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  1. Lepiota echinella Quél. & G.E. Bernard 1888 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Lepiota Sezione Ovisporae Sinonimi Lepiota rhodoriza Romagn. & Locq. ex Locq. 1953 Lepiota echinella var. rhodoriza (Romagn. & Locq. ex P.D. Orton) Hardtke & Rödel 1992 Cystoderma echinellum (Quél. & G.E. Bernard) Singer 1936 Lepiota minuta J.E. Lange 1923 Lepiota setulosa J.E. Lange 1935 Etimologia Lepiota = orecchio squamoso; dal greco lepis = squama e oûs, otós = orecchio. Echinella dal latino echinellus, a, um = alquanto spinoso. Cappello Di piccole dimensioni da 10 a 20 mm, all’inizio campanulato poi convesso spianato, con largo umbone ottuso, di colore variabile, dal baio, al marrone-rossiccio fino al bruno bistro, con il centro più scuro, screpolato, dissociato in squame concentriche, più appressate al centro, di forma piramidale, importante carattere, apprezzabile visivamente solo con la lente d’ingrandimento. Il margine è spesso bianco, leggermente eccedente e non squamettato. Imenoforo Lamelle libere, fitte, biancastre, crema. Presenza di abbondanti lamellule. Gambo Slanciato, esile, 2-50 mm, di colore bianco, ma anche rosato, più scuro in basso, ricoperto da un velo biancastro, araneoso, tomentoso, riunito in piccoli ciuffi con punta brunastra o concolore al cappello; alla base del gambo si rileva la presenza di ife miceliari di colore bianco o rosate. Carne Rosata, odore gradevole, aromatico, lievemente fruttato, talvolta forte simile a quello di Lepiota cristata. Microscopia Spore ellissoidali, lisce, con apicolo 5,8-7,1 × 3,3-4,1 µm, media 6,5 × 3,7, Q = 1,6-1,9; Qm = 1,8; altrimenti 6-7,6 × 3,4-4,0 µm; Qm = 1,8. Basidi clavati tetrasporici. Cheilocistidi variabili, in prevalenza clavati, clavati-flessuosi, clavati-subcapitulati, alcuni sub-utriformi e fusiformi-lageniformi (a forma di corto birillo). Epicute formata da ife cilindriche (244-269 × 11,2-13,8 µm), fascicolate, allungate, non settate, con pigmento membranario, bruno chiaro e disciolto, con GAF presenti solo alla base; presenza di uno strato di ife più corte cilindrico-clavate o sferopeduncolate (imenicute). Habitat Sono segnalati vari ambienti di ritrovamento, come aiuole di giardino, su terreno ricco di humus costituito da foglie secche; su terreno a bordo di canali sotto Pioppo e Cipresso; su terreno sotto Cipresso e Leccio; su terreno sotto Sughera e diverse specie di Cisto. Commestibilità e Tossicità Specie sospettata di tossicità insufficientemente conosciuta, da sottoporre a nuove indagini e valutazioni. Specie simili Lepiota pseudolilacea Huijsman = Lepiota pseudohelveola Kühner ex Hora si distingue per la presenza dell’anello e per le spore più grandi. Note nomenclaturali Enderle & Krieglsteiner (1989), Candusso & Lanzoni (1990), Migliozzi & Coccia (1990), Bon (1993), (Bizzi & Migliozzi 1996), ritengono che Lepiota echinella e Lepiota setulosa siano due specie separate, anche se strettamente correlate, che differiscono per la dimensione delle spore, per il diverso tipo di squame del cappello e per la dimensione dei corpi fruttiferi. Candusso & Lanzoni (1990), ritengono Lepiota echinella distinta da Lepiota setulosa e Lepiota rhodorhiza. La descrivono come una specie di aspetto gracile, caratterizzata da un cappello con squame a forma di aculei di color bruno su fondo rosato. Il gambo è rosato con squame brunastre verso la base. Lepiota setulosa, anche se molto simile macroscopicamente, differisce per la totale assenza di toni rosati o lilacei, per l’odore più da Lepiota cristata e microscopicamente per la dimensione sporale che separa nettamente le due specie. Lepiota rhodorhiza si caratterizza per la presenza costante alla base del gambo di rizoidi rosso fuoco, rosso bruno, rosa, infine spesso presenta il margine biancastro del cappello decorato da una squamatura stellata simile a quello di Macrolepiota excoriata. Nella fig. 49 a pag. 259 della monografia di Candusso & Lanzoni (1990) è riportato il disegno della tavola typus di Bernard, con riferimento ai cheilocistidi ci preme sottolineare la variabilità morfologica riportata dall’autore, che li illustra subutriformi, clavati, clavati-flessuosi, clavato-lageniformi, subfusiformi, come riscontrato anche nella nostra raccolta. Migliozzi & Coccia (1990); sostengono che Lepiota echinella si sarebbe differenziata dalle altre due entità per la colorazione pileica, l'habitus e le dimensioni dei peli del rivestimento pileico nettamente inferiori (80- 150-(200) x 12-(15) µm, rispetto a 140-400 x 9-15 µm). Mentre le differenze che avrebbero separato Lepiota setulosa da Lepiota rhodorhiza sarebbero state meno marcate e avrebbero riguardato il colore del cappello, rossastro in Lepiota rhodorhiza, bruno bistro in Lepiota setulosa e quello dei rizoidi, bianchi in Lepiota setulosa, rossi in Lepiota rhodorhiza. Nella chiave del genere Lepiota in AA.VV. (2001), Vellinga, fornisce per le spore di Lepiota echinella le seguenti misure: "4,5-7,5 × 3,0-4,5 µm con Qm = 