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Inocybe nitidiuscula (Britz.) Lapl. 1894
Archivio Micologico ha postato un topic nell'area Funghi Velenosi
Inocybe nitidiuscula (Britz.) Lapl. 1894 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Inocybaceae Genere Inocybe Sottogenere Inocybe Sezione Tardae Sottosezione Tardinae Nome italiano Inocibe di Primavera Sinonimi Inocybe friesii Heim. 1931 Inocybe valida Bon. 1979 Etimologia nitidiuscola: diminutivo di nitidus = splendente; nitidiuscula = leggermente splendente. Cappello Da 3 a 5 cm di diametro, conico-convesso nei giovani esemplari, poi piano-convesso, raramente completamente appianato, con largo umbone ottuso, ma occasionalmente anche acuto, margine appendicolato e caratteristicamente lacerato, in particolare con tempo asciutto o secco. Colorazioni pileiche bruno-castane con sfumature rossastre, talvolta possono essere presenti decolorazioni ocra-brunastre, rivestimento pileico fibroso-feltrato, più evidente verso il margine dove può assumere un aspetto lanuginoso, pruinoso nella zona discale in prossimità dell'umbone. Lamelle Mediamente fitte, adnate, leggermente arcuate, intercalate da lamellule di varia lunghezza, orlo finemente denticolato o ciliato, di colore grigio-biancastro o grigio pallido in gioventù, presto ocra con la tendenza a scurirsi progressivamente su toni brunastri in maturazione. Gambo Da 4-6(7) cm, cilindrico, spesso ricurvo alla base dove appare un poco ingrossato, senza mai formare un bulbo vero e proprio, delicatamente decorato da fibrille longitudinali per quasi tutta la sua lunghezza, pruinoso solo nella parte apicale, di colore ocra pallido con sfumature rosa-rossastre specie in età adulta. Carne Generalmente biancastra nel cappello, con tenui riflessi carnicini nel gambo, più evidenti verso la zona corticale, sapore da mite a leggermente amarognolo, un poco acidulo, odore con nota dominante terrosa, leggermente spermatico. Habitat Specie dall'ampia distribuzione geografica e conosciuta in tutta Europa, fruttifica preferibilmente in presenza di varie specie di Conifere, riscontrabile anche sotto Latifoglie, in prossimità delle radure, oppure vicino ai sentieri, osservata anche nei parchi e giardini, cresce dalla primavera inoltrata fino ai primi geli a seconda della fascia vegetativa. Microscopia Spore da largamente a strettamente ellittiche, spesso con restringimento centrale, 11-13×5-6 (6,5) µm. Basidi banali, a forma di clava, tetrasporici 20-30×8-10 µm. Cheilocistidi polimorfi, da cilindrici, fusiformi, a leggermente utriformi, spesso con cristalli all'apice, parete leggermente ammonio positiva 1-1,5 (2) µm di spessore, (50) 60-70×16-25 µm. Pleurocistidi analoghi ai cheilocistidi, raramente più lunghi, fino a 80 µm. Caulocistidi presenti solo all'apice del gambo, da cilindrici a subfusiformi, in media 50-75×12-16 µm. Giunti a fibbia presenti nella trama lamellare. Pileipellis composta da ife cilindriche, a forma di salsicciotto, con pigmento leggermente incrostante. Commestibilità e Tossicità Tossico, responsabile di sindrome muscarinica. Osservazioni Inocybe nitidiuscula (Britz.) Saccardo è specie polimorfa, dunque alquanto variabile sia nei caratteri macroscopici, che in quelli microscopici, questa varietà di forme ecologiche, in aggiunta all'ampia distribuzione, ha certamente contribuito in passato alla creazione di diverse entità e varietà collegate alla tipologia degli areali di crescita, tanto da creare confusione tassonomica ed interpretativa. Infatti sono segnalate in letteratura ed annoverate con i taxon di Inocybe friesii fo. nemorosa e Inocybe friesii fo. epixantha entità con crescita in associazione con le Conifere montane, Inocybe friesii