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Geranium molle L.
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Gli stami sono 10 disposti in 2 verticilli concentrici, quello interno alterno ai petali, quello esterno opposto ai petali. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Lo stilo è suddiviso in 5 segmenti radiali-revoluti ai cui apici si apre uno stigma. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. I petali sono cuoriformi, o largamente ellittici con apice vistosamente smarginato, e possono essere ± embricati. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 19 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. I sepali, assai villosi, portano all'apice un piccolo mucrone, generalmente non più lungo di 0,2 mm. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 19 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Brattee dell'infiorescenza. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 19 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Alla base della biforcazione dei pedicelli fiorali sono presenti delle piccole brattee pelose e di consistenza membranosa, ben evidenti nella fase giovanile dell'infiorescenza, poi via via si disseccano perdendo porzioni sempre maggiori a partire dalla parte apicale, fino a scomparire, o quasi, dopo la fecondazione. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Infiorescenza. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Fiori; i sepali e i petali sono generalmente eretto-patenti e appressati fra loro; sepali con breve mucrone e con indumento simile alle altre parti della pianta, i petali sono glabri almeno sulla faccia adassiale. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Foglia della parte superiore del fusto. La lamina e il picciolo hanno dimensioni minori rispetto alle foglie più in basso; la lamina è inoltre marcatamente divisa in 5 lobi, fra i quali i 2 più prossimi alla base possono essere 2-lobati o interi, i restanti sono interi o poco divisi. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Pagina superiore di una foglia della parte bassa del fusto. Spesso in queste foglie le divisioni sono relativamente poco profonde e potrebbe non esserci netta distinzione fra lobi di primo e di secondo ordine; i peli sono di solito più visibili in prossimità dei margini, in realtà sono disposti uniformamante su tutta la lamina, sia sulla faccia superiore che inferiore. -
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Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. Indumento di un fusticino, i peli più lunghi sono sempre semplici, quelli più brevi possono essere anche ghiandolari. -
Geranium molle L.
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Geranium molle L. Sinonimi Geranium stipulare Kunze Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae) Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones) Ordine: Geraniales Famiglia: Geraniaceae Nome italiano Geranio comune Etimologia I gerani erano conosciuti già al tempo dei greci e dei romani, il nome Geranium viene citato nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, e deriva dal greco γεράνιον (geranion), da γέρανος (geranos) = gru, in riferimento al fatto che i frutti portano un becco simile a quello delle gru (uccelli); l’epiteto latino è la forma neutra dell'aggettivo mollis che significa morbido, in riferimento alla pelosità di tutte le parti della pianta, che le rende morbide al tatto, come velluto. Descrizione Pianta erbacea annuale alta fino a 30 (40) cm, con fitta pelosità biancastra, morbida e variegata, generalmente per peli semplici lunghi fino a circa 2 mm e peli semplici o ghiandolari vistosamente più brevi. Fusticini esili, ma rigidi, sub-eretti o ascendenti, arrossati, scanalati almeno nella parte basale. Foglie Picciolate, con lamina da sub-orbicolare a reniforme, palmatifida con segmenti principali a loro volta divisi in (2)3(4) lobi generalmente arrotondati, più di rado ulteriormente divisi; pelosità appressata alla lamina, o al più eretto-patente, sia semplice che ghiandolare, avvertibile al tatto come velluto, su entrambe le facce; picciolo lungo fino a 12-14 cm nelle foglie basali, progressivamente più breve andando verso l’apice dei fusti; divisioni della lamina più marcate nelle foglie superiori, che hanno dimensioni più ridotte rispetto alle altre e sono divise in 5 lobi, interi o, a loro volta, divisi in 2-3 segmenti. Stipole pelose su almeno una faccia e sul margine, ± erette e leggermente involute. Fiori In cimette generalmente 2-flore, in posizione opposta alle foglie superiori e apicali; peduncolo con indumento simile ai fusti, e portante un verticillo di piccole brattee scariose e villose, all’incirca sub-erette e lanceolate o 2-lobate, alla base della diramazione dei pedicelli di ciascun fiore; calice 5-mero persistente, ma non accrescente, alla fruttificazione, con sepali liberi, lanceolati e pelosi, ± appressati ai petali, e con breve (< 0,2 mm) mucrone, generalmente arrossato, all’apice; corolla 5-mera dialipetala, da rosea a violetto-porporina, con petali eretto-patenti, glabri almeno sulla pagina superiore, largamente ellittici e smarginati all’apice, oppure 2-lobati, più lunghi dei sepali; stami 10 con filamenti biancastri e antere violacee; ovario supero 5-loculare, stilo unico, diviso all’apice in 5 segmenti revoluti, e disposti, quindi, radialmente. Frutti Infruttescenza a schizocarpo, formata, alla base, da 5 acheni (mericarpi) glabri occultati dal calice, e da un becco tozzo e pubescente per brevi peli eretto-patenti, ristretto e portante i resti degli stigmi all’apice; la lunghezza complessiva non supera, di solito, i 10 