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Tomaso Lezzi

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Messaggi pubblicati da Tomaso Lezzi

  1.  

     

    Secondo me Panaeolus antillarum

    Cosa ti fa propendere per questa determinazione Annibale?

     

    Felix. :bye:

     

    E semplice, io questi funghi li conosco, a suo tempo li ho trovati studiati con micro e letteratura e memorizzati, ora un colpo d'occhio ed ecco che da solo il cervello estrae dal database Panaeolus antillarum....non è sempre così ovviamente, ciò succede solo sui funghi che si conosce, per gli altri occorre descrizione, microscopia e consultazione di letteratura.

     

    Ciao Annibale, credo che la domanda di Felice non volesse assolutamente mettere in dubbio il fatto che tu conosca questa specie, ma si riferisse al fatto che in un forum il dialogo non è solo tra chi scrive ma anche con le molte persone che leggono e che imparano dal dialogo degli altri.

    In questa chiave di lettura anche una brevisisma descrizione dei caratteri fondamentali può servire a molti per imparare, me per primo visto che questa specie non la conosco!

    Come hai detto giustamente è bello e interessante condividere il bagaglio delle nostre conoscenze. :thumbup:

     

    Tom :)

  2. Ciao Bob e tutti, cerco di fare il punto della situazione con un riassunto per neofiti (e non) :)

     

    Max pone giustamente l'accento sul fatto che ci sono dei metodi "empirici" per decidere quali sono le Russula commestibili, ma alla fine è meglio cercare di riconoscere con sicurezza le specie migliori e consumare soprattutto quelle:

    • Russula aurea
    • russula virescens
    • Russula cyanoxantha
    • Russula vesca
    • Russula mustelina
    • Russula heterophylla

    Naturalmente le Russula commestibili sono molte di più, anche se molte non di gran qualità. In alcune regioni ci sono abitudini di consumo di alcune specie; in particolare nel centro Italia, viene consumata abbastanza abbondantemente la Russula olivacea di cui stavamo parlando, che, come consigliato sia sulla scheda descrittiva del Forum, che su Tutto Funghi, va consumata ben cotta, quindi non alla griglia! (Commestibilità condizionata) ;)

     

    Tom :bye::)

  3. Pluteus satur Kühner & Romagn.; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Tomaso Lezzi e Luigi Minciarelli.

    Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna.

    Cappello marrone, finemente ma abbondantemente rugoso, opaco.

    Gambo bianco giallastro, fibrilloso.

    Pileipellis con elementi globosi, sferopeduncolati, piriformi. (ssez. Eucellulodermini).

    Cheilocistidi clavati, largamente clavati, abbondanti, riuniti a ciuffi.

    Pleurocistidi ellissoidali, sferici, con corto peduncolo.

    Spore ellissoidali.

    (Exsiccata TL20130529_03)

    Discussione

    I campioni presentati appartengono alla sezione Celluloderma, sottosezione Eucellulodermini per la tipologia delle cellule della pileipellis, solo sferopeduncolate e piriformi.

    I caratteri che conducono ad identificare questa specie come Pluteus satur sono il colore bruno del cappello che presenta un basso umbone, assenza di colorazioni blu nel gambo, il filo della lamella non bruno, le spore cortamente ellissoidali, subglobose, la presenza di cheilocistidi senza appendice, la presenza di una maggioranza di pleurocistidi ellissoidali, sferici, non fusiformi-lageniformi.

    È da notare come autori diversi abbiano opinioni diverse riguardo alla sistematica del genere Pluteus, con particolare riferimento alla sottosezione Eucellulodermini.

    • Vellinga nel 1985 nega la validità del carattere della morfologia dei pleurocistidi per differenziare le specie, e sinonimizza P. nanus, P. satur (bruni) e la loro variante grigia P. griseopus.
    • Orton nel 1986 critica queste sinonimizzazioni sostenendo la vaidità delle specie da lui create P.griseopus e P. pallescens, e sostiene che bisogna prendere in considerazione come carattere la maggioranza dei pleurocistidi, che in P. satur e P.griseopus sono ellittico-utriformi, con apice fino largo da 10 a 20 µm nella sua chiave, mentre in P. nanus e P. griseoluridus sono lageniformi con apice di larghezza massima di 14 µm.
    • Citérin e Eyssartier in un lavoro del 1998, basato sulle chiavi di Orton distinguono:
      • P. griseopus; P. satur per i pleurocistidi utriformi o ellittici;
      • P. phlebophorus; P. nanus; P. griseoluridus per i pleurocistidi fusiformi, lageniformi.
    • Vizzini, Justo e altri autori hanno scritto un interessante articolo nel 2010, basato su studi molecolari, in cui fanno il punto su diversi gruppi "difficili" all'interno del genere Pluteus eVolvopluteus, e spiegano come i dati molecolari supportino la separazione delle tre specie P. nanus, P. phlebophorus e P. chrysophlebius, ma che per P. nanus, P. satur, P. griseopus (ed altre specie) ci sarà bisogno in modo significativo di nuove raccolte per poter capire le corrispondenze tra specie morfologiche e dati molecolari.

