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Gruppo Botanico AMINT

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Tutti i contenuti di Gruppo Botanico AMINT

  1. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  2. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  3. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  4. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  5. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  6. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2008 - Foto di Gianni Bonini
  7. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2008 - Foto di Gianni Bonini
  8. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2008 - Foto di Gianni Bonini
  9. Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò Sinonimi Orchis strictifolia Opiz Orchis impudica Crantz Orchis incarnata L. Orchis haematodes Rchb. Dactylorchis incarnata (L.) Verm Dactylorchza gemmana (Pugsley) Aver. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Orchide palmata Etimologia Il nome del genere deriva dal greco dactylos=dito e rhiza=radice, con riferimento alla forma dei tubercoli. Il nome specifico deriva dal latino carnis=carne, per il colore carnicino dei fiori. Descrizione Pianta alta fino ad 80 cm, con fusto largo e cavo. La parte sotterranea è costituita da due rizotuberi palmati, profondamente divisi. Foglie 4-8 foglie erette, guainanti, lanceolate, carenate, generalmente prive di macchie, le superiori oltrepassano a volte la base dell'infiorescenza e possono avere l'apice a cappuccio. Brattee nettamente più lunghe dei fiori, sfumate di rosso porpora. Fiori Infiorescenza densa, cilindrica e allungata , più di rado ovoide, composta da numerosi piccoli fiori di colore rosa carnicino. Sepali laterali lanceolati, eretti, con macchie o strie di colore più scuro; sepalo mediano diretto in avanti, connivente coi petali a formare un cappuccio. Labello intero o appena trilobato, più o meno romboidale, uguale o poco più lungo dei petali, ornato da punti e strie porporine. Sperone robusto e conico, leggermente arcuato e diretto verso il basso, più corto dell'ovario. Tipo corologico Eurosiberiano Periodo di fioritura Da maggio a luglio. Territorio di crescita Presente nelle regioni settentrionali e centrali, fino all'Abruzzo. Habitat Torbiere, acquitrini, prati umidi, da 200 a 2000 mt., in piena luce. La specie è rara e a rischio di estinzione a causa del progressivo danneggiamento del suo habitat. Somiglianze e varietà Dactylorhiza incarnata sub. cruenta (O.F.Müll.) P.D. Sell , distribuita nell'arco alpino, che si distingue per la minore altezza (15-30 cm), per le foglie con estesa maculatura su entrambe le facce e con l'apice fogliare mai a cappuccio e per i fiori di colore rosso porporino, più scuri di quelli di D. incarnata. Note L'impollinazione è entomofila e viene operata da imenotteri . Si basa sull'inganno visivo poiché gli insetti vengono attratti dall'aspetto dei fiori, privi di nettare, che ricorda quello di altre specie nettarifere. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata (L.) Soò, Regione Emilia Romagna, giugno 2007 - Foto di Gianni Bonini
  10. Coeloglossum viride (L.) Hartm. Sinonimi Habenaria viridis (L.) R.Br. Orchis viridis L. Platanthera viridis Lindl. Satyrium viride L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Nome italiano Celoglosso Orchidea verde Etimologia Il nome del genere deriva dai vocaboli greci kolos = vuoto-incavato e glossa = lingua. L’interpretazione dei termini è dubbia in quanto alcuni li interpretano come riferimento alla forma del labello, che ha una depressione alla base, simile a un buco. Altri in riferimento al particolare sperone sacciforme di questa orchidea, con insieme complessivo di "orchidea verde dal grosso sperone". Il nome specifico dal latino viridis = verde, in riferimento al colore dei fiori. Descrizione Pianta alta 5-40 cm., provvista di due rizotuberi palmati con poche, piccole radici secondarie. Foglie 3-5 foglie ovato-ellittiche alla base, le caulinari più lanceolate e guainanti. Brattee uguali o più lunghe del fiore. Fiori Infiorescenza più o meno densa, cilindrica, sublassiflora. Fiori piccoli, con sepali ovati verdi o verdi bordati di porpora, conniventi a formare un casco coi petali, che sono lineari-lanceolati. Labello allungato, piano, a volte ripiegato all’indietro, trilobato con lobo mediano molto corto e dentiforme, di colore variabile dal verde al porpora, con alla base una depressione a due fossette nettarifere. Sperone breve, saccifrome, nettarifero. Ovario sessile. Tipo corologico Circumboreale Periodo di fioritura Da giugno ad agosto. Territorio di crescita E’ presente su tutto il territorio italiano, ad esclusione delle isole. Habitat Prati, pascoli montani, su ogni tipo di terreno, da quote basse fino a oltre 2000 mt. Somiglianze e varietà Il genere è monospecifico. Note L’impollinazione avviene ad opera di diversi insetti, appartenenti a numerose famiglie e generi, attratti dai fiori che sono molto nettariferi. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Annamaria Bononcini e Gianni Bonini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT - Schede delle Orchidee Italiane Coeloglossum viride (L.) Hartm., Regione Veneto, Giugno 2008 - Foto di Giuliano Fiara
