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Inocybe griseolilacina J.E. Lange 1917
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Inocybe griseolilacina J.E. Lange 1917 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Inocybaceae Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. -
Cortinarius olidus J.E. Lange 1940
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Cortinarius olidus J.E. Lange. Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. -
Cortinarius sordescens Henry 1944
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Cortinarius sordescens Henry. Regione Umbria. Novembre 2005. Foto e descrizioni di Michelangelo Nitti. -
Cortinarius elegantissimus Rob. Henry 1989
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Cortinarius elegantissimus Rob. Henry. Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. Lamelle gialle. Velo bianco abbondantissimo. Sezione e squamette più scure sul cappello. REazione con KOH rossa sul cappello e sulla carne. Sezione con particolare delle lamelle gialle e del velo secondario abondante, -
Cortinarius balteatocumatilis Rob. Henry ex P.D. Orton 1960
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Cortinarius balteatocumatilis Rob. Henry ex P.D. Orton 1960 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Sinonimi Phlegmacium balteatocumatile (Rob. Henry) M.M. Moser 1953 Phlegmacium balteatocumatile (Rob. Henry ex P.D. Orton) Niskanen & Liimat. 2022 Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. -
Cortinarius rufo-olivaceus (Pers. : Fr.) Fr. 1838
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Cortinarius rufo-olivaceus (Pers. : Fr.) Fr. Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. -
Cortinarius tigrinipes Bergeron 1997
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Cortinarius tigrinipes Bergeron. Regione Abruzzi. Ottobre 2024. Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento sotto Quercus pubescens. Questa specie si distingue da Cortinarius torvus per le decorazioni gialle, festonate di velo, sull'armilla bianca. Le lamelle sono viola da giovani e la carne è anch'essa viola. -
Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871
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Tricholoma acerbum (Bull. : Fr.) Quélet 1872
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Leucopaxillus giganteus (Leyss. : Fr.) Singer 1938
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Phellinus igniarius (L.) Quél. 1886
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Phellinus igniarius (L.) Quél. 1886 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Hymenochaetales Famiglia Hymenochaetaceae Regione Abruzzo; Agosto 2024; Foto di Felice Di Palma. Su legno di Salix sp. -
Amanita flavoconia G.F. Atk. 1902
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Amanita flavoconia G.F. Atk. 1902. Regione Liguria. Luglio 2024. Foto e commento di Marika Ligure. Bosco con presenza di leccio, pino con aghi lunghi e varie essenze mediterranee, gambo lungo, liscio o con poche squamette, di colore giallino, anello effimero e piccola volva molto appressata alla base, pileo rosso-arancio con bordo liscio e solo piccoli residui bianchi sopra, lamelle fitte con lamellule verso il bordo, colore bianco con sfumature giallastra, carne bianca. -
Amanita flavoconia G.F. Atk. 1902
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Amanita flavoconia G.F. Atk. 1902 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Amanitaceae Genere Amanita Sottogenere Lepidella Sezione Validae Sinonimi Amplariella flavoconia (G.F. Atk.) E.-J. Gilbert 1940 Venenarius flavoconius (G.F. Atk.) Murrill 1948 Amanita flavoconia var. inquinata Tulloss, Ovrebo & Halling 1992 Amanita flavoconia var. sinapicolor Tulloss, Ovrebo & Halling 1992 Amanita erythrocephala Neville, Poumarat & Aste 2000 Nome inglese Red-Headed Yellow Dust Amanita Etimologia L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questa specie sembra fosse abbondante in antichità. L'epiteto flavoconia deriva dal latino flāvus = giallo, e dal greco κόνις [konis] = polvere, per l'aspetto delle verruche gialle sulla cuticola del cappello. Per quanto riguarda il sinonimo Amanita erythrocephala, L'epiteto erythrocephala deriva dal greco eruthros = rosso, e dal greco κεφαλή [kephale] = testa, per la colorazione del cappello. Nome inglese Yellow patches, Yellow Wart, Yellow dust Amanita. Cappello 2-8 cm di diametro, convesso, poi spianato in maturità, con evidenti verruche gialle o bianche con apice giallo, resto del velo primario che tendono a dilavarsi facilmente, lasciando il cappello spesso senza tracce di verruche. Margine liscio. Imenoforo Lamelle libere al gambo, da bianche a giallastre, con presenza di lamellule. Sporata bianca e amiloide. Gambo Fino a 12 × 1,5 cm da bianco a giallastro, con presenza di anello, e di volva basale. Anello Persistente, come il gambo da bianco a giallastro Volva Si può dissociare