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Gruppo Botanico AMINT

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Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Marzo 2008 - foto di Marika
  2. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Marzo 2008 - foto di Marika
  3. Matthiola incana(L.) R. Br. s. l. - foto di Gianni Bonini
  4. Matthiola incana(L.) R. Br. s. l. - foto di Gianni Bonini
  5. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Febbraio 2008 - foto di Marika
  6. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Marzo 2008 - foto di Marika
  7. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Marzo 2006 - foto di Marika
  8. Matthiola incana (L.) R. Br. s. l. Sinonimi Cheiranthus incanus L. M. annua (L.) Sweet M. fenestralis (L.) R. Br. M. rupestris (Raf.) DC. M. undulata Tineo M. incana (L.) R. Br. subsp. incana M. incana (L.) R. Br. subsp. rupestris (Raf.) Nyman M. incana (L.) R.Br. subsp. pulchella (Conti) Greuter et Burdet M. incana (L.) R.Br. var. pulchella P. Conti Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Capparales Famiglia: Brassicaceae Nome italiano Violacciocca rossa Etimologia Matthiola fu il nome che diede a questo genere Charles Plumier, in onore del botanico e medico senese Pietro Andrea Mattioli, morto di peste a Trento nel 1577; incana dal latino incanus bianco, per il colore dei fusti erbacei e delle foglie. Descrizione Pianta suffruticosa perenne alta fino a 80 cm, fusti basali legnosi e portanti le cicatrici delle vecchie foglie, fusti erbacei e foglie verde-biancastri, ± tomentosi. Foglie Le foglie, picciolate, sono da ellittiche a oblungo-lanceolate, intere o ± sinuose, lunghe fino a 15 cm. Fiori Fiori profumati, con verticilli perianziali 4-meri attinomorfi, calice con sepali eretti e saccati, corolla cruciata di colore porporino-violaceo, più di rado bianca o rosea, talvolta screziata, petali obovato-spatolati o, talvolta, obcordati; stami tetradinami; stimma diviso in 2 lobi, in modo da formare due piccole gibbosità, ben visibili all'apice delle silique non ancora mature, di lunghezza < 1,5 mm. Frutti I frutti sono silique compresse, non ghiandolose, ovvero portanti al più qualche piccola ghiandola del diametro inferiore a 0,1 mm. Periodo di fioritura Fiorisce da marzo a maggio. Territorio di crescita Specie di probabili origini tirreniche, si sarebbe poi spontaneizzata all'incirca in tutti i Paesi europei che si affacciano al bacino del Mediterraneo e nelle Azzorre, grazie alla sua coltivazione a scopi ornamentali e alla sua facilità di propagazione. In Italia si trova, allo stato spontaneo, sui litorali tirrenici, ionici e adriatici (ad eccezione della riviera romagnola), nelle isole maggiori e minori, rinvenuta in Friuli V. G. e naturalizzata in Veneto e Molise. Habitat Cresce nelle zone litoranee marine, ma talvolta anche nell'interno, su rocce a strapiombo sul mare, dirupi e muri, preferibilmente su substrati calcarei, fino a circa 600 m di quota. Somiglianze e varietà Nel territorio italiano questa entità è presente in 3 sottospecie: M. incana (L.) R. Br. subsp. incana [= Cheiranthus incanus L. = M. annua (L.) Sweet = M. fenestralis (L.) R. Br.], caratterizzata da foglie ad apice arrotondato, che, assieme ai fusti, presentano tomentosità ± densa, presente in Friuli V. G., Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia e Sardegna. M. incana (L.) R. Br. subsp. rupestris (Raf.) Nyman [= M. rupestris (Raf.) DC. = M. undulata Tineo], caratterizzata da foglie ad apice acuto, di norma più larghe rispetto alla subsp. incana, potendo essere larghe fino a 4 cm (la subsp. incana, generalmente, non più di 2,2 cm), con indumento glabrescente o con lassa pubescenza, endemica di Calabria, Sicilia e loro isole minori, segnalata in Campania nei settori di Ischia e Gaeta da Pignatti [Fl. It. 1: 394 (1982)], ma da verificare, presenza dubbia anche in Abruzzo. M. incana (L.) R. Br. subsp. pulchella (Conti) Greuter et Burdet [M. incana (L.) R.Br. var. pulchella P. Conti], affine alla subsp. rupestris, ma con predominanza di pubescenza ghiandolare piuttosto che ramificata, endemica di Pantelleria. Specie protetta L. R. 06/04/2000, n. 56 Toscana, "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche (...)", compare nell'all. A tra le "specie animali e vegetali di interesse regionale, la