Cerca nel Forum
Mostra i risultati per i TAG 'phellinus pini'.
Trovato 1 risultato
-
Porodaedalea pini (Brot. : Fr.) Murrill 1905
Archivio Micologico ha postato un topic nell'area Funghi Non Commestibili o Sospetti
Porodaedalea pini (Brot. : Fr.) Murrill 1905 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Hymenochaetales Famiglia Hymenochaetaceae Sinonimi Boletus pini Brot. : Fr. 1804 Fomes pini (Thore) P. Karst. 1882 Phellinus pini (Brot. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941 Etimologia Dal greco póros [πόρος] = poro e dal latino Daedălēus = dedaleo, relativo a Dedalo, il leggendario architetto, ideatore del labirinto di Creta, quindi per l’imenoforo costituito da pori allungati e a labirinto che di norma contraddistingue i carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino pīnŭs, pini = pino, per l’habitat di crescita del basidioma. Cappello 10-20 cm, dimidiato o ungulato, isolato oppure embricato, di norma non resupinato; ha la superficie sterile, che all’inizio è leggermente irsuta poi glabra ma anche feltrata in alcuni punti, zonata, solcata, rigida, rugosa o bitorzoluta, talvolta si presenta fessurata; il colore è in genere bruno-rossiccio, amaranto, a volte anche nerastro; non di rado sono presenti colorazioni verdastre per la presenza di piccole formazioni di alghe. Il margine è un poco lobato, talvolta sottile, ondulato, di colore bruno giallastro. Imenoforo Tubuli pluristratificati, di colore bruno-cannella; pori 1-3 per mm², irregolari, da rotondi ad angolosi, taluni molto allungati, fino a dedaliformi, con dissepimenti pubescenti, ispessiti, interi o leggermente sinuosi; il colore è bruno-giallastro, poi bruno-olivastro e marrone-ruggine, sfumato in alcune parti di violaceo; in alcuni punti è presente una pruina giallo vivo visibile solo con la lente. Gambo Assente, trattasi di un fungo sessile. Carne La carne ha una consistenza legnosa, dura, di colore bruno-rossiccia o marrone-cannella; odore subnullo, sapore mite o lievemente acre. A contatto con l’NaOH diviene subito nera. Habitat Cresce di norma su Pinus spp. È stato rinvenuto su Pinus pinea L., Pinus sylvestris L., Pinus halepensis Mill. e Pinus pinaster Aiton, ma anche su Larix decidua Mill. È un fungo largamente diffuso in Europa e ampiamente frequente in Italia. Microscopia Sistema ifale dimitico. GAF non osservati. Spore 5,4-6,5 × 4-5,9 µm, da subglobose ad ovoidali, spesso con profilo asimmetrico, lisce, guttulate, leggermente gialline, con parete un poco spessa ed apicolo evidente; non amiloidi, né destrinoidi. Setae 41-71 × 7-22, ventricose, subulate, diritte o con base ripiegata, a parete spessa e di colore bruno scuro. Commestibilità e Tossicità Si tratta di un fungo non commestibile. Somiglianze e Varietà Porodaedalea chrysoloma (Fr.) Fiasson & Niemelä = Phellinus chrysoloma (Fr.) Donk, si distingue per i carpofori mediamente più piccoli, per avere le spore più piccole e per vegetare principalmente su Abete rosso; Sanghuangporus pilatii (Černý) Tomšovský = Porodaedalea pilatii (Černý) Fiasson & Niemelä, si differenzia per avere le spore più piccole e per la crescita su Pioppo; Phellinus gilbertsonii M.J. Larsen = Porodaedalea gilbertsonii (M.J. Larsen), si separa per avere le spore più piccole e per vegetare su Pseudotsuga spp.; Porodaedalea laricis (Jacz. ex Pilát) Niemelä, si distingue per la crescita su Larice. Porodaedalea piceina (Peck) Niemelä = Phellinus piceinus (Peck) Pat., si differenzia per avere i pori più piccoli, per le spore ellissoidali e per vegetare principalmente su Abete rosso, Abete bianco e Larice. Osservazioni Si tratta di un fungo lignicolo, pericoloso parassita che attacca le conifere viventi in punti abbastanza alti del tronco, con una crescita longitudinale di vari basidiomi. È anche un fungo saprofita in quanto cresce anche su piante cadute a terra. In passato non tutti gli autori sono stati concordi sulla suddivisione del genere Porodaedalea tuttavia, recenti studi molecolari hanno contribuito ad alcuni chiarimenti (Tomsovsky et al. 2010). Note nomenclaturali La specie è stata identificata per la prima volta come Boletus pini da Thore nel 1803, in seguito è stata inquadrata in vari generi, come Fomes e Trametes, ma l’epiteto con cui è stata largamente conosciuta è Phellinus pini, binomio creato nel 1941 da Bondartsev e Singer. Il taxon Porodaedalea pini è stato pubblicato da Murrill nel 1905 ed è la nomenclatura attuale di questo fungo. In effetti l’imenoforo a forma di dedalo non contraddistingue di norma i pori dei carpofori appartenenti al genere Phellinus. Bibliografia BERNICCHIA, A., 2005. Polyporaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 10. Alassio (SV): Ed. Candusso. TOMSOVSKY, M. & SEDLÁK, P. & JANKOVSKÝ, L. 2010. Species recognition and phylogenetic relationships of European Porodaedalea (Basidiomycota, Hymenochaetales). [Data di accesso: 27/12/2016]. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Revisionata da Tomaso Lezzi. Regione Umbria; Novembre 2016; Bosco di Pini e Lecci del Monte Subasio (Spello - PG); Foto e microscopia di Stefano Rocchi. (Exsiccatum SR20161116-01) Ritrovamento su tronco di Pino con la mensola parallela al tronco caduto a terra. La reazione nera della carne a contatto con l’NaOH. Sistema ifale dimitico. GAF non osservati. Osservazione in KOH a 1000×. Spore 5,4-6,5 × 4-5,9 µm, da subglobose ad ovoidali, spesso con profilo asimmetrico, lisce, guttulate, leggermente gialline, con parete un poco spessa ed apicolo evidente; non amiloidi, né destrinoidi. Spore da sporata. Osservazione in acqua a 1000×. Osservazione in Melzer a 1000×. Setae 41-71 × 7-22, ventricose, subulate, diritte o con base ripiegata, di colore bruno scuro. Osservazione in KOH a 400×. Osservazione in Blu cotone in Lattofenolo a 400×. Osservazione in KOH a 1000×. Osservazione in Blu cotone in Lattofenolo a 1000×.-
- porodaedalea pini
- boletus pini
-
(e 2 in più)
Tag usato: