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Gruppo Botanico AMINT

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  1. Acer campestre L. Sinonimi Acer campestre subsp. campestre, con i suoi segg. sinonimi Acer campestre f. acrocarpum Gajic & Drenkovski Acer campestre f. bedoioides R.Drenkovski Acer campestre f. boomii Geerinck Acer campestre f. deflexum B.Jovanovic Acer campestre f. josifovicii (Gaj. & Dikl.) B.Jovanovic Acer campestre f. jovanovicii Gajic & R.Drenkovski Acer campestre f. latilobum B.Jovanovic Acer campestre f. longipetiolatum B.Jovanovic Acer campestre f. microphyllum B.Jovanovic Acer campestre f. pulverulentum (J. Booth ex G. Kirchn.) Pax Acer campestre f. suberosum (Dum.) Rogow. Acer campestre f. suberosum Dum. Acer campestre subsp. leiocarpum (Opiz) P.Fourn. Acer campestre var. austriacum (Tratt.) D.C. Acer campestre var. collinum Wallr. ex DC. Acer campestre var. josifovicii Gaj. & Dikl. Acer campestre var. leiocarpum (Opiz) P.Fournier Acer campestre var. leiocarpum (Wallr.) Pax Acer campestre var. leiocarpum f. austriacum Pax Acer campestre var. leiocarpum f. normale Schwer. Acer campestre var. leiocarpum Tausch Acer campestre var. tauricum (G. Kirchn.) Pax Euacer campestre (L.) Opiz Acer affine Opiz Acer austriacum Tratt. Euacer austriacum (Tratt.) Opiz Acer bedoi Borbás Acer collinum (Wallr. ex D.C.) Tenore Acer heterolobum Opiz Acer heterotomum Borbás Acer leiocarpum Opiz Euacer leiocarpum (Opiz) Opiz Acer microcarpon Masn. ex Opiz Acer molle Opiz Acer polycarpon Opiz Acer praecox Opiz Acer serotinum Ktaibel Acer silvestre Wender Acer suberosum Dumort. Acer tauschianum Opiz Acer tomentosum Kitaibel Acer trifolium Duham Acer trilobum Moench Acer vulgare Borkhausen subsp. hebecarpum (D.C.) Pax, con i suoi segg. sinonimi: Acer campestre subsp. hebecarpum var. marsicum (Guss.) K.Roth Acer campestre subsp. marsicum (Guss.) Hayek Acer campstre var. hebecarpum D.C. Acer campestre var. hebecarpum f. lobatum Pax Acer campestre var. hebecarpum f. subtrilobum Schwer. Acer austriacum f. trifidum Borbás Acer marsicum Guss. Acer marsicum f. deflexum B.Jovanovic Acer marsicum f. paeonicum R.Drenkovski Acer marsicum f. trifidum (Borbás) B.Jovanovic Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsyda Ordine: Sapindales Famiglia: Aceraceae (Sapindaceae) Nomi italiano Acero campestre, Acero oppio, Oppio, Loppio, Testucchio Etimologia Acer è un termine latino di origine greca: Gr. Akra = Lat. Acer = acre, aspro nel senso di arduo, duro. campestre: campestre, dei campi. Descrizione Pianta perenne caducifolia, ad accrescimento lento, formante cespugli generalmente alti 5-:-6 metri, oppure a portamento arboreo, e in questo caso può raggiungere i 20-:-25 m; fusto spesso tortuoso, a volte anche contorto; corteccia grigio-bruno-verdastra, tendente a toni gialli allo stato giovanile, screpolata, con leggere fessure longitudinali a maturità, e la cui porzione più esterna si stacca a placche, scoprendo così quella più giovane, che appare rossastra; i nuovi getti sono pubescenti, e invecchiando possono presentare ali suberose; la chioma è arrotondata, le ramificazioni secondarie sono generalmente opposte. Foglie Le foglie sono opposte e hanno un picciolo lungo mediamente 6-:-7 cm che, se spezzato, emette una sostanza lattiginosa; lamina palmato-lobata, lunga da 5 a 12 cm, composta da 3 o 5 lobi che possono essere, a loro volta, divisi in ulteriori sub-lobi; la pagina superiore è di colore verde scuro, mentre quella inferiore è più chiara e tomentosa; margine generalmente intero; in autunno, prima di cadere, assumono delle splendide colorazioni giallo-rossicce. Fiori Ermafroditi o unisessuali (maschili), riuniti in corimbi eretti, pubescenti, lunghi circa 5-:-7 cm, con sepali e petali verdastri. Frutti Disamare, cioè infruttescenze formate ciascuna da due samare con ali contrapposte; sono generalmente lunghe da 2 a 4 cm; in fase di maturazione hanno un colore verde chiaro, diventando