  11. Laburnum anagyroides Medik. s.l. - foto di Marika
  12. Laburnum anagyroides Medik. s.l. - foto di Marika
  13. Laburnum anagyroides Medik. s.l. - foto di Marika
  14. Laburnum anagyroides Medik. s.l. -foto di Marika
  15. Laburnum anagyroides Medik. s.l. -foto di Marika
  16. Laburnum anagyroides Medik. s.l. - foto di Marika
  17. Laburnum anagyroides Medik.s.l. Sinonimi Cytisus laburnum L. Laburnum vulgare Presl Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Fabales Famiglia: Fabaceae Nomi italiano Maggiociondolo comune, avorniello, laburno. Etimologia Nome che deriva dal latino alburnum= legno bianco,anagyris=da altra pianta leguminosa+suff.oides. Descrizione Il Maggiociondolo è una pianta decidua, può raggiungere i 7 mt, chioma irregolare con rami ascendenti, dai quali pendono grappoli di fiori giallo/oro, ed è una macchia di colore molto gradevole per l'occhio di chi si avventura nei boschi in primavera; viene anche coltivata nei giardini per la sua bellezza e il suo profumo. La corteccia è liscia e verdastra, rivestita di piccole lenticelle grigiastre. I rami giovani sono decisamente tomentosi. Foglie Le foglie portate su di un lungo picciolo,sono alterne e trifogliate, di colore verde e lisce, mentre la pagina inferiore è grigiastra feltrata. Fiori I fiori sono riuniti a grappolo,di colore giallo/oro e con un petalo superiore più grande, macchiato di marrone/rossastro, che lo distingue dal L.alpinum. Frutti I frutti sono baccelli brunastri della lunghezza di 3-4 centimetri, contenenti semi neri, velenosi. Periodo di fioritura Fiorisce tra aprile-giugno. Territorio di crescita In tutta Italia ad esclusione delle isole, di solito fino a 800 mt, ma si può spingere oltre, lasciando il posto al Maggiociondolo alpino. Habitat Essendo un arbusto colonizzatore cresce nei boschi giovani e radi, negli arbusteti, spesso associato alle principali essenze arboree, tra cui querce, castagni e misti in genere, non si tratta comunque di una pianta diffusa e comune. Somiglianze e varietà Laburnum alpinum, che si differenzia per non avere le macchie sul petalo superiore e infiorescenze più piccole, e le foglie senza la pelosità nella pagina inferiore. Specie protetta Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale o locale che proteggono questa pianta. Costituenti chimici Tra i costituenti chimici ci sono numerosi e pericolosi alcaloidi tra cui, laburnina, angirina e citisina. Uso Alimentare Non commestibile in quanto pianta tossica in tutte le sue parti, può causare se ingerito: nervosismo, irritazioni allo stomaco e intestinali con nausea, vomito e diarrea; polso irregolare, convulsioni, coma; può essere fatale. Uso Cosmetologico Non si conoscono pratiche di cure di bellezza ottenute utilizzando parti di questa essenza. Uso Farmacologico Le varie Università Europee stanno discutendo e studiando i derivati della Citisina, che parrebbe utile nella terapia antifumo, ricerca già avviata nell'Europa dell'Est, ma non presa in considerazione dalla medicina inglese; anche se esiste già un farmaco, la Vareniclina, che altro non è che un prodotto sintetizzata della Citisina. Non è poi così strano che non se ne sapesse niente, o quasi, nell'Europa occidentale perchè non era abitudine dei ricercatori di quei paesi pubblicare sulle riviste internazionali e in lingua inglese. Sono in corso anche studi sugli effetti collaterali che la sostanza potrebbe provocare. Comunque è tutto allo studio dei ricercatori. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La pianta anche se tossica tuttavia è usata a basse dosi in omeopatia per la cura della depressione. Durante la prima guerra mondiale le foglie vennero usate come succedaneo del tabacco. Note Si dice che bastone su cui volavano le streghe fosse fatto col legno del Maggiociondolo,e che per evitare che fossero scoperte lo camuffavano con mazzi di saggina, da qui che le streghe volano sulla scopa. Anche il fusto dal suo invitante sapore dolciastro simile alla liquirizia può essere tossico.Solo le capre ne sono ghiotte ed in Liguria si dice che il sapore gustoso del latte caprino sia dovuto a tale cibo prediletto, mentre i cavalli lo ricusano, infatti per loro è tossico e per istinto ne stanno lontani. Essendo tossici, i semi, già 2 possono provocare gravi danni ad un bambino. Il suo legno è molto pregiato, estramamente consistente e solido, veniva in passato utilizzato per lavori di tornitura. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika- Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Laburnum anagyroides Medik. s.l.- foto di Marika
  18. Juniperus communis L. - Foto di Mauro Cittadini
  19. Juniperus communis L. - Foto di Mauro Cittadini
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