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Archivio Micologico

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  1. Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pyronemataceae Sinonimi Peziza aurantia Pers. : Fr. 1800 Scodellina aurantia (Pers. : Fr.) Gray 1821 Peziza aurantia f. minor Cooke 1879 Peziza aurantia var. stipitata W. Phillips 1887 Etimologia Aurantia: relativo al colore arancione dell'ascoma. Ascoma Si presenta sotto forma di coppa, sessile, fino a 10 cm di diametro, spesso irregolarmente ondulato, generalmente schiacciato, anche quando non cresce cespitoso, in maturazione tende a lacerarsi. Il colore della superficie interna (imenio) è di un bell'arancione più o meno carico ed uniforme. La superficie esterna è subconcolore ma può apparire più pallida per la presenza di fini decorazioni biancastre che le conferiscono un aspetto pruinoso o farinoso, a volte può presentarsi liscia per particolari condizione climatiche, priva di peli. Carne Ceracea, subconcolore. Microscopia Spore ellittiche, 16-18(19) × 8-10 µm ornamentazioni incluse, ialine, con due guttule evidenti da immature ovvero ancora contenute nell'asco; a maturazione munite di creste che possono raggiungere 1,5-2 µm, ornamentazione a reticolo con maglie larghe, parzialmente aperte, allungate ai poli, uniseriate nell'asco. Aschi ottosporici opercolati, inamiloidi, 180-190(200) × 9-12 µm. Parafisi cilindriche, settate, allargate all'apice fino a 8-9 µm di diametro. Habitat Fruttifica in estate-autunno, tipicamente in zone di montagna, tra la ghiaia dei sentieri, al bordo dei boschi, ma talvolta anche all'interno dei boschi sia di latifoglie che di conifere, con preferenza per i terreni silicei. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Il quadro macroscopico unito a quello microscopico rendono semplice la determinazione di questa specie. Se non si dispone di un microscopio, bisogna fare molta attenzione a caratteristiche proprie di altre specie quali l'inverdimento dell'ascoma, la presenza di minuscoli peli scuri sul bordo dell'apotecio o la presenza di uno stipite ben differenziato. Caloscypha fulgens (Pers. : Fr.) Boud. potrebbe destare qualche confusione, fruttifica però in primavera nelle zone umide dei boschi con preferenza per quelli di conifera e già nei giovani esemplari si presenta con il bordo dell'apotecio sfumato di verde bluastro. Il Genere Melastiza accoglie al suo interno alcune specie simili per colore ma ben distinte per la presenza di una peluria scura presente sulla faccia esterna del bordo dell'apotecio (osservare con una lente). Altro carattere importante da tenere presente è l'assenza di uno stipite ben sviluppato, che separa quindi agevolmente Aleuria aurantia da Sowerbyella rhenana (Fuckel) J. Moravec = Aleuria rhenana Fuckel. Tremiscus helvelloides (DC. : Fr.) Donk, che fruttifica cespitoso nei boschi montani, viene subito individuato e separato per la sua consistenza gelatinosa ed il portamento generalmente petaloide. Osservazioni Ascomicete appariscente per le sue tonalità aranciate. La crescita cespitosa unita alla grandezza ed al colore acceso degli ascomi, sono caratteri piuttosto tipici, anche se non esclusivi, di questa bellissima specie. Note tassonomiche La Famiglia Aleuriaceae Arpin è stata assorbita dalla più ampia ed eterogenea famiglia dele Pyronemataceae. Gli studi recenti sui rapporti filogenetici supportano tale inquadramento. Bibliografia ERIKSSON, O.E., 2006. Outline of Ascomycota. - Myconet 12: 1-82. HANSEN; K. & PFISTER, D.H., 2006. Systematics of the Pezizomycetes, the operculate discomycetes. Mycologia 98(6): 1029-1040. ATHI et al. Nordic Macromycetes Vol. 1. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Mauro Cittadini. Trovato all'igresso del bosco in una zona con evidenti residui di legna bruciata, gli apoteci più grandi misurano 3 cm. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi. Il campione appariva internamente arancione e esternamente biancastro, ma solo a causa della pruina bianca che riveste la superficie esterna che è comunque arancione. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Mauro Cittadini Aschi ottasporici, non amiloidi, lunghezza max misurata 190 µm, in Melzer tutto il pigmento aranciato incrostante vira al verdastro. Spore immature ellittiche, lisce e biguttulate lunghezza massima 15 µm. Spore mature da irregolarmente a completamente reticolate con calotte polari irregolari e sporgenti lunghezza massima comprese le ornamentazioni 19 µm. Visione dell'excipulum in Blu cotone lattico a caldo. Ife terminali dell'excipulum. Regione Lazio; Maggio 2008; Foto e commento di Tomaso Lezzi.
