsomino (Jasminum)" per le evidenti analogie con questo genere. Descrizione Arbusto o cespuglio sempreverde, rampicante, alto fino a 8-10 (12) m, con fusti semilegnosi-lattiginosi (lattice bianco-candido), volubili, che si attorcigliano a qualsiasi tipo di supporto, fragili al piegamento, ingrossati ai nodi; nuovi getti dapprima verdastri, poi bruno-rossicci, inizialmente pubescenti per peli semplici ad essi appressati, poi glabri. Corteccia bruna nei rami giovani, tendente a diventare bruno-grigiastra con l'età, dapprima liscia, poi fessurata per screpolature longitudinali, poi, sui fusti più annosi, squamoso-verrucosa. Specie adatta anche alla coltivazione in vaso, necessita di non meno di 2-3 ore giornaliere di irradiazione solare diretta, e moderata umidità; nel periodo di fioritura, (fine primavera - mezza estate) è più esigente in termini di qualità del terreno e di umidità, per cui andrebbe aiutata con concimazioni e innaffiature regolari. La potatura può essere praticata in qualsiasi periodo dell'anno; abbastanza tollerante ai climi rigidi, inizia a soffrire al di sotto dei -5°C. Foglie Opposte, brevemente picciolate, semplici, coriacee, lunghe fino a 11 cm; lamina da lanceolata a ovata a ellittica, margine intero, apice da acuto a acuminato a cuspidato; pagina superiore glabra, color verde carico e lucida, quella inferiore più chiara, lucida, glabra o glabrescente, pubescente (peli difficilmente distinguibili ad occhio nudo) in fase giovanile; picciolo da glabro a lassamente peloso a pubescente (solo nei ramoscelli più giovani). Fiori I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, molto profumati (il profumo ricorda quello del gelsomino), riuniti in cime generalmente portate all'apice dei rami, o al più all'ascella delle foglie terminali; calice gamosepalo, verde, con 5 denti revoluti, persistente anche durante la fruttificazione; corolla gamopetala, bianco-candida, con 5 lobi patenti, profondamente divisi, spatolato-asimmetrici e disposti ad elica rispetto all'asse del tubo, con diametro che può arrivare fino a 2,5 cm; stami 5, inseriti nel tubo corollino e di questo più brevi; ovario supero 2-carpellare, stilo più breve del tubo corollino. Frutti Infruttescenze ± pendule formate da 2 follicoli rigidi e allungati (fusiformi), generalmente divergenti (a volte paralleli), saldati alla base, con superficie subliscia, dapprima verdi, poi rossastri, lattiginosi prima della maturazione; semi allungati, subcilindrici, provvisti, ad un'etremità, di un ciuffo di lunghi peli che ne consentono la dispersione per mezzo del vento. Periodo di fioritura Fiorisce da maggio a luglio. Territorio di crescita Specie originaria di Cina, Corea e Giappone; coltivata a fini ornamentali in tutto il territorio italiano, ad esclusione di alcune Regioni settentrionali. Habitat Giardini, parchi. Somiglianze e varietà Trachelospermum asiaticum Nakai, con corolla rosso-porporina, infiorescenze ascellari, foglie oblanceolate-obovate; Trachelospermum axillare Hook. con infiorescenze vistosamente più allungate, anche i singoli fiori sono portati da pedicelli più allungati, hanno corolla bianco-giallastra, con lobi più slargati soprattutto all'apice, somiglianti, per forma, a quelli del genere Vinca. Specie protetta Non esistono vincoli di tutela legati alla coltivazione o alla commercializzazione di questa specie. Costituenti chimici Lignani, flavonoidi, alcaloidi indolici (ibogaina, tabernaemontanina, vobasina e voacangina). Uso Alimentare Non si conoscono usi alimentari per la pianta, che anzi è da considerarsi potenzialmente pericolosa per cani e gatti domestici, in quanto l'ingestione può provocare forti infiammazioni gastroenteriche e innalzamenti del fosforo nell'organismo. Uso Cosmetologico Dal Trachelospermum jasminoides si estrae un olio, molto delicato, che viene impiegato in profumeria. Uso Farmacologico I lignani contenuti nella pianta sono fitoestrogeni che aiutano a mantenere il cuore sano e potenziano le difese immunitarie. Ad essi viene riconosciuta la capacità di contrastare e prevenire alcune forme tumorali. Foglie e fusto contengono inoltre un alcaloide, l'ibogaina, che si è dimostrata efficace a contrastare la sindrome da astinenza da oppiacei. