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Mitrophora semilibera (DC. : Fr.) Lév. 1846

Tassonomia
Divisione Ascomycota
Classe Pezizomycetes
Sottoclasse Pezizomycetidae
Ordine Pezizales
Famiglia Morchellaceae

Sinonimi
Morchella semilibera DC. 1805

Etimologia
Dal latino semi e libera = libera a metà.

Nome italiano
Spugnola, Spugnola semilibera.

Ascocarpo
Di dimensioni e forma variabile 2,5-6(8) × 2-5(7) cm, con crescita tipicamente primaverile, la mitra si presenta generalmente di forma conica, talvolta arrotondata, con costolature longitudinali evidenti e marcate ed altre disposte traversalmente ma meno in rilievo, insieme formano gli alveoli. Le costolature verticali spesso sono disposte in modo rettilineo e sono sempre di colore più scuro del resto della mitra e possono attestarsi su toni decisamente nerastri in maturazione o con clima secco. La superficie esterna, che è anche la parte fertile dell'ascocarpo, può presentarsi con colorazioni alquanto variabili, da ocra-brunastro a bruno-grigiastro, bruno olivastro o bruno con sfumature rossastre. Nella parte interna e libera della mitra, che è ruvida e di colore biancastro nei giovani esemplari e crema pallido in maturazione, si trova la vallecola, ovvero il punto di inserzione al gambo, situata pressapoco nella metà superiore della sua lunghezza.

Gambo
3-7(9) × 1-2,5 cm, ruvido, delicatamente granuloso, cilindrico, talvolta schiacciato alle estremità e solcato nella sua lunghezza, colore biancastro, crema chiaro se imbevuto d'acqua o in vecchiaia, a volte con macchie rugginose verso la base, internamente è cavo, forforaceo e generalmente subconcolore alla parte esterna.

Carne
Esigua, fragile, moderatamente elastica nella mitra, fragile e un poco ceracea nel gambo; odore subnullo o leggermente spermatico; sapore gradevole, dolciastro o leggermente acidulo.

Habitat
Fruttifica in primavera, spesso accompagnata a esemplari di Morchella esculenta, nelle immediate vicinanze di corsi d'acqua quali fossi e canali e lungo il corso di fiumi e torrenti, sempre in prossimità di Pioppi, Olmi, Frassini, Biancospini, Testucchio (Acer campestre); fungo gregario e fedele negli anni al luogo di crescita.

Microscopia
Spore lisce, ampiamente ellittiche, misuranti 22-25 × 12-15 µm; aschi di forma cilindrica, ottosporici, non reagenti al Melzer (inamiloidi), parafisi settate, di forma cilindrica e con apice dilatato.

Commestibilità o Tossicità
Commestibile anche di buona resa e qualità previo consumo dopo adeguata cottura, infatti contiene sostanze termolabili che si annullano dopo prolungata esposizione alle alte temperature.

Specie simili
Per la colorazione della mitra e per la morfologia in generale potrebbe essere confusa con Morchella elata (= Morchella conica); la diversa attaccatura della mitra al gambo, il diverso areale di crescita, generalmente sotto conifera, sono elementi che permettono di evitare l'errore determinativo. Altra possibile confusione potrebbe insorgere con esemplari tardivi di Verpa bohemica (= Ptycoverpa bohemica), l'inserzione della gambo alla mitra situato nella parte apicale e la disposizione delle costolature celebriforme permettono una facile distinzione su campo.

Osservazioni
Secondo alcuni Autori Mitrophora semilibera sarebbe collocata nel Genere Morchella, questi sostengono che la sola particolarità della disposizione della vallecola a circa metà, o anche fino a due terzi, della mitra non sia sufficiente per avallare un Genere a sè stante.
Preferiamo in questa sede proporlo differenziato, anche per la diversa morfologia degli alveoli e la consistenza della carne.
In letteratura esistono interpretazioni sulle diverse colorazioni pileiche e sulla morfologia, le quali hanno certamente contribuito a creare nuove entità.
Secondo alcuni Autori le specie con toni rossastri sono prerogativa di Mitrophora fusca, mentre le piccole dimensioni, specialmente nel rapporto gambo-cappello e le colorazioni più chiare con toni olivastri sono attribuibili a Mitrophora varisiensis, oltre per la conformazione delle parafisi senza rigonfiamento apicale e poco ramificate. Diversa interpretazione è data per Mitrophora gigas, la quale si manifesta con dimensioni imponenti e cappello bruno-marrone.
Secondo il nostro punto di vista queste differenze non sono sufficienti per proporre singole specie e sono probabilmente dovute alle diverse tipologie dell'areale di crescita, la diversa composizione del substrato e non ultime le condizioni ecologiche particolari. In un futuro, ormai vicino, le osservazioni dei caratteri filogenetici (DNA) ci permetteranno di avvalare o meno queste discordanze.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Marche; Maggio 2004; Foto di Pietro Curti.

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