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Prunus cerasus L.
Gruppo Botanico AMINT ha risposto alla discussione di Gruppo Botanico AMINT in Schede di Alberi e Arbusti
Prunus cerasus L. - Foto di Nino Bertozzi Albero. -
Prunus cerasus L. Sinonimi Cerasus acida (Ehrh.) Borkh. Cerasus austera (L.) Borkh. Cerasus collina Lej. et Courtois Cerasus vulgaris Mill. Prunus acida Ehrh. Prunus caproniana (L.) Gaudin Prunus cerasus L. subsp. acida (Ehrh.) Ascherson et Graebner Prunus cerasus L. var. austera L. Prunus cerasus L. var. caproniana L. Prunus cerasus L. var. frutescens Neilr. Prunus cerasus L. var. marasca (Host.) Viv. Prunus cerasus L. var. salicifolia H. Jaeger Prunus cerasus L. var. semperflorens (Ehrh.) W. D. J. Koch Prunus semperflorens Ehrh. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliophyta Ordine: Rosales Famiglia: Rosaceae Nomi italiano Ciliegio selvatico nano, Ciliegio acido, Ciliegio montano, Marasca, Amarena, Visciola, Griotta. Etimologia Prunus, genere della grande famiglia delle Rosaceae che comprende anche albicocchi, prugni, mandorli, ecc, è un termine latino che deriva dal greco Proynos e Proyne = Pruna; cerasus: termine latino che deriva dalla città turca Kerasun (Cherasonte) dalla quale, secondo la leggenda, nel 65 AC il generale romano Lucullo portò a Roma questa pianta. Descrizione Alberello deciduo di 2 ÷ 8 m con rami esili che, talvolta, possono essere penduli; fusto eretto con corteccia liscia caratterizzata da striature scure orizzontali; rami giovani dapprima verdastri, presto bruno-rossastri e lucidi . Foglie Le foglie hanno consistenza quasi coriacea, liscie, glabre, verdi-lucide sulla pagina superiore, ellittiche, finemente dentellate o crenate, e con apice acuminato o brevemente mucronato; picciolo in genere provvisto di ghiandole (di rado ne è sprovvisto), con stipole lineari caduche. Fiori Fiori ermafroditi, raggruppati in fascetti di 2 ÷ 4 su peduncoli di 2 ÷ 4 cm a formare ombrelle lasse; perianzio formato da 5 sepali verdi e 5 petali ovali bianchi; androceo formato da 15-30 stami, gineceo con pistillo monocarpellare (nelle varietà selvatiche, fino a 5 carpelli in quelle coltivate); impollinazione entomogama (soprattutto api), o autofecondante. Frutti Drupe globose glabre porporine o rosso-scure, e non pruoinose, del diametro di 1 - 1,5 cm, con epicarpo non aderente alla polpa, che è giallastra e più o meno acida; endocarpo di forma sferica, liscio, e di colore bruno-chiaro che racchiude un nocciolo dal sapore amarognolo; maturano a giugno-luglio. Periodo di fioritura Fiorisce in Aprile - Maggio - Giugno. Territorio di crescita Specie originaria dell'Asia Minore, è stata introdotta come specie da frutto un po' in tutto il globo; in Italia è assente, allo stato selvatico, in Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Liguria, Puglia, Calabria, altrove è specie naturalizzata. Habitat Coltivata nell'area temperata è diventata spontanea dal piano alla collina. Somiglianze e varietà Attualmente le seguenti varietà sono considerate sinonimi di P. cerasus L.: P. cerasus var. caproniana (L.) Gaudin = amarene: drupa rosa pallida con succo incolore; P. cerasus var. marasca (Host.) Viv. = marasche: foglie ovate poco crenate, stipole maggiormente persistenti, drupa più lungamente peduncolata, pendente, rosso viva. P. cerasus var. austera L. = visciole, griotte: drupa porporino scura con succo rosso sanguigno, rami allungati, fiori più penducolati, nocciolo che si stacca più facilmente dal gambo . Specie protetta Non risultano notizie di protezione di questa pianta su tutto il territorio italiano. Costituenti chimici Flavonoidi, mucillagini, tannini, acido malico, polifenoli, vitamine A B C , fibre, potassio, calcio, fosforo, ferro, zuccheri. Uso Alimentare I frutti di Prunus cerasus oltre che venire consumati freschi, sono utilizzati in