rossastre a maturità, in autunno. Periodo di fioritura Fiorisce in Aprile-Maggio. Territorio di crescita Presente in tutta la penisola italiana con maggiore frequenza nelle regioni più fresche. Habitat Preferisce terreni freschi ma non umidi, calcarei, anche sassosi, ma non sabbiosi, in posizioni ben esposte ed anche nei misti boschivi planiziali, collinari e submontani; spesso in compagnia di querce, olmi, ornielli, ecc., cresce fino a m. 800-:- 1000 slm; nelle regioni più meridionali si può trovare anche fino a m. 1500. Somiglianze e varietà Attualmente si tende a considerare tutte le varietà di Acer campestre come sinonimi; Acer campestre L. subsp. campestre var. leiocarpum (Opiz) Wallr., ultima subspecie ad essere posta tra i sinonimi, si differenziava per avere foglie, peduncoli ecc. meno tomentosi e più lisci. Specie protetta Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici La corteccia è la parte più significativa e viene raccolta dai giovani rami in Aprile e poi essiccata; essa contiene allantoina, colina, tannini, fitosteroli. Uso Alimentare Le parti di questa pianta generalmente non vengono utilizzate direttamente nell'alimentazione umana, ma i suoi fiori permettono alle api di produrre un eccellente miele; i semi, tostati, erano utilizzati al posto del caffè. La linfa di alcune specie di Acero, ricca di zuccheri, minerali e vitamine, viene utilizzata per ricavarne zucchero ed uno sciroppo dolce e particolarmente energetico: anche A. campestre ne contiene ma in quantità inferiore. Le sue foglie sono un cibo molto appetito dagli animali: infatti, quando per le genti di campagna era troppo oneroso comperare mangimi, si usava "andare a sfogliare" aceri ed olmi; questa operazione consisteva nel prendere i giovani rametti tra pollice ed indice e, facendo pressione, si facevano scorrere le dita fino alla fine del ramo, in modo che la mano risultava piena di foglie; asini, cavalli, pecore, capre, conigli ecc. gradivano molto questo cibo sostanzioso. Uso Cosmetologico Il decotto di corteccia è utilizzato negli eritemi della pelle; alcune persone usano aggiungere all'acqua del bagno, un pugno di corteccia tritata per rinfrescare la pelle. Uso Farmacologico Possiede blande proprietà anticolesterolemiche e quindi protegge le arterie, ha, inoltre, un effetto stimolante sul metabolismo ed sul tessuto pancreatico. Col decotto si possono anche fare bagni oculari che servono a calmare irritazioni ed arrossamenti. Lo sciroppo, ricco di sali minerali, è utile in caso di gastrite, colite spastica e stitichezza. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Possiede proprietà lievemente anticoagulanti, abbassa i lipidi, aiuta nella prevenzione delle calcolosi e nelle cure successive alle manifestazioni di Herpes zooster; il decotto di corteccia usato anche come rinfrescante intestinale. Il gemmoterapico di Acer campestre esercita un’azione antiflogistica sulla colecisti e riduce la precipitazione di sali biliari, modificando la composizione della bile. Antiche credenze popolari conferivano all'acero proprietà magiche contro le streghe, i pipistrelli, la sfortuna. Note Questa pianta, per la sua crescita molto lenta, è usata per comporre siepi; in passato veniva utilizzata, unitamente all'orniello ed all'olmo, per sostenere filari di viti, nei vigneti; il suo legno molto chiaro, duro e compatto, ma facile da lavorare anche al cesello ed al tornio, viene usato in ebanisteria, per impellicciare mobili, ecc; molto apprezzato nella fabbricazione di manici e superfici di chitarre e strumenti ad arco e negli ambienti rurali, per costruire attrezzi agricoli, ecc. Il legno dell'acero è usato anche come legname da ardere, e nella produzione di carbone, ma non viene incentivata la produzione per la scarsa resa quantitativa, a causa lella sua lenta crescita. Secondo un’altra credenza popolare pare che, facendo passare un bambino attraverso i rami dell’Acer campestre, gli si garantisce lunga vita. Nel folklore francese le noci dell’acero simboleggiano i 58 anni di matrimonio. Infine esiste una storia più recente secondo la quale uno degli inventori dell’elicottero, Sikorskij, ha tratto ispirazione vedendo cadere un seme dell’acero. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, Gian Battista Pau, Simone Orsenigo, Annamaria Bononcini e Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Acer campestre L. - Foto di Giovanni Baruffa