abbastanza facilmente, lasciando resti giallastri nel terreno o sul gambo. Carne Bianca, giallo aranciata vicino al bordo della cuticola e giallastra vicino alla parte esterna del gambo. Senza odore particolare. Habitat In boschi di aghifoglie e latifoglie Querce e Pini in particolare. Specie molto comune in nord America. Il ritrovamento italiano della Liguria (alto savonese) è avvenuto in boschi con presenza di Castanea sativa, Quercus ilex, Pinus pinea e varie essenze mediterranee. Commestibilità e Tossicità Specie sospettata di essere tossica, ma che merita studi più approfonditi. Da evitarne quindi il consumo. Specie simili Amanita frostiana (Peck) Sacc. Frost's Amanita) è una specie rara, tossica, che si presenta negli stessi boschi del nord America in cui compare Amanita flavoconia. Presenta margine striato, volva dissociata in placche alla base del gambo e colori più slavati. Ha spore globose inamiloidi. Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam. tossica, è una specie comune sotto Abies sp., Betula sp., a volte Populus sp., ha gambo, lamelle, anello, carne bianca e verruche più persistenti e bianche nella maggior parte dei campioni. A volte le verruche sono grigie o giallastre. Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers. presenta cappello aranciato, gambo, lamelle e anello gialli, ma velo mai sotto forma di verruche friabili, bensì sotto forma di grandi placche che solo raramente rimangono sul gambo. Margine striato. È specie tipicamente mediterranea. Amanita jacksonii Pomerl. (American Slender Caesar) è sempre una specie americana, simile ad Amanita caesarea, che presenta volva a sacco. Osservazioni Un breve riassunto della storia italiana di questa specie. - Fabio Aste del gruppo Alassino effettuò il primo ritrovamento italiano in Liguria, capì che era qualcosa di insolito e la portò a vedere al gruppo Micologico. - Furono interpellati Pierre Neville e Serge Poumarat, che poi fecero insieme la pubblicazione della nuova specie Amanita erythrocephala. - Dopo quel primo ritrovamento è stata rinvenuta parecchie volte, in 10-11 stazioni diverse, fra Savona, Cuneo e Genova, ma anche Varese. - Spesso la microscopia non basta, oggi come oggi, a dividere o unire le specie, ma spesso bisogna far riferimento agli esami molecolari. - È in corso uno studio a livello mondiale sul complesso dell'Amanita flavoconia piuttosto completo ed esaustivo, ma appunto ancora in corso e non pubblicato. - Amanita erythrocephala non sembra essere una buona specie, questi ritrovamenti andrebbero piuttosto chiamati, almeno per ora, e fino a novità che giungeranno magari più avanti, col nome di Amanita flavoconia, cioè una specie americana, che avrebbe la priorità. Non sarebbe la prima volta che una specie "straniera" approda in Liguria. Alcuni autori ritengono i ritrovamenti italiani, effettuati in Liguria una specie a sé stante: Amanita erythrocephala. Altri ritengono che questi ritrovamenti siano una nuova varietà di Amanita flavoconia. R.E.Tulloss, uno dei principali studiosi di Amanita a livello mondiale, sul proprio sito Amanitaceae.org riporta: "Neville et al. (Neville & Poumarat 2004) currently believe that the taxon [Amanita erythrocephala] may well be the same as a reddish-capped variant of A. flavoconia G. F. Atk. previously known from the United States under the herbarium code name Amanita sp-MD01 mentioned in Tulloss 1998. I concur with their position in this regard. R. E. Tulloss" Riteniamo che i ritrovamenti italiani della Liguria siano a tutti gli effetti delle Amanita flavoconia poiché mostrano le stesse caratteristiche, senza differenziarsene, se non per caratteri macro e microscopici che, secondo noi, possono essere considerati semplice variabilità specifica. Ci auspichiamo che gli esami molecolari e gli studi in corso possano in breve confermare o smentire questa ipotesi. Bibliografia NEVILLE, P., POUMARAT, S. & ASTE, F., 2000. Una nuova specie europea di Amanita della Sezione Validae: A. erythrocephala. Bollettino del Gruppo Micologico G. Bresadola. 43 (2): 135-142. NEVILLE, P. & POUMARAT, S. 2004. Amaniteae. 1. Fungi Europaei 9: 1-1119. ROBERTS, P. & EVANS, S., 2011. The book of fungi. Ed. Ivy Press, East Sussex. TULLOSS, R. E. 1998. Syllabus for a seminar on Amanita, 4th ed. (N. Amer. Mycol. Assoc. & Mycol. Soc. San Francisco). vi+184+ii pp. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Liguria; Luglio 2020; Foto di Marika Ligure. Regione Liguria; Luglio 2020; Foto di Massimo Vannoni. -
Hydropodia subalpina (Höhn.) Vizzini, Consiglio & M. Marchetti 2022
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Hydropodia subalpina (Höhn.) Vizzini, Consiglio & M. Marchetti. Regione Umbria. Maggio 2024. Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento in faggeta. -
Cordyceps militaris (L. : Fr.) Fr. 1818
