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Iberis Sempervirens L.
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Iberis sempervirens L. - foto di Marika Vista laterale dei rami. -
Iberis Sempervirens L.
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Iberis sempervirens L. - foto di Marika Il centro del fiore. -
Iberis Sempervirens L.
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Iberis sempervirens L. - foto di Marika Rametto e foglie. -
Iberis Sempervirens L.
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Iberis sempervirens L. - foto di Marika Cespuglio fiorito. -
Iberis Sempervirens L.
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Iberis sempervirens L. Sinonimi Iberis garrexiana All. Iberis serrulata Vis. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Capparales Famiglia:Brassicaceae Nome italiano Arabetta, Iberide sempreverde Etimologia Col nome hiberis (o iberis), Plinio il Vecchio (I sec. d. C.) alludeva al Lepidium latifolium L., un'altra specie delle Cruciferae (Brassicaceae); anche Dioscoride (I sec. d. C.) e Galeno (II sec. d.C.) citano il nome greco ἰβερὶς (hiberis), da cui deriva quello latino, in riferimento alla medesima pianta, alla quale pare sia stato dato da un medico greco di nome Democrate, che per primo ne scoprì le proprietà medicinali in 'Iβερὶα (Hiberia), verosimilmente nella regione caucasica corrispondente all'incirca all'attuale Georgia, e quindi non nella Penisola Iberica; sempervirens, dal latino = sempreverde. Descrizione Suffrutice cespuglioso, perenne, con fusti eretti, prostrati e talvolta ascendenti, tendenti a divenire bruni con l'età, alto fino a circa 20 cm. Nuovi getti fertili emessi sempre al di sotto di una pseudo-rosetta di foglie, quelli sterili di solito più brevi dei fioriferi. Foglie Le foglie, sempreverdi, coriacee, glabre, sono alterne e sessili; lamina intera, spatolata o lineare-spatolata, decrescente di dimensioni verso l'apice dei fusti (le cauline inferiori misurano mediamente 2-3 x 15-25 mm); l'apice è arrotondato. Fiori Portati su racemi ± appiattiti e che si allungano alla fruttificazione; sepali 4, lunghi mediamente 2,5 mm, ± patenti all'antesi, non persistenti dopo la sfioritura; corolla zigomorfa di 4 petali oblungo-spatolati, bianchi, raramente tendenti al rosa, dei quali 2 visibilmente più grandi (lunghi fino a 1 cm) e che, alla sbocciatura, si aprono per primi. Stilo persistente anche dopo la fruttificazione. Frutti I frutti sono siliquette ovali e alate (ali che circondano per intero il perimetro laterale delle logge, con lobetti apicali da ottusi a subacuti ad acuti, convergenti, e di norma superanti, o al più eguaglianti, lo stilo in altezza), generalmente glabre, e lunghe fino a 7 mm. I semi, all'incirca ovoidali, sono di piccole dimensioni (2-3 mm di lunghezza) e di colore bruno/nerastro. Periodo di fioritura Da giugno ad agosto. Territorio di crescita Specie spontanea delle montagne dell'Europa mediterranea, compresa la Turchia, e forse anche del Marocco, si è naturalizzata nei restanti Paesi europei e negli altri continenti perché coltivata a scopi ornamentali. In Italia è presente, allo stato spontaneo in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Basilicata e Calabria, naturalizzata nel Veneto, è dubbia la sua presenza nel Lazio. Habitat Cresce sui dirupi e rocce da 600 a 2100 metri Somiglianze e varietà Le specie perenni suffruticose congeneri, presenti in Italia, e ± confodibili con I. sempervirens sono: I. semperflorens L., riconoscibile per avere le foglie inferiori di dimensioni molto maggiori di quelle superiori (in I. sempervirens tale differenza tra foglie superiori e inferiori è molto meno marcata), per la fioritura invernale e per i frutti sviluppati più in larghezza che in altezza; si tratta di un endemismo della Sicilia, isole minori sicule e campane, e della Campania, dove pare sia presente limitatamente alla zona di Capo Palinuro (SA); essendo stato coltivato a fini ornamentali anche in altre parti della penisola, attualmente si conoscono popolazioni di esemplari inselvatichiti in Abruzzo e Veneto. I. saxatilis L. subsp. saxatilis, con foglie molto più anguste di I. sempervirens, da spatolato-sublineari a subaciculari, generalmente acute, i getti fioriferi sono inseriti