    Bibliografia

    AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C.

    AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.

    CITÉRIN & EYSSARTIER, 1998. Cle analytuque du genre Pluteus Fr.. Documents Mycologiques, XXVIII (111): 47-67

    EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.

    JUSTO, A. et al., 2010. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology geography and phylogeny. Mycological Progress.

    ORTON, P.D., 1986. British Fungus Flora 4. Pluteaceae: Pluteus & Volvariella. Edinburgh: Royal Botanic Garden.

    Cappello marrone scuro, più chiaro dopo una giornata.

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    Particolare del cappello interamente rugosetto.

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    Lamelle e gambo.

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    Cuticola con elementi sferici, piriformi, tipici della sottosezione Eucellulodermini.

    400×, Acqua.

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    400×, Acqua.

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    400×, Acqua.

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    400×, Acqua.

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    100×, Rosso congo.

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    Cheilocisitidi 400×, Rosso congo.

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    Pleurocistidi di forma molto variabile 400×, Rosso congo.

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    Spore e Basidi, 400×, Rosso congo.

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    Spore 1000×, Acqua.

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  4. Pluteus nanus (Pers.) P. Kumm.; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Tomaso Lezzi.

    Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna.

    Ritrovamento in bosco di Cerro e Roverella, attorno alla base di un albero di Cerro, ambiente molto umido.

    Cappello 1-3 cm, marrone, più scuro al centro, con leggere rugosità (non vene), leggermente umbonato.

    Lamelle bianche poi rosa a maturità per la sporata.

    Gambo bianco, fibrilloso, sericeo, grigiastro nella parte alta, un poco bulboso alla base, leggermente ingrigente alla manipolazione.

    Cuticola formata esclusivamente da cellule corte, sferopeduncolate, piriformi, alcune (rare) mucronate. Appartenenza quindi alla sezione Celluloderma, sottosezione Eucellulodermini.

    Cheilocistidi fusiformi, lageniformi.

    Pleurocistidi largamente fusiformi, largamente lageniformi.

    Spore cortamente ellissoidali, subglobose.

    (Exsiccata TL20130531_02)

    Discussione

    I campioni presentati appartengono alla sezione Celluloderma, sottosezione Eucellulodermini per la tipologia delle cellule della pileipellis, solo sferopeduncolate e piriformi.

    I caratteri che conducono ad identificare questa specie come Pluteus nanus sono il colore bruno del cappello che presenta un basso umbone, assenza di colorazioni blu nel gambo, il filo della lamella non bruno, le spore cortamente ellissoidali, subglobose, la presenza di cheilocistidi senza appendice, la presenza di una maggioranza di pleurocistidi largamente fusiformi lageniformi, non utriformi-ellissoidali.

    È da notare come autori diversi abbiano opinioni diverse riguardo alla sistematica del genere Pluteus, in particolare nella sottosezione Eucellulodermini.

     

    • Vellinga nel 1985 nega la validità del carattere della morfologia dei pleurocistidi per differenziare le specie, e sinonimizza P. nanus, P. satur (bruni) e la loro variante grigia P. griseopus.
    • Orton nel 1986 critica queste sinonimizzazioni sostenendo la vaidità delle specie da lui create P.griseopus e P. pallescens, e sostiene che bisogna prendere in considerazione come carattere la maggioranza dei pleurocistidi, che in P. satur e P.griseopus sono ellittico-utriformi, con apice fino largo da 10 a 20 µm nella sua chiave, mentre in P. nanus e P. griseoluridus sono lageniformi con apice di larghezza massima di 14 µm.
    • Citérin e Eyssartier in un lavoro del 1998, basato sulle chiavi di Orton distinguono:
      • P. griseopus; P. satur per i pleurocistidi utriformi o ellittici;
      • P. phlebophorus; P. nanus; Pluteus griseoluridus per i pleurocistidi fusiformi, lageniformi.
    • Vizzini, Justo e altri autori hanno scritto un interessante articolo nel 2010, basato su studi molecolari, in cui fanno il punto su diversi gruppi "difficili" all'interno del genere Pluteus e Volvopluteus, e spiegano come i dati molecolari supportino la separazione delle tre specie P. nanus, P. phlebophorus e P. chrysophlebius, ma che per P. nanus (ed altre specie) ci sarà bisogno in modo significativo di nuove raccolte per poter capire le corrispondenze tra specie morfologiche e dati molecolari.

