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Gruppo Botanico AMINT

CS AMINT
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Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Marika
  2. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Massimo Biraghi
  3. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Massimo Biraghi
  4. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Massimo Mantovani
  5. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris- foto di Felice Di Palma
  6. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Giuseppe Vanoli
  7. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Massimo Biraghi
  8. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris- foto di Marika
  9. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Marika
  10. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Gianni Bonini
  11. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Gianni Bonini
  12. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Pietro Curti
  13. Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Pietro Curti Prati interi fioriti.
  14. Primula vulgaris Hudson subsp.vulgaris Sinonimi Primula acaulis (L.) Hill Primula veris L. var. acaulis L. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Primulales Famiglia:Primulaceae Nome italiano Primula comune, Primavera, Occhio di civetta. Etimologia Primula dal latino primus = primo, questo nome è stato assegnato per indicare la loro precocità rispetto alle altre specie primaverili. Vulgaris = comune Descrizione Pianta erbacea perenne o biennale, priva di scapo fiorale (ovvero, solo molto raramente è possibile che lo porti, e, in tal caso, i fiori sono disposti ad ombrella); rizoma piccolo, carnoso-inciso di colore scuro, con numerose radichette. Foglie Le foglie, tutte disposte in rosetta basale, spatolate, semplici, sono di colore verde, rugose, glabre superiormente, pelose inferiormente; il margine è disordinatamente scabro o dentato, l'apice ottuso; il picciolo è alato, da molto più breve a lungo quanto la lamina foliare. Fiori I fiori sono solitari, ermafroditi, sorretti da un peduncolo pubescente alto fino a 15 cm; calice gamosepalo-tubuloso diviso in 5 denti stretti, lunghi non più della sua metà; in corrispondenza dell'asse mediano di ciascun dente vi è un nervo ben rilevato che percorre il calice per tutta la sua lunghezza; corolla gamopetala-ipocrateriforme, suddivisa in 5 lobi obcordati, da bianca a gialla, raramente bianco-smeraldina, ma quasi sempre con una macchia di colore giallo molto carico, e molto evidente, alla base di ciascun lobo sulla faccia adassiale; stami 5, brevistili o longistili, saldati alla parte superiore del tubo corollino; ovario supero 5-carpellare, monoloculare, plurispermo; lo stigma è più breve del tubo corollino, quindi da esso celato. La riproduzione è entomogama. Frutti Il frutto è una capsula ± globosa, lunga all'incirca 7 mm, contenente numerosissimi semi. Periodo di fioritura Fiorisce da febbraio a marzo. Territorio di crescita Specie spontanea del Continente Europeo, inclusa la Regione Caucasica, dell'Asia Minore e del Nordafrica; in Italia è spontanea in tutte le Regioni. Habitat Cresce su terreni calcarei umidi, vicino a torrentelli, muri a secco, prati e boschi, dal livello del mare fino a 1200-1500 m di quota (solo sul Gran Sasso è segnalata fino a 2000 m s. l. m.), nel meridione e nelle isole è specie prettamennte montana. Somiglianze e varietà Si distingue bene dalle altre primule a fiori gialli perché l'unica a non avere scapo fiorale, e quindi a portare fiori solitari su peduncoli ascellari; la specie più affine è P. elatior (L.) Hill, che porta, però, fiori in ombrelle su uno scapo lungo fino a 30 cm, le foglie sono pubescenti anche sulla pagina superiore e non sono spatolate (anche se il picciolo è comunque alato), e cioè si restringono bruscamente, alla base, sul picciolo (questo carattere è, però, meno evidente nella subsp. intricata (G. et G.) Widmer), si tratta di una specie montana che generalmente si rinviene oltre i 600 m di quota, ed è presente in Piemonte, Lombardia, Trentino A. A., Veneto, Friuli V. G, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Abruzzo, la presenza in Umbria è da verificare. Specie protetta L. R. 11/09/1979, n. 45 Abruzzo, "Provvedimenti per la protezione della flora in Abruzzo", art. 3 e tab. B dell'all. A, in cui sono indicate tutte le Primula sp. L. R. 25/10/1982, n. 22 Molise, "Disciplina della raccolta dei funghi e dei tartufi", all'art. 3 è vietata la raccolta anche parziale della pianta, ad eccezione del frutto, di tutte le Primula sp. L. R. 23/02/1999, n. 9 Molise, "Norme per la tutela della flora in via di