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Cordyceps militaris (L. : Fr.) Fr.; Regione Lombardia; Dicembre 2009: Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi. Ascomicete che fruttifica su larve di lepidotteri morte, precedentemente attaccate dal micelio. Palizzata degli aschi. Aschi. Osservazione a 400×. Le ascospore inizialmente sono molto lunghe e filiformi. Le spore maturando si discaccano in corrispondenza dei setti e generano spore secondarie a forma di piccolo cilindro 4-5(6) × 1,5-2 µm.- 6 risposte
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- hypoxylon militare
- cordyceps militaris
- (e 5 in più)
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Pholiotina teneroides (J.E. Lange) Singer 1936
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Pholiotina teneroides (J.E. Lange) Singer 1936 Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Sinonimi Conocybe teneroides (J.E. Lange) Kits van Wav. 1970 Conocybe percincta PD Orton. 1960 Etimologia L'epiteto Pholiotina è composto dal nome di genere Pholiota e dal suffisso -ina = piccolo, per il suo aspetto simile a una piccola Pholiota. L'epiteto teneroides è composto dalla parola tenera da tenuis = tenero, delicato, molle, morbido e dal suffisso-oides dal greco "οειδής" [òide] = simile, affine a. Cappello 5-15 mm, presenta una cuticola leggermente rugosa, di colore bruno aranciato, inizialmente emisferico, poi convesso-campanulato, mai completamente espanso, si decolora per assumere tonalità ocracee a partire dall'esterno, il margine è irregolare, leggermente striato. Lamelle Imenoforo a lamelle ventricose, adnate e leggermente decorrenti per un dentino all'inserzione con lo stipite, di colore inizialmente biancastro, poi a maturità bruno ocraceo, con tagliente finemente eroso, discolore rispetto alle facce delle lamelle, perchè sterile per la presenza di cheilocistidi. Anello Membranoso, persistente, spesso, ripiegato su se stesso, disposto sulla parte mediana dello stipite. Gambo 10-40 x 2-3 mm cilindrico a volte sinuoso, giallognolo e traslucido nella parte alta, tende a scurire e assume tonalità bruno rossastre gradualmente verso la base, completamente rivestito da pruina biancastra, leggermente svasato nella parte a contatto con il suolo. Carne Nel cappello di consistenza esigua e fragile, leggermente fibrosa sul gambo. Habitat Fungo saprotrofo, fruttifica nel periodo autunno-invernale, su detriti organici tra fogliame e muschio. Questa specie è poco comune ed è stata segnalata poche volte sul territorio italiano nel 2005 in Friuli-Venezia Giulia e nel Lazio nel 2007. Microscopia Pileipellis di tipo imeniderma, formato da cellule subglobose e piriformi. Cheilocistidi principalmente utriformi, alcuni lageniformi e clavati. Pleurocistidi non osservati. Basidi prevalentemente bisporici, con alcuni monosporici che portano spore molto grandi, fino 15,3 µm. Spore (10,6) 10,8-12,1 (15,3) × (5,1) 5,4-6,3 (7,2) µm; Q = (1,6) 1,8-2,1 (2,2); N = 62; Media = 11,5 × 5,9 µm; Qm = 1,9; lungamente ellissoidali in vista frontale, leggermente amigdaliformi in vista laterale, con poro germinativo, largo 1,6-1,9 µm, apicolo piccolo ma ben evidente in vista laterale. Stipitipellis costituita da una cutis di cellule parallele, cilindriche, settate. Caulocistidi rari, disposti a mazzetti nella parte alta del gambo, prevalentemente capitulati. GAF non osservati nei tessuti esaminati. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Pholiotina teneroides morfologicamente, potrebbe essere confusa con altre specie del genere Pholiotina dotate di anello, tuttavia il portamento molto esile, le spore, allungate, con parete spessa e poro germinativo ben evidente e i basidi quasi esclusivamente bisporici, ne agevolano la determinazione. Pholiotina aporos (Kits van Wav.) Clémençon = Conocybe aporos Kits van Wav., specie tipica primaverile, ha gambo scuro, anello ben formato, poro germinativo assente, cheilocistidi capitulati. Pholiotina aporos var. moseriana Hauskn. si distinguerebbe da Pholiotina aporos var. aporos (Kits van Wav.) Clémençon per il colore completamente bianco, le spore più chiare e l'assenza di GAF (HAUSKNECHT 2009). Non tutti gli autori concordano però per mantenere separate questa due varietà. Pholiotina arrhenii (Kits van Wav.) Clémençon = Conocybe arrhenii Kits van Wav., presenta spore più grandi e con evidente poro germinativo, si diversifica anche per il periodo di crescita invernale. Pholiotina vexans (P.D. Orton) Bon = Conocybe vexans P.D. Orton, ha anello ben formato, spore di lunghezza media maggiore di 10,5 µm. Pholiotina rugosa (Peck) Watling = Pholiotina rugosa (Peck) Singer, ha gambo scuro, anello ben formato, spore a parete spessa, poro germinativo. Pholiotina hadrocystis (Kits van Wav.) Courtec., ha cheilocistidi di profilo più variabile e poro germinativo piccolo, ma distinto. Pholiotina vestita (Fr.) Singer, manca dell'anello e ha cheilocistidi mai capitulati. Bibliografia AA.VV., 2012. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. HAUSKNECHT, A., 2009. Conocybe and Pholiotina. Fungi Europaei, Vol 11. Ed Candusso. TÓTH, A., HAUSKNECHT, A., KRISAI-GREILHUBER, I., PAPP, T., VÁGVÖLGYI, C. & LÁSZLÓ G.N., 2013. Iteratively Refined Guide Trees Help Improving Alignment and Phylogenetic Inference in the Mushroom Family Bolbitiaceae. PLoS ONE 8(2). DOI 10.1371/journal.pone.0056143. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Galeotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Dicembre 2022. (Exsiccatum GG221201-01) Ritrovamento primaverile su detriti organici, in presenza di aghifoglia e latifoglia. Foto di Pasquale Lino Sgaravizzi, che era presente al ritrovamento. Regione Umbria; Dicembre 2022; Foto di Mario Iannotti. Stazione consolidata e verificata microscopicamente. Foto di microscopia di Giovanni Galeotti. Pileipellis. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Basidi bisporici. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Basidi bisporici. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Spore. Osservazione in acqua, a 400×. Spore (10,6) 10,8-12,1 (15,3) × (5,1) 5,4-6,3 (7,2) µm; Q = (1,6) 1,8-2,1 (2,2); N = 62; Media = 11,5 × 5,9 µm; Qm = 1,9. Osservazione in acqua, a 1000×. Stipitipellis, costituita da cellule parallele, cilindriche, settate. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×.-
- pholiotina teneroides
- conocybe teneroides
- (e 1 in più)
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Phlegmacium chromataphilum (Rob. Henry) Niskanen & Liimat. 2022
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Phlegmacium chromataphilum (Rob. Henry) Niskanen & Liimat.; Regione Toscana; ottobre 2022; Foto di Tomaso Lezzi. 1° Comitato scientifico M.te Amiata e M.te Rufeno 2022 Sul gambo si nota il viraggio al bruno dove il campione è stato toccato. -
Phlegmacium chromataphilum (Rob. Henry) Niskanen & Liimat. 2022
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Phlegmacium chromataphilum (Rob. Henry) Niskanen & Liimat. 2022 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Phlegmacium Sezione Phlegmacioides Sinonimi Cortinarius chromataphilus Rob. Henry 1989 Cortinarius sabuletorum Redeuilh & Reumaux 1995 Cortinarius argutipes Bidaud & Reumaux 1996 Cortinarius herculeolens Bidaud 1996 Etimologia L'epiteto Phlegmacium deriva dal greco φλέγμα [phlégma] = mucosità, per la viscosità del cappello. L'epiteto chromataphilus è composto dal greco χρῶμα [chroma] = colore e dal greco φίλος [fìlos] = amico; quindi amico dei colori. Cappello Convesso, poi piano-convesso, irregolare a volte fessurato, viscido, di colore biancastro, grigio, violaceo da giovane, marrone con toni giallastri a maturità, fibrilloso, con minute tracce di residui velari biancastri. Lamelle Strette, abbastanza fitte, seghettate, di colore crema, beige con filo più chiaro. Gambo Cilindrico, ricoperto da fioccosità biancastre, con base clavata. Carne Bianca, spessa, soda, imbrunisce lentamente. Odore terroso. Reazioni macrochimiche KOH sulla carne giallo oro, aranciato. Habitat Latifoglie, in particolare con Quercus spp., Carpinus betulus, e Tilia cordata. Microscopia Spore (9,8) 10,3-12,1 (12,3) × (5,7) 5,9-6,7 (6,8) µm; Q = (1,6) 1,7-1,9 (2,0); Media = 11,2 × 6,4 µm; Qm = 1,8; a forma di mandorla, con moderata verrucosità. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Note tassonomiche Cortinarius chromataphilus appartiene sia morfologicamente che molecolarmente alla Sezione Phlegmacioides e ivi insieme alle due specie Phlegmacium durus (P.D. Orton) Niskanen & Liimat. e Phlegmacium caesiocolor (Kytöv., Liimat. & Niskanen) Niskanen & Liimat. appartiene al (sotto)clade Durus. (SCHMIDT-STOHN et al. 2016) Il sequenziamento del tipo (LIIMATAINEN et al. 2014) ha dimostrato che Cortinarius argutipes Bidaud & Reumaux, Cortinarius herculeolens Bidaud e Cortinarius sabuletorum Redeuilh & Reumaux sono identici a Phlegmacium chromataphilum. Specie simili Questa specie si caratterizza per la superficie del cappello viscida negli esemplari giovani, le lamelle crema beige, il gambo asciutto, cilindrico, leggermente clavato, non marginato, gambo e carne che al tocco virano al bruno. Phlegmacium balteatocumatile (Rob. Henry ex P.D. Orton) Niskanen & Liimat., come Phlegmacium chromataphilum non ha sfumature di blu sulle lamelle e ha lo stesso odore. In Phlegmacium chromataphilum e Phlegmacium balteatocumatile, sfumature di blu si trovano solo sul velo universale e nella cuticola del cappello. Si distingue per la mancanza del viraggio e per la differente reazione giallo chiaro al KOH. Bibliografia LIIMATAINEN, K., NISKANEN, T., DIMA, B., KYTÖVUORI, I., AMMIRATI, J.F. & FRØSLEV, T. G., 2014. The largest type study of Agaricales species to date: bringing identification and nomenclature of Phlegmacium (Cortinarius) into the DNA era, Persoonia, 33: 98-140. LIIMATAINEN, K., KIM, J.T., POKORNY, L., KIRK, PM., DENTINGER, B. & NISKANEN, T., 2022. Taming the beast: a revised classification of Cortinariaceae based on genomic data. Fungal Diversity, 112: 89-170. SCHMIDT-STOHN, G., SAAR, G., BRANDRUD, T.E. & BÁLINT, D., 2016. Interessante Phlegmacium-Funde um Urbino. Journal des J.E.C., 18: 77-96. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi e Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Toscana; ottobre 2022; Foto e microscopia di Mario Iannotti. 1° Comitato scientifico M.te Amiata e M.te Rufeno 2022 Particolare delle lamelle con tagliente seghettato e filo più chiaro. KOH sulla carne giallo oro. Spore (9,8) 10,3-12,1 (12,3) × (5,7) 5,9-6,7 (6,8) µm; Q = (1,6) 1,7-1,9 (2,0); Media = 11,2 × 6,4 µm; Qm = 1,8, a forma di mandorla, con moderata verrucosità. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×. -