  2. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Lombardia; Settembre 2013; Foto di Massimo Biraghi.
  3. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2012; Foto di Pietro Curti. Bosco di Picea abies, noto per i locali con il nome di fungo del pane. Superficie del cappello rugosa e fratturata in areole. Pori stretti e sottili, diseguali, quasi scavati nella carne della zona imeniale. Macro.
  4. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Mario Iannotti.
  5. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto di Pietro Curti.
  6. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2007; foto di Pietro Curti.
  7. Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Albatrellaceae Genere Albatrellus Sottogenere Albatrellus Nome italiano Fungo del pane. Nome inglese Sheep polypore. Sinonimi Albatrellus albidus (Pers.) Gray 1821 Scutiger ovinus (Schaeff. : Fr.) Murril 1920 Polyporus limonius Velen. 1922 Polyporus lutescens Velen. 1922 Cappello Diametro 6-15 cm, 1-3,5 cm di spessore, quasi circolare, convesso o spianato, a volte depresso al centro, margini a lobi ondulati, sottili e spesso macchiati di giallo. Superficie glabra, sovente si presenta screpolato al centro del cappello con una fessurazione a tasselli quadrati; colore da bianco a crema ma a volte con macchie brune, giallo-limone o verdastre in età avanzata. Imenoforo con tubuli corti 1-5 mm, pori rotondi o angolosi in numero 2-4 per mm, decorrenti sul gambo, da bianchi a crema nel fungo fresco, tendenti al giallastro al tocco. Gambo Centrale o eccentrico, bianco-brunastro, tomentoso e rugoso, generalmente corto, fino a 8 cm, normalmente libero anche su esemplari concresciuti; diametro 1-4 cm, leggermente clavato alla base ma attenuato al piede. Carne Bianca, poi giallastra, soda e di facile frattura. Odore e sapore gradevole, fungino. Habitat Terricolo, in boschi di conifere in montagna, simbionte dell'Abete rosso, spesso numeroso negli ambienti di crescita; in estate-autunno. Commestibilità e tossicità Discreto commestibile solo quando è giovane e fresco, coriaceo e non digeribile da adulto. Reazioni chimiche Reazione rossastro-bruna all'idrato di potassio (KOH). Microscopia Spore bianche in massa, elissoidi a parete sottile (4-5 × 3-4,5 µm) non amiloidi. Basidi 20-25 × 4-5 µm; ife 2-8 µm di diametro, rigonfie fino a 16 µm, senza giunti a fibbia. Specie simili Albatrellus subrubescens (Murrill) Pouzar, considerato tossico e causa di sindrome gastrointestinale, simbionte di Pino silvestre e con gambo di colore aranciato alla base, che tende invece a macchiarsi di giallo-verde nell'Albatrellus ovinus che è simbionte di Abete rosso. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet = Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar ha gambo più verdastro e carne coriacea e come il precedente può causare disturbi gastrointestinali. Osteina obducta (Berk.) Donk, facilmente differenziabile in quanto più minuta, con aspetto fascicolato, crescita lignicola e consistenza legnosa a maturità. Osservazioni I funghi del Genere Albatrellus che hanno interesse alimentare, Albatrelus ovinus e Albatrellus confluens, sono prevalentemente reperibili in ambiente prealpino ed alpino. Fanno la loro apparizione nelle zone più umide, buie e fresche del sottobosco, e spesso nei siti di rinvenimento occupano interi pendii montani. In Trentino sono una presenza costante del panorama micologico locale e rivestono particolare interesse come funghi da destinare alla conservazione sott'olio, per tale motivo vengono ricercati con particolare attenzione. Gli Albatrellus si differenziano facilmente dagli altri funghi a pori e tubuli perché i tubuli sono molto corti, quasi assenti. I pori nel fungo giovane sono talmente minuti da non essere praticamente visibili ad occhio nudo. Regione Lombardia, Agosto 2008, foto di Massimo Biraghi.
