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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Friuli Venezia Giulia; Novembre 2012; Foto di Nicolò Parrino.- 12 risposte
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Friuli Venezia Giulia; Novembre 2009; Foto di Nicolò Parrino.- 12 risposte
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Friuli Venezia Giulia; Novembre 2009; Foto di Nicolò Parrino. Ritrovamento in bosco misto aghifoglia/latifoglia, bosco Romagno, 150 m. s.l.m. - Cividale del Friuli (UD).- 12 risposte
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Umbria; Ottobre 2008; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento effettuato sotto Carpini e Pioppi. Un particolare dell'anello. Un particolare del cappello. La sezione.- 12 risposte
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát; Regione Lazio; Ottobre 2005; Foto di Mauro Cittadini.- 12 risposte
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951
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Agaricus brunneolus (J.E. Lange) Pilát 1951 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Minores Sinonimi Agaricus porphyrizon P.D. Orton 1960 Agaricus arvensis var. purpurascens Cooke 1885 Agaricus purpurascens (Cooke) Pilát 1951 Psalliota arvensis var. purpurascens (Cooke) W.G. Sm. 1922 Psalliota purpurascens (Cooke) F.H. Møller 1952 Etimologia L'epiteto Agaricus deriva dal greco αγαρικόν = fungo degli Agari; perché secondo Dioscoride proveniva dall'Ucraina, che a quel tempo veniva chiamata "Terra di Agaria". L'epiteto porphyreus deriva dal latino porphyreus = purpureo, riferito al colore. Cappello 6-8 cm; si presenta emisferico poi convesso, talvolta depresso e infine appianato, con margine involuto, ondulato e spesso fimbriato. Cuticola dissociata in squame fibrillose appressate di colore porporino, su fondo biancastro, più fitte verso il centro sino al disco bruno-porpora. Imenoforo Lamelle piuttosto fitte e arrotondate, libere, da grigio-rosato a bruno-rossastro scuro, con filo eroso, biancastro, sterile. Gambo 5-6 × 1-1,5 cm; cilindraceo, piuttosto corto e centrale, sovente ricurvo alla base, biancastro ma ingiallente dalla metà sino al piede, generalmente non bulboso. Anello pendulo, supero e semplice, biancastro ingiallente, sottile e spesso lacerato. Carne biancastra e virante al giallo, spesso anche intensamente, in particolare alla base, con odore piuttosto gradevole di mandorle amare. Positiva la reazione incrociata con reagente di Schaffer. Habitat Specie non molto diffusa, cresce generalmente isolato o in piccoli gruppi, in boschi temperati di latifoglie, con preferenza per Q. ilex, ma anche in parchi e giardini. Microscopia Spore brune, ovoidali, dim. 5-6 × 3-4 µm, monoguttulate. Basidi clavati tetrasporici 18-28 × 6-8 µm, con sterigmi lunghi 2-3 µm. Presenza di cheilocistidi ovoidali-globosi, dim. 13-30 × 8-18 µm. Commestibilità e Tossicità È ritenuto un buon commestibile, come gli altri Agaricus della stessa sezione. Specie simili Specie che a seconda degli autori viene inserita nella sez. Minores (Moser) o nella sez. Arvenses. Le possibili confusioni avvengono con Agaricus silvaticus, senza odore di mandorle e con carne arrossante, e con Agaricus impudicus, non ingiallente e con diverso odore. Entrambe queste ultime specie hanno inoltre reazione incrociata negativa con il reagente di Schaffer. Una ulteriore confusione può avvenire con Agaricus purpurellus, che ha però taglia minore e crescita sotto conifere. Bigliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Satta - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Novembre 2011; Foto di Luigi Minciarelli.- 12 risposte
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Agaricus phaeolepidotus (F.H. Møller) F.H. Møller 1952
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Agaricus phaeolepidotus (F.H. Møller) F.H. Møller; Regione Lazio; Novembre 2014; Foto e commenti di Tomaso Lezzi. Agaricus a appartenente al gruppo degli Xanthodermatei, che mostra leggero ingiallimento alla base del gambo e viraggio al rosa nel resto della sezione. Anello ampio, membranoso, supero, discendente; superficie inferiore dell'anello a ruota dentata. Cheilocistidi largamente clavati, più grandi dei basidi e quindi facilmente individuabili. Spore ellissoidali, con apicolo evidente. Arrossamento del cappello a maturità. Anello ampio, membranoso, supero, discendente. Superficie inferiore dell'anello a ruota dentata. Sezione che mostra un viraggio al giallo alla base e al rosso nella parte alta. Cheilocistidi largamente clavati, più grandi dei basidi e quindi facilmente individuabili. 400×. Cheilocistidi. 1000×. Spore ellissoidali, con apicolo evidente. 1000×.- 2 risposte