cui conservazione può richiedere la designazione di SIR". Costituenti chimici Glucosidi, glucosinati, acidi organici ( linoleico, ferulico, sinapico) flavonoidi (antocianine, antocianidine ), cheirantina, cheirolina. Uso Alimentare I fiori, molto profumati, possono essere consumati come ortaggi o usati per guarnire dolci. In Puglia vengono consumati i baccelli freschi bolliti. Dal nettare dei fiori, le api ricavano un ottimo miele. Uso Cosmetologico L'infuso e il decotto della pianta intera sono usati come emolliente per la cute. Dai fiori si distilla un'essenza usata in profumeria. Uso Farmacologico L'olio di Matthiola incana, ricavato dai semi, è ricchissimo di omega-3-acido linoleico e la ricerca in campo fitofarmacologico ha dimostrato la capacità di questa sostanza di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e di aumentare quello dei grassi insaturi, essenziali per la salute. Poiché non può essere prodotta dall'organismo, è necessario assumerla o attraverso l'alimentazione o come medicinale. I fiori contengono un glucoside (cheirantina) che può avere azione tossica a livello cardiaco, e una sostanza antitiroidea (cheirolina). Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La violaciocca è considerata pianta officinale e valutata per le sue virtù terapeutiche in vari paesi del mondo, mentre in Italia è poco usata. I semi vengono considerati afrodisiaci, diuretici, espettoranti, stimolanti, stomachici e tonici. Un infuso dei fiori mischiato a vino si dice che abbia effetto di antidoto contro i morsi velenosi. In Bolivia il decotto delle parti aeree viene usato per la cura dell'eczema. Dai fiori si ottiene una tintura di un profondo blu porpora. In Sicilia, a Scicli, per la festa di S. Giuseppe è tradizione far sfilare i cavalli addobbati con fiori di Violaciocca per le vie della città. Note L'emblematica floreale assegna alla Matthiola incana la funzione di testimoniare la solidarietà e l'amicizia indistruttibile anche nei periodi difficili, riallacciandosi alle precarie condizioni in cui vegeta, abbarbicata alle rocce strapiombanti sul mare, sottoposta alla furia dei venti e delle onde marine. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Matthiola incana (L.) R. Br. s. l., Regione Liguria, 30 m s.l.m., Marzo 2008 - foto di Marika
  9. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2007 - Foto di Roberto Tosi
  10. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2006 - Foto di Gianni Bonini
  11. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2006 - Foto di Gianni Bonini
  12. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2008 - Foto di Annamaria Bononcini
  13. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Lazio, Maggio 2007 - Foto di Gianni Pilato
  14. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2006 - Foto di Gianni Bonini
  15. Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greuter Sinonimi Orchis fuciflora Crantz Ophrys arachnites Scopoli Arachnites fuciflora F.W. Schmidt Ophrys arachnoieds Andr. Ophrys fuciflora (F.W. Schmidt) Moench Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Ofride dei fuchi Orchidea calabrone Etimologia Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglia (come riferiva Plinio il vecchio), o forse per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia. Il nome specifico dal greco antico holosericea = di seta fa riferimento al labello di consistenza vellutata. Descrizione Pianta alta da 10 a 40 cm, La parte sotterranea è costituita da due tubercoli di forma sferica ed alcune radici. Foglie Foglie basali lanceolate, raccolte in una rosetta, le cauline più acute ed abbraccianti il fusto; di colore verde con sfumature grigiastre. Brattee più lunghe dell'ovario. Fiori Infiorescenza con 2-10 fiori piuttosto grandi. Sepali da bianchi a porpora violaceo, ottusi, concavi, percorsi da una venatura centrale verde, più o meno accentuata; i laterali aperti, il mediano frequentemente incurvato verso il gimnostemio. Petali più piccoli dei sepali, vellutati, triangolari, spesso auricolati, di colore variabile dal bianco al verdastro o, più spesso, al rosa porporino. Labello intero o vagamente trilobato, da trapezoidale ad obcordiforme, convesso, dai bordi spesso revoluti, vellutato, villoso sul margine, di colore da bruno-rossastro chiaro a porpora-nerastro, con due