  8. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Lombardia; Agosto 2012; Foto di Luigi Franchini.
  9. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Toscana; Ottobre 2009; Foto e commento di Alessandro Francolini. Ritrovamento nella Foresta di Vallombrosa a 1.100 m s.l.m. Di solito si presenta gregario e con più esemplari cespitosi. Si fa riconoscere dai funghi del genere Albatrellus (genere in cui era inquadrato in passato) per il cappello un po’ scaglioso-areolato, dai colori brunastri con evidenti sfumature verdi-olivacee e per l’imenoforo dal bianco al giallo-verdastro fino al verde a maturità; caratteristica è la colorazione rosata che la superficie poroide assume dopo l’essiccazione. Il gambo è corto e tozzo, feltrato e ricoperto in gran parte dai tubuli decorrenti. È una specie terricola, autunnale, non molto comune, dei boschi di latifoglie o misti. Può essere confuso con i più comuni Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar e Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar, che hanno cappello privo delle tonalità verdognole, tutt’al più si può presentare giallastro il cappello di Albatrellus ovinus. Imenoforo. Particolare dei pori.
  10. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet; Regione Calabria; Anno 2005; Foto di Antonio Lupo.
  11. Laeticutis cristata (Schaeff. : Fr.) Audet 2010 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Albatrellaceae Sinonimi Scutiger cristatus (Schaeff. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941 Albatrellus cristatus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957 Note nomenclaturali Fungo identificato nell'anno 1774 dal botanico, micologo e zoologo tedesco Jacob Christian H. von Schaeffer, il quale con l'epiteto cristatus lo ha inquadrato per la prima volta nel genere Boletus. Nel ventesimo secolo il fungo ebbe una discreta notorietà come Scutiger cristatus, binomio ricombinato da Bondartsev & Singer nel 1941, ma l'epiteto che lo ha contraddistinto per numerosi anni è stato Albatrellus cristatus, appellativo ricombinato nel 1957 dagli studiosi František Kotlaba e Zdeněk Pouzar. Con l'avvento delle analisi filogenetiche questa specie è stata segregata dal genere Albatrellus per essere inquadrata nel neogenere Laeticutis, grazie agli studi dell'anno 2010 del micologo canadese Serge Audet. Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Bibliografia AUDET, S., 2010. Essai de découpage systématique du genre Scutiger (Basidiomycota): Albatrellopsis, Albatrellus, Polyporoletus, Scutiger et description de six nouveaux genres. Mycotaxon 111: 431-464. Regione Abruzzo; Ottobre 2009; Foto di Tomaso Lezzi. Cappello bruno scuro con sfumature verdastre e color nocciola chiaro in vecchiaia; imenio a pori, bianco. Un particolare dei pori. Foto di Mauro Cittadini.
  12. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2011; Foto di Mario Iannotti.
  13. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Lombardia; Settembre 2009; Foto di massimo Biraghi. Confuso con Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar, si distingue facilmente per i toni rosso-brunasti della superficie pileica. Macro sulla superficie pileica. Macro sull'imenio, si possono notare i piccolissimi pori.
  14. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2009; Foto di Pietro Curti. Macro.
  15. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino; Settembre 2006; Foto di Felice Di Palma.
  16. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Trentino Alto Adige; Agosto 2006; Foto di Franco Sotgiu.
  17. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. : Fr.) Kotl. & Pouzar; Regione Lombardia, Val Brembana; Settembre 2005; Foto di Massimo Biraghi.
