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  1. Lactarius ilicis Sarnari 1993 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites (Fr.) Kauffman Sezione Glutinosi Fr. Sottosezione Pyrogalini Singer Sinonimi Lactarius piniolens Epinat & Kizlik. 1997 Etimologia Dal latino ilex: tipico del Leccio. Cappello Di taglia media, piano, ondulato, depresso, imbutiforme; il bordo si presenta liscio o leggermente scanalato, piuttosto sottile, ondulato, lobato, leggermente involuto poi disteso; la cuticola è sottile, rugolosa, piuttosto lucida con tempo umido, di color beige ocraceo più o meno intenso, non uniforme, con sfumature più scure e a volte delle leggere zonature. Imenoforo Lamelle mediamente fitte, di colore biancastro-beige, forcate e anastomosate al gambo, intercalate da numerose lamellule di lunghezza variabile. Gambo Cilindrico, leggermente clavato, cavo a maturità, di colore ocra chiaro-beige non uniforme, analogo al pileo, opaco, con evidenti guttule più scure di color ocra e di forma tondeggiante. Carne Soda, di colore biancastro-crema, sapore acre, odore particolare simile alla cera, complesso (segnalato in letteratura anche come odore di Russula maculata); reazione negativa al KOH. Latice Bianco, virante al grigio-rosato poi grigio-verdastro sulle lamelle, immutabile se isolato, dal sapore acre. Habitat Termofilo, mediterraneo, come per l'esemplare studiato, predilige i boschi calcarei di Quercus ilex, ma è segnalato in letteratura anche associato aQuercus suber e Quercus pubescens; autunnale. Microscopia Spore: 7,3-9,7 × 5-7,6 µm; Q=1,1-1,55; Qm=1,25; da subglobose a ellissoidali, con decorazioni sporali a creste, piuttosto alte, collegate tra loro, che disegnano spesso un reticolo completo, a volte si presentano anche isolate. Basidi: tetrasporici, subclaviformi. Cistidi: macrocheilocistidi abbondanti, da fusiformi a cilindrici, con estremità attenuate, spesso moniliformi o submucronate. Pileipellis: ife a ixotricoderma, gelificate, intrecciate, con estremità schiacciate e a volte moniliformi. Commestibilità o Tossicità Sindrome gastroenterica incostante. Osservazioni Specie descritta abbastanza recentemente con il nome di Lactarius ilicis, da Sarnari nel 1993. Tipicamente mediterranea, è stata già reperita e descritta in Francia (Bertea e Chevassut) con il nome di Lactarius curtus Britz., sempre in associazione con Quercus ilex su terreno calcareo (Chevassut & Al., 1987). Una successiva descrizione è stata effettuata dai micologi Epinat e Kizlik (1997), per Lactarius piniolens su suolo calcareo con le essenze Quercus ilex e Quercus pubescens, del quale riportarono un odore resinoso, un sapore analogo a Lactarius ilicis, ma intensamente acre; osservarono anche un viraggio violetto allo sfregamento delle lamelle, associato ad una reazione al TL4 anche se non particolarmente visibile, fattori questi ultimi che indussero i due studiosi ad una collocazione sistematica all'interno della Sezione Uvidi. In seguito ad un confronto delle exsiccata, è stata rilevata una piena coincidenza dei caratteri microscopici di Lactarius ilicis e Lactarius piniolens. Somiglianze e Varietà Specie poco comune, anche se viene segnalata come abbondante nelle stazioni di crescita. Una volta verificate alcune salienti caratteristiche macroscopiche, assieme al suo habitat, essa non dovrebbe prestarsi a confusione. Tra i Glutinosi, all'interno della sottosezione Pyrogalini, troviamo: Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr., specie che cresce in associazione praticamente esclusiva con Fagus sylvatica L. e che presenta, a differenza di L. ilicis, una cuticola con colorazione tendente al verde-grigio olivaceo, raramente zonata, macroreazione al KOH sulla cuticola positiva, tendente al giallo, latice virante sulle lamelle al grigio-verdastro, microscopicamente rileviamo un'ornamentazione delle spore con creste zebrate, pileipellis a ixotricoderma con ife erette e più perpendicolari rispetto alla trama orizzontale. Lactarius circellatus Fr. ha un habitat di latifoglie, in particolare Carpino e meno frequentemente Nocciolo (Corylus avellana L.), Quercia, Frassino, con un cappello dalla cuticola tendente al grigio, grigio-bruno, nocciola-grigiastro a volte con sfumature rosate, che presenta, a differenza di L. ilicis, una bordatura di color crema più chiaro rispetto alla colorazione pileica e anche la presenza di aree brinato-glassate nella parte esterna del disco, accompagnate da zonature, scrobicoli e/o guttule; l'imenio si differenzia per la presenza di venosità nei seni lamellari e per macchie color ocra ruggine-nocciola nelle lesioni; microscopicamente rileviamo l'ornamentazione sporale, data dalle creste, decisamente zebrata che non forma reticoli di alcun genere. Lactarius flexuosus (Pers.) Gray è riconoscibile sia per l'habitat, nordico, sotto Pino, Abete rosso, Betulla, sia per l'aspetto del pileo con colorazione dai toni grigio-bruno, grigio-violacei sia per la presenza di evidenti grinze o fossette concentriche; le lamelle si presentano di color crema ocra pallido, sfumato di rosa, tendenti a scurire con l'età; il gambo corto, tozzo, è spesso attenuato alla base e ivi presenta una colorazione giallo-ocra; le macroreazioni al KOH producono un viraggio giallo vivo sia sulla carne che