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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Ajuga reptans L. - Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m slm, maggio 2007 - foto di R.M.Fondi
  2. Ajuga reptans L. Sinonimi Ajuga barrelieri Ten. (1839) Ajuga breviproles Borbás (1899) Ajuga nantii Boreau (1863) Ajuga stolonifera Jeanb. & Timb.-Lagr. (1879) Ajuga vulgaris Rouy (1909) - subsp. nantii (Boreau) Rouy (1909) - subsp. reptans (L.) Rouy (1909) - var. bifera Gillot (1880) - var. breviproles (Borbás) Rouy (1909) - var. stolonifera (Jeanb. & Timb.-Lagr.) Rouy (1909) Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Lamiales Famiglia: Lamiaceae Nome italiano Bugola o Bugula, Iva comune, Erba di S.Lorenzo Etimologia Il nome generico deriva probabilmente dal latino jugum = giogo cui si aggiunge il prefisso privativo a-, con il significato di "privo di giogo, non soggiogato"; ciò alluderebbe all'assenza del labbro superiore nella corolla. Secondo Plinio, il nome deriverebbe invece dal verbo latino abigo = spingo fuori, espello, con allusione alle proprietà lassative della pianta. L'attributo specifico, dal latino repere/reptare = strisciare (da cui anche rettile) fa invece riferimento al carattere strisciante, stolonifero, della pianta. Descrizione A. reptans è una pianta erbacea perenne, stolonifera, alta fino a circa 20 cm. La radice è fascicolata; fusti a sezione tetragonale glabrescenti o pubescenti su coppie di facce opposte alternantisi ad ogni internodo, quelli fioriferi eretti, arrossati e con tomento lanoso (sempre su facce opposte) nella porzione apicale (e quindi anche sul rachide dell'infiorescenza); stoloni basali epigei e striscianti, lunghi fino a 30 (40) cm, foliosi e radicanti ai nodi. Foglie Foglie basali in rosette dense, persistenti alla fioritura, con picciolo lungo come la lamina (questa 2-4 x 8-15 cm), che è ovato-spatolata con margine da subintero a crenato. Foglie cauline più piccole (larghe 1,5-3 cm e lunghe 3-5 cm), opposte e sessili, o subsessili, a lamina ovata con margine subintero o crenato, di colore verde chiaro e lucide. Brattee fiorali (foglie cauline modificate) progressivamente più piccole dal basso verso l'alto, a maturità di colore purpureo-violaceo. Fiori Infiorescenza a spicastro denso, lunga 10-15 cm, con i fiori disposti in pseudo-verticilli all'ascella delle brattee. Brattee più brevi dei fiori, che così risultano ben visibili. Fiori ermafroditi, con forma tipica della famiglia. Calice sub-attinomofo, a sepali saldati in un tubo lungo 4-6 mm, peloso, con 5 denti calicini di pari lunghezza, o poco più lunghi. Corolla zigomorfa, gamopetala, con tubo corollino pubescente, lungo 9-10 mm, di colore variabile dall'azzurro-violetto al bianco (comprese le tonalità intermedie). Labbro superiore nullo, labbro inferiore lungo 6 mm, trilobo (lobo centrale maggiore dei laterali). Lobi con venature bianche e nervature longitudinali più scure (o completamente bianchi negli esemplari apocromici). Stami 4, con antere giallastre, completamente emergenti dalla fauce. Ovario semiinfero, stigma bifido lungo e sporgente, che in mancanza del labbro superiore viene protetto dalla pioggia dalle brattee del verticillo soprastante. Impollinazione entomofila (farfalle e api). Frutti Il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio reticolato) formato da 4 nucule con superficie rugosa. Periodo di fioritura Fioritura precoce (Gennaio-Marzo) in Sicilia, più tardiva (Aprile-Luglio) nel Nord e sulle Alpi. Territorio di crescita Specie spontanea del Continente Europeo (fino al Caucaso e ad eccezione di Scandinavia e fascia a clima più tipicamente mediterraneo), Medio Oriente e Africa settentrionale; in Italia