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Pietro Curti

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  1. Fiori maschili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  2. Fiori maschili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  3. Fiori maschili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  4. Fiori maschili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  5. Fiori femminili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  6. Fiori femminili. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  7. Il tronco. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  8. La pianta. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  9. Rami e foglie. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  10. Laurus nobilis L. Sinonimi Laurus vulgaris Duhamel Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Laurales Famiglia: Lauraceae Nomi italiano Alloro, Lauro Etimologia Si pensa che "laurus" derivi dalla radice latina di "laudari" = lodare, cioè collegato alle tante proprietà curative della pianta note anche in antichità. Diversamente "nobilis" sta per illustre, importante, famoso. Il nome volgare deriverebbe dalla radice celtica "laur" = verde. Il nome volgare e quello scientifico hanno entrambi una derivazione latina, i greci chiamavano Daphne questa pianta in virtù della leggenda che vide una ninfa tramutata in alloro da Giove per sfuggire ad un bramoso Apollo. Descrizione Può essere utilmente coltivato o crescere spontaneamente come arbusto o albero sempreverde, dotato d'intenso aroma, cresce anche in modo imponente raggiungendo e superando i 20 mt di altezza. Costituito da un tronco rettilineo, liscio e grigio nerastro, portante una folta chioma piramidale espansa. Si tratta di una pianta dioica e cioè i fiori maschili e quelli femminili sono portati da individui diversi. Foglie Le foglie si presentano con un verde ludido e brillante nella parte superiore, diversamente la pagina inferiore appare opaca e nettamente più chiara. Hanno una consistenza estremamente coriacea, una lunghezza che oscilla tra i 5 e i 10 cm, sono saldate alle ramificazioni con un breve picciolo, hanno una forma lanceolata oblunga con vertice acuminato e margine livemente ondulato, sono intensamente aromatiche, infine si dispongono in modo alterno sulle ramificazioni. Ricordiamo inoltre che il fogliame di questa pianta è sempreverde. Fiori Sono insediati nelle zone ascellari fogliari, si presentano di un bel colore giallo d'orato, come già ricordato sono presenti in piante diverse, quelli maschili sono molto appariscenti, spesso riuniti in grappoli e dotati di 10/12 antere, quelli femminili, più minuti, hanno pochi stami sterili e un pistillo fertile che una volta fecondato darà origine al frutto. Frutti Il frutto è una piccola drupa globulare di circa 1 cm di diametro, inizialmente verdastra e a maturità (Ottobre/Novembre) nera violacea. Periodo di fioritura La fioritura si concentra nei mesi di Marzo e Aprile. Territorio di crescita Allo stato libero si tratta di un arbusto abbastanza raro e circoscritto in piccoli areali situati nelle zone centro meridionali della penisola dove si presenta compatto "a macchia", diversamente quasi sempre coltivato quello presente nel nord Italia, si tratta infatti una pianta che teme le gelate. Risulta comunque presente in tutte le regioni d'Italia dalla pianura alle zone collinari. Habitat Una delle piante più diffuse, largamente coltivato e spontaneizzato nei parchi, nelle aiule cittadine, nei giardini privati e pubblici, lungo i corsi d'acqua, utilizzato per le siepi e le bordure delle proprietà. Diversamente presente allo stato spontaneo in pochi siti dell'Italia centro meridionale, nelle zone di macchia mediterranea più fresche e con terremo fertile e profondo. Somiglianze e varietà Nell'area mediterranea non ci sono altre specie, presenti due varietà: un ibrido da parco e giardini, Laurus nobilis aurea, con profumatissime foglie gialle; e una seconda con foglie lunghe e strette, Laurus nobilis angustifolia. Specie protetta Non esistono norme locali, regionali, nazionali che proteggono e tutelano questa specie in quanto ampiamente diffusa e coltivata ovunque. Costituenti chimici In questo arbusto troviamo numerosi costituenti: cineolo, eugenolo, laurina, acido laurico, fellandrene, laurostearina, mucillagini, geraniolo, sostanze amare, composti tannici e sostenze grasse. Uso Alimentare Utilizzato come aromatizzante generale con moltissimi alimenti, dalle carni, al pesce, alle