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  1. Hebeloma sacchariolens Quél. 1880 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Foto e Descrizioni Il ritrovamento è stato effettuato a Novembre 2009, all'interno di una valletta umida, a tratti acquitrinosa, al confine tra Umbria e Toscana, località Valledame a circa 600 m. Le essenze arboree predominanti sono Carpino, Nocciolo, Biancospino con qualche rara Quercia e Castagno. I basidiomi erano di piccole dimensioni, max. 3,5 cm. diametro del pileo. L'odore piuttosto complesso, dolce ma anche aromatico speziato, il sapore è inizialmente dolciastro ma poi distintamente amarognolo dopo prolungata masticazione. Le colorazioni complessive erano abbastanza chiare, ma gli esemplari più maturi presentavano sfumature brunastre non delimitate al disco ed un progressivo imbrunimento del gambo a partire dalla base. Imbrunimento che è diventato piuttosto compatto negli esemplari conservati in frigo. Microscopia Spore destrinoidi (D2-D3 scala di Vesterholt), amigdaliformi-fusiformi a seconda della proiezione, decisamente ornamentate. Per le misure si deve tener conto, a mio avviso della presenza di basidi sia tetra- che bi- e trisporici, la maggior parte si muovono nel range (10)11-14 x 5,5-7,8, mentre sono ben visibili spore decisamente più grandi nel range 14-17 x 8-9 micrometri. Q 1,75 – 2, Qm 1,87, il perisporio risulta normalmente non distaccato, ma in rari casi lo è in maniera ben visibile. Basidi, come detto, in maggioranza tetrasporici ma anche bi e trisporici, clavati con lunghi sterigmi. Cheilocistidi numerosi in media cilindrico-clavati, la dimensione massima in lunghezza che ho potuto rilevare è 47 micrometri. GAF non numerosissimi ma presenti in tutti i tessuti esaminati, caulocutis compresa (foto GAF). Facendo riferimento a Vesterholt, Hebeloma gigaspermum Gröger & Zschiesch avrebbe spore fortemente destrinoidi (D3-D4), con perisporio distaccato in molti casi, e habitat sotto Alnus sp., mentre gli altri caratteri potrebbero ricadere nei range riportati. Hebeloma fusisporum Gröger & Zschiesch. Ha colorazioni più chiare e persistenti, spore più piccole e cheilocistidi decisamente più lunghi, l'habitat sotto Tilia sp. ed altre latifoglie. Note critiche Presentiamo la nostra raccolta con l'epiteto specifico di Hebeloma sacchariolens Quél. nel rispetto del nostro riferimento tassonomico attuale, ovvero "The Genus Hebeloma" di Jan Vesterholt, che lo sinonimizza con Hebeloma pallidoluctuosum Gröger & Zschiesch. Alcune spore di dimensioni decisamente maggiori alla media indicata dal nostro riferimento, ed un destrinofilia non omogenea, mi hanno convinto a chiedere un qualificato parere da parte di Edmondo Grilli. Grilli mi ha consigliato di non prendere in considerazione una "minoranza" di spore fuori range, che spesso possono avere episporio più liscio e meno reattivo al Melzer. Da tenere sempre conto che il reagente citato deve essere sempre fresco di composizione e ben conservato in luogo fresco e buio. Mentre ancor più interessante mi sembra la sua opinione nel merito della sinonimia proposta da Vesterholt che si basa su un typus, Hebeloma sacchariolens, fondato unicamente sulla tavola originale di Quélet. Diversamente Hebeloma pallidoluctuosum è stato correttamente tipificato da Groeger & Zschieschang e mostra una microanatomia compatibile con quella di una raccolta di Boudier che fu tra coloro che fornirono a Quélet il materiale da lui poi descritto come H. sacchariolens.. Speriamo che i nuovi lavori monografici sul genere Hebeloma e l'opera degli specialisti che seguono questo genere possano finalmente in futuro chiarire questa intricata situazione. Mauro Cittadini. Foto di Tomaso Lezzi. Foto di Mauro Cittadini. Microscopia Spore. Foto di Mauro Cittadini. Spore. Sono ben visibili in questa foto un paio di spore con dimensione decisamente maggiore alla media. Cheilocistidi. Basidi. Basidi-Cheilocistidi-Spore. Spore, con reazione destrinoide disomogenea.
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