estinzione e di quella autoctona (...)", all'art. 5, comma 4 viene proibita la raccolta di P. vulgaris. L. R. 06/04/2000, n. 56 Toscana, "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche (...)", nell'all. C1 si limita la raccolta di tutte le Primula sp. a non più di 10 steli. Costituenti chimici I principali componenti sono flavonoidi, carotenoidi, olio essenziale, sali potassici. I sepali contengono saponine. Nelle radici sono presenti anche glicosidi e zuccheri Uso Alimentare Le foglie di primula si usano sole o assieme ad altri tipi di verdura, sia in insalata che lessate e condite o per fare delle minestre. Con i fiori si preparano marmellate, dolci e si può aromatizzare l’aceto di vino. Il rizoma serve per aromatizzare la birra. Uso Cosmetologico Pare che praticando dei massaggi sul viso con il succo della pianta, questo sia in grado di far scomparire le macchie cutanee scure. L'infuso in cosmesi può essere usato come decongestionante per le pelli arrossate. Uso Farmacologico La radice e il rizoma sono ricchi di saponine triterpeniche (es. primulina ) che conferiscono alla pianta proprietà espettoranti e mucolitiche. I fiori contengono derivati terpenici come primaverina e primulaverina (derivate dall’acido salicilico), con proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche. Contengono inoltre flavonoidi e carotene (provitamina A) che svolgono attività antiossidante nell’organismo. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La primula ha una lunga storia per quanto riguarda il suo uso medicinale ed è stata, soprattutto, impiegata per trattare situazioni che coinvolgono spasmi, crampi e dolori reumatici. Pur contenendo più o meno i medesimi principi attivi di Primula veris è, in genere, considerata meno efficace di questa. Contiene saponine, che hanno un effetto espettorante, e salicilati, che sono il principale ingrediente dell’Aspirina ed hanno effetti antinfiammatori e febbrifughi. Ha proprietà sedative e vulnerarie: le donne in gravidanza devono astenersi dall’uso dei rimedi ricavati da questa specie, come anche le persone che hanno reazioni di sensibilizzazione all’aspirina o coloro che stanno assumendo prodotti anticoagulanti. Il rizoma, che emana un profumo simile all'anice, è impiegato nella cura di bronchiti, asma bronchiale, pertosse, reumatismi delle articolazioni, gotta, insonnia. Il decotto di foglie e fiori per disinfettare le ferite e come emostatico. Le radici e la pianta hanno proprietà anodine, antispastiche, astringenti, emetiche, sedative e vermifughe. Un infuso dalle radici è un buon rimedio per l’emicrania di origine nervosa. Un unguento ricavato dalla pianta intera è un buon trattamento per le ferite sulla pelle. L’intera pianta, al momento della fioritura, ha buone proprietà sedative e, ai nostri giorni, la tintura madre viene utilizzata con un certo successo nei disturbi di origine psicosomatica e nell’insonnia. La Primula, nel linguaggio dei fiori, essendo il primo fiore a sbocciare dopo l’inverno, rappresenta la prima giovinezza ed è considerata augurio di buona fortuna, poiché annuncia la bella stagione. Santa Ildegarda (studiosa di medicina vissuta in Germania nel XI° secolo) la consigliava come rimedio contro la malinconia. Portata sul cuore, a contatto con la pelle, trasmetteva la forza del sole di mezzogiorno. Nel 1884 Lord Randolph Henry Spencer Churchill, adottò la primula come simbolo del Partito Conservatore inglese e questo simbolo è in uso ancora oggi. Note I contadini dicevano che ciuffi di primule vicino al pollaio, impedissero alle galline di fare le uova regolarmente. Altre credenze attribuivano alle primule il potere di allontanare gli spiriti del male, di aiutare a scoprire tesori sepolti, proclamandole infine come il fiore prediletto dalle ninfe e dai folletti del bosco. Nel mondo delle fate si dice che la primula abbia il potere di rendere visibile l'invisibile. Infatti, si racconta che, per chi ci crede, mangiare le primule sia un metodo sicuro per vedere le fate. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris - foto di Marika
  15. Robinia pseudoacacia L. - foto di Pietro Curti Frutti e semi ad ingrandimenti macro sequenziali.
  16. Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika Fioritura.
  17. Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika Fioritura.
  18. Robinia pseudoacacia L. - foto di Emilio Pini Fioritura.
  19. Robinia pseudoacacia L. - foto di Pietro Curti Fiori e foglie.
  20. Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika Fronde fiorite.
  21. Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika Fiori e frutti.
  22. Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika Boccioli.