  18. Albatrellus confluens (Alb. & Schwein. :Fr.) Kotl. & Pouzar 1957 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Albatrellaceae Sinonimi Scutiger confluens (Alb. & Schwein.) Bondartsev & Singer 1941 Foto e Descrizioni Come il nome scientifico della specie indica, si tratta di fruttificazioni aggregate e quindi confluenti, i colori dei cappelli sono arancio sabbia, i bianchi pori sotto il cappello sono talmente minuti da apparire ad occhio nudo quasi una superficie quasi liscia. Si tratta di un fungo carnoso, redditizio, cresce associato in vasti gruppi, terricolo, spesso nei pressi di zone ricche di muschio, fungo di grande consistenza si presta da giovane ad essere utilizzato per preparazioni sott'olio, da adulto diventa coriaceo e quindi inservibile ai fini alimentari. I pori sono talmente stretti, in particolare negli esemplari giovani, da non poter essere osservati ad occhio nudo, 0,2 mm e anche meno. La carne è bianca, odore gradevole e sapore lievemente amarognolo, cresce in particolare nel periodo estivo, spingendosi fino ai primi periodi dell'Autunno. Tipico dell'arco alpino e nei boschi dolomitici, ama i boschi di conifere. Regione Trentino Alto Adige; Settembre 2008; Foto e descrizione di Pietro Curti.
  19. Agrocybe vervacti (Fr. : Fr.) Singer; Regione Lombardia, parco fiume Oglio; Aprile 2008; Foto di Emilio Pini.
  20. Agrocybe vervacti (Fr. : Fr.) Singer; Regione Lombardia, parco fiume Oglio; Novembre 2007; Foto di Emilio Pini.
  21. Agrocybe vervacti (Fr. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Ottobre 2007; Foto di Massimo Biraghi.
  22. Agrocybe vervacti (Fr. : Fr.) Singer; Regione Lombardia; Ottobre 2009; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. Spore ellissoidali (7) 7,5-8,5 (9) × 4,5-5,5 (6) µm. Cheilocistidi 20-35 (40) × 6-10 µm, apice 3-5 µm, subulati (a forma di bottiglia), lageniformi, da subcapitulati a capitulati.
  23. Agrocybe vervacti (Fr. : Fr.) Singer 1936 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Strophariaceae Sinonimi Naucoria vervacti (Fr. : Fr.) Quél. 1872 Agrocybe pediades var. vervacti (Fr. : Fr.) Singer 1950 Etimologia Da nome proprio. Cappello Di piccole dimensioni, emisferico nel giovane, poi convesso ed infine piano-convesso con un largo umbone centrale a volte appena abbozzato, bordo leggermente ondulato. Le colorazioni pileiche sono di colore giallastro, giallo-aranciato, giallo-brunastro, cuticola di aspetto brillante a tempo secco e un poco viscosa con tempo umido, spesso al margine evidenzia decolorazioni fino al biancastro. Lamelle Abbastanza rade e intercalate da lamellule, adnate o decorrenti con dentino al gambo, di colore biancastre nel giovane, poi su tonalità crema, infine brunastre a maturazione, filo regolare e generalmente più chiaro. Gambo Poco slanciato, generalmente cilindrico, ma non di rado incurvato verso la base dove termina con un piccolo bulbo, inizialmente pieno, presto cavo, ricoperto da minute fibrille; colore da bianco sporco a crema, con sfumature giallastre. Carne Molto esigua, biancastra o crema chiaro, di sapore dolce e odore leggero, subfungino, non importante ai fini determinativi. Habitat Specie normalmente gregaria, ma anche isolata, fruttifica dalla primavera all'autunno,nelle zone erbose nei parchi, giardini, prati e nelle radure dei boschi. Microscopia Spore 8,0-9,0 × 5,0-6,0 µm, subcitriniformi, ellissoidali, con apicolo poco pronunciato, lisce. Basidi 25-30 µm, bi-tetrasporici, clavati. Cheilocistidi 30-45 µm, ventre10 µm, apice 2,5-3,0 µm, subulati, lageniformi, da subcapitulati a capitolati. Commestibilità Non commestibile per l'inconsistenza della