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  1. Peniophora quercina (Pers. : Fr.) Cooke 1879 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Russulales Famiglia Peniophoraceae Sinonimi Thelephora quercina Pers. : Fr. 1801 Corticium quercinum (Pers. : Fr.) Gray 182 Etimologia Dal greco peníon [πηνίον] = rocchetto, bobina, tessuto, tela e phoreo [φορέω] portare, per la morfologia pellicolare dei carpofori appartenenti a questo genere. Dal latino quercūs, quercínus, a, um = Quercia, che predilige la Quercia, per l’habitat di crescita della specie. Carpoforo Resupinato, prima orbicolare, poi diffuso, esteso simile a una pellicola ben adesa al substrato, talvolta con margine biancastro; in seguito con la tendenza ad arrotolarsi ai margini mostrando la parte sterile bruno-scura o nera. La superficie fertile è all’inizio un poco gelatinosa, di colore violaceo, grigio-porpora o bluastra, liscia o tubercolata, poi coriacea, secca, di colore rosato o grigio-brunastro, spesso screpolata in minuscole fessure. Con la lente si può notare l'imenoforo cosparso da minutissime punteggiature bianche. La carne è sottilissima, alta meno di un millimetro, prima tenera poi rigida ma fragile. Habitat Cresce tutto l’anno di solito su legno di Quercus spp., tuttavia è stato rinvenuto anche su Castagno, Agrifoglio, Corbezzolo e Pioppo. Microscopia Sistema ifale monomitico. Ife munite di GAF, a parete sottile, ialine, larghe 3-4 µm nel subimenio; mentre sono bruno-marroni, di analoga larghezza, nel substrato basale. Spore 9,7-12,3 × 3,2-3,9 (5,1) µm, allantoidi, lisce, ialine, a parete sottile; non amiloidi, né destrinoidi. Basidi 35-55 × 5,5-7,5 µm, da leggermente clavati a subcilindrici, con sterigmi lunghi da 3 a 4 µm. Lamprocistidi fusiformi, assai numerosi, dapprima appuntiti, a parete sottile e senza incrostazioni, poi a parete spessa e densamente incrostati 50-70 × 10-13 µm, con la parte decorata lunga 25-50 µm. Assenti gloeocistidi e dendroifidi (elementi sterili con ramificazioni più o meno tortuose, subcilindriche e ad apice arrotondato). Commestibilità e Tossicità Non commestibile. Somiglianze e Varietà Esistono una serie di funghi corticoli appartenenti al genere Peniophora che spesso hanno tonalità rosate o violacee i quali potrebbero confondersi con Peniophiora quercina: Duportella halimi (Boidin & Lanq.) Hjortstam = Peniophora halimi Boidin & Lanq. si distingue per le spore di forma ovoidale; Peniophora proxima Bres. si differenzia per le spore ellissoidali e più larghe, per la presenza di gloeocistidi, per il margine in genere giallastro e per associarsi di norma a legno di Bosso; Peniophora pini (Schleich. : Fr.) Boidin si separa per i lamprocistidi e le spore più piccoli, per la presenza di gloeocistidi e per vegetare su Pino; Peniophora junipericola J. Erikss. si distingue per avere le spore più strette, per la presenza di gloeocistidi fusiformi e per la crescita su Ginepro; Peniophora rufomarginata (Pers.) Bourdot & Galzin si differenzia per le spore più strette, i lamprocistidi più larghi e per prediligere il legno di Tiglio anche se non è esclusiva solo di questa specie; Peniophora boidinii D.A. Reid si separa per i lamprocistidi e le spore più corti e per la presenza di gloeocistidi papillati; Peniophora tamaricicola Boidin & Malençon si distingue per l’assenza di lamprocistidi; Peniophora violaceolivida (Sommerf.) Massee si differenzia per i lamprocistidi più corti e la presenza di numerosi gloeocistidi. Osservazioni Si tratta di un fungo che colonizza legnetti a terra o marcescenti in ogni periodo dell’anno, è abbastanza comune e frequente in tutta Europa. Un elemento utile al suo riconoscimento è il margine del basidioma che in genere tende a sollevarsi ed arrotolarsi, mostrando la parte sterile nerastra. Questa caratteristica tuttavia è comune anche ad altre specie del genere Peniophora e pertanto per ottenere una corretta determinazione è necessaria sempre una adeguata verifica microscopica. Note nomenclaturali La prima descrizione della specie risale al 1801 quando Christian Hendrik Persoon nel 1801 chiamo il fungo Thelephora quercina, epiteto sanzionato da Elias Magnus Fries nel primo volume del suo Systema Mycologicum. Quindi la specie nel 1821 è stata riclassificata da Samuel Frederick Gray come Corticium quercinum, ma è nel 1879 che l'inglese Mordecai Cubitt Cooke ha trasferito la specie nel genere Peniophora, elevandola a specie tipo. Dopo numerose ricombinazioni e riclassificazioni avvenute negli anni, l’epiteto di Cooke è quello attualmente prioritario. Alcune descrizioni di specie differenti, antecedenti a quella di Persoon, come Lichen carneus nel 1787 ad opera del botanico e micologo tedesco Carl Ludwig Willdenow o come Auricularia corticale nel 1790 ad opera di Jean Baptiste François Bulliard sono state ritenute in epoca successiva sinonimi di Peniophora quercina. Bibliografia BERNICCHIA, A. & GORJON, S.P., 2010. Corticiaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 12. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Revisionata da Tomaso Lezzi. Regione Umbria; Dicembre 2016; Su legno di latifoglia a terra (Assisi - PG); Foto e microscopia di Stefano Rocchi. (Exsiccatum SR20161223-01) Spore 9,7-12,3 × 3,2-3,9 (5,1) µm, allantoidi, lisce, ialine, a parete sottile; non amiloidi, né destrinoidi. Osservazione in L4 le due superiori e Rosso Congo le due inferiori a 1000×. Sistema ifale monomitico. Ife munite di GAF, a parete sottile, ialine larghe 3-4 µm nel subimenio; mentre sono a pareti più ispessite, bruno-marroni, di analoga larghezza, nel substrato basale. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Basidi 35-55 × 5,5-7,5 µm, da leggermente clavati a subcilindrici, con sterigmi lunghi da 3 a 4 µm. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Lamprocistidi fusiformi, assai numerosi, dapprima appuntiti, a parete sottile e senza incrostazioni, poi a parete spessa e densamente incrostati 50-70 × 10-13 µm, con la parte decorata lunga 25-50 µm. Osservazione in Rosso Congo a 400×. A sinistra cistidio senza incrostazioni, a destra con incrostrazioni. Osservazione in Rosso Congo a 1000×. Ancora lamprocistidi. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.
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