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Massimo Biraghi

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Messaggi pubblicati da Massimo Biraghi

  1. Ciao, ti metto le differenze tra le due varietà, ricordandodi che per le Amanita sarebbe meglio vedere la conformazione della volva, Impariamo a raccogliere i funghi integralmente quando ne vogliamo sapere l'identità

    Amanita excelsa var. spissa (Fries) Kummer, questa varietà si distingue in modo netto per taglia molto più tozza e robusta, cappello bruno, grigio scuro, verruche sul cappello più frequenti e persistenti di colore grigio brune, lamelle senza riflessi rosati, gambo a base più allargata terminante con un bulbo non marginato e napiforme, ben evidente e non arrossante, odore e sapore rafanoide.
    Amanita excelsa var. excelsa (Fries: Fries) Bertillon, al contrario si separa dalla precedente per avere il cappello grigio chiaro, grigio piombo, verruche biancastre, grigio chiare, spesso caduche, gambo bianco, slanciato, profondamente interrato, ingrossato nella metà inferiore, arrossamento alla base del gambo.

    Max

  2. Inocybe brunneotomentosa Huijsman; Regione Lombardia, Gera d'Adda, località verdello in viale di Tigli; Giugno 2016. Foto, commenti, microscopia di Massimo Biraghi.

    Inocybe brunneotomentosa Huijsman, macroscopicamente presenta un cappello 2,5-4 cm, conico- convesso con umbone largo e poco pronunciato, colorazioni pileiche ocra-brunastre, bruno scuro nell’umbone, cuticola feltrata-squamosa che si lacera in vecchiaia grossolanamente lasciando intravedere la carne sottostante ocracea.

    Lamelle inizialmente grigio ocra, brunastre –olivastre con riflessi giallognoli a maturazione.
    Gambo cilindrico, ingrossato e ricurvo verso la base, di colore biancastro sporco nella zona apicale, imbrunente dalla metà fino alla base dove si presenta decisamente nerastro, carne biancastra nel cappello e fino a metà gambo, color legno chiaro verso la base. Odore terroso, spermatico.

    Microscopia
    Spore
    7-9 × 4,5-5,5 µm.
    Basidi generalmente tetrasporici.
    Cheilocistidi sub ovoidi, largamente clavati, sub fusiformi con cristalli di Ossalato di Calcio.
    Pleurocistidi analoghi o un poco più grandi, parete spessa 2,5-3 µm, leggermente ingiallenti in ammoniaca,accompagnati da cistidioli.
    Caulocistidi di morfologia diversa dai cistidi imeniali, con cristalli apicali e frammisti a paracaulocistidi concatenati e a peli caudali, quest’ultimi presenti oltre il terzo superiore del gambo.

    Habitat: raccolta effettuata lungo un viale di Tigli tra l’erba in compagnia di Russula insignis.

    Osservazioni molto simile soprattutto per la caratteristica dell’annerimento dello stipite a Inocybe tenebrosa Quél., microscopicamente si riconosce per avere i caulocistidi rinvenibili su tutto il gambo, quindi inserita nell sezione Splendentes.

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    Filo Lamellare 200× in Rosso Congo

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    Cheilocistidi 400× in Rosso Congo

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    Pleurocistidi 400× in Rosso Congo

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    Cistidi 400× in ammoniaca

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    Caulocistidi 400× in Rosso Congo

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    Spore 1000×

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  3. Ciao Roberto, io Leggo nell'articolo che ti metto sotto : The white variety of P. atricapillus is easy to distinguish from P. albineus by its particular raphanoid smell and monomorphic, clavate to utriform, shorter cheilocystdia (Justo & Castro 2007).

     

    Pluteus albineus Bonnard Mycol. Helv. 11(2): 131. 2001.

