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Archivio Micologico

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  1. Hebeloma sacchariolens Quél.; Regione Lazio, Pineta di Castelfusano; Gennaio 2006; Foto, descrizione e microscopia di Mauro Cittadini,

    Dalla passeggiata del 30/1, lecceta mista a pino, molto abbondante, di piccole e medie dimensioni, dal bianco quasi puro al bianco sporco, ocraceo soprattutto al disco. Cappello viscoso un po' appiccicoso, margime crenulato specie nei giovani esemplari, gambo che tende specie nella parte bassa ad ingiallire poi imbrunire alla manipolazione, odore molto gradevole come di zucchero a velo e cioccolato, solo alla fine dopo molto odorare leggermente rafanoide. Spore sino a 14 micron di lunghezza cheilo: vedi foto successiva. Lamelle mediamente fitte. Insomma qualcosa che sembrerebbe interemedia tra H. sacchariolens ed H. palidoluctuosum.

    Da riportare come molto interessante in questo caso l'opinione di Vesterholt, che nella sua recente monografia sul genere Hebeloma sinonimizzaHebeloma sacchariolens a H.pallidoluctuosum, in base a dati molecolari. Questo interessante ritrovamento sembrerebbe confermare anche da un punto di vista morfocromatico (non dell'odore) la forte vicinanza con le due specie.

    Rigrazio sentitamente Massimo (CSM AMINT) per la preziosa collaborazione determinativa.

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  2. Hebeloma sacchariolens Quél. 1880

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Cortinariaceae

    Foto e Descrizioni
    Il ritrovamento è stato effettuato a Novembre 2009, all'interno di una valletta umida, a tratti acquitrinosa, al confine tra Umbria e Toscana, località Valledame a circa 600 m. Le essenze arboree predominanti sono Carpino, Nocciolo, Biancospino con qualche rara Quercia e Castagno. I basidiomi erano di piccole dimensioni, max. 3,5 cm. diametro del pileo. L'odore piuttosto complesso, dolce ma anche aromatico speziato, il sapore è inizialmente dolciastro ma poi distintamente amarognolo dopo prolungata masticazione. Le colorazioni complessive erano abbastanza chiare, ma gli esemplari più maturi presentavano sfumature brunastre non delimitate al disco ed un progressivo imbrunimento del gambo a partire dalla base. Imbrunimento che è diventato piuttosto compatto negli esemplari conservati in frigo.

    Microscopia
    Spore destrinoidi (D2-D3 scala di Vesterholt), amigdaliformi-fusiformi a seconda della proiezione, decisamente ornamentate. Per le misure si deve tener conto, a mio avviso della presenza di basidi sia tetra- che bi- e trisporici, la maggior parte si muovono nel range (10)11-14 x 5,5-7,8, mentre sono ben visibili spore decisamente più grandi nel range 14-17 x 8-9 micrometri. Q 1,75 – 2, Qm 1,87, il perisporio risulta normalmente non distaccato, ma in rari casi lo è in maniera ben visibile. Basidi, come detto, in maggioranza tetrasporici ma anche bi e trisporici, clavati con lunghi sterigmi. Cheilocistidi numerosi in media cilindrico-clavati, la dimensione massima in lunghezza che ho potuto rilevare è 47 micrometri. GAF non numerosissimi ma presenti in tutti i tessuti esaminati, caulocutis compresa (foto GAF).
    Facendo riferimento a Vesterholt, Hebeloma gigaspermum Gröger & Zschiesch avrebbe spore fortemente destrinoidi (D3-D4), con perisporio distaccato in molti casi, e habitat sotto Alnus sp., mentre gli altri caratteri potrebbero ricadere nei range riportati.
    Hebeloma fusisporum Gröger & Zschiesch. Ha colorazioni più chiare e persistenti, spore più piccole e cheilocistidi decisamente più lunghi, l'habitat sotto Tilia sp. ed altre latifoglie.

