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Archivio Micologico

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  1. Gyroporus cyanescens (Bull. Fr.) Quelet; Regione Toscana, 14° Raduno AMINT di Comano; Giugno 2005; Foto di Gianni Pilato.

    I caratteri distintivi mi sembrano tutti rilevabili dalle foto però li riassumo :

    • cappello ocraceo, feltrato-peloso come il gambo verso la base;
    • imenio biancastro tendente all'ocra virante verso il blu-nerastro al tocco, depresso intorno al gambo;
    • gambo cavernoso.

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  2. Gyroporus cyanescens (Bull. : Fr.) Quélet 1886

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Basidiomycetes
    Ordine Boletales
    Famiglia Gyrodontaceae
    Genere Gyroporus

    Sinonimi
    Boletus cyanescens Bull. ex Fr. 1788

    Etimologia
    Dal greco kyanòs = azzurro, per la carne che vira all’azzurro.

    Cappello
    5-15 cm di diametro, prima emisferico poi appianato, irregolare, carnoso, cuticola asciutta anche con umidità, morbida, vellutata con peli e fiocchetti più scuri del fondo che varia da biancastro a giallognolo con riflessi ocracei o olivastri.

    Imenoforo
    Tubuli biancastri poi giallastri, non aderenti al gambo, mediamente alti fino a 1,5 cm. Pori piccoli, rotondi, biancastri poi giallognoli, virano rapidamente al blu indaco se sfregati.

    Gambo
    5-10 cm in altezza, 1,5-3 cm di spessore. Robusto, cilindrico ingrossato alla base, duro, fragile, pieno ma presto cavernoso e infine cavo.

    Carne
    Massiccia, soda quella del cappello, prima spugnosa e poi cassante quella del gambo, nel quale a maturità rimane quasi solo la corteccia. Rapidamente virante all’azzurro all’aria, in particolare con tempo umido; successivamente decolora e ritorna al grigio-biancastro. Odore tenue e piacevole, sapore gradevole con sensazione leggera di salato.

    Habitat
    Fruttifica solitario o in piccoli gruppi, sotto Abeti, Pini, Castagni, Querce e Faggi, in estate e autunno, in terreni aperti, sassosi e asciutti.

    Commestibilità e Tossicità
    Discreto commestibile. Scartare completamente il gambo, duro, coriaceo e quindi indigesto.

    Specie simili
    Le specie simili sono: Gyroporus castaneus (Bull. : Fries) Quél. dalla carne immutabile. Boletus pulverulentus Opatowski, dalla carne virante fortemente al blu con cappello molto scuro, pori verdi e gambo bruno-rossastro. Caloboletus radicans (Pers.: Fr.) Vizzini = Boletus radicans (Pers.) Fr., biancastro e con carne fortemente amarescente. Del nostro fungo esiste anche una forma, Gyroporus cyanescens fo. lacteus (Lév.) Quél. di colore bianco e una varietà , Gyroporus cyanescens var.sulphureus Kalamees di colore giallo verdognolo, presente in area mediterranea sotto Leccio. Infine Gyroporus ammophilus (M.L. Castro & L. Freire) M.L. Castro & L. Freire, cresce in ambiente sabulicolo costiero praticamente sosia di Gyroporus castaneus (Bull. : Fries) Quél., diversamente da tutti i precedenti Gyroporus citati, è responsabile di fenomeni d’intossicazione con effetti gastroenterici.

    Osservazioni
    Facilmente delimitabile, anche da parte di un principiante, per il solo fatto che nel raccoglierlo si macchia immediatamente di azzurro tanto più intensamente quanto più l’aria è umida. Questo particolare ci permette di distinguerlo dalle altre specie dello stesso Genere. Si tratta di una specie non ovunque diffusa, abbastanza circoscritta e rinvenibile in pochi areali, anche se in questi ultimi è presente in modo costante e abbondante. Il violento viraggio all’indaco nell’immediatezza della contusione o del taglio, tende nel tempo a regredire in tenue grigiastro.

    Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi

    Foto di Mario Cervini.

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  3. Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.) Quél.; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini.