Mycenella rubropunctata Boekhout 1985
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Mycenella rubropunctata Boekhout, Regione Umbria; Dicembre 2022; Foto di Mario Iannotti. Pileocistidi settati, sinuosi, sublanceolati, lageniformi con apice capitolato. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. -
Mycenella rubropunctata Boekhout 1985
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Mycenella rubropunctata Boekhout 1985 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Etimologia L'epiteto Mycenella è un diminutivo che deriva dal genere Mycena dal greco, μύκης [mýces] = fungo, attinente i funghi. L'epiteto rubropunctata è composta da rubro che deriva dal latino ruber, -ra, -rum = rosso e punctata che deriva da punctatus, a, um = pungo, pungere, punteggiato, per la caratteristica colorazione delle lamelle, punteggiate di rosso. Cappello Conico campanulato, poi aperto mai disteso, con umbone prominente, la cuticola è liscia e ricoperta da una sottile pruina biancastra che si dissolve a maturazione, le colorazioni variano dal bruno olivastro fino al marrone ocraceo, il margine esterno si presenta eccedente e striato per trasparenza, con colori attenuati sul bordo che è sottile e fimbriato. Lamelle Da sinuose a ventricose, spesse, intervenate, piuttosto spaziate, uncinate, subdecorrenti, alternate a brevi lamellule. Colore di fondo bianco grigiastro nei giovani soggetti, crema ocraceo a maturità, evidenzia puntinature e macule rossastre caratteristiche di questa specie. Gambo Cilindrico leggermente sinuoso, bianco grigiastro, completamente rivestito da pruina bianca, assume nella parte intermedia e in quella basale tonalità rossastre, che si accentuano con la manipolazione, il gambo è leggermente dilatato alle estremità, alla base ingloba notevoli quantità di detriti organici. Carne Di consistenza esigua, privo di odori particolari, sapore dolce. Habitat Fruttifica nel periodo autunno-invernale, prevalentemente su terreno calcareo sotto Pinus nigra J.F. Arnold, in abbondante substrato di muschio e lettiera di aghi. Microscopia Pileipellis la cuticola nella parte esterna è rivestita da un sottile strato di gel, ed è costituita da ife diverticolate, sinuose, nodulose, di varie forme e dimensioni con una struttura coralloide. Pileocistidi settati, sinuosi, sublanceolati, lageniformi con apice capitulato. Cheilocistidi molto abbondanti, principalmente lageniformi, ma anche subfusiformi e cilindracei, capitulati o mucronati, alcuni presentano incrostazioni, che ne rivestono la parte alta o quella mediana. Pleurocistidi simili ai cheilocistidi. Basidi clavati, in prevalenza tetrasporici. Spore (5,3) 5,4-6,7 (7,0) × (1,4) 5,0-6,2 (6,7) µm; Q = (1,0) 1,02-1,2 (1,3); N = 42; Media = 6,1 × 5,6 µm; Qm = 1,1; ialine, inamiloidi, subglobose con verruche nodulose e grosso apicolo. Stipitipellis costituita da sottili ife parallele. Caulocistidi abbondanti cilindrici, subfusiformi, capitulati, ma anche simili ai cistidi imeniali. GAF osservati in tutti i tessuti. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Note Tassonomiche Il subgenere Mycenella viene elevato a rango di genere nel 1914 da J.E. Lange e comprende entità saprofite di piccole dimensioni caratterizzate da una crescita su residui di lettiera frammisti a terriccio, direttamente su terreno nudo o muschi o su residui legnosi marcescenti, sporadicamente anche su piante ancora viventi o residui vegetali in decomposizione. Il cappello presenta una fittissima pruina bianca nei giovani esemplari. Il rivestimento pileico è caratterizzato microscopicamente dalla presenza di pileocistidi (MUSUMECI, 2014). Specie simili Il genere Mycenella comprende diverse specie con habitus micenoide, tutte poco comuni, in Europa vengono segnalate sette-dieci specie a seconda delle fonti considerate. Mycenella margaritifera (Maire) Maas Geest. e Mycenella salicina (Velen.) Singer presentano spore lisce. Mycenella variispora Robich presenta spore variabili (inde nomen), eterogenee, sia lisce che verrucose. Mycenella margaritispora (J.E. Lange) Singer, ha cistidi con escrescenze coralloidi semplici o ramificate. Mycenella bryophila (Voglino) Singer ha cheilocistidi e pleurocistidi lageniformi, con apice ottuso e basidi bisporici. Mycenella trachyspora (Rea) Bon è la specie più affine morfologicamente e microscopicamente, le differenze sono da ricondurre alla diversa conformazione dei cheilocistidi e pleurocistidi più longilinei e con apice acuto, mai mucronati, e all'assenza delle caratteristiche puntinature e macule rossastre sul filo lamellare e sulle facce. Alcuni autori sinonimizzino Mycenella rubropunctata con Mycenella trachyspora (Rea) Bon, sostenendo che i caratteri distintivi non siano sempre presenti in tutte le raccolte. Certamente sarebbe auspicabile che indagini molecolari approfondite, chiarissero definitivamente questo aspetto. Bibliografia AA.VV., 2012. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. MUSUMECI, E., 2014. Due interessanti specie del genere Mycenella (J.E. Lange) Singer: M. salicina (Velen.) Singer e M. rubropunctata Boekhout. 10 RMR 92, Anno XXX, 2014 (2): 10-20. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Galeotti, Mario Iannotti e Tomaso lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Dicembre 2022; Foto e microscopia di Giovanni Galeotti. (Exsiccatum GG221218-01) Uno dei caratteri fondamentali per determinare la specie, osservato in tutte quattro le raccolte effettuate a poca distanza l'una dall'altra, è la presenza di macule e puntinature rossastre sul filo e sulla faccia delle lamelle, nonché alla base del gambo dopo manipolazione. Si segnala il ritrovamento di questa bella specie, di cui non ci risultano al momento altri ritrovamenti italiani. Sono stati effettuate osservazioni su quattro campioni, provenienti da raccolte effettuate nello stesso habitat a distanza di alcuni giorni. Le foto e la microscopia fanno riferimento al primo ritrovamento del 22 dicembre 2022. Particolare del margine cappello. Imenoforo, si notano le macule e puntinature rossastre, meglio evidenti se osservati con la lente, sul filo e sulle facce di alcune lamelle. Pileipellis. Textura formata da ife diverticolate, disposte come tessere di un puzzle. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Ife della pileipellis ramificate e settate, con escrescenze coralloidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Pleurocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Pleurocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Basidi tertasporici. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. GAF alla base dei basidi. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Spore. Osservazione in floxina, a 400×. Spore (5,3) 5,4-6,7 (7,0) × (1,4) 5,0-6,2 (6,7) µm; Q = (1,0) 1,02-1,2 (1,3); N = 42; Media = 6,1 × 5,6 µm; Qm = 1,1. Osservazione in floxina, a 1000×. Spore. Osservazione in acqua, a 1000×. Spore. Osservazione in blu cotone in acido lattico, a 1000×. Stipitipellis. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. Caulocisti. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Caulocisti. Osservazione in rosso Congo, a 1000×. -
Galerina vittiformis (Fr.) Singer 1950
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Pholiotina mediterranea Siquier & Salom 2018
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Pholiotina mediterranea Siquier & Salom 2018 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Bolbitiaceae Etimologia L'epiteto Pholiotina è un termine composto dal nome di genere Pholiota e dal suffisso -ina = piccolo, per il suo aspetto simile a una piccola Pholiota. L'epiteto mediterranea è in relazione allo specifico habitat della stessa, ossia l'area del Mediterraneo. Cappello 5-15 mm, da emisferico ad appianato, margine lievemente lobato e sinuoso, negli esemplari giovani con presenza di residuo di velo biancastro, cuticola igrofana, leggermente feltrata, brevemente scanalata nella zona marginale, beige-brunastra, bruno-giallastra negli esemplari giovani, zona discale leggermente più scura. Lamelle Adnate o leggermente smarginate, spaziate, presenza di lamellule lievemente ventricose, colore da giallo-brunastro chiaro a bruno, tagliente crenulato, eterocromo ed eteromorfo. Gambo 10-35 × 0,5-1,5 mm, cilindrico, flessuoso, pruinoso soprattutto nella zona superiore, lievemente ritorto, inizialmente biancastro specialmente nella parte alta, bianco-giallastro, bruno-giallastro, in vetustà mostra annerimenti allo sfregamento, talvolta sono presenti fibrille grigie argento, con base arrotondata. Anello Sottile, situato sul terzo superiore dello stipite, striato sulla faccia superiore, con margini sfrangiati, talvolta rotto, le colorazioni vanno da beige chiaro a giallastro, infine bruno per deposito sporale. Carne Molto esigua, scura, da bruno-giallastra a nerastra alla base dello stipite, odore non significativo, sapore lievemente amarognolo, astringente dopo un po’ dall’assaggio. Habitat Su dune stabili ricoperte di muschio in prossimità di Pistacia lentiscus, Juniperus communis e Pinus halepensis. Microscopia Spore (8,3) 8,6-9,5 (10,1) × (4,6) 5-5,7 (5,9) μm; Q = 1,6-1,8 (2,1); N = 30; media = 9 × 5,3 μm; da ellissoidali a