al centro di una pseudo-rosetta di foglie, le siliquette hanno ali con lobuli arrotondati. Spontanea in Piemonte, Liguria, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. I. carnosa Willd. subsp. carnosa [= I. pruitii Tineo = I. integerrima Moris (incl.)] con fusti fioriferi come I. saxatilis, siliquette con lobi diritti (triangolari, e quindi non convergenti) e superati, in altezza, dallo stilo. Questa specie può essere anche completamente erbacea, ed avere ciclo biennale o annuale. Spontanea in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Specie protetta D. G. R. 24/07/2008. n. 8/7736 Lombardia "Determinazione in ordine agli elenchi di cui all’art. 1, comma 3 della legge regionale 31 marzo 2008 n. 10 (...)", all. C1 "Specie di flora spontanea protette in modo rigoroso". Costituenti chimici Glucosinolati: glucoiberina, glucoerucina, glucoibervirine, sulforaphane. Uso Alimentare La pianta non è commestibile. Uso Cosmetologico Non si conoscono usi cosmetologici per questa specie. Uso Farmacologico Sono allo studio gli effetti antineoplastici di estratti di I. sempervirens. Alcuni dei glucosinolati presenti nella pianta, in particolare il sulforaphane, possono essere potenti agenti anticancro. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Non risultano usi di questa specie nella medicina popolare e in fitoterapia. Note Nel linguaggio dei fiori indica freddezza e indifferenza, in contraddizione con l'usanza popolare che riserva all'I. sempervirens l'appellativo di "Bouquet della sposa". Nel dialetto ligure viene chiamata: Nevìn-a, Nevetta, Porcellan-a Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, G.B. Pau, Annamaria Bononcini e Renato Fondi - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Iberis sempervirens L. - foto di Marika -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Renato Fondi. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Annamaria Bononcini. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Luis. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika. Fiore azzurro. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika. Gruppo bianche e azzurre. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika Varietà bianca. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Gianni Bonini Foglia interamente verde. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika. Foglia macchiata di ruggine. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika Varietà violetta. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis - foto di Gianni Bonini. Varietà a confronto. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Gianni Bonini. Varietà rosata. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber - foto di Gianni Bonini. -
Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber
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Hepatica nobilis Schreber Sinonimi Anemone angulosa auct., non Lam. Anemone hepatica L. Hepatica triloba Chaix Tassonomia Regno: Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Ranunculales Famiglia:Ranunculaceae Nome italiano Epatica triloba, anemone epatica, fegatella, erba trinità. Etimologia Hepatica deriva dall'aggettivo latino hepàtic-us, -a, -um, che significa "relativo al fegato"; questo nome latino deriva, a sua volta, dal greco ἧπ-αρ, -ατος (hép-ar, -atos) = fegato, tutto ciò sia in riferimento alla forma delle foglie, che ricorda, appunto, quella di un fegato, sia per il fatto che nell'antichità questa specie veniva usata per la cura delle disfunzioni epatiche, in base al principio delle affinità, secondo il quale la forma di una particolare parte di una pianta indicava le patologie che questa avrebbe potuto curare — nobilis dall'aggettivo latino nobil-is, -e = noto, conosciuto, in riferimento al fatto che questa era proprio la specie più conosciuta per le proprietà indicate. Descrizione Pianta erbacea perenne con breve rizoma fibroso e foglie tutte radicali, alta fino a 15 cm; fusticini lanugginosi rossastri. Foglie Le foglie, lungamente picciolate, sono trilobe, con lobi interi e arrotondati, coriacee, di colore verde sulla pagina superiore, a volte con macchiettature porporino-scure ± estese; sulla pagina inferiore sono, molto spesso, completamente arrossate; peletti spesso evidenti sul margine. Fiori