  2. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Questi mosconi si ingozzano di nettare, poi vanno a riposarsi ciascuno sulla sua foglia preferita, poi, non ancora sazi, si rituffano fra le succulente infiorescenze, e così via; questo esemplare si è scelto una foglia ben esposta al sole, notare che, dopo diverse volte che è venuto ad appoggiarsi, ha depositato diversi grani di polline un po' su tutta la lamina.
  3. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Anche mosche, moscerini e mosconi di varie specie fungono da pronubi per il carrubo.
  4. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Altro impollinatore: Volucella zonaria, questa cugina delle mosche (malgrado la livrea lo possa far sembrare, non è invece parente con vespe o api) sembra gradisca divorare le antere!
  5. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Altra ape che pascola tra i fiori di questa specie, inebriata dal forte odore del nettare.
  6. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Impollinatore per eccellenza di questa specie: Apis mellifera L. con tutto il corpo intriso di grani pollinici, comprese le ali.
  7. Ceratonia siliqua L. - Fotografie di G.B. Pau Fasi di accrescimento dei fiori maschili: si possono benissimo determinare dal rapporto lunghezza filamenti degli stami/diametro del nettario; minore è tale rapporto più giovane è il fiore, infatti, con il passare del tempo, mentre il nettario cresce in maniera insignificante, gli stami si allungano notevolmente; la foto che segue è di una fase giovanile del fiore, in questo caso il nettario è ancora inattivo e il fiore risulta essere inodore, le antere sono un po' arrossate anche sulla faccia adassiale, non si notano insetti al pascolo. In contemporanea i fiori femminili hanno il nettario già attivo, emanano già odore e sono frequentati da qualche insetto. La foto che segue è della fase matura del fiore, il nettario è attivo, l'odore del nettare è avvertibile al naso umano a diversi metri di distanza (agli insetti come le api a qualche km di distanza), gli stami sono molto lunghi, la pianta è invasa da pronubi di ogni tipo (sulla sinistra si nota la sagoma del capo di un'ape), le antere, emettono il polline e sono consumate dall'attività incessante degli insetti.
  8. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Parti del fiore: fiore femminile.
  9. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Infiorescenza femminile.
  10. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Parti del fiore: fiore maschile 2.
  11. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Parti del fiore: fiore maschile 1.
  12. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Infiorescenza maschile.
  13. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Le infiorescenze, raccolte anche a mazzetti, sono portate dalle parti legnose della pianta, ricoprendo spesso una grossa porzione dei rami.
  14. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Pagina superiore e inferiore di una fogliolina.
  15. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Foglia.
  16. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Foglia.
  17. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di Renato M. Fondi Foglie.
  18. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di Renato M. Fondi Corteccia di un esemplare più annoso.
  19. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Con l'età la corteccia tende a fessurarsi.
  20. Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Fusto di giovane esemplare.
