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Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr. 1838

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Russulales
Famiglia Russulaceae
Genere Lactarius
Sottogenere Piperites
Sezione Glutinosi
Sottosezione Pyrogalini

Sinonimi
Lactarius blennius f. virescens J.E. Lange. 1940
Lactifluus blennius (Fr.) Kuntze. 1891
Lactarius viridis Quél. 1888
Lactarius blennius var. viridis (Schrad) Quèl. 1888

Etimologia
Dal greco βλεννα: blenna = glutine, muco, per la vischiosità del cappello.

Cappello
4-10 cm, inizialmente convesso ma subito piano-convesso, infine appianato con leggera depressione centrale; mediamente irregolare con margine sottile e ondulato, leggermente pubescente e provvisto di piccole fossette generalmente disposte concentricamente. La cuticola è viscida, viscosa con tempo umido o dopo le piogge, brillante e asciutta con tempo secco, da granulosa fino a rugolosa specialmente al centro e decorata da guttule che lasciano poi delle fossette concentriche più accentuate verso il margine. Le colorazioni pileiche variano, a seconda delle condizioni climatiche, in molte sfumature con dominante verdastra (verde chiaro, verde-grigiastro, verde brunastro, bruno-olivaceo ecc.), non presenta normalmente zonature o queste sono appena abbozzate dalla disposizione delle fossette.

Imenoforo
Lamelle adnate o appena decorrenti, intercalate da numerose lamellule, strette e fini, forcate all'attaccatura del gambo, di colore biancastro nei giovani esemplari poi sporcate di verde-grigiastro a maturazione specialmente nelle fratture o dopo manipolazione.

Gambo
Cilindrico, pieno, sodo nel giovane esemplare poi fragile e cavo, generalmente liscio e decorato da poche guttule, subconcolore al cappello, di colore biancastro con leggere sfumature verdognole miste a toni grigiastri.

Carne
Abbastanza consistente nel cappello ma molliccia nel gambo, biancastra con toni verdognoli, odore non rilevante, sapore acre. Latice abbastanza fluido ed abbondante con tempo umido e nei giovani primordi, poi scarso, biancastro, vira al grigio-verdastro a contatto con le lamelle.

Habitat
Fungo molto comune nei boschi di Fagus sylvatica (Faggio) ma anche in boschi misti sempre in relazione con l'essenza sopracitata con la quale sembra aver instaurato un rapporto micorrizico, cresce dall'estate all'autunno solitario o in gruppi di pochi individui.

Microscopia
Spore (6) 7-8,5 (9) × (5) 6-7 µm, irregolarmente subglobose, ellissoidali, decorate da creste che le conferiscono un aspetto zebrato e connesse tra loro ma non a formare un reticolo, a volte anche isolate e con presenza di verruche.
Basidi banali, tetrasporici.
Macrocistidi 30-50 (60) µm, poco abbondanti, subfusiformi, acuminati.
Pileipellisis gelificata conposta da ife larghe 2-5 µm, con evidenti setti, poco intrecciate.
Subcute composta da ife subcilindriche, al di sotto delle quali si osservano ife subglobose o ovoidi.

Commestibilità e Tossicità
Da ritenersi velenoso, irritante delle mucose, provoca sindrome gastroenterica incostante.

Specie simili
Le molteplici variazioni cromatiche hanno portato diversi autori a creare forme e varietà, tra queste Lactarius. blennius var. viridis (Quél.) A. Marchand che avrebbe il cappello con toni verde pallido, Lactarius blennius var. albinopallescens J.E. Lange, forma intermedia e collegabile con Lactarius fluens Boudier, quest'ultimo riconoscibile per l'abbondanza del latice, il cappello non vischioso, l'assenza di fossette, lamelle crema-carnicine poi grigio-brunastre, carne meno acre. Microscopicamente è importante l'osservazione della pileipellis, poco gelificata e con pigmento incrostante a grossi granuli, subcute con ife subcilindriche ingrossate ma non globulose. Lactarius circellatus Fr. non presenta mai toni verdastri e ha il cappello nettamente zonato e lamelle crema.Lactarius pyrogalus (Bull.: Fr.) Fr. cresce sotto Nocciolo e ha il cappello con toni grigio-brunastri, crema-ocracei al centro, lamelle crema poi più scure e spaziate, tutte specie non commestibili.