Fiori solitari, su un lungo peduncolo radicale arrossato, portato alla base di brattee a consistenza squamosa e a lamina ellittico-cocleariforme, e lungo all'incirca quanto le foglie; calice assente, ma emulato dalle 3 foglie caulinari, a lamina all'incirca ovata, intera e spesso arrossata, disposte su un verticillo appressato al ricettacolo fiorale; petali 6-9, da ellittici a obovati, ad apice ottuso, bianchi, violetti, rosati e, più raramente, rossi; stami numerosi; ovario supero con un numero indefinito di carpelli liberi. Frutti I frutti sono acheni. Periodo di fioritura Fiorisce da marzo a maggio. Territorio di crescita Specie a larga diffusione, nativa delle zone fredde e temperato-fredde dell'emisfero settentronale; è presente allo stato spontaneo in tutto il territorio italiano ad esclusione delle isole maggiori. Habitat Diffusa in tutto l'arco alpino e appenninico, cresce in boschi di latifoglie o di conifere, in luoghi sassosi, siepi, soprattutto su substrato calcareo, dal livello del mare fino ai 2000 m di quota, ma al di sotto dei 100 m e al di sopra dei 1000 m diventa presto rara. Somiglianze e varietà E' l'unica specie del genere Hepatica presente in territorio italiano; può essere confusa con alcuni Anemone sp., ma la si distingue facilmente sia per la forma della lamina foliare, sia per la disposizione delle foglie caulinari, che in Hepatica sp. simulano un vero e proprio calice, mentre in Anemone sp. sono abbastanza distanziate dal ricettacolo fiorale, in modo che sia evidente l'assenza del calice. Specie protetta Non ci sono notizie relative alla protezione di questa specie. Costituenti chimici Come tutte le Ranunculacee contiene una sostanza tossica per l'uomo di nome protoanemonina, mentre con l'essicazione della pianta la protoanemonina si trasforma in anemonina perdendo la sua pericolosità.Tannini, saccarosio, mucillagini, anemonolo, glucosidi (epatilobina, ranunculina ) saponina. Uso Alimentare Nessun uso alimentare in quanto pianta velenosa come tutte le ranuncolacee, quindi è da sconsigliarne il consumo. E’ compresa nella lista delle piante non ammesse negli integratori alimentari, formulata dal Ministero della Salute. Uso Cosmetologico In erboristeria viene usata per la cura dei brufoli. Si riferisce che, nel XVI secolo, le donne se ne servissero per mantenere bianca la pelle. Uso Farmacologico Con l'essicazione, perde le pericolosità venefiche conservando una blanda azione diuretica sfruttata dagli erboristi mediante la macerazione in acqua. Non si conoscono moderni usi farmacologici di questa specie sebbene la medicina popolare, in passato, se ne sia servita per curare alcuni disturbi. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità L'H. nobilis è stata utilizzata dagli erboristi medievali per il trattamento di malattie del fegato e della vescica, nell’ematuria e nell’emottisi. Attualmente, in omeopatia, viene usata la tintura di foglie fresche contro tracheiti e bronchiti. Note Nella leggenda greca era dedicata a Giove, simboleggiava il fuoco e l'amore. Il nome italiano deriva da quello latino-medioevale della pianta, herba trìnitas: infatti, nelle chiese medioevali dell’Europa, le foglie trilobe di questa specie venivano raffiguratate negli affreschi e nelle sculture per simboleggiare la Santissima Trinità. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Hepatica nobilis Schreber - foto di Marika -
Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris
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Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris- foto di Nil -
Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris
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Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Pietro Curti -
Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris
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Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Pietro Curti -
Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris
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Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Pietro Curti -
Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris
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Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Marika