è comune su tutto il territorio, ad eccezione della Sardegna, meno frequente al Sud. Habitat Prati fertili e concimati, lungo le siepi e margini dei sentieri, boschi di latifoglie, dal livello del mare fino a circa 1500 m di quota. Somiglianze e varietà Il genere Ajuga è presente in Italia con altre 6 specie: A. orientalis L. A. tenorii Presl A. pyramidalis L. A. genevensis L. A. chamaepitys (L.) Schreber A. iva (L.) Schreber Tra tutte queste, A. reptans può essere scambiata solo con A. genevensis, che però non porta stoloni, e con A. pyramidalis, nella quale però, oltre a mancare gli stoloni, le brattee colorate superano, in lunghezza, i fiori, celandoli. In A. genevensis e A. pyramidalis, inoltre, la pelosità, almeno nella parte alta dei fusti, è presente su tutte e 4 le facce. A. reptans può facilmente ibridarsi con entrambe queste congeneri. Specie protetta Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano. Costituenti chimici Tannini, saponine, olio essenziale, colina, un glucoside idrosolubile, derivati glicosilati di alcuni fenilpropanoidi (verbascoside e teupolioside), principi amari, flavonoidi, pigmenti (antocianina). Uso Alimentare I germogli e le foglie possono venire mangiati in insalata. Uso Cosmetologico Estratti della pianta sono largamente utilizzati in prodotti contro la caduta dei capelli e per la protezione e riparazione del cuoio capelluto. Un infuso della pianta, ricca di tannini, è utile alle pelli delicate facilmente arrossabili e predisposte alla couperose. Uso Farmacologico La ricerca in campo farmacologico ha evidenziato che estratti della pianta sono in grado di esercitare attività antiossidante ed anti radicali liberi. Possono venire utlizzati per uno svariato numero di patologie allergiche, sia sistemiche che cutanee e l'attività che esplicano è in grado di proteggere l'organismo dai danni causati dall'accumulo di metalli pesanti, come per esempio l'emosiderosi polmonare: una malattia caratterizzata da un accumulo di ferro nei polmoni. Inoltre alcuni estratti (teupolioside e isoteupolioside) esercitano attività di prevenzione e cura nell'alopecia androgenetica, nell'acne giovanile ed in alcuni tipi di disturbi prostatici. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Ampiamente usata, in passato, nella medicina popolare, è stata considerata dagli erboristi medioevali come un toccasana in grado di curare tutti i mali. Ai nostri giorni la pianta viene utilizzata in fitoterapia per le proprietà cicatrizzanti, antisettiche, digestive e colagoghe. Per uso interno la parte aerea della pianta è utile ad alleviare le irritazioni intestinali, in caso di insufficienza epatobiliare e per arrestare le emorragie. Per uso esterno e topico, in caso di lesioni cutanee, distorsioni e contusioni, infiammazioni ed infezioni del cavo orofaringeo. Note In lingua inglese uno dei nomi volgari della Bugola è "carpenter's herb" ossia "erba del falegname", per la sua capacità di arrestare il sanguinamento di tagli e ferite. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Renato M. Fondi, Gian Battista Pau e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Ajuga reptans L. - Regione Piemonte, Valsesia, 1200 m slm, aprile 2007 - foto di R.M.Fondi
  3. Colchicum autumnale L., Regione Liguria, 736 m s.l.m., Maggio 2008 - foto di Marika
  4. Colchicum autumnale L., Regione Liguria, 736 m s.l.m., Aprile 2008 - foto di Marika
  5. Colchicum autumnale L., Regione Liguria, 736 m s.l.m., Aprile 2008 - foto di Marika