    Zona collinare attorno a Borgo San Lorenzo, parco di Villa Corte, 250 m s.l.m.
    La carne bianca, pressoché immutabile, avvicina questa Boletacea alla Sezione Edules dei Boletus, oltre all’aspetto generale, ai cromatismi, alla tomentosità della cuticola e al candore dei pori all’esordio; caratteri che possono trarre in inganno il principiante. Le dimensioni minute e il gambo liscio, coriaceo e cassante, ricco di cavernosità al suo interno, aiutano notevolmente a sgombrare il campo da eventuali dubbi interpretativi. Specie responsabile di forme gastroenteriche incostanti.

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    Particolare del cappello.

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    Imenoforo.

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    Sezione; il gambo si presenta robusto ma in realtà è fragile: all’inizio pieno, ben presto cavernoso, diventa cavo a maturità pur mantenendo una “corteccia” relativamente spessa. Tale corteccia dà la sensazione di robustezza ma, alla minima pressione, la cavità interna rende il tutto piuttosto fragile e cassante.

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  4. Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.) Quél. 1886

    Tassonomia
    Divisione Basidiomycota
    Classe Agaricomycetes
    Ordine Boletales
    Famiglia Gyroporaceae

    Sinonimi
    Boletus castaneus Bull. : Fr. 1788

    Etimologia
    Dal latino castaneus = con il colore delle castagne, per il colore del cappello.

    Cappello
    3-12 cm, globulare, poi si apre per diventare convesso-piano e infine a volte depresso. Sodo e carnoso in particolare al centro, con orlo sottile che diventa ondulato. Cuticola dapprima vellutata poi liscia, lucida e glabra, non viscida, che difficilmente si può separare, color delle castagne con tutte le sue sfumature a volte cannella a volte bruno-arancione, sempre con tonalità decolorate verso il margine.

    Imenoforo
    Tubuli lunghi fino a 1,5 cm sottili, liberi e arrotondati al gambo e all’orlo del cappello, bianchi poi crema e giallognoli, non virano né anneriscono se toccati. Di lunghezze diverse tali da assumere un aspetto guancialiforme. Pori minuti, rotondi, dapprima bianchi che contrastano in modo molto evidente con il colore generale, poi giallognoli.

    Gambo
    2-4 × 0,5-1,5(3) cm, piuttosto corto, irregolare, cilindrico, solitamente ingrossato alla base; la corteccia esterna è dura ma friabile e si rompe alla pressione delle dita, pieno ma presto spugnoso, poi cavernoso e infine vuoto, rugoso e leggermente vellutato. Concolore al cappello, dal quale si stacca facilmente con la torsione, a volte più chiaro anche se con chiazze più scure.

    Carne
    Leggera, compatta e friabile quella del cappello, spugnosa e molle quella del gambo negli esemplari giovani, poi presto cassante e rigida nei soggetti adulti. Bianca, con sfumature rosee all’aria e sotto la cuticola, se contusa ingiallisce leggermente. Sapore dolciastro, odore leggero, come di nocciola.

    Habitat
    In estate e autunno, solitario o in piccoli gruppi, nei boschi di latifoglie, sotto Quercia, Castagno e Faggio raramente sotto le conifere, nelle radure, spesso nei viottoli sulla terra nuda.

    Microscopia
    Spore 7-11 × 4,5-7 µm, ellittiche, giallo pallide in massa.

    Commestibilità e Tossicità
    Tossicità occasionale, dovuta in prevalenza a problematiche di alterazione non chiaramente individuabili all'ispezione visiva-organolettica o ad altri fattori.

    Specie simili
    Tylopilus felleus (Bull.: Fr.) Kartsen, tossico, gli è simile, ma quest’ultimo ha il gambo pieno, rivestito di un reticolo in rilievo, i pori roseo-ametistini a maturità ed è inoltre amarissimo.
    Gyroporus ammophilus (M.L. Castro & L. Freire) M.L. Castro & L. Freire, cresce in ambiente sabulicolo, può presentare tonalità azzurre nella carne e cromatismi diffusi salmonati ed è responsabile di fenomeni d’intossicazione con effetti gastroenterici.