gibbosità basali di dimensione variabile da meno di un mm. a 3 mm., glabre e verdastre all'interno. Apicolo evidente, acuto, spesso tridentato, di colore verdastro o giallastro, volto in avanti e in alto. Macula centrale glabra, grigio bluastra o rossastra, bordata di giallo o di biancastro, con un disegno a forma di X o di H, simmetrico. Cavità stigmatica scura, cupolare e munita di due pseudo occhi neri, arrotondati e lucenti. Gimnostemio con rostro abbastanza corto; punti staminodiali spesso presenti. Tipo corologico Centroeuropeo Periodo di fioritura Da aprile a giugno Territorio di crescita Presente in tutta la penisola, ad esclusione di Sardegna e Sicilia. Habitat Prati aridi, garrighe, radure, calanchi, su substrato calcareo, in piena luce o mezz'ombra, fino a 1500 mt. Somiglianze e varietà Ophrys holosericea subsp. apulica ( O. Danesch & E. Danesch) Buttler che si differenzia per i fiori più grandi e vistosi, petali e sepali laterali da rosa a rosa-violaceo. Ophrys candica ( E. Nelson ex Soò) H. Baumann & Kùnkele che si differenzia per il disegno sul labello di forma quadrangolare e di colore bruno-violaceo uniforme o appena marmorizzato, circondato da un margine biancastro. Note La specie è presente in diversi paesi europei e l'impollinazione, entomofila, avviene ad opera di diversi Imenotteri e Ditteri. Nel nostro paese, avverrebbe principalmente ad opera di ad Eucera longicornis, un Imenottero della famiglia delle Apidae. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, Regione Emilia Romagna, Maggio 2008 - Foto di Annamaria Bononcini
  16. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Emilia Romagna, Luglio 2008 - Foto di Emilio Pini
  17. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2006 - Foto di Mauro Cittadini
  18. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2008 - Foto di Gianni Bonini
  19. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2008 - Foto di Gianni Bonini
  20. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2008 - Foto di Gianni Bonini
  21. Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Trentino Alto Adige, Luglio 2006 - Foto di Mauro Cittadini
  22. Goodyera repens (L.) R. Br Sinonimi Satyrium repens L. Epipactis repens (L.) Crantz Neottia repens (L.) Swartz Goodyera repens var. oppioide Fernald Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Godiera Etimologia Il nome del genere è dedicato al botanico britannico J. Goodyer. Il nome specifico dal verbo latino repo = strisciare, in riferimento al portamento degli stoloni. Descrizione Pianta dotata di stoloni e con rizoma articolato. Fusto gracile, verde chiaro, pubescente nella parte superiore, alto da 6 a 25 cm. Foglie 3-7 foglie basali, disposte in rosetta, ovali-oblunghe, acuminate, dotate di un breve picciolo, di colore verde scuro con un reticolo di nervature chiare, con alcune, piccole, foglie caulinari bratteiformi. Brattee verde pallido, lanceolate, più lunghe dell’ovario. Fiori Infiorescenza piuttosto densa, unilaterale o grossolanamente spiralata, composta da 5-30 piccoli fiori bianchi, profumati. Sepali concavi, ricoperti all’esterno di peli ghiandolosi, quelli laterali volti all’esterno, il mediano connivente coi petali a formare un casco. Labello articolato, poco più corto dei sepali, volto verso il basso. Ipochilo globoso, nettarifero, a volte soffuso di rosa; epichilo triangolare e canalicolato. Ovario sessile, pubescente. Tipo corologico Circumboreale Periodo di fioritura Da giugno ad agosto Territorio di crescita Italia settentrionale, fino alle Marche. Spontanea nelle regioni settentrionali è stata introdotta accidentalmente nell’Appennino settentrionale, tramite rimboschimenti. Habitat Boschi di conifere, a mezz’ombra o in ombra, su terreno acido o leggermente alcalino , da 400 a 2000 mt Somiglianze e varietà Godyera repens è la sola specie di questo genere presente le nostro paese. Note I fiori sono impollinati da bombi e da altri imenotteri. Nella diffusione della specie un ruolo importante è svolto dagli stoloni striscianti, all’apice dei quali vengono prodotte nuove piante. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bonocini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Goodyera repens (L.) R. Br., Regione Emilia Romagna, Luglio 2008 - Foto di Emilio Pini
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