  6. Colchicum autumnale L. Sinonimi Colchicum vernale Hoffm. Colchicum praecox Spenn. Colchicum transsilvanicum Schur Colchicum vernum Kunth Colchicum polyanthon Ker Gawl. Colchicum vranjanum Adamovic ex Stef. Colchicum multiflorum Brot. Colchicum pannonicum Griseb. & Schenk Colchicum bisignanii Ten. ex Janka Colchicum bulgaricum Velen. Colchicum haynaldii Heuff. Colchicum commune Neck. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Liliopsida Ordine:Liliales Famiglia:Liliaceae Nomi italiani Falso zafferano, Colchico autunnale, Zafferano bastardo, Giglio matto, Freddolina. Etimologia Colchicum deriva da Kolchis, ovvero una regione dell'est della Georgia, sul Mar Nero, l'antica Colchide, regno mitologico di Medea. Autumnale si riferisce al periodo di fioritura. Descrizione Pianta perenne con bulbo verticale, a forma di pera e ricoperto da una tunica bronzea, che non emette fiori finché ci sono le foglie. Foglie e semi appaiono in primavera, poi seccano e spariscono lasciando posto ai fiori in autunno. Tutta la pianta è velenosa. Foglie Le foglie del Colchicum spuntano in primavera e muoiono in autunno prima che compaiano i fiori; sono di colore verde scuro, lunghe fino a 30 cm, larghe circa 7cm, con leggere striature più scure. Fiori I fiori, simili a quelli dei Crocus, spuntano in autunno nascendo direttamente dal bulbo sotterraneo, per lo più a mazzetti di 3 ma anche fino a 7; hanno 6 tepali di colore viola/rosa non variegati, fusi in un unico tubo perigoniale. Il fiore (lobi + tubo) è lungo complessivamente fino a 20 cm; ermafrodita, ha antere gialle su 6 stami, 3 dei quali più lunghi dei restanti, e 3 stili sporgenti dal tubo e separati tra loro. Frutti I frutti sono capsule ovoidali, verdi, collocate nel cuore delle foglie in primavera; contengono circa 200 semi che sono dapprima bianco lattiginosi ma col passare del tempo scuriscono. Periodo di fioritura I fiori spuntano fra agosto e ottobre. Territorio di crescita C. autumnale è diffuso e comune nel nord Italia fino alla Toscana. La specie è stata ritrovata anche in Sardegna. Habitat Cresce nelle radure boschive, nei prati e nei luoghi umidi, ma non in substrato calcareo. Somiglianze e varietà C. autumnale può essere confuso con piante del genere Crocus (fam. Iridaceae), e in particolare con Crocus sativus L. lo zafferano vero, che però ha foglie riunite in mazzetti filiformi e lunghe una trentina di cm, e tre soli stami, mentre il Colchicum ne ha 6; altro importante fattore di distinzione è il periodo di fioritura, primaverile-precoce nei Crocus e tardo-estiva/autunnale nei Colchicum. Facile anche la confusione con C. alpinum L., i cui fiori sono però isolati ed hanno stili più brevi con stigma a capocchia. Molto più simili sono C. lusitanum Brot. con foglie più strette e lobi perigoniali variegati a scacchi, e C. neapolitanum, con foglie più strette e bulbo più piccolo: due specie precedentemente attribuite a C. autumnale. Specie protetta Non ci sono notizie sulla protezione della pianta in territorio nazionale. Costituenti chimici I bulbi, dove se ne rileva la maggior concentrazione, contengono: colchina, colchiceina, amido, resina, tannino, zuccheri, acido chelidonico, salicilico e benzoico. I semi: colchicina, colchicoside, fitosterina, olio grasso, acido gallico, alcaloidi; sono altamente tossici e ne basta 1 solo per intossicare un bambino. La colchicina è una sostanza alcaloide molto tossica che interferisce con la divisione cellulare inibendola. Uso Alimentare Per la sua tossicità è altamente vietato il consumo alimentare umano; anche le bestie di grossa taglia lo evitano, mentre gli ovini se ne cibano voracemente, col risultato di produrre poi un latte non commestibile. Uso Cosmetologico Data la tossicità dell'intera pianta non si conoscono usi cosmetologici. Uso Farmacologico Oltre che per le forme acute di gotta è utile per la cura di alcune forme di epatite cronica. Trova impieghi anche nel