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Prunus spinosa L.
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti Frutti -
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Prunus spinosa L. - Foto di Viver -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Cespuglio in fiore -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Arbusto in veste pre-estiva -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Foglie. -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa I nuovi frutti. -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa La siepe -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Arbusto in fiore -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti Particolari dei fiori con i numerosi stami -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti Fiori -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti Fiori -
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Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti Fiori e neve -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Inizio delle fioritura -
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Frutti dell'anno precedente -
Prunus spinosa L.
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Prunus spinosa L. - Foto di Giovanni Baruffa Abitus invernale -
Prunus spinosa L. Sinonimi Druparia spinosa Clairv. Prunus fruticans Weihe Prunus spinosa subsp. fruticans Prunus spinosa subsp, dasyphylla (Schur.) Domin Prunus spinosa var. typica C.K.Schneid. Prunus domestica var. spinosa (L.) Kuntze Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Rosales Famiglia: Rosaceae Nome italiano Prugnolo, susino selvatico, pruno, pruno di macchia, prugnolaro Localmente: avrignu, pornello, prunella, pruniccia, strozzaprete, strozzeghi, brugnolo. Etimologia Prunus dal greco Proynos, è il nome usato anticamente per questo arbusto. spinosus = spinoso, pieno di spine. Descrizione E' un arbusto cespitoso, abbondantemente pollonifero e talvolta con portamento arboreo, alto fino a 3 ÷ 4 metri caducifoglio; il tronco ed i rami hanno un colore grigio-brunastro, sono piuttosto fitti e provvisti di spine lunghe e dure; per questa ragione spesso viene utilizzato per siepi divisorie interpoderali e di protezione tra le zone a pascolo e quelle a coltivo; Foglie Alterne e caduche, appaiono dopo la fioritura; la lamina ha forma ovale-ellittica un po' lanceolata con peduncolo di pochi millimetri; la pagina superiore è di colore verde scuro, ruvida e praticamente glabra, mentre quella inferiore è più chiara e pubescente. Fiori I piccoli fiori, che appaiono prima della foliazione, sono ermafroditi ed hanno 5 petali bianchi con numerosissimi stami; i peduncoli sono sovente isolati. Bellissimo lo spettacolo delle macchie di bianco che compare nelle coste collinari o al margine dei canaloni dei corsi d'acqua, annunciando la Primavera. Frutti Sono drupe tondeggianti - ovali di cm 1,5 ÷ 2 di colore blu-nerastro molto pruinose; inizialmente molto aspre ed allappanti, diventano più gradevoli dopo l'ammezzimento che di solito avviene con i primi geli in Novembre-Dicembre. Periodo di fioritura Fiorisce da Febbraio ad Aprile. Territorio di crescita Cresce su tutto il territorio nazionale, spingendosi fino a 1600 metri. Habitat Si può incontrare ovunque, anche in pianura negli incolti lungo i viottoli o nei boschi cedui ed al loro margine, ma il suo habitat preferito è nelle coste, anche assolate delle colline, dove spesso forma macchie impenetrabili. Somiglianze e varietà Potrebbe essere confuso con P. domestica che è una pianta alta fino a 30 metri, possiede frutti ovali molto più grandi ed anche i fiori hanno dimensioni maggiori(14÷ 25-30 mm). Specie protetta Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici Composti cumarinici e cianogenetici (volatili, svaniscono con l'essiccazione), oli essenziali, pectine, gomme, resine, acidi organici, sostanze tanniche, fruttosio, flavonidi, vitamina C (nei frutti) e canferolo. Uso Alimentare In molte regioni italiane si prepara un liquore caratteristico lasciando macerare in alcool i frutti di questa pianta insieme a stecche di cannella per un periodo variabile dai 30 ai 60 gg. I frutti ben maturi sono usati per la preparazione di marmellate. Anticamente le foglie tostate venivano usate come surrogato del tè. Uso Cosmetologico Grazie alle sue proprietà astringenti il frutto del prugnolo trova pieno utilizzo nella preparazione di maschere facciali per il trattamento di pelli grasse, anche il decotto trova analogo impiego attraverso picchiettio sul viso operato con batuffoli imbevuti, utile anche per il trattamento locale delle foruncolosi. In passato la corteccia essiccata e macinata veniva usata come dentifricio. Uso Farmacologico Si tratta di un arbusto indicato per il trattamento delle affezioni del cavo orale e per la cura delle forme gastroenteriche, in particolare se accompagnate da stati diarroici, si ritiene utile anche per il trattamento degli stati infiammatori dell'apparato urinario. Ne consegue che le proprietà indicate sono, toniche ed antinfiammatorie, depurative ed astringenti. L'infuso dei fiori ha lieve efficacia lassativa, il decotto della corteccia può mitigare gli stati febbrili. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità La polpa dei frutti acerbi era l'ingrediente fondamentale del medicamento noto come "Acacia germanica", con tale prodotto si curavano le diarree e le dissenterie acute. Secondo la teoria antropofisica questo arbusto è portatore di incredibili sostegni vitali, quando sussistono stati di sfiancamento e depressione i frutti e i fiori di questa essenza arborea infondono allegria e fiducia. Note Trattandosi di specie assai pollonifera, forma dei cespuglieti molto fitti ed impenetrabili a causa delle innumerevoli spine; questo permette a moltissimi animali ed in particolare uccelli, di trovarvi sicuro rifugio. Questa impenetrabilità dava in passato alla pianta proprietà magiche, rappresentava allegoricamente sia protezione che insidia, la lotta tra il bene e il male. Veniva impiantata nei pressi delle case perchè si pensava che proteggesse dal fuoco e dalle saette. Era in uso il costruire bastoni da passeggio con il suo legno perchè si ritenevano efficaci per tenere lontano le forze del male. Spesso nelle sue immediate vicinanze possiamo trovare un fungo molto ricercato dagli affezionati estimatori, la Calocybe gambosa chiamata comunemente prugnolo, proprio per la vicinanza con questa pianta. Il legno durissimo è utilizzato per ricavarne bastoni ed un tempo anche per gli attrezzi del gioco della "Lippa"(conosciuto in tutta Europa dai ragazzi, si tratta di un gioco che consiste nel fal saltare un bastoncino durissimo a forma di fuso e poi colpirlo al volo per lanciarlo alla distanza maggiore possibile). Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa, Annamaria Bononcini, Pietro Curti, Gian Battista - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Prunus spinosa L. - Foto di Pietro Curti
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Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Pietro Curti -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Pietro Curti -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Felice Di Palma -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Felice Di Palma -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Felice Di Palma -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC - Foto di Marika -
Centranthus ruber (l.) Dc.