tutto il mondo per preparare conserve e dolci, in un’infinità di ricette diverse. Nel nostro paese, in particolare, se ne ricavano un liquore, il Maraschino, ed uno sciroppo di amarena, largamente commercializzato ed utilizzato sul gelato e in numerose preparazioni gastronomiche mentre i semi vengono utilizzati per la preparazione di liquori amari. Uso Cosmetologico L'olio ottenuto dai semi è utilizzato nei prodotti cosmetici. La polpa delle ciliegie può essere utilizzata come astringente sulla pelle irritata e per capillari dilatati. In cosmesi se ne ricavano maschere tonificanti. Con i peduncoli, che contengono tannino e sali di potassio, si può preparare un decotto dagi effetti lentivi per la pelle screpolata. Uso Farmacologico I peduncoli dei frutti sono diuretici: vengono seccati e usati in infusione per azione diuretica, antiurica, antigottosa, contro la cistite e l'insufficienza renale. Una serie di studi fitochimici ha evidenziato l’elevato contenuto di composti con proprietà antiossidanti (antociaine) ed antinfiammatorie, conenuti nel frutto. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Il frutto, ricco di flavonoidi, è leggermente lassativo ed anche indicato in caso di artriti, arteriosclerosi, disturbi renali e gotta. Gli antociani, sali cloruri che conferiscono il colore rosso, possiedono proprietà antidolorifiche, assimilabili a quelle dell’aspirina. In erboristeria i peduncoli vengono utilizzati per ricavarne preparati con effetto depurativo, disintossicante, diuretico, rimineralizzante, energetico e per rafforzare le difese immunitarie. Per uso esterno si possono fare impacchi di ciliegie che, applicati sulla fronte, alleviano l’emicrania. Note Le foglie e i semi contengono piccole quantità di cianuro che gli conferiscono il caratteristico sapore amaro; sembra che questo, assunto in piccole quantità, migliori la respirazione e la digestione e dia un senso di benessere;sono inoltre in corso degli studi sulla loro presunta efficacia nel trattamento contro il cancro. I prodotti contenenti questi derivati, se assunti in eccesso, causano insufficienza respiratoria fino a diventare mortali. Dal fusto si ottiene una resina che viene utilizzata anche come adesivo, mentre dalle foglie si ricava un colore verde. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Nino Bertozzi, Giovanni Baruffa, G.B. Pau, Pietro Curti, Annamaria Bononcini - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Prunus cerasus L. - Foto di Nino Bertozzi Frutti
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Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Pietro Curti Foglie adulte. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L - Foto di Pietro Curti Fiori e foglie giovani. -
Prunus avium L.
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Prunus avium s.l. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti di pianta innestata (Lunigiana 2005). -
Prunus avium L.
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Prunus avium s.l. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti di pianta innestata (O.P. Pavese 2005). -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti in maturazione per la gioia di uccelli ed umani. (Per il consumo da parte dei bambini, leggere le osservazione nella scheda!) -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti in crescita. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti ancora acerbi. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Fiori. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Piante in fiore. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Foglie. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Tronco con germogli. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Il tronco di una pianta giovane. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Gemme su giovani rametti. -
Prunus avium L.
