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  1. Pluteus ephebeus (Fr. : Fr.) Gillet 1878 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Pluteaceae Genere Pluteus Sezione Hispidoderma Sinonimi Pluteus villosus Quél. 1888 Altre sinonimie proposte da E. Vellinga: - Pluteus murinus Bres. 1905 - Pluteus pearsonii P.D. Orton 1960 - Pluteus lepiotoides A. Pearson 1952 Etimologia Pluteus: dal latino, macchina d'assedio con tettoia di legno. ephebeus: dal greco "efebos" = pubescente, per l'aspetto del cappello. Cappello Dimensioni medie, 4-7 cm, inizialmente campanulato con orlo inflesso, a maturità appianato o piano-convesso con orlo disteso, eroso e tendente a formare lunghe lacerazioni. La superficie è asciutta e ricoperta da squamule e fibrille grigio-brune radiali che dissociandosi lasciano intravedere la carne bianca sottostante. La zona discale presenta un umbone ottuso bruno tomentoso. Imenoforo Le lamelle sono libere, fitte, larghe ventricose, a margine crenulato (alla lente), inizialmente bianche poi di colore rosa carnicino, con rare lamellule. Gambo 8-15 cm in lunghezza e 0,7-1,5 cm di spessore, cilindrico pieno, fibroso, con base bulbillosa. Di colore bianco sericeo, solcato con rade fibrille brune alla base. Carne Fungo eterogeneo con carne bianca, fibrosa, scarsa nel cappello, odore aromatico, leggermente rafanoide. Habitat Cresce singolarmente o in 2-3 esemplari su ceppi e resti legnosi di latifoglie (Populus spp.) in autunno. Abbastanza raro. Commestibilità o Tossicità Non commestibile. Specie simili Pluteus umbrosus (Pers. : Fr.) P. Kumm. e Pluteus plautus (Weinm.) Gillet hanno pure il cappello vellutato squamuloso brunastro ma si distinguono per le ornamentazioni concolori anche sul gambo e il primo anche per il filo lamellare bruno. Osservazioni La taglia medio-grande e il cappello squamuloso grigio-bruno che ricorda il Tricholoma terreum permettono l'individuazione a livello macroscopico del complesso di specie che ruota attorno a Pluteus ephebeus e che sono state sinonimizzate probabilmente a ragione da Vellinga. Si tratta di specie rare non molto studiate in letteratura. La gran parte degli autori considera la sez. Hispidoderma costituita dai Pluteus con pileipellis a ife allungate e cistidi a pareti sottili. Vellinga invece distingue all’interno di queste specie quelle con pileipellis a ife distese (cutis) - mettendole nella sez. Villosi (tra cui P. ephebeus) - e le specie con ife erette (tricoderma) mettendole nella ssez. Hispidodermini della sez. Celluloderma, che prima conteneva solo pileipellis a ife globose. Microscopia Sporata in massa rosa. Spore (5,7)6,0-7,4(7,6) × (4,8)5,0-6,1(6,5) µm; Q=1,05-1,35; Qm=1,2 da subglobose a largamente ellissoidi normalmente con grossa guttula centrale e apicolo poco visibile. Basidi quadrisporici a forma cilindrico-ventricosa, 28-40 × 8,0-12,0 µm con sterigmi lunghi 2-3 µm. Pleurocistidi allungati da fusiformi a conici a lageniformi a parete sottile e a volte con apice allungato moniliforme. Poco abbondanti. Dimensioni 65-90 × 15-25 µm (lunghezza del collo 20-30 µm). Cheilocistidi abbondanti, a parete sottile, di due tipi principali: globosi ellissoidi, ovoidi, clavati. Dimensioni 60-65 × 30-35. allungati fusiformi, lageniformi, spesso con apice più o meno allungato. Dimensioni 45-80 × 15-20 µm (lunghezza del collo 8-12 µm). Giunti a fibbia assenti. Pileipellis in zona discale tricoderma di ife erette, altrove a cutis di ife allungate distese con rari ciuffi tricodermali. Elementi terminali 80-150 × 8-15 µm. Presentano pigmento vacuolare bruno disciolto. Pileocistidi assenti. Microscopia effettuate sul fresco raccolto a Serravalle Scrivia (AL) set 2011 Bibliografia BREITENBACH J. & F. KRANZLIN, 1995 - Champignons de Suisse. Tome 4. Édition Mykologia. Lucerne. CITERIN M, & G. EYSSARTIER, 1998 - Clé analytìque du genre Pluteus Fr. Doc. mycol 28 (111): 47-65. ORTON P.D., 1986 - Britìsh Fungus Flora. 4. Pluteaceae: Pluteus & Volvariella. Royal Botanic Garden. Edinburgh. VELLINGA E.C., 1990 - Flora Agaricina Neerlandica. Volume 2. Pluteaceae: 31-64. Balkema. Rotterdam. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Luca Mistè - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Foto in studio. Spore (5,7)6,0-7,4(7,6) × (4,8)5,0-6,1(6,5) µm; Q=1,05-1,35; Qm=1,2 da subglobose a largamente ellissoidi normalmente con grossa guttula centrale e apicolo poco visibile. Basidi quadrisporici a forma cilindrico-ventricosa, 28-40 × 8,0-12,0 µm con sterigmi lunghi 2-3 µm. Pleurocistidi allungati da fusiformi a conici a lageniformi a parete sottile e a volte con apice allungato moniliforme. Poco abbondanti. Dimensioni 65-90 × 15-25 µm (lunghezza del collo 20-30 µm). Cheilocistidi abbondanti, a parete sottile, di due tipi principali: 1. globosi ellissoidi, ovoidi, clavati. Dimensioni 60-65 × 30-35 µm. 2. allungati fusiformi, lageniformi, spesso con apice più o meno allungato. Dimensioni 45-80 × 15-20 µm (lunghezza del collo 8-12 µm). Pileipellis in zona discale tricoderma di ife erette. Elementi terminali 80-150 × 8-15 µm. Presentano pigmento vacuolare bruno disciolto. Pileipellis da metà cappello in poi verso il margine a cutis di ife allungate distese con rari ciuffi tricodermali.
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