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Agaricus phaeolepidotus (F.H. Møller) F.H. Møller 1952
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Agaricus phaeolepidotus (F.H. Møller) F.H. Møller 1952 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Xanthodermatei Sinonimi Psalliota phaeolepidota F.H. Møller. 1952 Agaricus perdicinus Pilát 1953 Etimologia Phaeolepidotus, a, um: con il cappello ricoperto da squame scure; deriva dalla combinazione di tre parole greche: “φαιός phaiós” oscuro, “λεπίς lepìs” squama e “οὖς, ωτόϛ oús, otós” orecchio, dell’orecchio. Cappello Di medie-grandi dimensioni, inizialmente è emisferico, con la crescita progressivamente diventa campanulato e poi convesso, con il centro spianato e il margine tronco, smussato tende quindi ad assumere la classica forma trapeziodale, un po’ tipica delle specie della Sezione Xanthodermadei. La cuticola è di colore bruno-fulvastro, dissociata in squame appressate a partire dal margine verso il centro, con andamento concentrico, che lasciano intravedere la carne sottostante biancastra, mentre il centro resta più compatto ed omogeneo. Lamelle Abbastanza fitte, libere al gambo, strette, spesse, grigio-biancastre, poi rosate, infine bruno-porpora, intercalate da lamellule di varie dimensioni. Gambo Cilindrico, robusto, pieno ma a maturità fistoloso, glabro, liscio, di colore da bianco a ocraceo-brunastro, rastremato verso l’apice e progressivamente ingrossato verso in basso ove termina in una base bulbosa provvista di grossi cordoni miceliari. Nella parte alta è presente un anello complesso, ampio a gonnellino. Anello Complesso, membranoso, supero, molto appariscente a gonnellino, doppio per la presenza di una barruletta sulla faccia inferiore che, lacerandosi, conferisce un aspetto tipo “ruota dentata”. La parte superiore è liscia, quella inferiore invece è ornata da squame grossolane con bordo brunastro. Carne Bianca, vira al rosa tenue nella parte alta del gambo, leggermente ingiallente alla base del gambo. Odore leggero di fenolo, si percepisce con maggiore intensità alla base del gambo. Microscopia Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, monoguttulate, con apicolo evidente, 4,9-5,8(6,1) × 3,1-3,8 µm, media 5,4 × 3,6 µm, Q = 1,3-1,8; Qm = 1,5, misurazioni su 32 spore da sporata. Basidi clavati, tetrasporici. Cheilocistidi abbondanti, polimorfi, piriformi, subpiriformi, alcuni largamente clavati, ovoidi. Pileipellis di tipo cutis. Le ife sono cilindriche, coricate, intrecciate, ramificate, settate, con terminali rialzati arrotondati, osservati anche con forma irregolare ramificata. GAF non osservati. Habitat Specie gregaria, non molto comune, cresce nei boschi di latifoglia. Il ritrovamento è avvenuto nel bosco di Macchia Grande di Manziana, essenze prevalenti Quercus cerris e in quantità minore Quercus frainetto. Commestibilità e Tossicità Tossico. Sindrome gastroenterica incostante. Specie simili Agaricus xanthodermus Genevier, ha il cappello con cuticola liscia, bianco o con sfumature grigiastre, a maturità può dissociarsi in squame concolori o brunastre, soprattutto nella parte centrale, vira al giallo al tocco o allo sfregamento, anello doppio, dissociato in ruota dentata nella faccia inferiore, odore marcato di fenolo-inchiostro, cheilocistidi subsferici. Agaricus menieri Bon, si separa per il cappello bianco-grigiastro, se non influenzato dagli agenti atmosferici e per la crescita in luoghi molto sabbiosi, dune costiere, con crescita semi-ipogea. Dal punto di vista microscopico ha spore e cheilocistidi molto più grandi, mai multisettati. Agaricus pseudopratensis (Bohus) Wasser si separa per il cappello a rade squame grigio-nocciola su fondo bianco, gambo cilindrico senza evidenti grossi cordoni miceliari, carne leggermente ingiallente alla base del gambo e dopo alcuni minuti virante al rosso-vinoso, odore di fenolo, anello supero membranoso, campanulato, pendulo, meno ampio ed importante che in Agaricus phaeolepidotus. Quest'ultimo aspetto è un carattere macroscopico molto importante, insieme al carattere microscopico dei cheilocistidi clavati, per separare le due specie. Agaricus moelleri Wasser = Agaricus praeclaresquamosus A.E. Freeman, ha assunto nel tempo numerose denominazioni in base alla colorazione del cappello ed alla disposizione delle squame, oggi tutte ricondotte a sinonimi della specie tipo. Si caratterizza per il cappello con squamette scure, in contrasto con il colore bianco del fondo. Microscopicamente si distingue per avere i cheilocistidi molto abbondanti, claviformi, piriformi o sferopeduncolati, generalmente semplici, meno frequenti con un setto. Agaricus porphyrizon P.D.Orton, specie commestibile, si distingue per la sua carne che ha uno spiccato e gradevole odore di mandorla amara, il cappello dissociato in fibrille e squame appressate di colore porpora, più fitte al centro. Agaricus augustus Fries, facilmente riconoscibile per le sue dimensioni, spesso notevoli, per il cappello decorato da vistose squame brune su fondo bianco-giallastro, che spesso si intravedono già nei giovani esemplari, nonché per la sua tendenza a macchiarsi di giallo alla manipolazione su tutto il carpoforo, presenta inoltre un forte odore di mandorla amara ed è un ottimo commestibile. Bibliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L. Allopsalliota Nauta & Bas. Agaricus. Fungi Europæi. Vol 1A (Parte II). Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti. Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio, Macchia Grande di Manziana; Novembre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20151114-01) Particolare della base bulbosa provvista di grossi cordoni miceliari e dell'anello doppio per la presenza di una barruletta sulla faccia inferiore che, lacerandosi, conferisce un aspetto tipo “ruota dentata”. Microscopia Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, monoguttulate, con apicolo evidente, 4,9-5,8(6,1) × 3,1-3,8 µm, media 5,4 × 3,6 µm, Q = 1,3-1,8; Qm = 1,5, misurazioni su 32 spore da sporata. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi clavati, tetrasporici. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×. Cheilocistidi abbondanti, polimorfi, piriformi, subpiriformi, alcuni largamente clavati, ovoidi. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×. In questa foto guardando le dimensioni si apprezza molto bene la differenza tra basidi e basidioli immaturi ed i cheilocistidi piriformi. (i primi a sinistra i secondi a destra). Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×. Pileipellis di tipo cutis. Le ife sono cilindriche, coricate, intrecciate, ramificate, settate, con terminali rialzati arrototondati, osservati anche con forma irregolare ramificata. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×.- 2 risposte
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Agaricus pampeanus Speg. 1880 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Agaricus Sinonimi Psalliota pampeana (Speg.) Henn. 1898 Fungus pampeanus (Speg.) Kuntze 1898 Etimologia Dal latino ''pampeanus'', delle Pampas; perché comune e tipico dell'ambiente delle Pampas in Argentina. Cappello Di medie-grandi dimensioni, inizialmente è emisferico, con la crescita diventa progressivamente piano-convesso, a volte con leggera depressione centrale, per poi spianare a maturità. La cuticola è di colore bianco, generalmente dissociata in vistose squame, anche nei primordi. Le squame presenti sul cappello caratterizzano queste specie, bianche poi ocracee, di aspetto scaglioso al centro, riunite in grossolani ciuffi di peli, irti, rialzati, per poi assumere fino al margine una forma più appianata triangolare, di consistenza pelosa, che danno un aspetto più o meno imbricato allo stesso. A volte questa zona al margine del cappello, soprattutto negli esemplari maturi, può rimanere più o meno liscia. Il margine è involuto, eccedente, appendicolato per i resti velari relativi alla rottura dell'anello. Imenoforo Lamelle libere al gambo, fitte, dapprima rosa tenue, poi passano al rosa acceso, infine al bruno-porpora, nerastre a maturità, il filo inizialmente è più pallido, poi concolore alla faccia della lamella, Sono presenti lamellule di varie dimensioni. Gambo Cilindrico, robusto, bianco, liscio sopra l'anello, scendendo verso la base tende ad assumere una forma più affusolata, in questa zona spesso sono presenti fioccosità, resti del velo generale o anche residui dell'anello. Nella parte mediana è presente un anello complesso di forma molto variabile. Anello Complesso, membranoso, supero, molto variabile, può presentarsi doppio per la presenza di una barruletta sulla faccia inferiore che lacerandosi conferisce un aspetto a ruota dentata. In questo caso la faccia superiore è liscia, striata verso il margine, quella inferiore invece è ornata da squame grossolane a ruota dentata, con il margine cotonoso, peloso; l'anello si può anche separare in due parti, una inferiore cotonosa, pelosa, unita al gambo a formare un braccialetto avvolgente con il margine dentato e più o meno disgregato e una superiore più minuta, con la faccia inferiore cotonosa, la cui grandezza è determinata dal suo punto di distacco con il margine del pileo. Carne Carne bianca, nella parte alta del gambo è leggermente rosata, più scura al margine, vira al giallo pallido alla base. Odore leggero fungino, gradevole. Microscopia Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, con