    Note critiche
    Presentiamo la nostra raccolta con l'epiteto specifico di Hebeloma sacchariolens Quél. nel rispetto del nostro riferimento tassonomico attuale, ovvero "The Genus Hebeloma" di Jan Vesterholt, che lo sinonimizza con Hebeloma pallidoluctuosum Gröger & Zschiesch. Alcune spore di dimensioni decisamente maggiori alla media indicata dal nostro riferimento, ed un destrinofilia non omogenea, mi hanno convinto a chiedere un qualificato parere da parte di Edmondo Grilli.
    Grilli mi ha consigliato di non prendere in considerazione una "minoranza" di spore fuori range, che spesso possono avere episporio più liscio e meno reattivo al Melzer. Da tenere sempre conto che il reagente citato deve essere sempre fresco di composizione e ben conservato in luogo fresco e buio. Mentre ancor più interessante mi sembra la sua opinione nel merito della sinonimia proposta da Vesterholt che si basa su un typus, Hebeloma sacchariolens, fondato unicamente sulla tavola originale di Quélet. Diversamente Hebeloma pallidoluctuosum è stato correttamente tipificato da Groeger & Zschieschang e mostra una microanatomia compatibile con quella di una raccolta di Boudier che fu tra coloro che fornirono a Quélet il materiale da lui poi descritto come H. sacchariolens..
    Speriamo che i nuovi lavori monografici sul genere Hebeloma e l'opera degli specialisti che seguono questo genere possano finalmente in futuro chiarire questa intricata situazione.
    Mauro Cittadini.

    Foto di Tomaso Lezzi.

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    Foto di Mauro Cittadini.

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    Microscopia
    Spore. Foto di Mauro Cittadini.

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    Spore. Sono ben visibili in questa foto un paio di spore con dimensione decisamente maggiore alla media.

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    Cheilocistidi.

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    Basidi.

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    Basidi-Cheilocistidi-Spore.

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    Spore, con reazione destrinoide disomogenea.

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  3. Hebeloma radicosum (Bull. : Fr.) Ricken 1911

    Tassonomia
    Regno Fungi
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Strophariaceae

    Sinonimi
    Pholiota radicosa (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871

    Etimologia
    Dal greco hébe = peluria e lòma = orlo, con peluria all’orlo; e dal latino radicosum = radicante.

    Cappello
    3-10(12) cm, inizialmente di forma emisferica, poi convesso, fino ad assumere forma pressoché appianata, molto carnoso; cuticola vischiosa in quanto ricoperta da uno strato di glutine particolarmente evidente, di colore grigio-brunastro, a volte con leggere sfumature rosate, altre volte sembra quasi dissociata in una sorta di squamette brune, margine spesso appendicolato per residui di velo parziale.

    Imenoforo
    Lamelle molto fitte, dapprima chiare, poi imbrunenti, con il filo più chiaro, non lacrimanti.

    Gambo
    7-15(20) × 0,6-2,5 cm, pieno, cilindrico, ma leggermente rigonfio all’altezza del livello del terreno, per poi restringersi in una lunga appendice a forma di radice (da cui il nome) che affonda nel terreno; biancastro, imbrunente con l’età, squamuloso nella parte sotto l'anello; quest'ultimo è membranoso, persistente, anch'esso biancastro ma presto imbrunente.

    Carne
    Bianca, con odore marcato di mandorle amare, sapore amarognolo.

    Habitat
    Nei boschi di latifoglia o misti, con una speciale predilezione per il Faggio, dall'estate all'autunno; abbastanza comune.

    Commestibilità e Tossicità
    Non commestibile.

    Specie simili
    La lunga e appuntita appendice a forma di radice, profondamente infissa nel terreno, l'anello sul gambo, il forte odore di mandorle amare, permettono di riconoscerlo con estrema facilità; confonderlo con altre specie appartenenti al Genere Hebeloma risulta assai improbabile. Hebeloma sinapizans (Paul.) Gillet, tossico, si distingue per il gambo sprovvisto di anello, ma munito di un bulbo basale abbastanza evidente, odore rafanoide, sapore amaro molto più marcato. Al più potrebbe essere confuso con qualche specie appartenente al Genere Pholiota, che a volte hanno aspetto simile, ma che non profumano di mandorle amare e crescono sempre su legno.