mm, e a maturità assume un colore brunastro. Periodo di fioritura Da marzo a settembre; nelle regioni con estati molto torride e inverni moderatamente freddi la fioritura si arresta all'inizio dell'estate con successivo disseccamento della pianta, ma può essere anticipata anche di 1 o 2 mesi durante l'inverno. Territorio di crescita Specie originaria dell'Europa e del continente Asiatico, è stata introdotta in quasi tutte le restanti parti del Globo, divenendo così subcosmopolita; in Italia è presente allo stato spontaneo in tutte le Regioni. Habitat Prati, coltivi, vigne, generalmente in zone ben antropizzate, dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota, nelle zone più temperate può spingersi anche ad altezze più elevate. Somiglianze e varietà G. molle si differenzia dagli altri gerani con foglie simili per avere i mericarpi glabri; oltre che per la pelosità dei mericarpi, le specie più affini si distinguono in questo modo: G. rotundifolium L., per avere i petali per lo più ad apice intero-arrotondato, e quindi non smarginati, e per i sepali con mucrone apicale più pronunciato; presente in tutte le Regioni italiane; G. pyrenaicum Burm. f. subsp. pyrenaicum, per essere pianta perenne con apparato radicale a rizoma verticale e legnosetto (in G. molle l'apparato radicale è lassamente fascicolato), fiori vistosamente più grandi con petali che possono arrivare a 10-11 mm di lunghezza (in G. molle generalmente arrivano mediamente a 5-6 mm, più raramente superano i 7-8 mm), presente in tutte le Regioni italiane ad eccezione della Sardegna. G. pusillum L., per avere pelosità di solito molto più rada, e soprattutto per avere i sepali più lunghi dei petali, presente in tutte le Regioni italiane ad eccezione della Sicilia. Specie protetta Non vi sono leggi a carattere locale, regionale, o nazionale, o direttive internazionali che tutelino questa specie. Costituenti chimici In misura variabile a seconda delle specie e della stagione i Geranium sp. pl. contengono: tannino (acido gallico, acido tannico), flavonoidi, mucillagini, resine, terpeni. Uso Alimentare Indagini etnobotaniche nel territorio della Garfagnana hanno documentato un uso alimentare delle foglie di G. molle come ingrediente nelle zuppe. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetici per questa specie. Uso Farmacologico Il contenuto in tannino conferisce attività astringente e quello in terpeni attività antisettica. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nella medicina popolare la pianta è considerata astringente, vulneraria ed anodina (agisce sul cervello e sul Sistema Nervoso, diminuendo la sensibilità al dolore). Nicholas Culpeper, insigne botanico, erborista, medico ed astrologo britannico, vissuto nella prima metà del Seicento, sosteneva che questa specie ha un ampio spettro di usi medicinali e che costituisce un’eccellente rimedio per ferite e per sanguinamenti di vario genere, in grado di favorire la coagulazione e di curare dolori di varia natura, ulcere e fistole. Note G. molle costituisce un buon foraggio per gli animali, ed è stato dimostrato che può far aumentare la percentuale di terpeni nel latte bovino, ovino e nei formaggi da esso derivati, con un guadagno in termini di aroma e di caratteristiche qualitative. Scheda di proprietà AMINT realizzata da G. B. Pau, Renato M. Fondi e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Geranium molle L., Regione Sardegna, 60 m s. l. m., 3 febbraio 2009 - Foto di G.B. Pau. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Infruttescenza, non di rado uno dei follicoli è più corto dell'altro, o può addirittura mancare. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Infruttescenza. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. L'infruttescenza è formata da 2 follicoli grossolanamente torulosi, somiglianti a baccelli, saldati alla base e terminanti, all'apice, con un piccolo becco; a maturità diventano brunastri. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Ramoscello con infruttescenza; il calice è persistente anche dopo la maturazione dei frutti. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Calice fiorale gamosepalo, profondamente diviso in 5 lobi lesiniformi acuti, ciliati sul margine (ciglia > 0,4 mm, apprezzabili anche ad occhio nudo) e portanti 2 dentelli lunghi all'incirca quanto le ciglia entro la metà basale. -
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Calice e tubo corollino. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. I fiori, solitari, sono portanti su un lungo peduncolo all'ascella delle foglie. -
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Ciglia sul margine fogliare di dimensioni ridotte, poco visibili ad occhio nudo. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Il margine fogliare è intero e ciliato, le ciglia alla base sono più lunghe di quelle della restante porzione del margine. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Foglia a lamina ovato-lanceolata, l'apice è di solito subacuto o acuminato. -
Vinca major L. 1753
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Foglia a lamina ovata. -
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Fusto strisciante, si nota la variabilità della forma della lamina fogliare, da ovato-lanceolata, a ovata a suborbicolare. -
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Vinca major L. (1753); Regione Sardegna; 70 m s.l.m.; 24 Gennaio 2009; Foto di G.B. Pau. Stazione di esemplari inselvatichiti; il portamento è generalmente strisciante, ma i nuovi getti sterili sono eretti, quelli fertili possono essere eretti o anche prostrati. La riproduzione avviene per lo più per via vegetativa.