  21. Ceratonia siliqua L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae) Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones) Ordine: Fabales Famiglia: Leguminosae (Caesalpiniaceae) Nomi italiano Carrubo Etimologia κερατώνια (keratōnía): nome greco della pianta, citato già da Teofrasto (IV sec. a.C.), e che deriva da κέρ-ας, -ατος (ker-as, -atos) = corno, forse in riferimento alla morfologia e alla consistenza del frutto maturo, che in greco chiamavano κεράτιον (keration); siliqu-a, -ae nel latino classico significava baccello, il tipico frutto delle leguminose, da non confondersi col senso scientifico del termine (siliqua) che sta ad indicare un altro tipo di frutto. Il nome volgare della pianta (carrubo), nonché quello del suo frutto (carruba), deriva dal latino medievale carrubium, che a sua volta viene da ḫarrūb (خروب), nome con cui gli arabi chiamavano il medesimo frutto. Descrizione Pianta dioica, raramente ermafrodita, sempreverde, con portamento arboreo o arbustivo, alta fino a 10 m, chioma ovoidale, con i rami più bassi tendenti a ripiegarsi verso il suolo; corteccia grigiastra, liscia o ± verrucosa negli esemplari giovani, tendente a fessurarsi, e a diventare ± squamosa, almeno sul fusto principale, con l’età. Foglie Alterne, picciolate, stipolate, paripennate, portanti fino a 5 paia di elementi. Le stipole sono minute, non più lunghe di 1,5 mm, triangolari, rossastre; le foglioline, a lamina ovale, sono coriacee e portate da un breve picciolo, con margine intero, spesso revoluto, a volte ondulato, glabre, di un verde intenso e lucide sulla pagina superiore, verdi-biancastre e opache, glabre, o con al più della blanda pelosità lungo le nervature, su quella inferiore. Fiori Infiorescenze a racemo eretto-patenti, portate sul fusto e sulla porzione legnosa dei rami, con rachide rossastro, legnoso almeno alla base, portanti fino ad oltre 50-55 fiori; questi sono peduncolati (peduncolo con piccole brattee triangolari almeno alla base), attinomorfi, apparentemente aclamidati (in realtà sono provvisti di un perianzio gamotepalo con 5-7 piccoli lobi ellittici, concolore col peduncolo e col rachide), dotati di un vistoso nettario anulare verdastro-sericeo e suddiviso in un numero variabile di lobi ± evidenti; fiori maschili con 5-7 stami liberi con filamenti biancastri, inseriti tra ciascun lobo perianziale e il nettario, e grosse antere bilobate giallastre sulla superficie adassiale, arrossate su quella abassiale; il numero di stami è generalmente corrispondente a quello dei lobi perianziali e del nettario, al centro del quale si trova un piccolo abbozzo di pistillo; fiori ermafroditi come quelli maschili, ma con pistillo (simile a quello dei fiori femminili) presente al centro del nettario; fiori femminili portanti il pistillo al centro del nettario, stilo concresciuto con l’ovario, bianco-verdastro e arrossato almeno alla base, stigma bilobato giallo-verdognolo; il nettare ha un odore intenso e in genere sgradevole per l’uomo, ma non per gli insetti pronubi, che vengono attirati in grosse quantità, sia di individui, che di specie (mosche, vespe, api, calabroni, e altro ancora). Frutti Il frutto è un grosso legume carnoso, commestibile, dolciastro, lungo fin oltre 20 cm, verde in fase di maturazione, bruno scuro, quasi nerastro, a maturità, può portare fino a 17 semi; i semi sono ovoidali-schiacciati, brunastro-chiari, vengono comunemente chiamati carati. Periodo di fioritura Da settembre a novembre. Territorio di crescita Specie spontanea in tutti i Paesi che si affacciano al bacino del Mediterraneo, e in Portogallo; in Italia è presente, allo stato spontaneo in Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, naturalizzata in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Molise. Habitat Zone costiere e litoranee, costoni collinari non distanti dal mare, indifferente al substrato, da 0 ad oltre 500 m di quota. Somiglianze e varietà Il carrubo è l'unica specie del genere Ceratonia