Vai al contenuto

Cortinarius orellanus Fr. 1838


Recommended Posts

Cortinarius orellanus Fr. 1838

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sezione Leprocybe

Nome italiano
Cortinario orellano.

Etimologia
Da Bixia orellana, pianta da cui si estrae un colorante arancio ruggine.

Cappello
3-10 cm di diametro. Semisferico-campanulato, poi sempre più disteso ed infine espanso piano, talvolta con pronunciato umbone pileico largo e ottuso. Bruno volgente al fulvo, all'arancio, al rossastro, rugginoso, spesso assai scuro, con fibrille o squamette pelose finemente appressate, asciutto, opaco, serico, carnoso al centro, sottile al margine che è delicato e spesso fessurato, dapprima arrotolato, poi ondulato, lobato e lievemente contorto. Lamelle larghe, distanziate, alte, annesse al gambo a volte grinzose ed erose sul margine. Di colore giallastro-arancione e poi del colore del cappello con riflessi rugginosi e rossastri.

Gambo
Dimensioni 3-10 × 0,8-1,8 cm, quasi cilindrico, allungato, a volte allargato a metà altezza e attenuato alla base, liscio, sodo, pieno, giallo arancio, o giallo citrino, con il colore del cappello in zona mediana, più pallido in alto e in basso, decorato nella sua interezza da finissime fibrille bruno rossicce, con riflessi rugginosi analoghi a quelli del cappello.

Carne
Compatta, stabilmente giallastra ocracea, più scura al piede dello stipite, sotto la cuticola da bruno ruggine a ocracea con sfumature rossastre. Odore di radice o di rapa, sapore terroso, acidulo.

Habitat
Cresce da agosto a ottobre, a grandi gruppi ma anche solitario, sotto latifoglie, preferibilmente sotto Quercus e Fagus, si lega sovente anche al Nocciolo. Gli areali di crescita non sono equamente distribuiti nel territorio, comunque è sempre presente con abbondanza nelle stazioni di crescita abituali.

Commestibilità e tossicità
Velenoso mortale. Produce una tossina chiamata orellanina. Se ingerito manifesta gli effetti della sua tossicità da 2 a 18 giorni dopo l'ingestione. I primi sintomi sono la sete bruciante e l'aumento della diuresi seguiti poi da nausea, cefalee, dolori muscolari e brividi. Successivamente i tubuli renali si necrotizzano. Porta a morte nel 10% dei casi, o al rene artificiale o al trapianto renale, anche un avvelenamento leggero può richiedere mesi di trattamento in ospedale. Sembra quasi inverosimile che un fungo di tale aspetto (sgradevolmente rugginoso in ogni sede e con odori e sapori nettamente negativi), porti ad avvelenamenti così micidiali e frequenti. In realtà la maggioranza dei micetismi che interessano questa specie sono circoscritti a zone dove esiste la diffusa abitudine alla raccolta di funghi appartenenti al Genere Chroogomphus, i quali effettivamente presentano numerose affinità morfocromatiche. Per tali motivi e vista la scarsissima qualità organolettica di Chroogomphus helveticus e Chroogomphus rutilus, sconsigliamo vivamente la raccolta di queste due specie, troppo simili in gioventù a Cortinarius orellanus e Cortinarius speciosissimus.

Osservazioni
Pur consigliando di evitare i Chroogomphus per l'alto rischio di confusione esistente con i Cortinarius velenosi mortali, ci sembra giusto indicare quali sono le osservazioni che portano a differenziare macroscopicamente i due gruppi di funghi. Cortinarius ha lamelle adnate, smarginate, Chroogomphusdiversamente nettamente decorrenti, Cortinarius ha sporata ocra rugginosa e quindi di tale colore pitta le lamelle a maturità, Chroogomphus ha sporata nerastra. Ultima differenza la carne, alla base del gambo quella dei Chroogomphus è tipicamente giallo cromo, giallo fulvo, questa caratteristica non è mai presente in Cortinarius orellanus e Cortinarius speciosissimus.

Specie simili
Questa specie può essere confusa con:
Cortinarius speciosissimus = Cortinarius orellanoides con gli stessi colori, ma cresce sotto conifere, con capello conico-umbonato, e gambo con bande zigzaganti giallastre e cangianti, egualmente velenoso mortale, sempre per presenza dello stesso principio tossico, l'orellanina. Cortinarius cinnabarinus rosso vermiglio, con lamelle di colore ancora più intenso, proprio delle faggete, velenoso non mortale, responsabile di sindrome gastroenterica. Cortinarius sanguineus completamente rosso sangue, che cresce sotto le conifere, con stesse caratteristiche tossicologiche del precedente. Cortinarius bolaris biancastro o ocraceo, con squame vermiglie e lamelle color cannella. Infine, tutti i funghi del Sottogenere Leprocybepossono assomigliare a Cortinarius orellanus, anche se tendenzialmente hanno colori meno rugginosi e più giallastri.