1,55-2,0 o 7,5-10 × 3,5-5,0 circa, Qm = 2,2", in virtù di tali dati, range sporale ampio, sinonimizza Lepiota setulosa J. E. Lange con Lepiota echinella. Arnolds et al. (1995) e Vellinga (2001) considerano sinonimi Lepiota echinella Quél. & G.B. Bernard, Lepiota setulosa J.E. Lange e Lepiota rhodorhiza (Romagn. & Locq.) ex P.O. Orton. Hausknecht & Pidlich-Aigner (2005), dopo aver effettuato studi su proprio materiale, contrariamente a Vellinga (2001), non hanno trovato alcuna sovrapposizione del range sporale tra le due specie, ma dati differenti: per Lepiota echinella spore più grandi 6-9 × 3,5-5 µm ed una media di (6,4-7,6 × 3,9-4,2) e carpofori di dimensione leggermente più grandi e per Lepiota setulosa spore minori 4,5-6,5 × 3-4 µm (nella media 5,4-6,0 × 3,3-3,7) e corpi fruttiferi più delicati. Consiglio & Migliozzi (2002), continuano a considerare separate le specie anche se le caratteristiche microscopiche sono sovrapponibili e aderiscono ora alla posizione tassonomica di Hardtke & Rödel (1992), considerando la specie con rizomorfe rosa come Lepiota setulosa var. rhdorhiza. Discussione Dopo un’attenta osservazione dei caratteri macro e microscopici dei capioni fotografati ed osservati, si arriva agevolmente alla sez. Felinae, subsez. Brunneoincarnatae (spore ellittiche o più o meno ovoidi, con Q<2 e cuticola a struttura mista) e quindi a Lepiota echinella Quél. & Bernard. - l’esame morfologico, ci dice che siamo in presenza di una specie di consistenza abbastanza gracile, cappello non oltre 2 cm di diametro negli esemplari più grandi, di color baio, fulvo, con squame piramidali al centro del cappello di colore bruno, apprezzabili visivamente solo con la lente, gambo esile e slanciato, con colorazioni rosate di fondo, decorato da resti di velo cotonoso biancastro, alla base sono presenti delle ife miceliari di color biancastro; - i dati microscopici, hanno evidenziato spore ellissoidali, misura media 6,5 × 3,7 µm, l’epicute formata da ife cilindriche (244-269 × 11,2-13,8 µm), fascicolate, con pigmento membranario, bruno chiaro, disciolto, con GAF presenti solo alla base dei peli; presenza di uno strato di ife più corte cilindrico-clavate (imenicute), tipologia dei cheilocistidi molto variabile, da clavati a clavati-flessuosi, cilindrici, sub-capitulati, fusiformi. I suddetti caratteri sono conformi sia alla diagnosi originale che alla tavola del typus disegnata da Bernard, entrambe riportate nella descrizione della specie nella monografia di Candusso & Lazzoni (1990), a pag. 258-259, con Vellinga (2001) sia con le osservazioni di Consiglio e Migliozzi (2002), pertanto, riteniamo che la raccolta in esame possa essere ascritta a Lepiota echinella. Bibliografia ARNOLDS, E., KUYPER, T.W. & NOORDELOOS, M.E., 1995. Overricht van de Padde stoelen in Nederland. Nederlandse Mycologische Vereniging. Wijster. BIZZI, A. & MIGLIOZZI, V., 1996.- Lepiotacee interessanti o rare. 4° contributo. Lepiota laevigata, Lepiota setulosa e Leucoagaricus glabridiscus. Micologia Italiana 25(3): 39-50. CONSIGLIO, G. & MIGLIOZZI, V., 2002. Alcune specie rare o dibattute del genere Lepiota. Revista Catalana de Micologia, 24: 229-247. MIGLIOZZI, V. & COCCIA, M., 1990. Funghi del Lazio. Il. 6-10. Micologia Italiana 19(1): 11-24. MIGLIOZZI, V. & COCCIA, M., 1990. Funghi del Lazio. ID. 11-15. Micologia Italiana 19(3): 3-22. VELLINGA, E.C., 2000. Notes on Lepiota and Leucoagaricus. Type studies on Lepiota magnispora, Lepiota barsii and Agaricus americanus. Mycotaxon 76: 429-438. VELLINGA, E.C., 2001. Macrolepiota Sing., Leucocoprinus Pat., Leucoagaricus (Locq. ex) Sing., Lepiota (Pers.: Fr.) S.F. Gray, Cystolepiota Sing., Melanophyllum Velen. In: Noordeloos M.E., Kuyper T.W. & Vellinga E.C., Flora agaricina neerlandica, vol. 5: 64-162, Rotterdam. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti. Revisionata da Tomaso Lezzi. Regione Lazio; Novembre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti. (Exsiccatum MI20151114-01) Il ritrovamento è avvenuto ai lati di un sentiero boschivo, su terreno ricco di lettiera costituita da fogliame e rametti in decomposizione, sotto Quercus cerris. Microscopia Spore ellissoidali, 5,8-7,1 × 3,3-4,1 µm, media 6,5 × 3,7, Q = 1,6-1,9; Qm = 1,8, misurazioni su 32 spore non da sporata, misurate da imenio di esemplari maturi. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Basidi clavati tetrasporici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Cheilocistidi variabili, in prevalenza clavati, clavati-flessuosi, clavati-subcapitulati, alcuni sub-utriformi e fusiformi. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×. Epicute formata da ife cilindriche (244,1-269,0 × 11,2-13,8 µm), fascicolate, con pigmento membranario, bruno chiaro, disciolto, con GAF presenti solo alla base; presenza di uno strato di ife più corte cilindrico-clavate (imenicute). Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×. GAF. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.
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