apicolo evidente e pseudoporo germinativo, 6,3-7,2 × 4,6-5,2 µm, media 6,8 × 4,9 µm, Q = 1,3-1,5; Qm = 1,4, misurazioni su 32 spore. Spesso è possibile osservare un poro rudimentale, in sostanza sfochettando al microscopio si evidenzia un riflesso traslucido, come se la parete interna nerastra all'altezza dell'episporio si assottigliasse fino a regredire e scomparire, mentre la parte esterna dell'esosporio rimane continua. Le misure sporali sono risultate conformi al limite minimo di quanto riportato in letteratura, probabilmente a causa dei carpofori ancora molto immaturi. Basidi clavati, bisporici e tetrasporici. Cheilocistidi, scarsi, poco differenziati dai basidi, isolati, clavati. Ife dell'anello di forma cilindrica, settate, anche ramificate. GAF non osservati. Habitat Specie non molto comune, cresce gregaria o nei cerchi delle streghe nei prati di montagna, ma è possibile trovarla anche nei parchi cittadini o negli spazi erbosi all'interno dei boschi o al limitare degli stessi con i prati. Commestibilità e Tossicità Commestibile. Specie simili Agaricus campestris L., e Agaricus campestris var. squamulosus (Rea) Pilát. è una specie di dimensioni più piccole, con il cappello ornato da squamette poco evidenti, alla sezione arrossa nella parte alta del gambo all'attacco con il cappello e vicino alle lamelle, le spore sono di minore dimensione, l'anello è gracile, sottile, fibrilloso, esile, evanescente. Per una descrizione dettagliata del confronto vedi il paragrafo Osservazioni. Agaricus aristocratus Gulden, in Gulden & Torkelsen, ha la stessa colorazione biancastra del cappello, si separa per le spore più piccole e larghe, generalmente subglobose, senza poro germinativo. Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát, è molto simile dal punto di vista macroscopico e microscopico, i cheilocistidi sono molto simili, differisce per l'arrossamento della carne del gambo alla sezione, per la presenza di rizoidi alla base dello stesso, mentre in Agaricus pampeanus abbiamo solo un pallido ingiallimento alla base del gambo, che è sprovvisto di rizoidi. Agaricus benesii (Pilát) Pilát, assomiglia molto macroscopicamente ad Agaricus pampeanus, si separa per la carne arrossante nella parte alta del gambo e per i cheilocistidi abbondanti, ben strutturati e facilmente identificabili, con più setti, formati da elementi sovrapposti, l'ultimo claviforme. Le specie bianche della sezione Arvenses, si separano per l'odore anisato o di mandorle amare e per i cheilocistidi abbondanti, di aspetto catenulato. Osservazioni Agaricus pampeanus, come già fatto cenno nella descrizione macroscopica, si distingue all'interno della sezione Agaricus, per un aspetto peculiare, cioè quello di avere la cuticola del cappello dissociata in squame e scaglie molto evidenti formate da ciuffi di peli, che la rendono arruffata, più o meno imbricata. All'atto del ritrovamento questo aspetto da subito ci ha molto colpito, in quanto queste squame, erano presenti nella stessa forma e dimensione negli esemplari maturi così come nei giovani primordi, (la foto della raccolta con il riferimento della moneta da 2 euro è importante per un confronto delle dimensioni); quindi un effetto sicuramente non dovuto ad un agente atmosferico esterno come acqua, vento o tempo secco, ma dovuta al suo sviluppo naturale. Gli esemplari erano in perfetta forma, ben idratati, e nella stessa area erano presenti altre specie, come Hygrocybe conica (Schaeffer: Fries) P. Kummer, Lycoperdon utriforme Bull, Hebeloma crustuliniforme (Bulliard) Quélet, anch'esse in un normale stato di sviluppo. Questo ragionamento al fine di dirimere dubbi, perplessità o supposte analogie verso un ipotetico scambio con Agaricus campestris var. squamulosus (Rea) Pilát., oggi sinonimo di Agaricus campestris L., già sinteticamente descritto nel paragrafo Somiglianze e varietà che precede. Bibliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L. Allopsalliota Nauta & Bas. Agaricus. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti e Tomaso Lezzi. Revisionata dal CSM. Regione Abruzzo, l'Aquila; Ottobre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20151001-01) Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, con apicolo evidente e pseudoporo germinativo, 6,3-7,2 × 4,6-5,2 µm, media 6,8 × 4,9 µm, Q = 1,3-1,5; Qm = 1,4, misurazioni su 32 spore. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi clavati, bisporici e tetrasporici. Cheilocistidi, scarsi, poco differenziati dai basidi, isolati, clavati. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×. Ife dell'anello di forma cilindrica, settate, anche ramificate. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×.