    Osservazioni
    Il contrasto tra il colore talvolta bruno scuro del cappello e il bianco latte dei pori ricorda notevolmente quello di Boletus aerus Bull.. La carne bianca, pressoché immutabile, avvicina questa Boletacea alla Sezione Edules dei Boletus, oltre all’aspetto generale, ai cromatismi, alla tomentosità della cuticola e al candore dei pori all’esordio; caratteri che possono trarre in errore il principiante. Le dimensioni minute e il gambo liscio, coriaceo e cassante, ricco di cavernosità al suo interno, aiutano notevolmente a sgombrare il campo da eventuali dubbi interpretativi.
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    Regione Lazio; Dicembre 2019; Foto di Manuel Atzeni.

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    Cistidi. Osservazione in Rosso Congo a 400×.

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    Basidi e spore. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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    Basidi visti dall'alto. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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    Spore. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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    Pileipellis. Osservazione in acqua a 200×.

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    Pileipellis. Osservazione in acqua a 400×.

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  5. Agaricus aridicola Geml, Geiser & Royse ex Mateos, J. Morales, J. Muñoz, Rey & Tovar; Regione Lazio; Novembre 2006; Foto e commento di Gianni Pilato.

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    Particolare della parte imeniale della gleba sottostante il peridio, simula nella forma le lamelle, in realtà si tratta di una struttura labirintiforme formata da pseudolamelle che prendono il nome di trabecole.

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    Particolare della parte basale della columella (sorta di gambo, non dimentichiamo che stiamo parlando di un gasteromicete agaricoide).

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  6. Agaricus aridicola Geml, Geiser & Royse ex Mateos, J. Morales, J. Muñoz, Rey & Tovar; Regione Lazio; Novembre 2006; Foto e commento di Tomaso Lezzi.

    Un fungo veramente particolare per la sua posizione nella sistematica e per il suo habitat tipico.
    Fa parte dei funghi secozioidi, cioè un gruppo di funghi di transizione tra Agaricomycetideae e Gasteromycetideae.
    Il suo tipico ambiente di ritrovamento è la duna litorale, da cui il nome del del fungo stesso.

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    Agaricus aridicola ha un imenio formato da una struttura diversa sia dalle lamelle che dai tubuli, è come se fossero delle lamelle ripiegate e accartocciate su se stesse.

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    Un particolare della sezione dell'imenio dove si notano bene le strutture descritte.

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    Un particolare della base del gambo.

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  7. Mycomedusa, on Dec 3 2004, 10:26 AM, said:
     
    Mycomedusa dice:

    In realtà si tratta di forma più evoluta, evoluzione per degenerazione o semplificazione

    Affermazione condivisibile...infatti come potrai notare l'ho inserita qui ma degenerazione e semplificazione sembrerebbero essere termini antitetici, sicuramente armonizzabili da teorie che prendano in considerazione l'ambiente di crescita e le strategie di disseminazioni delle spore. Ma permettimi, in mancanza di progenitori fossili del nostro, come è possibile affermare con sicurezza quale sia stato il "senso" del percorso intrapreso? Chi è comparso prima sulla duna Agaricus aridicola, od ad esempio Agaricus menieri che al momento utilizza altra strategia (disseminazione attiva delle spore)?
    Kurt Vonnegut nel suo noto romanzo "Galapagos" teorizza che la prossima evoluzione dell'uomo in un futuro remoto sarà di rinunciare al suo grosso, complicato e foriero di guai, cervello, a favore di una struttura neurale piu semplice e funzionale all'ambiente: "In quel lontano passato, qual era, ad eccezione del nostro complicatissimo sistema nervoso, la fonte dei mali che vedevamo o dei quali sentivamo parlare praticamente dappertutto? Ecco la mia risposta: non esistevano altre fonti. Una volta esclusi quei grossi cervelli, il nostro era un pianeta del tutto innocente".
    Mauro Cittadini

  8. Agaricus aridicola Geml, Geiser & Royse ex Mateos, J. Morales, J. Muñoz, Rey & Tovar; Regione Lazio; Foto e commento di Mauro Cittadini.

    Con il favore del vento e delle mareggiate che erodono le dune, è stato possibile osservare esemplari con il velo generale ancora integro o appena lacerato.
    Non si hanno notizie certe sulla sua commestibilità, sicuramente è difficilissimo trovare esemplari freschi ed eliminare tutti i granelli di sabbia, comunque da proteggere per la sua rarità.

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