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La medicina tradizionale cinese ricava dagli steli della pianta un rimedio chiamato Luo Shi Teng, usato contro i malanni dell'età avanzata come le artriti e le malattie cardiache e per curare ascessi e foruncolosi. Sempre in Cina, dalla corteccia interna degli steli di esemplari adulti si ricava una fibra usata per fare corde e sacchi. Note La pianta essuda una sostanza lattiginosa che macchia i vestiti e può irritare la pelle; la fragranza dei fiori può causare emicrania nei soggetti sensibili. Come pianta tappezzante, si presta bene a ricoprire grate e colonne. La specie è adatta ad essere coltivata come bonsai. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, G.B.Pau, Annamaria Bononcini e Mauro Cittadini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. (1851); Regione Liguria; Giugno 2008; Foto di Marika Ligure. Pianta in totale antesi. -
Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav. = Galinsoga ciliata (Raf.) S. F. Blake Sinonimi Galinsoga ciliata (Raf.) S. F. Blake Adventina ciliata Raf. Galinsoga aristulata Bicknell. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Asterales Famiglia: Asteraceae Nome italiano Galinsoga cigliata, Galinsoga ispida. Etimologia Il termine Galinsoga in onore a Mariano Martinez de Galinsoga (1766-1797), primo medico della Regina di Spagna e direttore del giardino botanico di Madrid. L'epiteto specifico latino quadriradiata deriva da quatuor = quattro e radius = raggio, con evidente riferimento al numero delle ligule esterne. ciliata = provvista di ciglia: deriva dal latino cilium = palpebra, ciglio, che ha origine, a sua volta, dal greco κύλον (kýlon) = palpebra; in Botanica si definisce ciliato tutto ciò che è provvisto di peli marginali. Descrizione Pianta erbacea annuale, alta da 10 a 50-60 cm; fusti eretti, molto ramificati e provvisti di fitta pelosità ghiandolare nella porzione superiore, generalmente verdi, talvolta macchiettati di bruno-rossastro. Foglie Opposte, brevemente picciolate; inizialmente con margine appena dentellato e completamente pubescenti, poi con sparsa pelosità sulla pagina superiore, mentre nella faccia inferiore addensata lungo le nervature, lamina scabra, da largamente ovata a romboidale, 2÷3 x 4÷5 cm, margine sparsamente ciliato, con grossi denti, apice da acuto ad aguzzo. Fiori Piccoli capolini isolati all'estremità delle ramificazioni terminali e su steli all'ascella delle foglie; ogni capolino ha un diametro di 6÷8 mm ed è composto da 4÷5 fiori periferici con ligule bianche, o più raramente rosee, generalmente tridentate, ma talvolta anche lisce; il disco è formato da numerosi e piccoli fiori tubulosi (15÷30) di colore giallo. Frutti Achenio ispido, bruno-nerastro, lungo 1,5 mm e affusolato, con pappo bianco e rado di dimensioni minori o uguali ai capolini. Periodo di fioritura Fiorisce da (Maggio) Giugno ad Ottobre (Novembre). Territorio di crescita Specie naturalizzata, introdotta dal Sud America; comune al Nord del nostro Paese, ed in rapida espansione. Assente in Liguria, Umbria, Sardegna, avventizia infestante in tutte le altre regioni italiane. Habitat Cresce nei coltivi, orti, ai bordi dei viottoli, su terreno riportato, zone ruderali e antropizzate fertili, dal livello del mare fino a 1000 m s.l.m. Somiglianze e varietà G. parviflora Cav.: il carattere che meglio permette di distinguere G. quadriradiata (= G. ciliata) da quest'altra specie è la presenza di densa pelosità ghiandolare sull'intera pianta; G. parviflora è, infatti, generalmente glabra, con pelosità semplice e appressata solo nella porzione superiore dei ramoscelli; inoltre in G. parviflora i capolini hanno un diametro generalmente < 5 mm (in G. quadriradiata mediamente di 6-7 mm), l'achenio è poco peloso (in G. quadriradiata ben peloso) e il pappo ha dimensioni maggiori o uguali ai capolini (in G. quadriradiata minori o, al più, uguali). Specie protetta Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano. Costituenti chimici Proteine, carboidrati, fibre, calcio, magnesio, carotene, fenoli, acido ferulico, acido caffeico, acidi protocatecuici, cumarina. Uso Alimentare Come per la congenere G. parviflora, varie parti della pianta sono commestibili: le foglie, i fusti, le gemme florali possono essere consumati crudi, in insalata, o cotti o aggiunti a zuppe e minestre. Dopo averli seccati e polverizzati se ne ottiene una spezia che può venire utilizzata per insaporire varie preparazioni. Il succo fresco è una gradevole aggiunta al succo di pomodoro o ad altri succhi vegetali, da utilizzarsi come bevanda dissetante e rinfrescante. In Colombia il suddetto succo prende il nome di Guasca ed entra come ingrediente fondamentale nella ricetta di una popolare zuppa di pollo e patate. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Uso Farmacologico Gli studi in campo farmacologico su questa specie ed altre congeneri sono scarsi. In Sud Africa è stato condotta una ricerca su alcune piante tradizionalmente usate nella medicina popolare, fra cui G. parviflora e G. quadriradiata = ciliata, per verificare se esistesse una base scientifica medica al loro uso. I risultati hanno evidenziato che alcuni estratti hanno la proprietà di abbassare la pressione sanguigna e di proteggere i vasi di cuore e cervello e risultano particolarmente utili nei soggetti diabetici. Uno studio di genere analogo è stato condotto in Polonia, per verificare l’efficacia degli acidi fenolici contenuti in queste due specie, a supporto dell’uso medicinale che di esse si fa nella medicina popolare, per trattare malattie della pelle come l’eczema e per curare ferite. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Questa specie, insieme a G. parviflora, è usata nella medicina popolare di Cile e Perù per curare le ferite di difficile cicatrizzazione, in Africa per trattare il raffreddore, in Indonesia e Polonia, per uso topico, sulle malattie della pelle e le punture di insetti. Sempre in Polonia l’infuso della pianta secca viene usato come antiscorbutico e per indurre la montata lattea nelle puerpere. Note Pianta introdotta dal Sud America (1946) ed in grande espansione. In alcuni paesi d’Europa, negli Stati Uniti ed in Australia questa specie è considerata una pericolosa infestante, in grado di esercitare un forte antagonismo radicale rispetto ad altre specie concorrenti e resistente ai trattamenti con erbicidi. Uno studio condotto in India sul comportamento alimentare delle chiocciole ha evidenziato che questi molluschi Gasteropodi terrestri non si cibano di Galinsoga cilita. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giuliano Gnata, Giovanni Baruffa, G. B. Pau, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav. = Galinsoga ciliata (Raf.) S. F. Blake - Regione Veneto, Prov. Vicenza, altit. m. 200 slm, 3-10-2007 - Foto di Giuliano Gnata
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Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Liguria, 600m s.l.m., Aprile 2009, foto di Marika -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Liguria, 600m s.l.m., Aprile 2009, foto di Marika -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Liguria, 600m s.l.m., Aprile 2009, foto di Marika -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemone nemorosa L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Biraghi -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Biraghi -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemone nemorosa L., Regione Lombardia, Valsassina, m. 800 s.l.m., Marzo 2006 - foto di Giovanni Baruffa -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Lombardia, Prov Lecco, m. 350 s.l.m., Marzo 2009 - foto di Giovanni Baruffa Fioritura. -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemone nemorosa L. - Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m s.l.m. - Foto di R.M. Fondi -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa (L.) Holub - Foto di Pietro Curti Un fungo parassita cresce su questa essenza, la sua struttura morfologica interrata e culminante con una massa globosa e nerastra detta sclerozio, si lega con i peli terminali delle radici dell'Anemone nemorosa sviluppando il parassitismo, Dumontinia tuberosa (Hedwig ex Fries) Kohn (=Sclerotinia tuberosa (Hedwig e Fries) Fuckel). -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L. - Foto di Mauro Cittadini -
Anemonoides nemorosa (L.) Holub
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Anemonoides nemorosa L., Regione Liguria, 800 m. s.l.m., Marzo 2008 - foto di Marika