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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di Gianluigi Boerio.
Sotto Betula pubescens a 1550 m s.l.m.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Massimo Mantovani.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Lombardia; Settembre 2008; Foto di Emilio Pini.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2008; Foto di Tomaso Lezzi.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino Alto Adige; Luglio 2008; Foto di Franco Sotgiu.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Gianni Bonini.
Giovane esemplare.
Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2006; Foto e commenti di Tomaso Lezzi.
Particolare delle lamelle viola con la sporata ruggine sulla cortina.
Particolare della cortina viola ancora tesa tra il gambo e il bordo del cappello.
Sezione che mette in evidenza la carne viola marezzata.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Regione Trentino; Settembre 2005; Foto di Pietro Curti.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray; Foto di Gianni Baruffa.
Imenoforo e gambo.
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Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821
Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere CortinariusSinonimi
Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser 1967Etimologia
Dal latino violàceus = violetto, per l’uniforme colore della specie.
Cappello
4-12(16) cm, dapprima emisferico, poi convesso infine appianato, con largo umbone centrale debolmente ottuso; superficie opaca, asciutta, interamente tomentosa, di colore viola intenso con sfumature porpora o in vecchiaia brunastre.
Imenoforo
Lamelle larghe e spaziate, uncinate, viola intenso all’esordio, poi sempre più color ruggine con l’età; filo intero più chiaro.
Gambo
6-12 × 1-3 cm, robusto e obeso in gioventù, poi slanciato, conservando sempre un bulbo basale non marginato; superficie asciutta, ornata da fibrille longitudinali oppure raramente da labili bande trasversali; concolore al cappello con riflessi metallizzati.
Carne
Tenera nel cappello, piuttosto fibrosa e tenace nel gambo, marezzata di viola-porpora, tende a diventare più pallida a contatto con l’aria; sapore dolce, odore molto forte e caratteristico definito russocoriaceo (di cuoio di Russia) o di legno di cedro.
Habitat
Per lo più gregario, sia nei boschi di latifoglie che di conifere ove predilige zone umide e muscose e substrato tendenzialmente calcareo; non molto comune ma abbondante nelle zone di crescita. Dall’estate all’autunno inoltrato.
Commestibilità e Tossicità
Sconsigliamo vivamente il consumo di questa specie per il forte odore della carne, che si intensifica durante la cottura e per le sue mediocri qualità organolettiche.
Specie simili
Per un neofita possibili confusioni possono avvenire con taxa congeneri che possono presentarsi con toni più o meno violetti: è il caso di Cortinarius traganus (Fr. : Fr.) Fr., di Cortinarius cærulescens s.l. e di numerosi altri Phlegmacium con tinte sovrapponibili. Tuttavia, nessuna di queste specie possiede un cappello tomentoso come questo fungo e le caratteristiche morfologiche risultano differenti per uno o più caratteri. Ben più sgradevole dal punto di vista gastronomico sarebbe lo scambio con Lepista nuda (Bull. ; Fr.) Cooke, specie ubiquitaria che si riconosce facilmente per l’assenza di cortina sul gambo, la sporata rosa sporco, non rugginosa, e la superficie pileica liscia e glabra.
Osservazioni
È riconoscibile per la superficie asciutta del cappello e del gambo, le colorazioni viola intenso di tutto il basidioma e per l’odore penetrante della carne. Qualche autore divide questa specie in due taxa distinti: Cortinarius violaceus, crescente sotto latifoglia, e Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser che troviamo presso conifere. Quest’ultimo taxon, secondo alcuni semplice varietà o sottospecie di Cortinarius violaceus, oltre che per le abitudini ecologiche, differisce dalla specie tipo per le spore sensibilmente più corte e di forma leggermente diversa. Tuttavia la presenza di alcune raccolte intermedie tra i due taxa porta molti esperti a considerare Cortinarius hercynicus semplice sinonimo di Cortinarius violaceus.
Curiosità
Alcuni testi hanno espresso per questa specie di fungo altisonanti giudizi di commestibilità, per le caratteristiche sopra indicate riteniamo sia opportuno non consumarla.Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi
Regione Lombardia; Foto di Emilio Pini.
Bellissimo e non comune Cortinarius che stupisce per il suo colore viola scuro e per il cappello asciutto e molto feltrato. In letteratura sono presenti diverse interpretazioni di questa specie, che lo differenziano in due specie diverse o indicano varietà e subspecie, legate ad un presunto diverso habitat e a leggere differenze nelle misure sporali:
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Fries;
Cortinarius hercynicus (Pers.) M.M. Moser;
Cortinarius violaceus subsp. harcynicus (Pers.) Brandrud (1994);
Cortinarius violaceus subsp. hercynicus (Pers.) Brandrud (1990);
Cortinarius violaceus subsp. violaceus (L. : Fr.) Gray (1821);
Cortinarius violaceus var. hercynicus (Pers.) Brandrud (1983);
Cortinarius violaceus var. violaceus (L.) Gray (1821).
In attesa che studi molecolari definiscano meglio la diaspora tassonomica, seguendo le indicazioni di IF abbiamo deciso di unificare le nostre raccolte nel Taxon Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray, infatti la nostra esperienza testimonia ritrovamenti con sembianze tra le più varie non collegabili all'habitat del rinvenimento.