  23. Robinia pseudoacacia L. - foto di Pietro Curti Fiori con screziature verdi.
  24. Robinia pseudoacacia L. - foto di Pietro Curti Racemi fioriti.
  25. Robinia pseudoacacia L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Fabales Famiglia: Fabaceae Nome italiano Robinia, gaggia, falsa acacia. Etimologia Robinia da Jean e Vespasien Robin (erano padre e figlio), giardinieri del "Jardin du Roi" a Parigi. A Jean (1550-1629) è attribuito il primo riferimento proprio a questa specie; nel suddetto giardino Vespasien (1579-1662) impiantò, nel 1635, il primo esemplare di R. pseudoacacia in suolo europeo. Pseudoacacia significa "Falsa Acacia". Il termine Acacia deriva dal greco Akis che significa spina. Descrizione Albero a fogliame deciduo, originario dell'America settentrionale (U.S.A.), che può raggiungere l'altezza di 20-25 (30) metri, con chioma globosa, corteccia con caratteristici disegni reticolati su esemplari giovani, poi screpolata, con incisioni essenzialmente longitudinali anche profonde e sovente con nodosità, di colore grigiastro; fusto e rami portanti lunghe spine. Foglie Foglie alterne, picciolate, imparipennate, lunghe fino a 25 cm, con alla base 2 stipole trasformate in aculei, composte da 13-15 foglioline da ellittiche a ovate, intere, a loro volta picciolate; pagina superiore verde e lucida, pagina inferiore verde-grigiastra, più chiara di quella superiore, pubescente; il rachide foliare presenta 5 caratteristiche creste longitudinali e un avvallamento che lo percorre lungo la faccia superiore. Fiori Infiorescenze racemose, dense e pendule, all'ascella delle foglie, e portanti da una decina fino a 30-35 fiori, che hanno calice tubuloso, tozzo, ± bilabiato, arrossato, e corolla papilionacea, bianco-candida e portante una macchiettatura giallo-verdognola alla base e a cavallo del nervo mediano dello stendardo, e che a volte coinvolge parzialmente anche la carena. Frutti I frutti sono legumi, simili a fagioli, schiacciati, ± glabri, di colore bruno-rossastro, portanti semi reniformi, duri, brunastri con macchiettatura più scura. Periodo di fioritura Fiorisce da Aprile a Maggio Territorio di crescita Specie spontanea dell'America nordorientale, nel territorio italiano si è facilmente spontaneizzata in tutte le Regioni, diventando anche infestante. Habitat Boschi tagliati, incolti e scarpate fino a 1000 metri. Somiglianze e varietà Robinia hispida L., pianta a fiori rosa Specie protetta Data la diffusione della specie e la facilità con cui si riproduce, non vi sono leggi che la tutelino. Costituenti chimici La pianta contiene acido tannico, glucosidi ed oli essenziali. I semi contengono proteine, carboidrati, grassi, fibre, carbonato di potassio, sali minerali (calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco ), vitamine ( A, B1, B2 ), tiamina, riboflavina, niacina, peptidi cationici. Nella corteccia, nelle foglie e nelle radici sono contenuti vari alcaloidi tossici. Uso Alimentare I fiori per fare liquori e marmellate, frittelle, ed un ottimo miele. I fiori essicati e mischiati ad altre essenze, vengono usati come tisana rilassante. Tutto il resto della pianta è tossico, tranne che per i conigli ed altre specie animali. Il piperonal, un aroma, viene estratto dai fiori e può essere usato come un sostituto della vaniglia. I semi sono commestibili e, previa cottura, sono stati usati come fonti di apporto calorico nei tempi di crisi alimentare grazie al loro buon contenuto in sostanze nutrienti. Uso Cosmetologico L'olio essenziale, estratto dai fiori, viene usato in profumeria. Uso Farmacologico La ricerca in campo fitochimico ha dimostrato che alcuni dei componenti della pianta sono in grado di esercitare attività antibatterica ed attività citotossica ed antineoplastica nei confronti di diverse forme di tumori. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Gli indiani Cherokee usavano la pianta come emetico e per il mal di denti. Tutte le parti della pianta, ad eccezione dei fiori, devono essere considerate più o meno tossiche e, benché molte delle tossine vengano distrutte dal calore, questa specie risulta poco adatta ad essere usata nell’automedicazione e va assunta sotto controllo medico. Inoltre la pianta rientra nella lista del Ministero della Salute fra le specie non ammesse per l'impiego nel settore degli integratori alimentari. I fiori hanno proprietà antispastiche, aromatiche, diuretiche, emollienti e lassative. La medicina popolare ha usato la corteccia come emetico, purgante e tonico. Le foglie venivano utilizzate come colagoghe ed emetiche, il succo delle foglie come antivirale; i fiori, cotti e mangiati, venivano utilizzati per alleviare le infezioni oculari. E’ credenza che l’infuso dei fiori sia utile in caso di forte nausea ed anche in caso di intossicazione fungina. Note Pianta che viene usata per consolidare terreni franosi. Molto resistente all'umido, viene usata per fare pali da ormeggio anche nella laguna di Venezia. Il legno è usato nella costruzione di manici per zappe, picozze, travi, traversine ferroviarie e per ardere anche se ha il difetto di scoppiettare mentre brucia. Ha radici molto resistenti: nell'entroterra ligure e in Val Bormida, venivano usate come lacci per gli scarponi. La corteccia è stata utilizzata per fare carta e può essere utilizzata come sostituto di seta e lana. Ci si estrae anche un colorante giallo. Dai semi si ottiene un olio essiccante. L'albero impiantato da Vespasien Robin a Parigi è ancora vivo e rappresenta la R. pseudoacacia più vecchia d'Europa; in Italia questa specie venne impiantata per la prima volta nel 1662 nell'Orto Botanico di Padova. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Robinia pseudoacacia L. - foto di Marika
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