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Agaricus menieri Bon 1981
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Agaricus menieri Bon; Regione Puglia, litorale Lesina Marina; Novembre 2014; Foto di Raffaele Mininno. -
Agaricus menieri Bon 1981 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Xanthodermatei Foto e Descrizioni Cappello biancastro-ocra chiaro, un po' screpolato negli esemplari maturi. Lamelle arrotondate. Pallide, poi rosa-grigiastre. Gambo tozzo, robusto. Bianco, poi grigiastro, un po' ingiallente per sfregamento. Anello supero, doppio. Inguainante. Carne ingiallente alla base del gambo. Odore debole di anice. A volte di fenolo nel vecchio, specialmente alla base del gambo. Spore grandi, ellittiche. Quelle più grandi su basidi bisporici. Habitat dune sabbiose. Commestibilità sconsigliato; può dare luogo ad intossicazioni. Regione Puglia, litorale Lesina Marina; Novembre 2014; Foto di Raffaele Mininno.
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát. 1952
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilat; Regione Umbria; Maggio 2013; Foto di Pietro Curti. Crescita prativa, gregaria in gruppi che formano tipici cerchi. Imenoforo rosa fin dall'esordio, cromatismi generali biancastri, anello fragile e presto caduco, che sovente residua in resti appendicolati ai margini del pileo, odore gradevole fungino.- 3 risposte
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- agaricus maskae
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát. 1952
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilat; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto di Massimo Biraghi. Foto di Mauro Cittadini.- 3 risposte
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát. 1952
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilat; Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto e commenti di Felice Di Palma. Si riconosce principalmente per il suo portamento tozzo, il cappello biancastro a volte screpolato dalle avverse condizioni climatiche, anello supero, gambo corto ed appuntito spesso provvisto di un corto e robusto cordone miceliare, la carne che arrossa al taglio ma solo dopo parecchi minuti di esposizione all'aria, spesso solo dopo qualche ora. E' molto comune nei prati prossimi ai litorali dell'Italia centrale e della Sardegna. Si differenzia da Agaricus bernardii, che spesso condivide gli areali di crescita, in quanto quest'ultimo presenta anello infero, odore sgradevole ed un arrossamento della carne alla sezione quasi istantaneo. Si differenza da Agaricus bitorquis, che ha lo stesso portamento tozzo, in quanto quest'ultimo presenta anello doppio e carne (quasi sempre) immutabile. Si differnzia da Agaricus campestris, che pure spesso condivide lo stesso habitat, in quanto quest'ultimo non ha portamento tozzo, l'anello è solitamente più evanescente, la carne immutabile, il filo lamellare senza cheilocistidi. Spore 6,2-6,8×4,4-5,1 µm. Q= 1,26-1,48. Di forma ampiamente ellissoidale, con polo distale da arrotondato a leggermente troncato, quasi mai acuminato, senza poro germinativo evidente, uniguttulate, biguttulate o con contenuto granulare. Cheilocistidi generalmente poco numerosi, basidioliformi ed accompagnati dalla presenza anche di basidi. Isolati o in piccoli gruppi, solo raramente abbondanti, in alcune collezioni completamente assenti (o indistinguibili dai basidioli). Semplici o con uno o piu setti alla base, con l'elemento terminale solitamente cilindrico, claviforme o fusiforme, solo raramente ampulliforme.- 3 risposte
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát. 1952
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Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát. 1952 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Spissicaules Sinonimi Psalliota litoralis Wakef. & A. Pearson 1946 Agaricus spissicaulis F.H. Møller 1951 Agaricus maskae Pilát 1954 Etimologia L'epiteto Agaricus deriva dal greco αγαρικόν = fungo degli Agari; perché secondo Dioscoride proveniva dall'Ucraina, che a quel tempo veniva chiamata "Terra di Agaria". L'epiteto litoralis deriva dal latino littoralis, e = del lido, del mare. Cappello Si presenta inizialmente con il cappello di forma emisferica, al centro appiattito e con il profilo squadrato, il margine resta a lungo involuto, poi si distende con leggera depressione centrale. La cuticola è spesso fessurata in relazione alla condizioni ambientali e ricoperta nella parte centrale da squame di colore ocra