trattamento esterno di alcune forme tumorali grazie alle sue capacità di ridurre la duplicazione cellulare. Gli utilizzi in farmacologia di questa pianta, contenente sostanze tra le più velenose, sono necessariamente riservati ai medici e si limitano all'utilizzo della sola colchicina pura. Pianta da evitare e non utilizzata in fitoterapia per la sua velenosità. Medicina alternativa e Curiosità In omeopatia il C. autumnale viene usato, in minime dosi, per la poliartrite e nella ritenzione degli acidi urici che provoca la gotta. Mentre in veterinaria come diuretico e per curare i malanni articolari degli animali. Anticamente il decotto della pianta veniva frizionato sul derma per il trattamento delle sciatalgie e nelle affezioni del trigemino Note La mitologia narra che fu proprio Medea, abitante della Colchide, a causare la nascita del fiore sulla terra, lasciando sbadatamente cadere sul terreno una goccia di una delle sue pozioni. I cacciatori francesi chiamavano il Colchicum autumnale "ammazzacani", credendolo responsabile dell'avvelenamento dei loro cani da caccia, ma più probabilmente le povere bestie mangiavano i bocconi preparati per gli animali nocivi e imbevuti con la colchicina, contenuta nei semi e nei bulbi delle piante. In alcuni posti della Liguria viene chiamato "lumin da morto", dato che il fiore sboccia coi primi freddi e vicino alla ricorrenza dei defunti, e gli attribuiscono il valore emblematico di fiore della meditazione e del rimpianto. Mentre per altri rappresenta il simbolo della perversità, a causa della sua forte velenosità. In alcune zone di montagna se ne sconsiglia l'uso per la realizzazione dei centro tavola e a tal proposito in queste località viene chiamato "fiore del mal di testa". Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, Pietro Curti e Renato Fondi - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Colchicum autumnale L., Regione Liguria, 736 m s.l.m., Aprile 2008 - foto di Marika
  7. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Mantovani
  8. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Mantovani
  9. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Biraghi
  10. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 150 m. s.l.m., Marzo 2009, foto di Massimo Biraghi
  11. Scilla bifolia L. - Regione Emilia Romagna - Marzo 2008 - foto di Gianni Bonini
  12. Scilla bifolia L. - Regione Emilia Romagna - Marzo 2008 - foto di Gianni Bonini
  13. Scilla bifolia L. - Regione Emilia Romagna - Aprile 2006 - foto di Annamaria Bononcini
  14. Scilla bifolia L. - Regione Emilia Romagna - Marzo 2008 - foto di Gianni Bonini
  15. Scilla bifolia L. - Regione Emilia Romagna - Marzo 2004 - foto di Gianni Bonini
  16. Scilla bifolia L. - Regione Piemonte, Alagna Valsesia, m 1200 s.l.m. - aprile 2008 - foto di R.M. Fondi
  17. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 1160 m s.l.m., Marzo 2008, foto di Luis
  18. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 1160 m s.l.m., Marzo 2008, foto di Luis Pianta intera fuori terra.
  19. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, 1160 m s.l.m., Marzo 2008, foto di Luis Bulbo e apparato radicale.
  20. Scilla bifolia L., Regione Liguria, 300 m s.l.m., Marzo 2006, foto di Marika
  21. Scilla bifolia L., Regione Lombardia, Febbraio 2007, foto di Porcinik
  22. Scilla bifolia L., Regione Emilia Romagna, Marzo 2006, foto di Annamaria Bononcini
  23. Scilla bifolia L., Regione Marche, Aprile 2008 - foto di Pietro Curti
  24. Scilla bifolia L., Regione Marche, Aprile 2008 - foto di Pietro Curti
  25. Scilla bifolia L. - Regione Lombardia, 150 m s.l.m., Febbraio 2007, foto di Massimo Biraghi
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