    Basidiocarps of medium size, pileus up to
    90 mm in diameter, planoconvex, with low umbo,
    white with greyish shades in center, smooth and
    nonstriate. Stipe white, cylindrical, up to 100 ×
    10 mm. Context white, smell faint, fungoid. Lamellae
    pinkish, free, moderately crowded. Spores
    ovoid, 6–8 × 4–5 µm, smooth. Basidia 4-spored,
    20–27 × 4.5–6.5 µm. Cheilocystidia abundant,
    dimorphic: (i) long and slender, cylindrical with
    clavate to capitate apex 60–90 × 10–20 µm at
    center; and (ii) shorter, clavate to spheropedunculate,
    30–47 × 10–20 µm on both sides of the
    lamella edge. Pleurocystidia metuloid, with 2–4
    acute or obtuse hooks at apex, 50–80 × 10–18 µm,
    with walls up to 1.5 µm thick. Intermediate pleurocystidia
    with slightly thickened walls (<1.2 µm),
    often with mucronate apex or inconspicuous
    hooks, 30–45 × 10–17 µm. Pileipellis a cutis
    made up of cylindrical, hyaline hyphae, 30–210 ×
    3.0–10.0 µm, terminal elements with obtuse apex,
    up to 22 µm wide. Stipitipellis a cutis made of
    hyphae similar to those of the pileipellis, 50–190
    × 7–18 µm. Clamp connections absent in all parts
    of basidiocarps, but scattered pseudoclamps seen
    in stipitipellis.
    The edge of the lamellae is poorly preserved
    in the specimens from the Puszcza Bukowa forest,
    but dimorphic cheilocystidia could be observed,
    especially near the pileus margin.

    Remarks. The micro- and macrocharacters

    of the collected specimen match the description
    and iconography of P. albineus given by Bonnard
    (2001). This species belongs to section Pluteus,
    which groups fungi with metuloid cystidia and
    a pileipellis of cutis type. It is one of 11 taxa
    (species and varieties) from this section forming
    white basidiocarps. Although the microcharacters
    of P. albineus (absence of clamps, cheilocystidia
    shape) clearly delimit this species, it may
    be confused with other species from this group,
    especially P. nothopellitus Justo & M. L. Castro,
    P. viscidulus Singer and P. atricapillus var. albus
    Vellinga. Pluteus viscidulus is known only from
    South America and it produces smaller spores
    (5.0–6.5 × 3.5–4.0 µm). Pluteus nothopellitus is
    a European and North American species. It differs
    from P. albineus by having shorter (<70 µm),
    uniform cheilocystidia and broader spores (4.5–
    6.5 µm).

  4. S

     

    Ciao Roberto, molto interessante ed intrigante, in attesa che passi qualche appassionato (Tom), (Luca), controlla Pluteus nothopellitus, è una specie nuova del 2007, oppure li vicino, nel web trovi il pdf di Justo e Castro. Dalle tue foto non vedo GAF.

     

     

    Mario. :bye:

    spore troppo piccole per P. nothopellitus, ora non biblio, ma l'assenza di Gaf già è abbastanza discriminante.

    Prova a confrontarlo co P. albineus

    Max

  5. Amanita lividopallescens (Secr. ex Boud.) Kühner & Romagn.; Regione Lombardia; Gera d'Adda, località Pumenengo, spazio erboso in prossimità di Farnia; Giugno 2016. Foto e microscopia di Massimo Biraghi.

    Famiglia Amanitaceae
    Genere Amanita
    Sottogenere Amanita
    Sezione Vaginatae

    Amanita dalle dimensioni importanti (cappello fino a 12/15 cm di diametro e gambo alto oltre i 20cm) e portamento robusto dalle colorazioni pileiche ocracee a volte con sfumature grigiastre, cuticola con resti di velo membranoso a grandi lembi, gambo biancastro decorate da bande orrizzontali concolori al pileo, volva sacciforme, inguainante, libera al gambo nella parte superiore inizialmente un poco membranosa, fragile a maturità, generalmente biancastra, occasionalmente sfumata di ocra.

    Microscopia
    Spore in media 11 x 10 µm; Q medio 1,04
    Basidi ben oltre i 60 micron
    Cellule del velo filamentose con elemento subglobosi e piriformi.

    Osservazioni.

    Il percorso tassonomico nel corso degli anni è stato alquanto tormentato per la creazione di forme e varietà (alcune confluite in specie ex novo) a mio avviso semplici manifestazioni ecologiche.

    Amanita oblongospora Contu ha spore ellissoidali.
    Amanita subfraudulenta Contu si distingue per il velo generale quasi interamente filamentoso.
    Amanita dryophila Consiglio & Contu si fa riconoscere per il velo semi friabile e le spore largamente ellissoidali.
    Amanita malleata (Piane ex Bon) Contu ha velo friabile e spore largamente ellissoidali.

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