carne, senza interesse alimentare. Osservazioni Piccola entità, abbastanza comune, specialmente nelle regioni settentrionali e centrali, la taglia minuta, le colorazoni pileiche giallastre con toni aranciati, il sapore dolciastro, i cistidi marginali a forma di bottiglia e le spore con apicolo poco evidente sono i caratteri fondamentali di questa specie, utili per una corretta determinazione, sia sul campo che all'osservazione con il microscopio ottico. Specie simili Agrocybe pediades (Pers. : Fr.) Fayod = Agrocybe semiorbicularis (Bull. : Fr.) Fayod, molto volentieri condivide gli stessi areali di crescita. Si riconosce macroscopicamente per la forma del cappello a lungo emisferico-convesso o emisferico-campanulato e per l'odore di farina, microscopicamente presenta spore di dimensioni maggiori 10-12 (13) × 7-8 µm, cheilocistidi lageniformi, subcapitulati, ma mai subulati (a forma di bottiglia). Agrocybe praecox (Pers. : Fr.) Fayod ha taglia più grande e slanciata, colorazioni pileiche ocra chiaro, nocciola, odore di farina, anello ampio e persistente, sapore amaro alla prolungata masticazione. Microscopicamente evidenzia cistidi da utriformi a fusiformi. Stropharia coronilla (Bull. : Fr.) Quél., l'osservazione del colore delle lamelle, grigio-violacee, la presenza di un anello striato nella faccia superiore e il colore bruno porpora della sporata, sono elementi che ne facilitano il riconoscimento sul campo. Bibiografia ARNOLDS, E., ULJÉ, C. & NAUTA M., 2005. Bolbitiaceae (Bolbitius, Conocybe, Pholiotina, Agrocybe) and Coprinaeae (I): the genus Coprinus. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 6. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lombardia, in parco pubblico, Località Crespi D'Adda; Ottobre 2007; Foto e microscopia di Massimo Biraghi. (Exsiccatum MB20071004-25) Filo delle lamelle più chiaro e gambo terminante con un bulbo. Spore 8,0-9,0 × 5,0-6,0 µm, subcitriniformi, ellissoidali, con apicolo poco pronunciato, lisce. Osservazione a 400×. Osservazione a 1000×. Spore 8,0-9,0 × 5,0-6,0 µm, subcitriniformi, ellissoidali, con apicolo poco pronunciato, lisce. Cheilocistidi 30-45 µm, base 10 µm, apice 2,5-3,0 µm, subulati, lageniformi, da subcapitulati a capitolati.
  24. Agrocybe putaminum (Maire) Singer 1936 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Strophariaceae Sinonimi Naucoria putaminum Maire 1913 Foto e descrizioni Specie di non facile determinazione sul campo, come Agrocybe praecox (Pers. : Fr.) Fayod odora di farina e ha carne amarognola, ma nessuna acredine, si differenzia macroscopicamente per la mancanza di un anello, le lamelle molto più chiare e per i rizoidi presenti alla base del gambo. Microscopia L'analisi dei caratteri microscopici evidenza: Cheilocistidi polimorfi e abbondanti sul filo lamellare; Pleurocistidi sono molto più rari, utriformi od ovoidi. Da notare anche la presenza di pileocistidi simili ai cheilocistidi, di caulocistidi presenti nel terzo superiore. Presenza di GAF nelle strutture ifali. Regione Lombardia; Maggio 2012; Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi. Spore N° Long. Larg. Q Moy 11,11 6,66 1,67 Min 10,17 5,83 1,56 Max 12,37 7,11 1,82 média 11,20 6,77 1,63 Osservazione 400×. Spore, osservazione 1000×. Cheilocistidi polimorfi. Pleurocistidi. Caulocistidi del terzo superiore. Pileocistidi. Presenza di GAF nei tessuti.
  25. Agrocybe praecox (Pers. : Fr.) Fayod; Regione Lombardia; Maggio 2013; Foto e microscopia di Marco Barbanera. Sesto San Giovanni (MI) sotto latifoglie in parco pubblico Spore, dimensioni 8-9 × 5-5,5 µm. Pleurocistdio.
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