Osservazioni
Lactarius blennius è inserito nella sezione Glutinosi, che annovera specie dal cappello viscoso-glutinoso e con colorazion pileche non appariscenti, sottosezione Pyrogalini che comprende specie dai colori monotoni grigiastri-gigio-verdastri, spesso con sfumature ocra, latice biancastro, che essicando sulle lamelle diviene grigo-verdastro; pileipellis tipo ixocute-ixotricoderma (gelificata) con pigmento extraellulare incrostante, le spore zebrate. L'habitat specifico, la caratteristica del cappello vischioso con toni verdognoli e le proprietà organolettiche permettono un'agevole riconoscimento sul campo.

Bibliografia
AA.VV., 2008. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp.
BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora.
BREITENBACH, J. & KRÄNZLIN, F., 2000. Champignons de Suisse. Russulaceae. Vol. 6. Lucerna: Ed. Verlag Mykologia.
EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi: Ed. Belin.
GALLI, R., 2006, 3a Ed. I Lattari. Ed. Dalla Natura.
HEILMANN-CLAUSEN, J., VERBEKEN, A. & VESTERHOLT, J., 1998. The genus Lactarius. Fungi of Northern Europe. Vol. 2. The Danish Mycological Society, Danimarca: Ed. Svampetryk.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Massimo Biraghi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Lactarius blennius (Fr.: Fr.) Fr.; Regione Lombardia, Valtorta, in faggeta pura; Ottobre 2007; Foto e microscopia di Massimo Biraghi.

(Exsiccatum MB20071004-35)

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Macrocistidi 30-50 (60) µm, poco abbondanti, subfusiformi, accuminati.

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Spore (6) 7-8,5 (9) × (5) 6-7 µm, irregolarmente subglobose, ellissoidali, decorate da creste che le conferiscono un aspetto zebrato e connesse tra loro. Ma non a formare un reticolo, a volte anche isolate e con presenza di verruche, osservazione in Melzer 400×.

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Osservazione a 1000×.

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Pileipellisis gelificata conposta da ife larghe 2-5 µm, con evidenti setti, poco intrecciate.

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Subcute composta da ife subcilindriche più larghe, al di sotto delle quali si osservano ife subglobose o ovoidi.

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Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Abruzzo; Settembre 2005; Foto di Tomaso Lezzi.

Lactarius blennius f. virescens.
Lactarius dai colori verde-bruni, lattice bianco che muta con molta lentezza.

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Particolare delle zonature del cappello.

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Sezione.

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Altro ritrovamento con colori più marroni sul cappello.

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Particolare delle lamelle e del latice.

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Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Abruzzo; Ottobre 2010; Foto di Tomaso Lezzi.

Lactarius dal cappello marrone con toni verdastri e latice bianco che seccando dopo alcune ore diventa verdastro.
Si riconosce anche per le lamelle bianche dal simile Lactarius fluens, che ha lamelle color crema e sulle lesioni mostra colore bruno-rossastro.

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Foto di Felice Di Palma.

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Un particolare del cappello marrone con toni verdastri. Foto di Tomaso Lezzi.

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Un particolare delle lamelle bianche, e del latice bianco.

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Dopo alcune ore il latice bianco vira al verdognolo.

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Spore crestate, osservazione in Melzer.

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Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.; Regione Umbria; Agosto 2010; Foto di Tomaso Lezzi.

Un Lactarius appartenente a:
Sottogenere Piperites a cui appattengono specie con cappello visicido, molte delle specie di Lactarius con spore zebrate si trovano in questo gruppo;
Sezione Glutinosi a cui appartengono le specie a latice bianco che seccando diventa grigio verdognolo;
Sottosezione Pyrogalini Colori verdognoli, latice bianco che secca in gocce grigio verdognole, pigmento extracellulare incrosatante, granulare, spore spesso zebrate.

Lactarius blennius si riconosce per il colore del cappello verdastro, l'habitat di Faggio (simbionte esclusivo), le lamelle verdognole sulle contusioni.
Courtecuisse riconosceva Lactarius blennius f. virescens a toni verdi, più comune della specie tipo, M.T. Basso adesso sinonimizza questa forma con la specie tipo.

Cappello con toni verdi e latice bianco alla fuoriuscita.

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Il latice che dopo parecchie ore seccando diventa verde.

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Spore di forma largamente ellissoidale, con decorazioni sporali a forma di creste con un disegno zebrato che non forma un vero e proprio reticolo, ma solo alcune rare maglie chiuse.
Questa forma delle decorazioni sporali è tipica di molte specie del Sottogenere Piperites.

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