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Pluteus romellii (Britzelm.) Sacc. 1895

Tassonomia 
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Pluteaceae
Genere Pluteus
Sezione Celluloderma
Sottosezione Eucellulodermini

Etimologia
L'epiteto Pluteus deriva dal latino pluteus = macchina d'assedio con tettoia di legno, per l'aspetto del cappello.
L'epiteto romelli è dedicato al Micologo svedese Lars Gunnar Romell (1854-1927).

Sinonimi 
Pluteus lutescens (Fr.) Bres. 1929
Pluteus nanus subsp. lutescens (Fr.) Konrad & Maubl. 1937
Pluteus nanus var. lutescens (Fr.) Bres. 1828

Cappello
Solitamente il cappello si presenta con tonalità marroni omogenee, ma anche bruno dattero, bruno con frammiste tonalità giallastre, lungamente convesso, spesso opaco, rugoso, mammellonato o con basso umbone ottuso, con presenza di sottili venature che si distendono a raggera a volte fino quasi al margine. Il margine può essere striato per trasparenza.

Imenoforo
Le lamelle sono libere, ventricose, moderatamente fitte, intervallate da lamellule di diversa lunghezza, all’inizio biancastre, giallo pallido, poi a maturità di un bel colore rosa carico.

Gambo
Il gambo è cilindrico, giallo citrino, a volte un po’ più pallido, fino a quasi bianco e in questo caso diventa più difficile riconoscere la specie, spesso caratterizzata dai suoi evidenti colori gialli, finemente fibrilloso, termina con la base leggermente allargata.

Carne
La carne è esigua e fragile nel cappello, fibrosa nel gambo, senza odore e sapore definiti.

Habitat
Si tratta di un fungo lignicolo, cresce su ceppaie di latifoglie varie, su tronchi, rami in decomposizione o frustoli legnosi marcescenti, spesso interrati, dando un'apparenza di crescita terricola.

Microscopia
Pileipellis di tipo imeniderma, regolare, costituita da cellule globose, clavate e sferopeduncolate, con presenza di pigmento bruno disciolto.
Cheilocistidi 31,1-69,4 × 13,9-32,5 µm, piriformi molto abbondanti, da strettamente ad ampiamente clavati, alcuni lobati.
Pleurocistidi 52,9-81,3 × 27,1-54,8 µm, clavati, utriformi ed ovoidi, poco abbondanti, di dimensioni maggiori rispetto ai cheilocistidi.
Basidi 24,1-33,9 × 7,6-9,6 µm, clavati, ventricosi, tetrasporici.
Spore (5,9)6,1-6,6 × 5,4-6,2 µm; media 6,2 × 5,8 µm; Q = 1,0-1,2; Qm = 1,1, subglobose, lisce, con evidente apicolo, guttulate.
GAF non osservati.

Commestibilità e tossicità
Non commestibile.

Specie simili
Pluteus leoninus (Schaeff.: Fr.) P. Kumm, si separa per il cappello di colore giallo oro ed il gambo con tonalità biancastre, poi giallo pallide, giallo ocra verso la base. Microscopicamente la cuticola ha una struttura a tricoderma, cioè, le ife terminali della pileipellis sono cilindriche, allungate, rialzate. Preferisce la crescita su legno di conifera.
Pluteus chrysophaeus (Schaeff.) Quél., il cappello ha tonalità bicolore, sul bruno-giallastro, cannella, più giallastro verso il margine, mentre il gambo va dal bianco al giallo pallido, giallo citrino verso la base. Sotto l’aspetto microscopico si differenzia per i pleurocistidi fusiformi, con il collo allungato a “bottiglia”.
Pluteus nanus (Pers.) P. Kumm., il colore del cappello sul bruno lo rende abbastanza simile, mentre il gambo bianco, poi grigiastro ci aiuta a distinguerlo abbastanza agevolmente, mentre P. romellii lo ha di colore giallo citrino. Anche microscopicamente rileviamo delle differenze, che sono incentrate sulla diversa tipologia sia dei cheilocistidi di tipo fusiformi e lageniformi che dei pleurocistidi maggiormente di tipo largamente fusiformi lageniformi e non utriformi-ellissoidali.

Discussione
La determinazione di questa specie sul campo, di norma, non pone particolari problemi, in quanto è una specie ben caratterizzata per il cappello di colore marrone ed il gambo giallo. La microscopia negli esemplari poco tipici ci aiuta a separarlo dalla specie simili. Appartiene alla sottosezione Eucellulodermini, per il rivestimento della cuticola formato esclusivamente da cellule corte, di forma globosa, sferopeduncolate-claviformi, che conferiscono alla stessa quell’aspetto opaco e finemente rugoso.

Bibliografia
AA.VV., 1990. Pleurotaceae, Pluteaceae and Tricholomataceae I. Flora Agaricina Neerlandica. Vol. 2. Curatori: Noordeloos, M.E., Kuijper, T.W. & Vellinga, E.C.
JUSTO, A. et al., 2010. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology geography and phylogeny. Mycological Progress.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti - Revisionata da Tomaso Lezzi.

Regione Umbria; Giugno 2016; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.
(Exsiccatum MI20160611-01)

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Particolare del cappello lungamente convesso, spesso opaco, rugoso.

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Pileipellis di tipo imeniderma, regolare, costituita da cellule globose, clavate e sferopeduncolate, con presenza di pigmento bruno disciolto. Osservazione in acqua, a 100×.

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Osservazione in acqua, a 400×.

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Osservazione in acqua, a 1000×.

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Cheilocistidi 31,1-69,4 × 13,9-32,5 µm, piriformi molto abbondanti, da strettamente ad ampiamente clavati, alcuni lobati. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 400×.

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Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×.

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Pleurocistidi 52,9-81,3 × 27,1-54,8 µm, clavati, utriformi ed ovoidi, poco abbondanti, di dimensioni maggiori rispetto ai cheilocistidi. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×.

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Basidi 24,1-33,9 × 7,6-9,6 µm, clavati, ventricosi, tetrasporici. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×.

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Spore (5,9)6,1-6,6 × 5,4-6,2 µm; media 6,2 × 5,8 µm; Q = 1,0-1,2; Qm = 1,1, subglobose, lisce, con evidente apicolo, guttulate. Osservazione in rosso Congo ammoniacale, a 1000×.

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Pluteus romellii (Britzelm.) Sacc.; Regione Lombardia; Ottobre 2011; Foto, commento e microscopia di Massimo Biraghi.

Ritrovamento nel boschetto planiziale dei fontanili, loc. Spirano. Essenze arboree principali: Rovere, Carpino, Ontano, Pioppo Bianco, Olmo, Nocciolo, Pruno, Robinia.

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Pluteus romellii (Britzelm.) Sacc.; Regione Umbria; Aprile 2010; Foto di Foto di Tomaso Lezzi.

Lamelle e gambo giallo limone e sporata rosa mattone per questo Pluteus trovato tra cuscinetti di Timo, ma evidentemente cresciuto su qualche residuo legnoso interrato.

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Il colore della sporata.

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