fo. ampullacea segnalata in associazione con vegetazione prettamente alpina e quindi oltre la fascia vegetativa arborea d'alto fusto. Presente comunemente nella fascia collinare in associazione con Quercus spp., Carpinus spp. e Corylus avellana, nelle zone planiziali presso parchi e giardini ove sono state impiantate Conifere, in particolare del Genere Picea e Pinus. Ben distribuita anche nelle zone temperate-mediterranee spingendosi fino alle pinete litoranee ed in questo ultimo habitat osservata fino a stagione inoltrata, fattore che probabilmente ha influito nella creazione del taxon di M. Bon (Inocybe tarda) Specie simili Per l'omogeneità dei caratteri morfocromatici e organolettici pressochè identici o difficilmente differenziabili (colorazioni pileiche monotone e odore quasi nella totalità dei casi su timbri terrosi o spermatici) diventa impossibile la separazione macroscopica da specie similari. Inocybe leiocephala Stunz = I. subbrunnea Kühner si differenzia per la taglia più rubusta, il gambo interamente pruinoso e quindi con i caulocistidi presenti fino alla base del gambo. Inocybe rufoloides Bon presenta un'abbondante cortina biancastra, ben visibile nei giovani esemplari, colorazioni pileiche ocra-rossastre omogenee, microscopicamente presenta cistidi imeniali privi nella quasi totalità di murificazioni, oltre a cellule subglobose (cistidi anomali) anche di notevoli dimensioni sul filo lamellare, spore amigdaliformi. Inocybe fuscidula Velen. ha spore più corte (8-10×5-6 µm), amigdaliformi, caulocistidi che arrivano fino a metà gambo, il quale macroscopicamente non presenta mai tonalità rosa-rossastre. Inocybe pseudodestricta Stangl & Veselský si differenzia per le lamelle su toni crema-giallognoli, bruno-olivacei in vecchiaia, gambo con colorazioni da giallo paglierino a bruno pallido. Inocybe humilis Favre è molto simile macroscopicamente, ma l'esame dei caratteri microscopici la separa facilmente per le spore gibbose. Inocybe roseipes Malencon presenta un cappello su toni ocracei con tracce di velo grigiastro, gambo delicatamente rosato con base rossastra, microscopicamente le spore sono amigdaliformi e più corte (9-10×5-6 µm) inoltre ha caulocistidi presenti fino alla base del gambo. Considerazioni tassonomiche Questa specie è stata descritta per la prima volta da Britzelmayr nel 1891 con il taxon di Agaricus nitidiusculus, corretto poi da Saccardo nella sua Sylloge Fungorum come Inocybe nitidiuscula nel 1895. Nel 1931 R. Heim pubblica in "Genre Inocybe Friesii" delle forme ad essa attribuite in considerazione ad alcuni caratteri morfologicamente diversi, ovvero per le colorazioni pileiche con tonalità tendenti al giallastro (I. friesii fo. nemorosa e I.friesii fo. laricina), a queste si devono aggiungere la formaepixantha e la forma ampullacea Kühner, quest'ultima relegata in habitat alpino. Nel 1955 sempre Kühner pubblica Inocybe tarda, specie poi ripresa da M. Bon nella sua Clè monographique du Genre Inocybe (Document Mycologique 1997), che la considera specie con areale di fruttificazione preferenziale in zone temperate o mediterranee, distinguendo anche una var. sabulosa con crescita specifica nelle pinete litoranee sabbiose. Nel 1983 Stangl stabilisce la sinonimia tra Inocybe friesii Heim e Agaricus nitidiusculus Britzelmayr, con quest'ultima come taxon prioritario, oltre che perInocybe tarda Kühner. Solo grazie alla "Revision of the Genus Inocybe in Europe" (1986) Th. W. Kuyper semplifica questa ingarbugliata situazione considerando tutte queste forme o varietà assoggettando il tutto sotto la variabilità di Inocybe nitidiuscula e a stabilire di conseguenza la sinonimia con Inocybe tarda Kühner. Kuyper dunque è in sintonia con Stangl