chiaro, grigiastre o anche più scure, fino a toni marroni, verso il margine appare liscia e di colore biancastro. Lamelle Le lamelle sono rosate, poi con la maturazione delle spore diventano di colore marrone fino a toni nerastri, con il filo di colore più chiaro, biancastro, perché sterile e coperto da cheilocistidi, senza basidi che portano le spore colorate. Gambo Il gambo è corto, massiccio, spesso di dimensione inferiore al diametro del cappello, clavato, ventricoso, con la base attenuata e munita di uno o più rizoidi. Verso la base spesso si osservano tracce del velo generale costituite da una fascia che circoscrive il gambo, costituita da minute squame appressate concolori a quelle del cappello. L’anello è supero, biancastro, semplice, la parte superiore è leggermente striata, quella inferiore è fibrillosa e a volte leggermente dentata. Carne La carne è soda e spessa, alla sezione vira al rosa chiaro, poi con il passare dei minuti e se graffiata accentua la colorazione fino a toni rosa-salmone intenso. L’odore è fungino, gradevole, la superficie del cappello e la base del gambo, se grattate possono avere leggero odore di anice. Quest’ultimo carattere è presente in più specie della sez. Spissicaules. Habitat Cresce di solito in zone selvagge, dalla montagna alla costa, in prati e campi erbosi, in ambiente retrodunale nelle zone umide con presenza di muschio. Meno frequente nelle radure erbose dei boschi e nelle adiacenze. Nell’ Appennino centrale cresce abbondante nei pascoli sommitali nei “cerchi delle streghe”. Microscopia Spore 7,2-7,8 × 5,6-6,2 µm, Q = 1,2-1,3; Qm = 1,3; da largamente ellissoidali ad ellissoidali, munite di piccole guttule ma anche con contenuto granulare. Basidi tetrasporici, clavati. Cheilocistidi di forma simile ai basidi, per cui sono di difficile osservazione ed individuazione perché spesso frammisti ai basidi, l’individuazione viene agevolata quando sono riuniti in piccoli gruppi senza la presenza di basidi, muniti di uno o più setti, con elemento terminale claviforme o fusiforme. Trama imeniale, sono state osservate delle ife oleifere. La parte inferiore dell’anello è risultata formata da ife cilindriche, settate, con larghezza 3-6,7(9,94) µm. Commestibilità e Tossicità Commestibile. Reazioni macrochimiche Su questi esemplari sono state effettuate le seguenti reazioni macrochimiche: la reazione di Schäeffer è molto variabile, da debolmente positiva con colorazione aranciata della superficie del pileo a positiva nei rizoidi con colorazione al rosso intenso. Reazione all’Alfa-naftolo positiva con colorazione al viola con maggiore intensità dal cappello alla base del gambo. Reazione con il KOH 30% negativa su tutto il carpoforo. Bigliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti e Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Giugno 2014; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti e Tomaso Lezzi. IV Comitato Scientifico A.MI. Umbria, Terni, Polino. Superficie inferiore dell'anello fibrillosa e leggermente dentata. Rizoidi abbondanti alla base del gambo. Il viraggio della carne nel gambo con il passare dei minuti aumenta fino a toni rosa-salmone intenso. Reazioni macrochimiche: La reazione di Schäeffer è molto variabile, da debolmente positiva con colorazione aranciata della superficie del pileo a positiva nei rizoidi con colorazione rosso intenso. Reazione all’Alfa-naftolo positiva con colorazione al viola con maggiore intensità dal cappello alla base del gambo. Reazione con il KOH 30% negativa su tutto il carpoforo. Spore: 7,2-7,8 × 5,6-6,2 µm; Q = 1,2-1,3; Qm = 1,3; da largamente ellissoidali ad ellissoidali, munite di piccole guttule ma anche con contenuto granulare. Osservazione in Rosso Congo a 400×. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Basidi clavati, tetrasporici. Osservazione in Rosso Congo a 400×. I cheilocistidi hanno forma simile ai basidi, per cui sono di difficile osservazione ed individuazione perché spesso frammisti ai basidi, l’individuazione viene agevolata quando sono riuniti in piccoli gruppi senza la presenza di basidi, muniti di uno o più setti, con elemento terminale claviforme o fusiforme. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. La parte inferiore dell’anello è risultata formata da ife cilindriche, settate, con larghezza 3-6,7(9,94) µm.- 3 risposte
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll. 1952
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll.; Regione Trentino; Luglio 2008; Foto di Franco Sotgiu. -
Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll. 1952
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll.; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto e microscopia di Felice Di Palma. -
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll.; Regione Lombardia, Val Seriana Spiazzi di Gromo; Settembre 2007; Foto Massimo Biraghi. -
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll.; Regione Sardegna, Monte Arci; Dicembre 2006; Foto di Franco Sotgiu. -
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll. 1952
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Agaricus langei (F.H. Möll.) F.H. Möll. 1952 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Sanguinolenti Subsezione Sylvatici Etimologia L'epiteto Agaricus deriva dal greco αγαρικόν = fungo degli Agari; perché secondo Dioscoride proveniva dall'Ucraina, che a quel tempo veniva chiamata "Terra di Agaria". Bigliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Foto e Descrizioni Cresce con maggiore frequenza all'interno dei boschi di abete rosso, cappello riccamente decorato con fitte squamule brunastre, gambo bianco e liscio, anello membranoso, lo stipite tende a macchiarsi vivacemente di rossastro se contuso e corroso. Odore e sapore gradevoli, delicatamente fungini, carne bianca, al taglio tende ad assumere colorazioni rosse molto intense. Regione Umbria; Novembre 2021; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in prato aperto, a notevole distanza da un bosco misto di Fagus sylvatica, Abies alba, Abies Cephalonica. Carne arrossante, anello supero discendente. Simile a Agaricus sylvaticus, se ne distingue per la lamella rosa invece che grigia nei giovani, per la base non bulbosa e microscopicamente per i cheilocistidi sferopeduncolati e non cilindrici e settati. Cheilocistidi sferopeduncolati. Osservazione in rosso Congo, a 200×. -
Agaricus iodosmus Heinem. 1965 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sottogenere Agaricus Sezione Xanthodermatei Sinonimi Agaricus xanthodermus var. pilatianus Bohus 1971 Agaricus pilatianus (Bohus) Bohus 1974 Agaricus pilatianus f. magnus Bohus 1974 Agaricus pilatianus f. silvaticoides (Bohus) Bohus 1974 Agaricus pilatianus var. iodoformicus Hlaváček 2001 Etimologia L'epiteto Agaricus deriva dal greco αγαρικόν = fungo degli Agari; perché secondo Dioscoride proveniva dall'Ucraina, che a quel tempo veniva chiamata "Terra di Agaria". L'epiteto iodosmus deriva dal greco iodòs e osmòs = iodio; odore; per il suo forte odore di iodio. Cappello Diametro 4-20 cm, inizialmente globoso, poi con la crescita piano-convesso, con il centro spianato e il margine tronco, tende, quindi, ad assumere un aspetto trapeziodale, a piena maturità, sovente, anche con centro leggermente depresso, di colore da grigio chiaro a grigio fuliginoso, quasi nerastro, ma anche grigio marrone. La cuticola tende a dissociarsi in squame appressate a partire dal margine verso il centro, con andamento concentrico o radialmente, lasciando intravedere la parte sottostante di colore grigiastro, questa lacerazione è maggiormente evidente a partire dal margine fino a due terzi del cappello, mentre il centro resta più compatto, con squame irregolari. La superficie è opaca e asciutta, il margine è eccedente e se strofinato si colora fortemente di giallo-cromo, soprattutto nei giovani esemplari. Lamelle Libere o attenuate al gambo, abbastanza fitte, biancastre poi rosate, infine bruno-porpora, con filo irregolare, inizialmente più chiaro poi concolore alla faccia della lamella, intercalate da lamellule di varie dimensioni. Gambo Cilindrico, robusto, pieno ma a maturità fistoloso, leggermente clavato, con la base attenuata, a volte leggermente bulbosa, glabro, liscio, di colore da bianco a ocraceo-brunastro, vira al giallo cromo allo strofinamento soprattutto verso la base. Nella parte alta è provvisto di anello. Anello Complesso, membranoso, supero, formato da due strati sovrapposti, di colore bianco quello superiore, ingiallente al bordo, meno consistente quello inferiore che può essere concolore al cappello. La parte superiore dell’anello è striata, quella inferiore liscia. Carne Bianca, vira al giallo cromo alla base del gambo, immutabile nella parte alta del gambo e nel cappello, molto lentamente con il passare dei minuti il viraggio giallo cromo regredisce, per raggiungere un colore brunastro. Odore persistente di iodio, con maggiore intensità alla base del gambo. Habitat Il ritrovamento è avvenuto nel