Archivio Micologico Inviato 14 Aprile 2016 Autore Inviato 14 Aprile 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto e commento di Massimo Biraghi. Latice biancastro, immediatamente bruciante, Pileo di aspetto leggermente corrugato, più evidente verso il marcine del cappello, colorazioni biancastre con macchie bruno-ruggine irregolari, lamelle serrate biancastre con riflessi rosati, imbrunenti all tocco o per vetustà. Confronto tra le due specie: a sinistra L. piperatus, a destra L. glaucenses. Reazione alle basi forti, in questo caso KOH 30%; subnulla in Lactarius piperatus, decisamente giallo-arancio in Lactarius glaucenses. Foto d'insieme delle due specie per meglio osservarne le caratteristiche macroscopiche diverse.
Archivio Micologico Inviato 14 Aprile 2016 Autore Inviato 14 Aprile 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria; Giugno 2013; Foto di Stefano Rocchi.
Archivio Micologico Inviato 14 Aprile 2016 Autore Inviato 14 Aprile 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Umbria; Luglio 2014; Foto di Mario Iannotti. Molto abbondante nei boschi termofili appenninici, si caratterizza per avere le lamelle anche nei soggetti adulti molto fitte e strette, il latice piccante, bianco immutabile. Un primordio ed un esemplare adulto, le lamelle in entrambi restano molto fitte.
Archivio Micologico Inviato 14 Aprile 2016 Autore Inviato 14 Aprile 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Piemonte; Agosto 2014; Foto di Roberto Cagnoli.
Archivio Micologico Inviato 14 Aprile 2016 Autore Inviato 14 Aprile 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Emilia Romagna; Luglio 2014; Foto di Massimo Biraghi.
Archivio Micologico Inviato 6 Maggio 2016 Autore Inviato 6 Maggio 2016 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Lombardia, Media Val Brembana, Loc. Santa Brigida 800 m s.l.m.; Giugno 2015; Foto di Massimo Biraghi.
Archivio Micologico Inviato 31 Agosto 2019 Autore Inviato 31 Agosto 2019 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Toscana; Giugno 2016; Foto di Alessandro Francolini.
Archivio Micologico Inviato 7 Settembre 2019 Autore Inviato 7 Settembre 2019 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Lombardia, Val Brembana, località Santa Brigida 1000 m s.l.m., sotto Fagus silvaticus; Luglio 2016; Foto di Massimo BIraghi.
Archivio Micologico Inviato 15 Marzo 2020 Autore Inviato 15 Marzo 2020 Lactifluus piperatus (L. : Fr.) Roussel; Regione Toscana; Maggio 2017; Foto di Alessandro Francolini. Fungo tossico dal sapore molto acre; latice bianco, lattiginoso, acre e bruciante, immutabile se isolato, con leggere sfumature giallastre se essiccato sulle lamelle; lamelle molto fitte e strette. Colori biancastri su tutta la superficie, con sfumature rugginose sul cappello in vecchiaia; cappello asciutto che a maturità tende a diventare imbutiforme; gambo di solito attenuato alla base. Ubiquitario e molto comune in estate-autunno, sotto latifoglie e aghifoglie. Gli è simile Lactarius glaucescens (più raro) che ha latice bianco ma virante al bluastro-verdastro se essiccato sulle lamelle. Gli altri “classici” lattari bianchi (L. vellereus e L. bertilloni) sono di taglia maggiore e hanno lamelle spaziate e spesse. In Italia tale fungo (o qualche specie molto affine) fu descritto per la prima volta da Giovan Battista Della Porta (1540-1615) filosofo, scienziato, alchimista e commediografo del Rinascimento italiano; nel libro X della sua opera del 1592 Villae libri XII, in cui descrive accuratamente molti esemplari fungini, troviamo scritto: “Vi è un fungo chiamato Piperitis, perché pizzica la lingua a chi ne mangia e fa bruciare le fauci come fosse pepe; anch’esso nasce d’autunno, è di colore bianco e viene chiamato dal volgo Peperella”. In tale Peperella, micologi moderni vedono appunto il L. piperatus; probabilmente nel ‘500 era un fungo apprezzato come condimento in quanto sostitutivo del pepe, spezia che veniva importata dall’Oriente a carissimo prezzo; l’uso commestibile non si è peraltro esaurito col passare dei secoli. Dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 167, Pag. 284: “Specie velenosa, responsabile di sindrome gastroenterica incostante. Chiamato volgarmente Peveraccio, è ancor oggi praticata l’usanza di ridurlo in polvere dopo averlo essiccato al sole, e utilizzarlo come surrogato del pepe per speziare carni e pietanze, usanza che ovviamente deploriamo. Altre dicerie popolari vogliono che la sua comparsa nei boschi preceda di qualche giorno la crescita dei primi porcini estivi (Boletus reticulatus).” Latice. Lamelle forcate:
Archivio Micologico Inviato 2 Aprile 2020 Autore Inviato 2 Aprile 2020 Lactifluus piperatus (Linnaeus : Fries) Persoon; Regione Toscana; Maggio 2018; Foto di Alessandro Francolini.
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