    Osservazioni
    Si tratta di una specie oggetto di numerose vicissitudini tassonomiche, in quanto gli studiosi non erano concordi sulla posizione da assegnarle; a causa della presenza dell'anello sul gambo, era stata addirittura inserita nel Genere Pholiota, ma aspetto, portamento e quadro microscopico sono più vicini al Genere Hebeloma all'interno del quale è stata poi posizionata. Il suo odore molto caratteristico lo fa rientrare in quel gruppo (eterogeneo dal punto di vista degli altri caratteri morfologici) di Hebeloma che presentano odori decisamente poco comuni; a titolo di esempio citiamo Hebeloma sacchariolensQuélet, con odore molto gradevole di zucchero e cioccolato, solo tardivamente leggermente rafanoide, Hebeloma pallidoluctuosum Gröger Zschischang, che sembrerebbe essere il sosia di Hebeloma sacchariolens Quélet, (infatti da alcuni autori sono sinonimizzati) ma con odore come di sapone, Hebeloma anthracophilum Maire, che si caratterizza per l'odore simile al cacao e la crescita nelle zone bruciate.

    Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi

    Hebeloma radicosum (Bull.: Fr.) Ricken; Regione Marche; Ottobre 2005; Foto di Pietro Curti.

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  4. Hebeloma quercetorum Quadr. 1993

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Cortinariaceae

    Foto e Descrizioni
    Odore rafanoide, cuticola viscosa leggermente rugoso-crespata verso il centro, margine del cappello più chiaro, base del gambo poco bulbosa.

    Microscopia
    Spore amigdaliformi, destrinoidi, (11)12-13,5 × 6-7 micron. Basidi tetrasporici. Cheilocistidi abbondanti essenzialmente di due forme diverse, cilindrici, allungati con testa arrotondata da 38 a 60 micron, clavati, 28-38 micron.

    Regione Lazio, Pineta di Castelfusano; Dicembre 2006; Foto, descrizione e microscopia di Mauro Cittadini.

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  5. Hebeloma pusillum J.E. Lange 1940

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Basidiomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Cortinariaceae
    Genere Hebeloma
    Sezione Denudata
    Sottosezione Denudata

    Sinonimi
    Hebelomaitis pusillum (J.E. Lange) Locq. 1979

    Etimologia
    Dal latino pusillum = piccolino, piccino; riferito alle dimensioni del basidioma.

    Cappello
    Di piccole dimensioni 1,5-3 cm di diametro, inizialmente emisferico, presto convesso, infine piano-convesso con il bordo sottile, a lungo involuto e con presenza di un largo umbone ottuso, mai completamente disteso. Cuticola di aspetto untuoso e lucido con tempo umido, opaca con tempo asciutto, liscia, leggermente fibrillosa (lente). Colorazioni pileiche che delineano due zone ben distinte; bruno-dattero, camoscio, con sfumature rossastre localizzate all'umbone, crema chiaro-avorio verso il margine, con clima secco e asciutto queste tonalità tendono a schiarire.

    Lamelle
    Poco fitte e intercalate da numerose lamellule di diversa lunghezza, generalmente adnate al gambo o uncinate, relativamente larghe e un poco panciute, inizialmente di colore bianco sporco, presto ocra chiaro, brunastre con macule più scure a maturazione, il filo è concolore e finemente eroso (lente), presenza di essudazioni.

    Gambo
    2-3 × 0,5 cm di diametro, generalmente cilindrico, a volte ricurvo verso la base, pruinoso nella zona apicale, altrove liscio, di colore biancastro, tende a sporcarsi di ocra chiaro con l'età o per l'azione della pioggia, assenza di residui del velo.

    Carne
    Non molto consistente, biancastra nei giovani esemplari, ocra chiaro a maturità, di sapore mite, amarognola dopo prolungata masticazione, odore leggermente dolciastro con nota di radice.

    Habitat
    Specie gregaria, fruttifica dalla fine primavera a tutto autunno sotto latifoglia, in particolare con Populus spp., Salix spp.