castagneto adiacente alla Caldera di Manziana, nei pressi della palude fulfurea, su suolo vulcanico. In genere questo taxon cresce gregario o in piccoli gruppi di esemplari in aree molto antropizzate, come giardini, prati e radure, terreni incolti, parchi cittadini, cimiteri e ai margini delle strade. Poco comune. Microscopia Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, monoguttulate, senza poro germinativo, con apicolo evidente, 4,5-5,5 × 3,4-4,2 µm, media 4,9 × 3,8 µm, Q = 1,2-1,4; Qm = 1,3, misurazioni su 32 spore da sporata. Si osserva che le spore di questo studio sono risultate leggermente più piccole rispetto a quanto riportato dalla letteratura consultata 5,3-6,1-7,0 × 4,3-4,9-5,5(-6) µm, Q= 1,08-1,26-1,5 (Parra, 2013), probabilmente a causa del basidioma ancora immaturo, in ogni caso la maggior parte di esse hanno un Q tra 1,2 e 1,3, quindi verosimilmente compatibili. Basidi clavati, tetrasporici. Cheilocistidi non molto abbondanti, polimorfi, con due setti o multisettatti, formati da più elementi cilindrici sovrapposti, oppure semplici o con un setto, allora piriformi o claviformi. Pileipellis di tipo cutis. Le ife sono cilindriche, coricate, parallele, leggermente intrecciate, settate, nella parte centrale del cappello sono più corte e larghe, di aspetto fusiforme. Sulla superficie sono presenti elementi terminali filiformi (peli), multisettati, con elemento terminale arrotondato. Commestibilità e Tossicità Tossico. Sindrome gastroenterica incostante. Specie simili Agaricus menieri Bon ha un anello simile ad Agaricus iodosmus, si separa da quest’ultimo per il cappello bianco-grigiastro, se non influenzato dagli agenti atmosferici e per la crescita in luoghi molto sabbiosi, dune costiere, con crescita semi-ipogea. Dal punto di vista microscopico ha spore e cheilocistidi molto più grandi, mai multisettati. Agaricus pseudopratensis (Bohus) Wasser, può assomigliare nelle forme robuste, tuttavia, ha un debole odore di fenolo o di iodio, un tenue ed a volte impercettibile viraggio al giallo della carne, anche alla base del gambo. Agaricus moelleri Wasser = Agaricus praeclaresquamosus A.E. Freeman, si caratterizza per il cappello con squamette scure, in contrasto con il colore bianco del fondo; mentre in Agaricus iodosmus il cappello appare tutto nero. Inoltre ha un viraggio meno forte alla base del gambo e l’odore è sgradevole di fenolo o inchiostro. Microscopicamente si distingue per avere i cheilocistidi molto abbondanti, claviformi, piriformi o sferopeduncolati, generalmente semplici, o, meno frequenti, con un setto, mentre Agaricus iodosmus al contrario li ha con due setti o multisettatti, formati da più elementi cilindrici sovrapposti, oppure semplici o con un setto, allora piriformi o claviformi. Bigliografia PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti. Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche; Ottobre 2008; Foto di Pietro Curti. Su prato di un giardino privato realizzato con grassa terra di riporto, sotto Alloro e Leccio secolare (Quercus ilex), ovviamente trattandosi di un fungo saprotrofo la presenza del Leccio e dell'Alloro è del tutto ininfluente. Netto e violento l'ingiallimento della carne alla base del gambo quando si effettua una sezione, con cui si evidenzia un repentino intenso viraggio giallo cromo. L'odore è tipico e forte di iodio, inde nomen, per chi ha qualche anno, il sentore olfattivo ricorda molto la tintura di iodio che in passato si metteva sulle abrasioni della cute. Imenoforo irregolare e con filo lamellare più chiaro, anello complesso con la faccia superiore bianca e quella inferiore scura e concolore al cappello, margine del cappello eccedente. , in Viraggio intenso al giallo cromo, in particolare alla base del gambo. Cappelli con cuticola dissociata in squame. Odore forte di iodio, (odore di farmacia, tintura di iodio).
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát 1952
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát; Regione Sardegna; Ottobre 2012; Foto di Franco Sotgiu.- 4 risposte
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát 1952
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát; Regione Campania, Vesuvio; Ottobre 2009; Foto di Felice Di Palma.- 4 risposte
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát 1952
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Agaricus impudicus (Rea) Pilát; Regione Sardegna; Novembre 2006; Foto di Franco Sotgiu.- 4 risposte
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