verdure, alle zuppe, sono davvero pochi i cibi su cui non va un pò di alloro. In una zona dell'Emilia romagna con le drupe di questa essenza si produce un noto liquore, il Laurino. Il suo legno intensamente aromatico viene utilizzato per fumigare formaggi e carni. Uso Cosmetologico L'olio essenziale trova uso in profumeria, il decotto con foglie fresche miscelate a Rosmarino, Salvia e Ortica, sembrerebbe un valido rimedio per problemi di alopecia. Il decotto di foglie viene anche usato per bagni rilassanti e per pediluvi antisudiferi e utili a lenire la stanchezza. Uso Farmacologico Per scopo medicinale vengono utilizzate le foglie e i frutti, che presentano innumerevoli proprietà: balsamiche, antisettiche, digestive, carminative (controlla la formazione dei gas intestinali e ne favorisce l'espulsione), diaforetiche (stimola la sudorazione nelle malattie da raffredamento). L'infuso delle foglie con aggiunta di buccia d'arancio è utile per i disturbi digestivi in genere, per le malattie influenzali che presentano complicazioni di natura bronchiale. L'olio essenziale viene indicato per il trattamento dei dolori articolari e della colonna in particolare. Nella medicina popolare il macerato alcolico di frutti d'alloro, scorza di limone e zucchero, viene utilizzato per trattare l'insonnia. Alcune pubblicazioni di settore segnalano un rimedio contro l'acetonemia dei bambini: una miscela in parti uguali di foglie di lauro e di quercia, unite a fiori di camomilla e iperico, sembrano esssere indicati come ottima terapia, si consiglia una tazzina d'infuso all'1,5% dopo i due pasti. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Nell'antichità si produceva un prodigioso medicamento chiamato "unguento laurino" ottenuto miscelando il grasso ottenuto per compressione a freddo dei frutti, con grasso di maiale, montone o olio di oliva, aggiungendo trementina, essenza di Ginepro e Cajeput (ricavato da una Mirtaceae), questo liquido oleoso, per applicazioni esclusivamente locali, era usato per il trattamento di: slogature, contusioni, infiammazioni cutanee in genere, reumatismi e foruncolosi. Nel linguaggio dei fiori, le ombrelle floreali del Laurus nobilis rappresentano energia, per tale motivo se ne consiglia l'uso per accrescere la forza spirituale e sboccare i sentimenti repressi. L'infuso delle foglie fresche, miscelato a vino bianco e bevuto veniva ritenuto un ottimo rimedio contro le punture degli scorpioni. Nelle terapie dell'antico mondo mediterraneo si riteneva che una foglia appoggiata dietro il padiglione auricolare sinistro potesse trattare vantaggiosamente l'alcolismo. Note Per gli antichi romani e prima greci, era l'albero consacrato al sole. I suoi rami intrecciati a corona rappresentano da sempre la vittoria, il trionfo, sono anche il simbolo della poesia e delle arti in genere. Il Lauro era anche consacrato al figlio di Apollo, Asclepio, per l'antichità dio della medicina, per millenni fu usato infatti contro moltissime malattie, addirittura per combattere la peste. Il senso di vittoria e di premio è conservato anche oggi con i termini "laurea e laureato". In Liguria si celebra il "Confuoco", una cerimonia medievale. Nei paesi con sede di Podesteria, nella domenica che precedeva il Natale, i contadini portavano al Podestà inviato da Genova, un carro con l'"omaggio"di capponi, melograni e altri prodotti della terra. Da parte sua il Podestà giurava di governare con giustizia e la cerimonia si concludeva accendendo un grosso ceppo di alloro, sulla pubblica piazza, e da come si sviluppavano le faville si traevano gli auspici per tutto l'anno. Tale rito pesca nella storia del tempo, infatti da sempre l'alloro svolge funzioni oracolari, e nell'antichità dai giochi voluttuosi creati dal fumo che si sprigionava dai braceri su cui si lasciavano ardere frasche di alloro, si traevano auspici ed informazioni attinenti il futuro. Non a caso le sacerdotesse messe a guardia dei tempi greci si esaltavano e stordivano nella ricerca del trascendente utilizzando bevande e fumigazioni fatte con questa essenza. Era una pianta nobile e sacra anche per la cultura etrusca, ampiamente diffusa nell'Etruria dove cresceva in fitti laureti. Il popolo etrusco amava passare e sostare in questi boschi, per la la pace e il profumo inebriante che dominava questi ambienti. Infine, il legno omogeneo e compatto viene utilizzato per lavori d'intarsio in ebanisteria. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Foglie e gemme. Foto di Pietro Curti - Laurus nobilis L.