oblunghe, amigdaliformi, lisce, con parete abbastanza spessa e poro germinativo evidente, di colore giallo ocraceo in acqua, bruno-arancio in KOH al 5%. Basidi 21-29 × 8-11 μm, prevalentemente tetrasporici. Giunti a fibbia presenti in tutte le strutture ifali. Cheilocistidi (20,3) 23,7-37,8 (39,8) × (6,1) 6,8-10,3 (15) μm; N = 30; media = 30,3 × 8,9 μm; polimorfi: lageniformi, sublageniformi, capitulati, subcapitulati, moniliformi, subglobosi, utriformi. Suprapellis 18-32 × 9-18 μm, di tipo imeniforme, ricoperta da uno strato gelatinoso ad alta rifrangenza. Subpellis costituita da ife cilindriche, alcune che terminano con apice dilatato e arrotondato. Caulocistidi (30,9) 31,1-54,9 (58,5) × (7,7) 7,8-14 (15) μm; N = 30; media = 42,6 × 10,3 μm; simili ai cheilocistidi, alcuni con pareti incrostate. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Psathyrella sphagnicola (Maire) J. Favre, si differenzia per il colore della sporata in massa (iantinosporea) e per la presenza dei pleurocistidi. Pholiotina arrhenii (Kits van Wav.) Clémençon = Conocybe arrhenii Kits van Wav, con cappello e gambo ocra-brunastro, e spore più piccole, cheilocistidi cilindrici con apice arrotondato. Pholiotina aporos (Kits van Wav.) Clémençon = Conocybe aporos Kits van Wav, specie primaverile, anello ben definito, assenza di poro germinativo. Pholiotina teneroides (J.E. Lange) Singer, si differenzia per avere basidi bisporici. Pholiotina utricystidiata Enderle & H.-J. Hübner = Conocybe utricystidiata (Enderle & H.-J. Hübner) Somhorst, cheilocistidi prevalentemente utriformi. Pholiotina vexans (P.D. Orton) Bon = Conocybe vexans P.D. Orton, Cheilocistidi da subcilindrici a lageniformi, leggermente sinuosi con spore più grandi. Pholiotina rugosa (Peck) Watling = Pholiotina rugosa (Peck) Singer, spore a parete spessa, poro germinativo molto più largo, zona discale del cappello rugosa. Bibliografia ALBANESE, A., BERNA, C., BORAGINE, M., FERRILLI, V., ORGERA, E., & ZOTTI, M., 2022. Pholiotina mediterranea una rara specie costiero-dunale. Rivista di Micologia 65 (3): 25-37. SIQUIER, J.L., & SALOM, J.C., 2017. Pholiotina mediterranea sp. nov. Rivista di Micologia 60: 213-236. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Antonio Albanese - revisionata da Tomaso Lezzi, approvata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Campania; Gennaio 2022; Foto e microscopia di Antonio Albanese. Suprapellis, strato gelatinoso esterno. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Suprapellis. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Suprapellis. Osservazione in rosso Congo, a 400×. Subpellis. Osservazione in rosso Congo a 400×. Basidio. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Spore. Osservazione in KOH, a 1000×. Spore. Osservazione in acqua, a 1000×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Caulocistidi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. -
Entoloma catalaunicum (Singer) Noordel. 1982
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Entoloma catalaunicum (Singer) Noordel. Regione Trentino-Alto Adige (Provincia Autonoma di Bolzano); Luglio 2021; Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL210728-03) Cappello rosa, bordato di bluastro; gambo azzurrato; habitat di zona Alpina. Cuticola con pigmento rosa, ife rigonfie e terminali rigonfi; lamelle con filo sterile nero-blu o concolore; spore 9-10,5 ×6,5-8 µm, con 5-8 angoli; GAF assenti. Particolare della squamettatura del cappello. -
Velenovskya vacini (Velen.) Albanese, Boragine, M. Carbone & P. Alvarado 2022 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Pezizomycetes Ordine Pezizales Famiglia Pezizaceae Etimologia L'epiteto Velenovskya è dedicato a Josef Velenovský (22 aprile 1858 - 7 maggio 1949), che per primo descrisse la specie tipo. L'epiteto vacini é dedicato da Velenovský al suo amico Václav Vacek. Sinonimi Plicariella vacini Velen. 1939 Peziza vacini (Velen.) Svrcek 1977 Ascoma Si presenta sotto forma di apotecio sessile, gregario, discoide, irregolare, fino a 22 mm di diametro, da appiattito a più o meno convesso, superficie esterna con sfumature verdastre. Imenoforo Liscio, cerebriforme, con colorazioni che vanno dal marrone chiaro al marrone nocciola scuro, con sfumature violacee. Stroma Consistenza cerosa gelatinosa, fino a 3 mm di spessore, di colore beige, grigio con sfumature violacee, odore e sapore non testati. Microscopia Spore (12,2) 12,6-14,5 (14,8) × (8,6) 9,7-10,5 (13) µm; Q = (1) 1,2-1,4 (1,6); N = 30; Media = 13,5 × 10,6 µm; Qm = 1,3; misure effetuate da sporata in massa, ornamentate da verruche ottuse a piramidali simili ad ali grossolane e spesse, alte 1,5-2,7 μm, che a volte si fondono per creare uno pseudoreticolo, ialine poi giallo-brunastre, in gran parte ellissoidali, monoguttulate ma anche biguttulate. Aschi 233-252 × 14-16,8 μm, cilindrici, opercolati, leggermente amiloidi per quasi tutta la loro lunghezza, amiloidia molto più marcata in alto, tipo Wt