sulla cuticola. Lactarius fluens Boudier, come L. blennius, nasce in associazione a Fagus sylvatica, anche in bosco misto Faggio-Carpino, Faggio-Conifere su terreni sia argillosi che calcarei; si differenzia nettamente per l'aspetto della cuticola color grigio-olivaceo con la presenza di guttule di forma irregolare, più scure e disposte concentricamente, mentre al margine presenta una specie di reticolo e rugosità, visibili con la lente; le lamelle sono color crema, sfumate a volte di color rosa carnicino e si macchiano per sfregamento di un color lilacino-grigio; il gambo, a differenza di L. ilicis, non è mai scrobicolato, né guttulato, concolore al cappello ma più chiaro, presenta una sorta di pseudozonatura in prossimità dell'attaccatura al cappello; la carne tende lentamente a virare al grigio, grigio-rosato pallido; le macroreazioni al KOH sono di color crema-grigio sulla carne, negativa sul latice, immediata di color ocra-arancio sulla cuticola; inoltre negativa al FeSO4 sulla carne e reazione debole e lenta di colore verde al Guaiaco sulla carne; anche per quanto concerne la microscopia, L. fluens si differenzia, in particolare, per l'ornamentazione sporale che risulta zebrata senza la formazione di reticoli. Lactarius fraxineus Romagn. si distingue nettamente sia per l'habitat, da cui il nome scientifico, che ne evidenzia la crescita in associazione al Frassino, sia per l'aspetto generale del carpoforo, dai toni del cappello e del gambo tendenti più al rossastro, come pure per la carne, rossastra ed ingrigente al taglio, dall'odore fruttato simile a L. quietus (Fr.: Fr.) Fr.; Lactarius pilatii Z. Schaef. è una specie nordica, rinvenuta in zona emiboreale che nasce in torbiere o sfagneti con Betulle. La specie capostipite della sottosezione, Lactarius pyrogalus (Bull.: Fr.) Fr., ha un habitat delimitato dalla presenza di Corylus avellana (Nocciolo), ed è caratterizzata da toni nocciola-verdognoli, grigio-bruni del cappello, spesso con la presenza di vaghe zonature e macchie ocra al centro, ed in questo simile a L. ilicis; mentre le lamelle, di color crema-rosato, appaiono caratterizzate da un filo regolare ed unito; il gambo è subconcolore al cappello, con una fascia opaco pruinosa in zona pseudoanulare, biancastra poi concolore alle lamelle; le macroreazioni da rilevare con il KOH al 20% sono sul latice, con viraggio al giallo arancio; la microscopia rivela in questa specie spore con decorazioni tendenti a formare zebrature e mai dei reticoli, mentre la pileipellis mostra una struttura poco gelificata, a ixocute, senza terminali emergenti. Terminando le osservazioni della sottosezione Pyrogalini, citiamo Lactarius vietus Fr., specie anch'essa di habitat nord-europeo, acidofila, legata a Betulla, sopratutto in betulleti con Sfagno; l'aspetto generale è molto diverso, come pure la taglia in questo caso più piccola, con un cappello poco carnoso, dal margine intensamente ondulato, lobato, e dalla cuticola grassa, lucida a tempo umido. Vaga somiglianza macroscopica si potrebbe riscontrare con Lactarius pallidus (Persoon: Fr.) Fr., specie di diverso habitat (faggeta), che presenta un imenoforo spesso macchiato di nocciola, ruggine al tatto o sulle lesioni e numerose lamellule a volte forcate; presenta inoltre un gambo con tonalità rosa vinoso nella parte alta ed anche sull'inserzione delle lamelle stesse, una carne di colore biancastro nel cappello, mentre nel gambo macchiata di bruno-ruggine con un sapore mite poi acre, ed odore di farina fresca o di cetriolo. La reazione al KOH è negativa ed il latice, analogamente a L. ilicis, è immutabile se isolato mentre sull'imenoforo vira verso toni crema, grigio pallido. Una specie che possiamo trovare nel medesimo habitat, in particolare boschi di Quercus ilex dal suolo calcareo in area mediterranea, è Lactarius mediterraneensis Llistosella & Bellù, che presenta numerose differenze: un pileo color crema giallognolo con toni carnicini, con numerosi scrobicoli di colore rosa bruno; lamelle spaziate, con numerose lamellule, solo leggermente venoso-congiunte; un gambo biancastro opaco, pruinoso, corto e tozzo, liscio nella parte alta, scrobicolato dalla metà verso il basso; carne di odore fruttato-acidulo, sapore acre e molto amaro, colore biancastro, ma virante al taglio verso il color crema, giallo, come pure il latice; reazione al KOH sulla carne istantaneamente positiva al giallo cromo. Bibliografia CHEVASSUT & AL., 1987. Catalogue Ecologique des Champignons supérieurs méditerranéens. Ed. Les Associations EPINAT & S. KIZLIK, 1997. Lactarius piniolens. Doc. Mycol. 27 (106): 23-25 M. T. BASSO, 1999. Lactarius Pers.. FUNGI EUROPAEI Vol. 7 R. GALLI, 2006. I Lattari. Atlante monografico per la determinazione del Genere Lactarius. Ed. Dalla Natura Scheda di proprietà AMINT realizzata da Luigi Minciarelli - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Dicembre 2010; Foto di Luigi Minciarelli. Pileo. Imenoforo. Dettaglio del gambo e dell'attaccatura delle lamelle. Microscopia Spore: 7,3-9,7 × 5-7,6 µm; Q=1,1-1,55; Qm=1,25 Decorazioni sporali in Melzer. Spore in Blu di toluidina. Basidi tetrasporici in Melzer. Ife della Pileipellis in Rosso congo. Macrocheilocistidi in Verde malachite. 400× 1000×
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