  11. Bravo Roberto, ottimi scatti. Pietro
  12. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  13. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  14. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  15. Foto di Marco Antonini - Borago officinalis L.
  16. Foto di Gianni Pilato - Borago officinalis L.
  17. Foto di Gianni Pilato - Borago officinalis L.
  18. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  19. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  20. Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  21. Borago officinalis L. Sinonimi Borago hortensis L. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Lamiales Famiglia: Boraginaceae Nomi italiano Borragine comune, borrana. Etimologia Complessa e per certi aspetti variopinta la possibile origine etimologica di questo nome di specie, le opinioni in merito sono tra le più varie. C'è chi pensa ad una derivazione dalla radice di "barrach", che indicherebbe il coraggio, chi diversamente propone "corago" per le proprietà stimolanti della pianta, chi segnala una possibile derivazione dall'arabo "abou rach" ad indicare gli effetti sudoriferi dell'essenza ed infine chi propone "burra" per l'evidente e rilevante pelosità di tutti i settori morfologici dell'intera pianta. Descrizione Diffusa ovunque, dagli incolti ai margini delle strade, è facilissimo osservare in primavera questa bella pianta dai fiori di un intenso azzurrro e dal fitto rivestimento tomentoso argenteo. Si tratta di una pianta annuale mediamente robusta che può raggiungere e superare i 50 cm complessivi di altezza. Presenta un fusto principale eretto che si disperde in numerosi rami secondari nelle zone aeree terminali, queste ultime nelle primissime fasi di sviluppo presentano caratteristiche tonalità rossastre. Foglie Foglie ovate, con piccolo picciolo alato, riunite in rossette alla base del fusto centrale. Presentano un margine nettamente denticolato e una nervatura evidente. Le foglie cauline sono diversamente lanceolate e si riducono nettamente nelle dimensioni salendo nel fusto. Fiori Sono riuniti in dense infiorescenze apicali, portati da pedicelli caratteristicamente riflessi, presentano una corolla con cinque petali lobati, mediamente di circa 2/3 cm di diametro complessivo. Gli stami sono scuri, nerastri, strettamente appressati a formare un tipico cono sporgente, circondato dalle antere intensamente violette. I sepali, sempre in numero di cinque, sono strettamente allungati lanceolati, si aprono per fare spazio al fiore per poi richiudersi sui frutti. Frutti Sono costituiti da solidi acheni trigoni allungati, tipicamente rugolosi. Periodo di fioritura Secondo la latitudine e l'altimetria il periodo di fioritura oscilla da Gennaio a Giugno, sicuramente si tratta di uno del primi fiori a far la sua comparsa in natura. Territorio di crescita Dal mare alla montagna, da 0 metri a 1000 metri, presente in tutte le regioni italiane. Habitat I siti di crescita sono tra i più vari, la troviamo negli erbosi incolti, a ridosso degli ambienti ruderali, lungo i margini delle strade in genere, asfaltate e non, nelle bordure dei giardini e dei campi di calcio, rinvenibile persino nelle aiuole cittadine malcustodite. Somiglianze e varietà Pianta dall'aspetto inconfondibile non sono possibili confusioni con specie vicine o simili. Specie protetta Non esistono norme locali, regionali, nazionali che proteggono e tutelano questa specie in quanto