     

    Bibliogarfia

    AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C.

    AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.

    CITÉRIN & EYSSARTIER, 1998. Cle analytuque du genre Pluteus Fr.. Documents Mycologiques, XXVIII (111): 47-67

    EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.

    JUSTO, A. et al., 2010. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology geography and phylogeny. Mycological Progress.

    ORTON, P.D., 1986. British Fungus Flora 4. Pluteaceae: Pluteus & Volvariella. Edinburgh: Royal Botanic Garden.

     

     


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    Cuticola in acqua 100×.

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    Cuticola in acqua 400×.

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    Cuticola in Rosso Congo 100×.

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    Cuticola in Rosso Congo 400×.

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    Cheilocistidi in Rosso Congo 100×.

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    Cheilocistidi in Rosso Congo 400×.

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    Qui in mezzo ce n'è uno ciccionissimo (utriforme? larghissimamente fusiforme?)

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    Pleurocistidi in Rosso Congo 400×.

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    Spore in Rosso Congo 1000×.

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  5. Ok per la tirata d'orecchie suggerita da Bob!

    Non si taglia la base dei funghi, potresti perdere degli elementi importanti per la determinazione. Le foto sono molto confuse e non mostrano i caratteri. Fotografa i campioni in habitat non sul tavolo di cucina, con esemplari rappresentati chiaramente, sezione, descrizione di odore e sapore, ecc.
    Come bene specificato nei 7 punti in testa ad ogni Topic.

     

    Ciò detto, SE la lamella ha un attacco uncinato al gambo come sembra, SE c'erano anche aghifoglie, SE l'odore ricordava la porchetta, SE le lamelle a maturità mostrano un tono rosa-bruno, ALLORA potrebbe essere una Rhodocybe gemina.

     

    Tom :)

  6. Ciao Jo,

    direi che è una Melanoleuca, lamelle fitte, bianche con moltissime lamellule gambo inserito perfettamente a "T" sul cappello.

    Per arrivare alla specie in questo genere è fondamentale avere una sezione dei campioni, e un po'di microscopia per fare delle ipotesi sicure.

    Il genere Entoloma ha sporata rosa.

     

    Tom :)

  7. Ieri ho trovato sotto Quercia in un parco cittadino Russula ochrospora, anche lei molto simile, carne dolce e lamelle chiare nel giovane e sporata sulle lamelle mature ovviamente ocra; "frequenta" di preferenza i parchi cittadini piuttosto che i boschi, ed è anche lei specie precoce, indifferentemente di aghifoglia e latifoglia.

     

    Tom :)

  8. Pluteus romellii (Britzelmayr) Saccardo; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Tomaso Lezzi.

    Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna.

     

    Pluteus romellii appartiene alla sezione Celluloderma, sottosezione Eucellulodermini, cioè a quelle specie che hanno cuticola formata solo da cellule globose o cortamente fusiformi, senza cellule allungate.

     

    Osservazione in acqua a 100×. Presenza di pigmento bruno disciolto.

     

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    Osservazione in acqua a 400×. Presenza di pigmento bruno disciolto.

     

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    Pluteus-romellii-TL20130531_04-21-Cuticola-400x.jpg

  9. Pluteus romellii (Britzelmayr) Saccardo; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Tomaso Lezzi.


    Comitato Scientifico A.Mi. Umbria 2013. Bevagna.



    Su legno di quercia; gambo giallo, cappello bruno, spesso con toni giallastri. Gli esemplari maturi mostrano colori più chiari, soprattutto dopo le intense piogge di questi giorni, mentre gli esemplari giovani hanno colori gialli più marcati; lamella libera, sporata rosa.



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