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Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa Primi di Marzo: il risveglio. -
Prunus avium L. Sinonimi Cerasus avium Moench Cerasus duracina DC. ex Lam. & DC. Cerasus juliana DC. ex Lam. & DC. Prunus avium subsp. duracina (L.) Janchen Prunus avium subsp. juliana L. Prunus avium var. duracina L. Prunus avium var. juliana L. Prunus avium var. sylvestris Dierb. Prunus duracina Sweet Prunus juliana Gaudin Tassonomia Regno Plantae Divisione Magnoliophyta Classe Magnoliopsida Ordine Rosales Famiglia Rosaceae Genere Prunus Nomi italiano Ciliegio selvatico, Ciliegio dolce, Nomi locali: Cerasa selvatica, Serésa salvadega, Ciarasa, Cariasa, Ceresia. Etimologia Prunus, genere della grande famiglia delle Rosaceae che comprende anche albicocchi, prugni, mandorli, ecc, è un termine latino che deriva dal greco Proynos e Proyne = Pruna avium, genitivo plurale del sostantivo latino avis = uccello e, quindi = degli uccelli Descrizione Albero deciduo dal portamento slanciato, con chioma ovato espansa, in grado di superare i 20 metri di altezza; rami giovani con corteccia chiara, liscia e glabra, a tratti lucida, grigio-rossastra, con evidenti lenticelle orizzontali; il tronco, invecchiando, assume tonalità più brunastre e si producono delle lacerazioni orizzontali sulla corteccia che tende a sfaldarsi arricciandosi; i rami sono rigidi e piuttosto fragili. Foglie Alterne, lunghe fino a 12 (15) cm, con numerose nervature; margine seghettato o crenato ed apice acuminato; pagina superiore glabra e di colore verde intenso; pagina inferiore più chiara e finemente pubescente; picciolo lungo 2-:-5 cm., generalmente provvisto di 2 o al più 3 ghiandole nettarifere rossicce posizionate in prossimità della base foliare. Fiori Ermafroditi, profumati, l’impollinazione avviene ad opera di insetti (entomogama); raggruppati in fascetti di 2-6, posti alla base di una corona di brattee con lamina a forma di cucchiaio e con margine ciliato, sono portati da lunghi peduncoli; ricettacolo ben evidente, glabro, urceolato; calice 5-mero con sepali verdi, oblunghi, glabri e riflessi in piena antesi; corolla 5-mera con petali mediamente di 12-:-15 mm in diametro, obovati, con apice ottuso o smarginato, bianchi o delicatamente rosati; stami numerosi, spesso oltre 20, con antere gialle; ovario 1-carpellare, glabro, stilo singolo, stigma capitato. Frutti Sono drupe di colore rosso, globose, succose e dolci, graditissime agli animali, in particolare uccelli; diametro attorno ai 10 mm, sono lungamente peduncolate e contengono un solo nocciolo. - Le ciliegie selvatiche, potrebbero risultare leggermente lassative per i bambini. - Il nocciolo contiene alcune tossine, quindi non va schiacciato. Periodo di fioritura Fiorisce, generalmente anticipando un po' la foliazione, in Marzo-Aprile e, alle quote più elevate, anche in Maggio. Territorio di crescita Verosimilmente originaria del Medio Oriente, la specie è stata propagata, da tempi remotissimi, praticamente in tutta Europa e Africa nord-occidentale; in Italia viene considerata spontanea in tutte le Regioni, eccetto Umbria, Marche e Calabria dove è naturalizzata. Habitat Cresce spontaneo dalla pianura fino a 1500 metri slm, preferendo esposizioni soleggiate. Somiglianze e varietà Girando nei boschi si incontrano dei ciliegi inselvatichiti: P. avium, allo stato selvatico, possiede frutti (=ciliegie) di colore rosso, che generalmente non superano 12 mm di diametro; molto succosi e zuccherini, possiedono scarsa polpa; inoltre le foglie sono generalmente pendule. P. cerasus è pianta diversa con frutti più piccoli, amarognoli e foglie erette che a volte possono presentare ghiandole nettarifere: in passato era suddiviso nelle seguenti varietà, che ora vengono considerati soltanto dei sinonimi: P. cerasus var. caproniana (L.) Gaudin = amarene: drupa rosa pallida con succo incolore; P. cerasus var. marasca (Host.) Viv. = marasche: foglie ovate poco crenate, stipole maggiormente persistenti, drupa più lungamente peduncolata, pendente, rosso viva. P. cerasus var. austera L. = visciole, griotte: drupa porporino scura con succo rosso sanguigno, rami allungati, fiori più penducolati, nocciolo che si stacca più facilmente dal gambo . Specie protetta L. R. 18/04/1995, n.33 Veneto, "Tutela del patrimonio genetico