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  1. Clitocybe phyllophila (Pers. : Fr.) Kummer 1871 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae Sinonimi Clitocybe cerussata (Fr.: Fr.) P. Kumm. 1871 Clitocybe pithyophila (Fr.) Gillet 1878 Etimologia Dal latino phyllophila = amica delle foglie, per il substrato di crescita. Cappello 4÷8 cm di diametro, da convesso a spianato, infine depresso, leggermente umbonato; cuticola liscia, bianca, lucida, come glassata, pruinosa, fibrillosa. Lamelle fitte, poco decorrenti, biancastre poi gialline. Gambo Altezza 3-8 cm, spessore 0,3-0,7 cm, cilindrico, appena ingrossato e leggermente fioccoso alla base, bianco, fibroso, elastico, a volte sinuoso. Carne Biancastra, tenace, odore e sapore leggeri di rancido. Habitat Specie ubiquitaria, comune e diffusa; cresce in gruppi numerosi in autunno, sul terreno, nei boschi, nei prati e nei giardini, sopra le lettiere di latifoglie ed aghifoglie. Commestibilità e tossicità Si tratta di una specie velenosa a causa del ragguardevole contenuto di muscarina. Provoca intossicazioni che si evidenziano da pochi minuti fino a due ore dal pasto, a volte anche durante. I sintomi consistono in forte sudorazione con secrezioni nasali e lacrimazione a cui fanno seguito dolori addominali, nausea, vomito, diarrea ed anche ansietà, tremori e vertigini. La terapia richiede il ricovero in ospedale dove il paziente viene sottoposto ad un trattamento specifico con atropina. Questa rappresenta infatti l'unico tipo di intossicazione da funghi per la cui terapia esiste un antidoto. Osservazioni Clitocybe cerussata fa parte di un gruppo numeroso di Clitocybe con cappello bianco, difficili da determinare con la sola analisi macroscopica. La caratteristica distintiva di C. cerussata sta nel cappello che si presenta lucido, come glassato, per la presenza di ife coralloidi erette la cui presenza è verificabile solo con l'ausilio del microscopio. Specie simili Le specie di Clitocybe con il cappello bianco o biancastro sono molte e sono tutte tossiche o sospette: per questo motivo nessuna di esse può essere consumata. Tra le più comuni: Clitocybe dealbata (Sow.: Fr.) Kummer, di taglia inferiore, con cappello depresso con il margine ondulato e a lungo involuto; cuticola opaca, liscia e pruinosa, lamelle di tonalità chiare bruno-rosate; carne con odore e sapore leggero di farina. Clitocybe cerussata (Fr. : Fr.) P. Kumm. è ormai considerata da molti autori, sinonimo di Clitocybe phyllophila: l'habitat preferenziale sotto aghifoglia, la taglia ed altri piccoli particolari, vengono fatti rientrare nella variabilità della specie. Clitocybe phæophthalma (Pers.) Kuiper, piccola e facilmente distinguibile per il cappello grigio-bruno chiaro, imbutiforme, avente lamelle fitte molto decorrenti e la carne scarsa con odore forte di rancido, da qualcuno definito di pollaio, ed il sapore amarognolo. Curiosità La determinazione sicura di queste specie è spesso piuttosto difficoltosa e tra gli esperti non c'è sempre unanimità sulla loro classificazione. Non confonderlo con Clitopilus prunulus, che presenta lamelle rosa a maturità, carne fragile ed un buon profumo di farina fresca; con le altre specie di Clitocybe con cappello biancastro ugualmente tossiche che sono descritte nella scheda. Scheda AMINT tratta da "Tutto Funghi" Regione Marche; Foto e commento di Pietro Curti. Sotto leccio nel mio giardino, saldamente ancorata con il micelio biancastro alla lettiera di foglie che si trovano al suolo, con lamelle leggermente sfumate di rosa e subdecorrenti, Clitocybe phyllophyla.
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