Curiosità
Cortinarius orellanus contiene una quantità maggiore di orellanina rispetto a Cortinarius speciosissimus e per questo motivo è decisamente più velenoso. La latenza prima della manifestazione esplicita di sintomi d'intossicazione da orellanina può essere veramente lunga, anche oltre 10 gg. l'orellanina per alcuni studiosi rimane presente nell'organismo fino a sei mesi dopo l'ingestione, per cui il trapianto sembra sicuro per il nuovo rene a distanza di almeno un anno.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Pietro Curti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Regione Lombardia; Novembre 2007; Foto di Federico Calledda.

post-12947-0-78923700-1469122168.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

Cortinarius orellanus Fr.; Regione Lombardia; Luglio 2013; Foto e microscopia di Massimo Biraghi.

post-2286-0-18076300-1373835898.jpg

post-2286-0-85548700-1373835916.jpg

Microscopia
Spore in acqua 100×.
Long. : N =30 ; dMd ; (8,13)8,554 - 8,86 - 9,451(10,05)
Larg. : N =30 ; dMd ; (5,46)5,912 - 6,19333333333333 - 6,667(6,79)
Q : N =30 ; dMd ; (1,30)1,35 - 1,42 - 1,557(1,61)
N° Long. Larg. Q
Moy 8,99 6,29 1,43
Min 8,13 5,46 1,30
Max 10,05 6,79 1,61
Media 9,02 6,34 1,43

post-2286-0-57854700-1374099441.jpg

post-2286-0-45197100-1374099465.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 years later...

Cortinarius orellanus Fr.; Regione Umbria; Novembre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.

Questa specie predilige fruttificare nei terreni acidi, per cui la possiamo trovare normalmente nei castagneti appenninici, si inquadra nel sottogenere Leprocybe, sez. Orellani. Si riconosce abbastanza facilmente per le sue colorazioni omogenee bruno-arancioni in tutto il carpoforo, le lamelle spaziate, smarginate all’attacco del gambo, ventricose, di un colore vivace arancio-rugginoso, a volte con il filo più chiaro, odore rafanoide. Bisogna prestare molta attenzione con questo fungo perché dal punto di vista tossicologico è una specie velenosa, la tossina responsabile si chiama “orellanina”, causa una grave intossicazione a lunga latenza, “la sindrome orellanica”, che ha quale organo bersaglio il rene, è sufficiente l’assunzione di 20-40 g. di fungo fresco, per procurarsi nella migliore delle ipotesi una insufficienza renale cronica irreversibile. Il ritrovamento è avvenuto nel comune di Spoleto (PG), località Monte Bibbico, a 800 m s.l.m., in un Castagneto puro. Legit Francesco Paolo Di Dio.

Microscopia
Spore amigdaliformi in proiezione laterale, ovoidi in proiezione frontale, con apicolo evidente e grossa guttula centrale, la parete è densamente ornata da basse verruche isolate o riunite in corte creste; misurazioni su 32 spore 8,4-10,5 × 6,0-6,9 µm, media 9,1 × 6,3 µm, Q = 1,3-1,7; Qm = 1,4.
Basidi banali in maggior numeri tetrasporici, osservati anche bisporici e monosporici.
Cheilocisti clavati, frammisti ai basidi.
Il rivestimento pileico è costituito da una cutis di ife con andamento parallelo, riunite in fasci, con elementi terminali poco rialzati, con presenza di giunti a fibbia e con pigmento parietale incrostante e intracellulare giallastro; la subcutis è formata da ife di maggiore dimensione, ventricose.
Caulopellis formata da ife parallele, cilindriche. Non osservati caulocistidi.
GAF presenti in tutti i tessuti ed elementi esaminati.

(Exsiccatum MI20151108_01).

post-12947-0-64493300-1447761525.jpg

post-12947-0-59464900-1447761537.jpg

post-12947-0-49276600-1447761550.jpg

post-12947-0-65905200-1447761560.jpg

Microscopia
Spore amigdaliformi in proiezione laterale, ovoidi in proiezione frontale, con apicolo evidente e grossa guttula centrale, la parete è densamente ornata da basse verruche isolate o riunite in corte creste; misurazioni su 32 spore 8,4-10,5 × 6,0-6,9 µm, media 9,1 × 6,3 µm, Q = 1,3-1,7; Qm = 1,4. Osservazioni in acqua a 1000×.

post-12947-0-52119700-1447761630.jpg

post-12947-0-00731300-1447761655.jpg

Basidi banali in maggior numeri tetrasporici, osservati anche bisporici e monosporici. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

post-12947-0-26433300-1447761690.jpg

post-12947-0-74779200-1447761710.jpg

Basidi monosporici.

post-12947-0-42864300-1447761731.jpg

post-12947-0-73899700-1447761742.jpg

Cheilocisti clavati, frammisti ai basidi. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×.

post-12947-0-27914900-1447761834.jpg

post-12947-0-82420100-1447761850.jpg

post-12947-0-12933300-1447767762.jpg

Il rivestimento pileico è costituito da una cutis di ife con andamento parallelo, riunite in fasci, con elementi terminali poco rialzati, con presenza di giunti a fibbia e con pigmento parietale incrostante e intracellulare giallastro. Osservazioni in acqua a 400×.

post-12947-0-61898800-1447761933.jpg

post-12947-0-15058100-1447761947.jpg

post-12947-0-50117900-1447762031.jpg

GAF. Osservazioni in acqua a 1000×.

post-12947-0-53663400-1447761978.jpg

post-12947-0-84357300-1447762060.jpg

La subcutis è formata da ife di maggiore dimensione, ventricose. Osservazioni in acqua a 400×.

post-12947-0-73629000-1447762117.jpg

Caulopellis formata da ife parallele, cilindriche. Non osservati caulocistidi. Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 100×.

post-12947-0-41193000-1447762174.jpg

Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 400×.

post-12947-0-77093000-1447762234.jpg
 
Osservazione in Rosso congo ammoniacale a 1000×. Particolare dei GAF.
 
post-12947-0-77006700-1447762292.jpg
Link al commento
Condividi su altri siti

×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

Termini d'uso Informativa sulla riservatezza