    Microscopia
    Spore 11-13(14) × (5,5)6-6,5 (7) µm, amigdaliformi, mediamente verrucose, reazione al Melzer poco accentuata o inesistente, appena visibile nell'endosporio.
    Basidi banali, clavati, tetrasporici.
    Cheilocistidi 40-60 µm di lunghezza con apice allargato fino a 7-8,5 µm, cilindrici, flessuosi, sinuosi, anche subcapitulati, del tipo "crustuliniforme".
    Caulocistidi della sommità del gambo di 30-40 µm di lunghezza e della stessa morfologia dei cistidi imeniali.
    GAF presenti in tutti i tessuti.

    Commestibilità e tossicità
    Tossico, provoca sindrome gastrointestinale incostante.

    Osservazioni
    Hebeloma pusillum J. E. Lange, inserito nella sezione Denudata, sottospecie Denudata (Vesterholt, 2005), è specie di dimensioni minute e poco comune, spesso confusa con altre entità di piccola taglia. Le caratteristiche macroscopiche e organolettiche che possono aiutare per la sua determinazione sul campo sono l'assenza di residui di cortina sul gambo, il cappello "bicolore", la crescita gregaria, l'odore leggero di radice relativamente dolciastro e il sapore amarognolo. Microscopicamente è caratterizzato da spore moderatamente verrucose e con destrinofilia incostante, generalmente poco evidente o leggera nell'endosporio.

    Somiglianze e varietà
    Hebeloma mesophaeum (Pers.) Quél. è senza dubbio la specie che a prima vista può risultare più somigliante; infatti oltre al portamento, che può essere minuto, presenta analogamente aHebeloma pusillum un cappello bicolore, ci sono di aiuto per una separazione l'habitat diverso, la presenza di cortina, il gambo percorso da striature longitudinali brunastre e decorato nel terzo superiore da residui del velo generale. Microscopicamente si separa immediatamente per le spore ovoidi-ellissoidali quasi lisce e di minori dimensioni.

    Hebeloma pumilum J.E. Lange presenta analogamente dimensioni ridotte e un cappello viscoso, si riconosce per le colorazioni pileiche brune-giallognole e per avere il margine del cappello con residui velari biancastri, ben visibili in gioventù; microscopicamente evidenzia spore di 8-10 × 5-6 µm leggermente punteggiate (sublisce).
    Hebeloma helodes J. Favre ha colorazioni pileiche bianco avorio o crema chiaro e gambo fioccoso, al microscopio ottico evidenzia spore di dimensioni minori e più strette, oltre che distintamente verrucose.
    Hebeloma hiemale Bres. ha dimensioni più importanti, colorazioni pileiche brune-rossastre con sfumature grigiastre, lamelle rosa-grigiastre, gambo slanciato e ricoperto da leggere fioccosità. Microscopicamente ha spore distintamente verrucose e cheilocistidi subclavati, appena dilatati alla base, non flessuosi.

    Bibliografia
    AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.
    BOCCARDO, F. et al., 2008. Funghi d'Italia. Bologna: Ed. Zanichelli.
    BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 2000. Champignons de Suisse. Cortinariaceae. Vol. 5. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia.
    CETTO, B., 1993. I funghi dal vero. Vol. 5. Ed. Saturnia.
    COURTECUISSE, R. & DUHEM, B., 2007. Guides des champignons de France et d'Europe. Parigi: Ed. Delachaux et Niestlé.
    EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.
    GERAULT, A., 2005. Florule evolutive des basidiomycotina du Finistere. Homobasidiomycetes. Cortinariales. Tome 15.
    LA CHIUSA., L., 1999 Contributo allo studio del Genere Hebeloma. Rivista di Micologia Anno XLII 3: 221-240. Ed. A.M.B.
    LA CHIUSA., L., 2007. Introduzione allo studio del genere Hebeloma. Bollettino del Gruppo Micologico G. Bresadola - Nuova Serie . Anno L 1-3: 7-114. Trento.
    MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia.
    VESTERHOLT, J., 2005. The genus Hebeloma. Fungi of Northern Europe. Vol. 3.Danimarca: Ed. Low Budget publisging.

    Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

    Regione Lombardia; Aprile 2012, Località Parco Doneda, Brembate; ll ritrovamento oggetto di questo studio è stato reperito in un sentiero erboso con Populus nigra, Populus tremula, Salix alba e Quercus robur, in terreno sabbioso-ghiaioso con presenza di muschi, ai bordi di un laghetto di pesca sportiva. Foto e microscopia di Massimo Biraghi.

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    Macro sulle lamelle che mette in evidenza le essudazioni.

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    Microscopia

    Spore amigdaliformi, mediamente verrucose, 70 misurazioni.

    Long .: N = 30; dMd; (11,86)12-12,915-14,075(14,41)
    Larg.: N = 30; dMd; (5,65)5,81-6,0133333333333-6,64(6,71)
    Q.: N = 30; dMd; (1,79)1,921-2,04333333333333-2,27(2,40)
    N. Long. Larg. Q
    Moy. 13,10 6,25 2,10
    Min. 11,86 5,65 1,79
    Max. 14,41 6,71 2,40
    Med. 13,12 6,25 2,11
    Long.: N = 40; dMd; (10,89)11,27-12,27-13,243(13,67)
    Larg.: N = 4 0; dMd; (4,67)5,082-5,525-6,033(6,33)
    Q.: N = 40; dMd; (1,94)2,021-2,18-2,418(2,62)
    N. Long. Larg. Q
    Moy. 12,47 5,61 2,23
    Min. 10,89 4,67 1,94
    Max.13,67 6,33 2,62
    Media 12,62 5,68 2,22

    Osservazione in Rosso Congo 400×.

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    Osservazione in Rosso Congo 1000×.

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    Osservazione in Melzer 1000×.

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    Cheilocistidi del tipo "crustuliniforme" 40-60 µm di lunghezza capitulati (7-8,5 µm), sinuosi, flessuosi, parete spessa accentuata verso all'apice, gaf presenti alla base. Osservazione in rosso Congo 400×.

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    Osservazione in rosso Congo 1000×.

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    GAF alla base.

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    Caulocistidi della sommità del gambo di 30-40 µm, della stessa morfologia dei cheilocistidi. Osservazione in Rosso Congo 400×.

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    Osservazione in rosso Congo 1000×.

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    GAF presenti in tutte le strutture.

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  6. Hebeloma porphyrosporum Maire 1931

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Agaricales
    Famiglia Cortinariaceae

    Foto e Descrizioni
    Foto e descrizione di Mauro Cittadini.

    L'eccezione che conferma la "regola"
    Parlando di Hebeloma li abbiamo, per giusta approssimazione, inseriti nei funghi a lamelle ocrosporei. Ebbene vi è una eccezione: H. porphyrosporum che come giustamente suggerisce il nome di specie possiede una sporata color "rosa-porpora". Questa entità è inserita nella sottosezione Porphyrospora che lo vede, almeno per mia conoscenza e per l'Europa, come unico rappresentante del gruppo.
    Cappello: (3)4-9 cm, biancastro, viscoso, si tinge successivamente di rosso-vinoso in particolare al disco. Spesso in letteratura ed in disegno viene rappresentato con cappello decisamente brunastro, condizione per mia esperienza non impossibile ma piuttosto rara. Il margine è pruinoso, biancastro e brevemente scanalato.
    Lamelle: inizialmente bianco sporco poi con la maturazione delle spore rosa-porpora per raggiungere in vecchiaia una colorazione cioccolato.
    Gambo: (6)7-9 × 1-2,5 cm, fioccoso in alto con colorazioni che seguono quelle del cappello.
    Odore: lieve, complesso, leggermente fruttato, sapore amaro.
    Commestibilità: da considerare non commestibile per le pessime qualità organolettiche e per il sospetto, valido per molte specie di Hebeloma, che possieda una certa tossicità.
    Note: si tratta di un fungo non raro ma non comune, cresce prevalentemente in ambiente termofilo mediterraneo sotto pini e lecci. Uno dei pochi Hebeloma riconoscibile a colpo d'occhio per la peculiarità della colorazione sporale.

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