presente in Italia; potrebbe essere grossolanamente confuso con Pistacia therebinthus L. con cui può condividere l'habitat; questa si differenzia per il portamente generalmente cespuglioso, le foglie imparipennate e aromatiche (quelle del carrubo sono praticamente inodori), le infiorescenze a pannocchia e portanti fiori assai più piccoli di quelli del carrubo. Specie protetta Art. 18 L. R. 04/06/2007 Puglia, "Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia". Costituenti chimici Il frutto è ricco di zuccheri, proteine, aminoacidi, polifenoli. La corteccia contiene tannini. Gomma e mucillagini si trovano soprattutto nei semi, che hanno, inoltre, un alto contenuto di proteine, calcio e pectina e sono poveri in calorie e grassi. Uso Alimentare. Fin dall'antichità i frutti, dalla polpa zuccherina, vengono consumati ed apprezzati sia freschi che secchi. La polpa, dolce ma fibrosa, può essere usata anche come un sostituto del cioccolato in varie preparazioni, dolci e bevande. Dai semi si ricava una farina ricca di proteine e povera di zuccheri e di amido, che può essere utilizzata nei prodotti da forno e come addensante, al pari delle uova. Dai semi tostati si ricava un surrogato del caffè. Gli antichi egizi estraevano dal guscio dei frutti una sorta di miele, che utilizzavano per mettere in conserva la frutta. Uso cosmetologico Dalla polpa dei frutti e dai semi di Ceratonia siliqua l'industria cosmetica ricava maschere e creme per il viso, con azione emolliente, idratante e nutriente. Uso Farmacologico Il frutto contiene polifenoli, in grado di esercitare una apprezzabile attività antiossidante ed anti radicali-liberi. I tannini, contenuti soprattutto nei semi, hanno proprietà antiossidanti ed antibatteriche, efficaci anche contro la diarrea. La ricerca in campo clinico e fitofarmacologico ha anche confermato che il consumo regolare della polvere, ricavata dalla polpa del frutto secco, è efficace ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue e agisce come ipoglicemizzante. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La polpa del frutto fresco è dolce, nutriente e gentilmente lassativa. In decotto, al contrario, diviene astringente e questo può essere utilizzato in casi di diarrea, per purificare e dar sollievo all’intestino irritato. Entra come ingrediente in svariate misture espettoranti, nelle affezioni bronchiali. La pianta è un esempio di come il corpo possa rispondere alle medicine erboristiche in modi diversi, a volte apparentemente contraddittori, a seconda di come la pianta viene preparata. Infatti Ceratonia siliqua viene usata in erboristeria per una serie di disturbi assai diversi fra loro: per diarrea, gastriti ed infezioni e fermentazioni gastrointestinali. E' inoltre un valido ipoglicemizzante e attiva contro l'obesità in quanto riduce l'assorbimento di grassi e zuccheri. Nella medicina popolare è stata anche usata per trattare i disturbi prostatici e le verruche. Una curiosità è che i frutti del carrubo, nell'800, venivano usati dai cantanti d'opera per aiutare la voce e la gola. Nella lingua inglese questa pianta viene chiamata 'Black Locust' e ciò deriva dalla credenza che essa abbia costituito l'alimento di cui si è nutrito S. Giovanni Battista nel deserto. I semi, chiamati carati, per la peculiare proprietà, che le veniva attribuita (ma che è poi stata scientificamente confutata), di avere tutti lo stesso peso, venivano utilizzati come unità fondamentale nella pesatura dell'oro; il carato è ancora oggi l'unità di misura con cui, in gioielleria, viene espresso il peso di questo e di alcuni altri preziosi materiali; esso corrisponde all'incirca a 0,2 g; l'etimologia del nome carato è la stessa di Ceratonia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da G.B. Pau, Renato M. Fondi e Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Ceratonia siliqua L. - Fotografia di G.B. Pau Giovane esemplare staminifero in piena antesi.
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