ampiamente diffusa ovunque. Costituenti chimici Contiene flavonoidi, sostanze tanniche e resinose, allontoina, nitrato di potassio, mucillagine, tracce di alcaloidi e numerosi acidi grassi insaturi. Uso Alimentare Con le tenerissime foglie è possibile realizzare delle gustose insalate crude, richiamano vagamente il sapore del cetriolo (meglio tritarle finemente per annullare nella cavità orale l'effetto fastidioso dovuto alla notevole tomentosità). Sempre da fresche possono essere miscelate a formaggi teneri più o meno fusi, allo yogurt. Possiamo unirle cotte al altre verdure nei misti, utilizzarle nell'impasto del ripieno per i ravioli, vengono anche consumate fritte in pastella. Le corolle intensamente azzurre sono utilizzate per guarnire con grande effetto cromatico numerosi piatti. Dall'olio estratto sai semi si ricava un utile integratore dietetico. Il succo di borragine unito a vino o sidro, acqua, limone e zucchero, costituisce un ottima bevanda rinfrescante. Uso Cosmetologico Per applicazioni sul derma risulta utile al trattamento d'infiammazioni in genere dovute alle cause più varie, dalle ustioni alle punture di insetti. L'olio estrato dai semi viene applicato sul corpo per il trattamento preventivo delle rughe e per dare elasticità al tessuto cutaneo. Uso Farmacologico Questa specie viene utilizzata ad ampio spettro per le tante proprità terapeutiche possedute: diuretica, blandamente lassativa, antinfiammatoria, espettorante, depurativa. L'olio estratto dai suoi semi viene usato per: trattamento del colesterolo, dermatiti, eczemi, ipertensione, psoriasi. La funzione emolliente della mucillagine viene indicata per il trattamento di disturbi a carico dell'apparato urinario, gastrointestinale e respiratorio. Tutti i preparati vengono normalmente filtrati per l'eliminazione della peluria presente. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Recenti studi sperimentali, che devono essere meglio comparati complessivamente con l'insieme dei principi attivi presenti nella pianta, sembrerebbero aver accertato la presenta di alcaloidi che potrebbero ipotizzare effetti epatossici e cancerogeni. In attesa di studi più esaurienti che confermino o smentiscano l'ipotesi della tossicità epatica, per un principio generale di massima prudenza, si sconsiglia il consumo di questa pianta alle donne in gravidanza e alle persone che presentano problemi di natura epatica. Occorre precisare che al momento tali alcaloidi pirrolizidinici non risulterebbero presenti nell'olio prodotto dai semi. Medicina alternativa e Curiosità Fiore che rappresenta l'espansività e la giovialità, quindi si ritiene capace di sollecitare il cuore a livello emozionale. Raccomandato per le persone sfiduciate e depresse, risulterebbe utile ad infondere ottimismo, entusiasmo e positività. Note Nell'antichità si riteneva che la boraggine rappresentasse il coraggio e l'allegria, ecco perchè secondo la tradizione popolare si riteneva utile a sanare lo spirito e risolvere le malattie del cuore. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Foto di Pietro Curti - Borago officinalis L.
  22. Foto di Pietro Curti - Fragaria vesca L.
  23. E non piace solo agli umani, anzi alcuni bruchi non riescono nemmeno ad attendere che si formi il frutto e se la mangiano quando ancora è in fiore. Foto di Pietro Curti - Fragaria vesca L.
  24. Foto di Pietro Curti - Fragaria vesca L.
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