delle specie della flora legnosa indigena nel Veneto"; vd. art.1 e all. A. L. R. 28/10/2004, n.27 Lombardia, "Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell'economia forestale"; vd. art. 23 e all. A. L. R. 10/01/1987, n. 8 Marche, "Modificazioni alla LR 13 marzo 1985, N. 7 riguardante: Disposizioni per la salvaguardia della flora marchigiana"; vd. art. 1. Costituenti chimici Zuccheri, potassio, acidi organici, calcio, fosforo, vitamine A e C, l’isoflavone genisteina e l’enzima amilase. Uso Alimentare Il frutto fresco, la ciliegia, è particolarmente apprezzato: ricco di zuccheri ma con un basso apporto calorico è consigliato nelle diete ipocaloriche. Le cilegie possono venire conservate sotto spirito e da esse si possono ricavare marmellate e sciroppi, sorbetti e dessert di vario genere. Dall’infusione dei frutti in alcool si ottiene un liquore, il Maraschino, tipicamente italiano e nato nei conventi durante il Medio Evo; altri liquori che si ricavano dalla ciliegia sono il Cherry, il Kirsch e la Ratafià. Foglie rami e semi sono in qualche misura tossici poiché producono Glicoside Cianogenico ed è quindi opportuno evitarne l’ingestione. Uso Cosmetologico I peduncoli sono ricchi di tannino e sali di potassio e vengono utilizzati per preparare lozioni utili a lenire pelli arrossate e screpolate. Anche la polpa fresca dei frutti si può usare come astringente e rinfrescante, sulla pelle irritata e in caso di capillari dilatati. Uso Farmacologico Il frutto contiene un enzima presente anche nella nostra saliva, l’amilase, che ha effetti digestivi. Contiene anche una buona percentuale di potassio, importante nel controllo dell'ipertensione arteriosa, e di acidi organici efficaci per l'equilibrio acido-basico nel corpo. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Prunus avium contiene amigdalina e prunasina, sostanze che, a contatto con l’acqua, formano l’acido idrocianico( o acido prussico ), che è tossico. In piccole quantità questo composto, tuttavia, stimola la respirazione e migliora la digestione. Il consumo della polpa del frutto fresco non è pericolosa da nessun punto di vista ma, al contrario, svolge azione dissetante, diuretica, antiurica e moderatamente lassativa ed è indicata anche per chi deve incrementare la riserva alcalina. Questo frutto è consigliato, inoltre, nella cura di reumatismi, artriti, e per il suo contenuto di vitamine A e C a bambini e adolescenti. I gambi del frutto hanno proprietà astringenti, diuretiche e toniche. Praticando piccole incisioni sul tronco si ottiene una resina aromatica, che può essere usata per inalazioni nel caso di tosse persistente. Dalle foglie si ricava una tintura di colore verde. Il legno è solido, compatto e di bella grana: al tornio se ne ricavano strumenti, oggetti per la casa e mobili di qualità. Prunus avium, nel simbolismo delle piante, rappresenta la buona creanza e la cortesia. Note Il legno del P. avium, dalle calde tonalità rossiccie, è molto apprezzato per lavori di intaglio, ebanisteria e per la realizzazione di mobili. I frutti delle piante selvatiche possono risultare blandamente lassativi per i bambini e pertanto non se ne deve abusare. I noccioli non si debbono schiacciare poiché contengono al loro interno delle sostanze tossiche. In passato si utilizzava la resina gommosa, che fuoriusciva dalle ferite del tronco e dei rami, per farne una eccellente colla, usata soprattutto per la carta. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, Annamaria Bononcini, Pietro Curti, G.B. Pau - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Prunus avium L. - Foto di Giovanni Baruffa
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Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Marika Fruttificazione. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Marika Particolare dei frutti. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Marika Racemi con frutti maturi. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Marika Frutti immaturi. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Marika Foglie. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Pietro Curti Fiori. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Pietro Curti Fiori. -
Sambucus nigra L.
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Sambucus nigra L. - Foto di Pietro Curti Fiori.