secondo VAN VOOREN (2020). Parafisi 6,1-13,5 μm di diametro, cilindriche, settate, biforcate in alto, raramente triforcate, con apici da clavati a lanceolati, capitulati, immerse in una matrice gelatinosa di colore brunastro chiaro. Subimenio sottile, costituito da una fitta textura intricata di ife. Excipulum medullare superiore 14,6-25 μm di diametro, con pareti fino a 0,5 μm di spessore, a textura intricata subialina, ife cilindriche, disposte parallelamente sulla superficie imeniale. Excipulum medullare inferiore 7,7-12,6 μm di diametro, composta da cellule da piriformi a arrotondate; 33,3-56,5 μm di diametro, con pareti fino a 0,7 μm di spessore, a textura globulosa, formato da ife cilindriche settate e intrecciate. Excipulum ectale 128-23,5 μm di diametro a textura angularis, composto da ife emergenti, settate. Habitat Su terreno prevalentemente sabbioso e siliceo (acido), con crescita su resti carbonizzati di Pinus halepensis. Commestibilità e tossicità Sconosciuta, potenzialmente non commestibile, come altre specie simili. Specie simili La morfologia dell'ascoma, la crescita antracofila e le ornamentazioni sporali di questa specie fanno sì che sia difficile confonderla con altre specie. Note nomenclaturali Il nome corretto di questa specie è Velenovskya vacini e non Velenovskya vacinii come Velenovský lo dedicò al suo amico Vacek, latinizzato in Vacinus, quindi l'ortografia corretta è vacini. Per approfondimenti vedi l'articolo di ALBANESE et al. (2022) Velenovskya, a new genus in the family Pezizaceae to accommodate Plicariella, dove è presente una ricca bibliografia sulla specie. Bigliografia ALBANESE, A., BORAGINE, M., CARBONE, M., & ALVARADO, P., 2022 Velenovskya, a new genus in the family Pezizaceae to accommodate Plicariella. Ascomycete.org, 14 (3) : 109–115. DOI: 10.25664/ART-0353. VAN VOOREN, N., 2020 Reinstatement of old taxa and publication of new genera for naming some lineages of the Pezizaceae (Ascomycota). Ascomycete.org, 12(4): 179-192. DOI: 10.25664/art-0305. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Antonio Albanese, Marcello Boragine, e Matteo Carbone - revisionata da Tomaso Lezzi, approvata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Gennaio 2022; Foto di Antonio Albanese. Gli esemplari sono stati raccolti in inverno (gennaio) durante un'escursione sul litorale “Domitio” (Campania, Italia),con temperatura di 13 °C (85% di umidità), terreno molto umido, prevalentemente sabbioso e siliceo (acido). L'ascoma è cresciuto su abbondanti resti carbonizzati di Pinus halepensis, ai margini di un'area di 50 metri quadrati completamente allagata dalla pioggia. Spore. Osservazione in acqua, a 630×. Spore. Osservazione in acqua, a 1000×. Spore. Osservazione in blu cotone acido lattico, a 1000×. Aschi e parafisi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Regione Lazio; Gennaio 2022; Foto di Marcello Boragine. Aschi e parafisi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Aschi e spore. Osservazione in blu cotone acido lattico, a 630×. Regione Lazio; Gennaio 2022; Foto di Antonio Albanese. Aschi e spore. Osservazione in blu cotone acido lattico, a 630×. Aschi amiloidi. Osservazione in melzer, a 630×. Asco. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Parafisi. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Parafisi biforcate. Osservazione in rosso Congo, a 630×. Sezione apotecio. Dal basso a salire osserviamo: Excipulum ectale, excipulum medullare inferiore, excipulum medullare superiore, subimenio, aschi e parafisi. Osservazione in rosso Congo, a 100×.
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Lepiota helveola Bres. 1882 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Etimologia L'epiteto Lepiota deriva dal greco λεπίς [lepis] = squama e ὠτίον [oûs, otós] = orecchio, per la somiglianza con un orecchio squamoso. L'epiteto helveola deriva dal latino dal diminutivo di hélvus = giallo, biondo, per il colore del cappello. Cappello Cappello fortemente squamettato, che lascia intravedere la carne bianca tra le squame, soprattutto negli esemlari maturi. Il centro del cappello è più scuro per le squame tutte appressate e risulta marrone scuro. Lamelle Lamelle libere bianche, con filo concolore, frastagliato, presenti numerose lamellule. Sporata bianca. Gambo Gambo cilindrico, giallo, con anello più scuro del gambo, e fioccosità lanuginosa marrone al di sotto dell'anello. Carne Bianca. Commestibilità e Tossicità Velenoso mortale. Bibliografia AA.VV., 2012. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. BON, M., 1999. Les Lepiotes. Flore Mycologique d’Europe. Vol. 3. Lille: Ed. Association d'Ecologie et de Mycologie. CANDUSSO, M. & LANZONI, G., 1990. Lepiota s.l. Fungi Europæi. Vol. 4. Saronno: Libreria editrice Giovanna Biella. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Lazio; Novembre 2008; Foto di Tomaso Lezzi. Ritrovamento effettuato in un prato con presenza di pini, cipressi e pioppi.