sulla sinonimia di I. nitidiuscula (Britz.) Saccardo e I. friesii Heim, oltre che ritenere per I. tarda Hühner insufficienti per la separazione delle specie caratteri macroscopici quali la robustezza degli sporofori, le colorazioni più accese del gambo e l'areale di crescita. Oltretutto studiando varie raccolte ha trovato forme intermedie assoggettabili ora a l'uno ora all'altro taxon. In epoca recente e precisamente nel 2005 A. Gerault in Florule Evolutive des Basidiomycotina du Finistere annovera nella Sezione Tardinae Bon i taxaInocybe friesii Heim e la sua var. epixantha Kühner, Inocybe tarda Bon e la sua var. sabulosa Bellere & Bon, I. nitidiuscula (Britz.) Saccardo. Pur separando queste specie nelle descrizioni per caratteri prettamente morfocromatici e relegati alle diverse tipologie di habitat, nelle note fa intendere chiaramente la loro sinonimia assoggettando il taxon di Saccardo come nome corrente usato e condiviso dalla maggioranza degli Autori. Nel 2006 E. Ferrari nell'esposizione delle Inocybe alpine e subalpine, nella collana Fungi non delineati, identifica, seguendo la tassonomia di M. Bon,Inocybe friesii Heim come taxon prioritario e sinonimizza I. nitidiuscula (Britz.) Saccardo. Differenzia altresì I. friesii fo. epixantha Kühner per la superficie marcatamente fibrillosa-tomentosa oltre che le colorazioni pileiche ocra-giallastre. Afferma che I. friesii var. ampullacea Kühner si distinguerebbe per la presenza di paracistidi di grandi dimensioni e disposti sul filo lamellare, e concorda con i vari Autori per la forma nemorosa e la forma laricina proposte da R.Heim che non presentino elementi diversi dal Tipus e quindi riconducibili allo stesso. Nel 2008 S. Jacobsson in Funga Nordica descrive I. nitidiuscula (Britz.) Sacc. = I. friesii Heim, separando invece I. tarda Kühner, pur dichiarando che la maggior parte degli Autori la includono nella variabilità di Inocybe nitidiuscula (Britz.) Saccardo. Conclusioni Nell'affrontare lo studio di questa Inocybe reperita in pineta costiera sabbiosa e analizzando i caratteri morfologici e microscopici sono arrivato alla personale convinzione di trovarmi di fronte un'entità alquanto ambigua ed eclettica e sicuramente malinterpretata nel corso degli anni. In attesa di ulteriori chiarimenti che, forse solo la biologia molecolare potrà risolvere, mi sento di condividere il pensiero di Stangl e Kuyper, adottandone per questo la Tassonomia e riconducendo la specie in oggetto al Taxon di Inocybe nitidiuscula (Brizt.) Saccardo. Bibliografia AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. BON, M., 1997. Clé monographique du genre Inocybe (Fr.) Fr. Documents Mycologiques 27, 105: 1–5. FERRARI, E., 2006. Inocybe alpine e subalpine. Il genere Inocybe (Fr.) Fr. nel Nord Italia e paesi limitrofi- Fungi Non Delineati, Pars XXI: 1–457. Alassio: Ed. Candusso. KUYPER, T.W., 1986. A Revision of the Genus Inocybe in Europe. I. Subgenus Inosperma and the Smooth-spored Species of Subgenus Inocybe.Persoonia. Vol. 3. STANGL, J., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Inocybe. Vol. 3. Ed. Saturnia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Sardegna; Novembre 2009; Foto e commenti di Massimo Biraghi. Cappello ricoperto da evidenti fibrille longitudinali che conferiscono un aspetto lanugginoso specie verso il margine, umbone largo e ottuso, colorazioni pileiche su toni bruni con riflessi rossastri. Lamelle ocra pallido nei giovani esemplari, con la maturazione assumono toni bruno-rossastri, filo denticolato, concolore o più pallido. Imenio maturo L'areale di crescita: la pineta litoranea di S. Lucia nel comune di Siniscola con Pinus pinea con cespugli di Cistus monspelliensis e Cistus salvifolius.