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Centranthus ruber (L.) DC Sinonimi Valeriana rubra L. Tassonomia Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Dipsacales Famiglia:Valerianaceae Nome italiano Valeriana rossa, Camarezza comune. Etimologia Centranthus, dal greco centron = pungolo e anthos = fiore. Valeriana nome formatosi nel medioevo dal verbo latino "valere"(guarire). Descrizione Pianta erbacea perenne, glauca, talvolta suffracente o arbustiva, con rizomi odorosi in alcune specie. La sua altezza può essere anche di 150cm. Foglie Foglie di colore verde, quasi lucido, ovali o ovali-lanceolate, le inferiori con picciolo, le superiori sessili, talvolta verticillate. Fiori I fiori, piccoli, profumati, hanno corolla formata da un tubo conico, rosea,porporina o bianca, portati in corimbi composti, formanti una pannocchia terminale, muniti di sperone lungo il doppio dell'ovario. Frutti I frutti sono acheni. Periodo di fioritura Da aprile a ottobre. Territorio di crescita In tutto il territorio italiano fino a 1200 metri. Habitat Molto diffusa nei luogni incolti, vecchi muri, scogliere, discariche di calcinacci. Somiglianze e varietà Valeriana officinalis Valeriana tripteris Valeriana montana Valeriana saliunca Centranthus angustifolius Specie protetta Specie protetta in alcune regioni italiane (Piemonte e Abruzzo) e in numerosi Parchi e Riserve naturalistiche. Costituenti chimici Contiene al pari della Valeriana officinalis: zucchero, mucillagine, gomma, resina ed enzimi. Olio essenziale di colore azzurro-verdastro, che ha diversi componenti quali il borneolo, canfene, pinene, acido formico ed acido acetico . Uso Alimentare Germogli e foglie giovani, nelle insalate, cotte e saltate in padella.Le radici bollite possono entrare a far parte degli ingredienti di zuppe e minestre. Non tutti ne apprezzano il sapore, alquanto amaro, ma esistono testimonianze storiche dell’uso alimentare di questa pianta nel Sud dell’Italia e in Francia. Uso Cosmetologico L’odore di Centranthus ruber è assai meno aggressivo di quello di Valeriana officinalis e la pianta può venire utilizzata nell’acqua del bagno per i suoi effetti calmanti e lenitivi o, come decotto, per bagni facciali. L’estratto alcolico ha un effetto antiforfora ed è utile contro irritazioni della pelle e brufoli. Uso Farmacologico Parente povera della Valeriana officinalis, ne ha tutte le proprietà. Viene usata come sedativo degli spasmi, cura sindromi nevrasteniche, insonnia, nevrosicardiache (associata al biancospino)dismenorrea, spasmi dell'apparato digerente (unita alla passiflora). E' un ottimo succedaneo degli ansiolitici, perchè non è tossica e non dà assuefazione. Deve essere precisato che numerosi fitoterapeuti indicano come non sostituibile la più nota Valeriana officinalis con la Centranthus ruber (nota come valeriana rossa), in quanto al momento esistono pochi e scarsamente documentati riscontri scientifici per quest'ultima essenza. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità In erboristeria le radici amare sono considerate toniche, stimolanti, sudorifere, antispasmodiche, vermifughe. Della valeriana rossa si può utilizzare anche la tintura madre della parte aerea, in associazione con la lavanda che ne potenzia l’azione. Nella tradizione popolare di alcuni paesi europei era considerata una pianta che ispira sentimenti amorosi e dalle proprietà afrodisiache: infatti veniva usata nella composizione di filtri d’amore. In omeopatia la troviamo presente in numerose preparazioni. Note Le prime notizie si hanno da un medico egiziano,che descrisse le proprietà della V.officinalis,Da allora, sino alla fine del 1700, a queste piante, furono attribuite, oltre alle proprietà medicinali, anche virtù miracolose, come quella di guarire la peste, i morsi degli animali velenosi, l'asma, la tosse, e l'epilessia. Ad affermare ciò, furono illustri medici e botanici, uno di loro affermò che queste erbe lo guarirono dall'epilessia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Marika, da Annamaria Bononcini e da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Centranthus ruber (L.) DC-Foto di Marika