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Cortinarius vernus H. Lindstr. & Melot 1994
Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae
Foto e Descrizioni
Boschetto ripariale sulla Dora Baltea, Nus, a 550 m s.l.m.; sotto foglie di Pioppo, dopo verifica della misura sporale, tipico del periodo, con carne arrossante allo sfregamento.Regione Valle d'Aosta, Nus; Aprile 2013; Foto e commento di Gianluigi Boerio.
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Cortinarius venetus (Fr.) Fr.; RegioneTrentino; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti.
Cortinarius venetus: il filo lamellare eteromorfo è evidentissimo nella raccolta effettuata da me e Felice e tale caratteristica morfologica non trova riscontri nella letteratura specialistica di settore a me nota.
Dettaglio del filo lamellare.
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Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946
in Funghi Non Commestibili o Sospetti
Inviato
Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946
Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere Phlegmacium
Sezione Phlegmacium (cappello viscoso o lubrificato, piede non marginato, reazione negativa alle basi forti sul pileo)
Sinonimi
Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 f. vulpinus
Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 subsp. vulpinus
Cortinarius albomarginatus P.D. Orton 1955
Cortinarius rufoalbus Kühner 1955
Cortinarius pseudovulpinus Rob. Henry & Ramm 1989
Cortinarius vulpinus subsp. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Brandrud 1992
Cortinarius ophiopus f. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Cheype 1997
Cortinarius vulpinus f. albomarginatus P.D. Orton ex Bidaud, Moënne-Locc., Reumaux & Rob. Henry, in Bidaud, Moënne-Loccoz, Reumaux & Henry 2000
Etimologia
Cortinarius: dal latino cortīna = cortina, tenda, per i caratteristici residui di velo che uniscono l'orlo del cappello e il gambo delle specie appartenenti a questo genere; e dal latino vulpinus = riferito al colore rossiccio.
Cappello
Portamento robusto, cappello 4-10 cm, vischioso sopratutto da giovane e a tempo umido, presto asciutto, emisferico, toni giallo bruno, ocra-rossastro, argilla o bruno-fulvo chiaro, biancastro per i residui velari al margine.
Imenoforo
Le lamelle sono smarginate, inizialmente biancastre, con numerose lamellule, toni lilacini lievi, a volte più netti.
Gambo
Gambo pieno, clavato-cilindrico, attenuato in basso, radicante, biancastro ma con sfumature color malva all'apice; ampiamente ricoperto da cercini giallo bruni e zebrature, espressione dei residui velari.
Carne
La carne è biancastra con lievi toni lilacini, più evidenti nel collo (passaggio gambo-cappello); odore simile a quello della patata, terroso, di formaggio Camembert ma poi decisamente sgradevole, di piedi sudati, sempre più intenso seccando.
Reazioni macrochimiche
KOH o NaOH con reazione nulla su cuticola e carne.
Habitat
Cresce sotto latifoglie, simbionte di faggio con substrato calcareo o argilloso, principalmente in estate fino ad inizio autunno.
Microscopia
Spore 11,9-13,2 × 5,8-6,5 µm; Qm = 1,9 Misurazione effettuata da spore depositate sul gambo, finemente verrucose, amigdaliformi, a volte citriformi.
Basidi lunghi 49 µm, tetrasporici ma frequenti anche i bisporici.
Commestibilità e tossicità
Non commestibile.
Specie simili
Specie di non facile determinazione per le molteplici forme e varietà, che hanno creato non poca confusione. Per le lamelle biancastre e l'ornamentazione del gambo due specie sono molto somiglianti:
Cortinarius ophiopus, latifoglie calcaree, forte odore di muffa, di DDT o di barba di mais;
Cortinarius obsoletus, latifoglie calcaree, privo di odore, taglia piccola;
Cortinarius saginus, di conifera;
ugualmente con piede non marginato e gambo decorato ma con lamelle a toni lilacini più netti ci sono:
Cortinarius triumphans, di betulla;
Cortinarius varius, di conifera montana;
Cortinarius cliduchus, latifoglie calcaree, con residui velari meno eclatanti e forte odore terroso sin da giovane;
Cortinarius caligatus e Cortinarius variiformis, di quercia mediterranea.
Bibliografia
AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing.
COURTECUISSE, R. & DUHEM, B., 2007. Guides des champignons de France et d'Europe. Parigi: Ed. Delachaux et Niestlé.
EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi. Ed. Belin.
MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia.
Scheda di proprietà AMINT realizzata da Dino Cannavicci e Pino Conserva - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.
Regione Abruzzo; Agosto 2018; Legit Dino Cannavicci; Foto descrizione e microscopia di Dino Cannavicci.
Raccolto nella faggeta del Lago del Salto, su strato di muschio, fine estate; di solito i residui velari sono cercini e ghirlande ma spesso, come in questo caso, hanno forma scagliosa.
Particolare del pileo che evidenzia i residui velari biancastri, sopratutto al margine.
Particolare delle lamelle.
Particolare dell'attacco delle lamelle al gambo.
Cortina che si sta distaccando dal bordo del cappello in un esemplare giovane.
Basidio bisporico; in questa raccolta rappresentano quasi il 50%, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%.
Spore amigdaliformi, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%.
Spore amigdaliformi, 1000×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%.