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  1. Lactarius nanus J. Favre 1955 Tassonomia Ordine Russulales Famiglia Russulaceae Genere Lactarius Sottogenere Piperites Sezione Glutinosi Sottosezione Trivialini Sinonimi Non sono conosciuti sinonimi per questa specie. Etimologia L'epiteto Lactarius deriva dal latino lactārĭus [a, um] = da latte, per emissione di latice alla frattura. L'epiteto nanus deriva dal latino nānus [i] = nano, per le piccole dimensioni. Cappello Cappello 1-3 cm, marrone con colorazione non uniforme, anche per la presenza disuniforme di pruina, convesso, con piccola papilla centrale abbastanza acuta; di piccole dimensioni. Imenoforo Le lamelle sono da adnate a decorrenti, crema, con presenza di diversi ordini di lamellule. Il latice è bianco-acquoso. Gambo Cilindrico, leggermente ingrossato alla base; dal crema al marrorne chiaro, presto cavo, fragile. Carne La carne è crema, fragile, con odore leggermente aromatico-fruttato, lamelle leggermente piccanti, soprattutto negli esemplari giovani; Il latice è bianco-acquoso. Habitat Cresce sotto Salix herbacea, Dryas octopetala e Salix reticulata nei prati montani e submontani dell'arco alpino; tipica specie della Zona Alpina. Microscopia Spore (5,7) 6,5-7,7 (7,9) × (4,2) 5,4-6,2 (6,3) µm ; Q = (1,1) 1,2-1,3 (1,4) ; N = 20 ; Media = 7,1 × 5,7 µm ; Qm = 1,3; ellissoidali, apicolo ben sviluppato, con verruche e creste amiloidi, e presenza di alcune maglie chiuse. Basidi clavati, tetrasporici. Cistidi imeniali prevalentemente fusiformi, ma anche clavati con appendice. Rivestimento pileico formato da ife cilindriche, settate, con presenza di grossi granuli di pigmento incrostante marrone extracellulare. Commestibilità e tossicità Non accertata. Somiglianze e varietà Nello stesso ambiente di Zona alpina è possibile rinvenire: Lactarius alpinus Peck 1874, con colori più chiari e latice che vira al grigio; Lactarius dryadophilus Kühner 1975, con cappello di colore chiaro maculato di bruno rossiccio, con latice bianco che vira al lilla; Lactarius lepidotus Hesler & A.H. Sm. 1979, con cappello presto dissociato in squamule, e latice bianco, immutabile; Lactarius obscuratus (Lasch : Fr.) Fr. 1838, con colore marrone scuro, latice bianco virante tardivamente e in modo leggero al giallo; Lactarius pseudouvidus Kühner 1975, con carne e latice che virano lentamente al viola; Lactarius robertianus Bon 1985, presenta viraggio delle lamelle e della carne al viola. Bibliografia BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora. JAMONI, P.G., 2008. Funghi alpini delle zone alpine superiori e inferiori. Ed. AMB. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Trentino Alto Adige (BZ); Luglio 2019; Foto di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL190727-04) Specie ritrovata presso Passo Vizze, a 2300 m s.l.m. Cistidi imeniali. Osservazione in Rosso Congo; 400×. Spore (5,7) 6,5-7,7 (7,9) × (4,2) 5,4-6,2 (6,3) µm ; Q = (1,1) 1,2-1,3 (1,4) ; N = 20 ; Media = 7,1 × 5,7 µm ; Qm = 1,3; ellissoidali, apicolo ben sviluppato, con verruche e creste amiloidi, e presenza di alcune maglie chiuse. Osservazione in Rosso Congo + Melzer; 400×. Osservazione in Rosso Congo + Melzer; 1000×. Rivestimento pileico formato da ife cilindriche, settate, con presenza di grossi granuli di pigmento incrostante marrone extracellulare. Osservazione in L4; 100×. Osservazione in L4; 400×.
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