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Mario Iannotti

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  1. Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, Regione Lazio, Aprile 2014 - foto di Mario Iannotti.
  2. Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, Regione Lazio, Aprile 2014 - foto di Mario Iannotti.
  3. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Rosso Congo. In evidenza i GAF .
  4. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 400× in Rosso Congo.
  5. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Trama della lamella regolare con ife settate munite di GAF. Osservazione a 100× in Rosso Congo.
  6. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Rosso Congo.
  7. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Rosso Congo. In evidenza i GAF.
  8. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Pileipellis costituita da una cutis con ife forcate ed intrecciate, settate con GAF. Schiacciando un po' il preparato è possibile evidenziare meglio le ife forcate. Osservazione a 400× in Rosso Congo.
  9. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Pileipellis costituita da una cutis con ife forcate ed intrecciate, settate con GAF. Osservazione a 400× in Rosso Congo.
  10. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000×.
  11. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000×.
  12. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Caratteristica reazione siderofila positiva dei basidi. La reazione è positiva quando nei basidi si osservano delle granulazioni nerastre, per ottenere la stessa si è proceduto utlizzando il metodo classico descritto da MTB, e cioè, si colloca il preparato su un vetrino, si aggiunge il Carminio acetico e si porta ad evaporazione con l'ebollizione, si aggiunge ancora Carminio acetico si scalda e si mescola con la punta di un chiodo arrugginito e si porta ad evaporazione. Con questo procedimento gli ioni di ferro si depositeranno sulle granulazioni dei basidi. Quindi si passa all'osservazione con l'aggiunta di una goccia di Cloralio idrato. Osservazione a 400×.
  13. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Rosso Congo.
  14. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Rosso Congo.
  15. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Filo fertile con basidi clavati maggiormente tetrasporici osservati anche bisporici. Osservazione a 400× in Rosso Congo.
  16. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti.
  17. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione a 1000× in Blu Cotone in Acido Lattico a caldo, hanno evidenziato una reazione cianofila.
  18. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.
  19. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Osservazione in acqua a 1000×.
  20. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. Spore ellittiche, lisce, ialine, con apicolo, dotate di piccole guttule, in massa di colore biancastre-crema, misure su 32 spore da sporata 4,6-5,9 × 2,6-3,7 µm; Q = 1,4-2,0 Qm = 1,7. Osservazione in Melzer a 1000×, reazione inamiloide.
  21. Calocybe gambosa (Fr.) Donk; Regione Umbria; Aprile 2014, Foto, commento e microscopia di Mario Iannotti. La Calocybe gambosa è conosciuta dalla massa dei micofagi con il nome comune di “prugnolo” o “fungo di San Giorgio”. È considerato un ottimo fungo commestibile, cresce in primavera ai margini del bosco, spesso associato all’Olmo, sovente tra i cespugli di Biancospino e Prunus spinosa e nei prati e spazi aperti in presenza di arbusti della famiglia delle Rosaceae, nei classici “cerchi delle streghe”. Si presenta con un cappello carnoso di colore crema fino a giallo ocra ed un gambo robusto, le lamelle sono basse e molto fitte, di colore biancastro-crema. La carne è dolce ed emana un odore molto forte di farina fresca. Si può confondere con alcuni Entoloma primaverili, tra l’altro, rinvenibili negli stessi habitat. Questi ultimi hanno, infatti, l'odore farinoso, anche se molto meno pronunciato, ed i colori generali del carpoforo molto simili alla Calocybe gambosa, mentre l’elemento dirimente che ci consente di separarli è l’osservazione delle lamelle che negli esemplari adulti, con la maturazione delle spore, assumono una colorazione rosa, tipica del Genere Entoloma. Microscopia Spore ellittiche, lisce, ialine, con apicolo, dotate di piccole guttule, in massa di colore biancastre-crema, misure su 32 spore da sporata 4,6-5,9 × 2,6-3,7 µm, Q = 1,4-2,0 Qm = 1,7. Le spore sono state osservate in acqua, in Rosso Congo ammoniacale, in Blu Cotone in Acido Lattico a caldo sono risultate cianofile e in Melzer inamiloidi. Basidi clavati maggiormente tetrasporici osservati anche bisporici; con granulazioni siderofile. Trama della lamella regolare con ife settate munite di GAF. Pileipellis costituita da una cutis con ife forcate ed intrecciate, settate con GAF. Non sono stati osservati cistidi.
  22. Bravo Giuliano, una breve passeggiata e qualche scatto sono cose sicuramente positive, vanno bene anche le foto. Mario.
  23. Complimenti Nino. Concordo con quanti mi hanno preceduto veramente molto bella. Mario.
  24. Ciao Mario, gli altri 2 taxon sono : "Ophrys fuciflora subsp. lorenae" e un'altra "fuciflora " sl. tardiva, che al momento attuale, ha il nome di lavoro di "Ophrys occitanica". Questi due taxon sono presenti sull'Appennino Emiliano, dal Bolognese al Reggiano (per il momento). Per la "lorenae", già ufficialmente descritta, sono anni che cerchiamo di "interpretarla", anche assieme ad uno dei descrittori. Ma per vari "motivi", non riusciamo mai a "trovarla". Nel locus classicus sembra estinta (secondo uno degli autori). Per la "occitanica", è al momento ancora oggetto di studio, anche se si tratta di un taxon "molto particolare". Un saluto, Bruno. Grazie delle info, in bocca al lupo per i futuri ritrovamenti. Cordiali saluti. Mario.
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