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Coniophora puteana (Schumach. : Fr.) P. Karst. 1868
Archivio Micologico ha postato un topic nell'area Funghi Non Commestibili o Sospetti
Coniophora puteana (Schumach. : Fr.) P. Karst. 1868 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Boletales Famiglia Coniophoraceae Sinonimi Thelephora puteana Schumach. : Fr. 1803 Etimologia L'epiteto Coniophora deriva dalle parole greche [κονία] konía = polvere, sabbia e [φέρω] fero = io porto; per l’aspetto arenoso e inconsistente dei funghi appartenenti a questo genere. L'epiteto puteana deriva dal latino pŭtĕus = pozzo, buca fossa; per l'ambiente di crescita della specie, particolarmente umido e ombroso. Carpoforo Fungo corticolo, resupinato, adnato, membranoso, ben fissato al substrato ma facilmente separabile dallo stesso. Prima orbicolare, poi confluente in placche larghe da pochi centimetri fino a vari decimetri; il colore è inizialmente crema-giallino poi bruno-verdastro, olivastro, soprattutto nella parte centrale, con il margine che tende a rimanere di colore giallo o comunque più chiaro; margine fibrilloso di norma biancastro o raramente lievemente giallo. Carne inconsistente, alta solo 1 o 2 mm, prima molle e poi fibrosa. Microscopia Sistema ifale monomitico con ife settate, senza GAF, più o meno ramificate, ialine, a parete sottile, larghe 3-8 µm, di cui alcune raggiungono anche i 15 µm; sono presenti anche ife incrostate e rari GAF verticillati nelle ife basali. Basidi lunghi fino a 100 µm, subcilindrici-clavati, con restringimento nella parte mediana e senza GAF alla base. Spore 10,3-12 × 6,7-8,4 µm; Qm = 1,5; da ovoidi ad ellissoidali, a parete spessa con evidente apicolo, brunastre in acqua e con leggera reazione destrinoide. Habitat Vegeta sia su legno marcescente di aghifoglia che di latifoglia. È stato rinvenuto su legno di Castagno, Olmo, Faggio, Frassino, Betulla, Leccio, Tasso, Pino e Ginepro. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Coniophora arida (Fr. : Fr.) P. Karst., le è molto simile, dalla carne più sottile, dalle tonalità tendenzialmente più spente, ocracee, ma di fatto indistinguibile da un punto di vista macroscopico da Coniophora puteana per via della enorme variabilità cromatica delle due specie. La microscopia è quasi sovrapponibile: la prima ha mediamente spore leggermente più piccole della seconda, ma anche in questo caso la elevata variabilità delle misure sporali delle due specie fa diventare questo dato poco significativo. Le due specie però si riescono a separare grazie all’esame delle spore in acqua ove Coniophora arida ha spore gialline mentre Coniophora puteana ha spore brunastre. Inoltre Coniophora arida ha spore di norma fortemente destrinoidi mentre Coniophora puteana ha anch’essa una reazione destrinoide ma meno evidente della sua simile. Coniophora fusispora (Cooke & Ellis) Cooke si differenzia per le spore più lunghe e di forma affusolata. Coniophora olivacea (Fr. : Fr.) P. Karst. si distingue per la presenza di grossi cistidi cilindrici settati, a parete spessa e generalmente incrostati. Osservazioni Corticolo comune e diffuso in tutta Europa. Cresce su legni marcescenti in condizioni di particolare umidità. Un buon indizio per il suo riconoscimento è il colore verde-olivastro della parte centrale dell'imenoforo che contrasta con il margine giallastro. Per la conferma della determinazione è sempre necessaria una verifica microscopica. Note nomenclaturali La prima descrizione della specie risale al 1803 quando il botanico danese Heinrich Christian Friedrich Schumacher chiamò il fungo Thelephora puteana; in seguito nel 1868 Peter Adolf Karsten ricombinò la specie nel genere Coniophora attualmente prioritario. Nel corso degli anni sono state innumerevoli le descrizioni di specie corticole ricondotte poi a sinonimi di Coniophora puteana. Bibliografia BREITENBACH, J. & KRANZLIN, F., 1986. Champignons de Suisse. Vol. 2. Champignos sans lames. Lucerna. Ed. Verlag Mykologia. BERNICCHIA, A. & GORJON, S.P., 2010. Corticiaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 12. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria, Isola Polvese di Castiglion del Lago (PG); Novembre 2018; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. I Comitato scientifico del Circolo Micologico Naturalistico Perugino sull'isola Polvese presso il Centro cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri ed aree umide di Arpa Umbria. Esemplari rivenuti su legno di Leccio a terra. (Exsiccatum SR20181110-04) Sistema ifale monomitico con ife settate, senza GAF, più o meno ramificate, ialine, a parete sottile, larghe 3-8 µm, di cui alcune raggiungono anche i 15 µm; sono presenti anche ife incrostate e rari GAF verticillati nelle ife basali. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Basidi lunghi fino a 100 µm, subcilindrici-clavati, con restringimento nella parte mediana e senza GAF alla base. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Spore 10,3-12 × 6,7-8,4 µm; Qm = 1,5; da ovoidi ad ellissoidali, a parete spessa con evidente apicolo, brunastre in acqua. Osservazione in acqua a 1000×. Spore 10,3-12 × 6,7-8,4 µm; Qm = 1,5; da ovoidi ad ellissoidali, a parete spessa con evidente apicolo e con leggera reazione destrinoide. Osservazione in Melzer a 1000×.